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.: Il Blog di Lorenzo Lipparini
Venerdì, 19 Maggio, 2006 - 20:40

Per una Milano a misura di Studente

Milano è una città a spiccata vocazione universitaria. In città sono attivi 9 atenei e la sola Università Statale ha 65.000 iscritti, più degli abitanti di un capoluogo di provincia come Mantova. Eppure poco si parla di cosa fare per migliorare la vita degli studenti, milanesi di residenza solo nel 25% dei casi.

La crescente integrazione tra gli Stati europei aumenta la mobilità dei cittadini, esaltando la competizione e costringendoci, di fatto, ad un esame di coscienza. Nei paesi Scandinavi i giovani crescono in un sostanziale bilinguismo. L’Olanda è prima in Europa con una diffusione di internet 3 volte maggiore che in Italia. Nei paesi Baltici ci si laurea presto e a 30 anni si aprono aziende e si diventa ministri. Da noi, solo per citare qualche dato dell’Università di Milano, il 56% degli immatricolati a Scienze Politiche non arriva al terzo anno di corsi e per conseguire una laurea “breve” è necessaria una media di 8 anni!

C’è quindi ancora molto da fare. Gli studenti hanno bisogno di risorse, specie se non lavoratori. Hanno bisogno di alloggi, specie se provengono da fuori città. Hanno bisogno di servizi.

Milano e l’Italia, consapevoli delle proprie eccellenze, non devono avere vergogna nell’ispirarsi a quanto fatto altrove.

Prendiamo il Prestito d’onore in Gran Bretagna. Nel 2002 più di 800.000 studenti hanno ricevuto un prestito, l’80% dei richiedenti. Percentuali lontane dalle briciole dei nostri ISU. Il sistema prevede l’erogazione in tre rate di un massimo di circa 7.500 euro annuali. L’ammontare viene restituito dallo studente una volta inserito nel mondo del lavoro con versamenti tra i 10 e i 100 euro mensili a seconda del reddito. Al debito non sono applicati interessi ma solamente la rivalutazione sul tasso di inflazione. A questo bisogna aggiungere borse di studio per libri, vacanze, eventuali figli a carico. Le alte spese per l’università sono quindi fortemente indennizzate.

A Parigi, come nel resto della Francia, per fare fronte all’alto costo degli affitti, chiunque si può rivolgere ad uno sportello del CAF. Anche gli studenti Erasmus. Presentando un modulo di autocertificazione indicante il proprio reddito, i dati della casa in affitto e il numero di coinquilini si possono ricevere anche 150 euro al mese per ogni richiedente, anche se l’appartamento è condiviso. Il Comune provvede ogni mese ad una verifica presso il proprietario, aggiorna il calcolo dell’ammontare dovuto e provvede al bonifico. I soldi infatti vengono versati direttamente in banca, il che ci permette di aprire un capitolo che per un italiano ha dell’inconcepibile: i conti correnti non costano nulla. Nulla l’apertura, le operazioni, la chiusura. Niente tasse. Ma non è l’unico settore che potrebbe farci implorare una francesizzazione del nostro mercato. France Telecom, ex monopolista di Stato della telefonia, consente, con un canone mensile di meno di 100 euro, di navigare a banda larga senza limiti e soprattutto di telefonare senza alcun costo aggiuntivo ai fissi e ai cellulari in tutta Europa! La compagnia Noos ha tariffe ancora più competitive, roba da farci gridare al complotto.

Un altro paese delle meraviglie è la Finlandia, dove uno studente, anziché pagare l’iscrizione all’Università, viene pagato per studiare. Si può scegliere di abitare negli alloggi del campus e gli studenti, specie se stranieri, sono considerati dei vip. Per capire la differenza di mentalità per ciò che riguarda gli studi di alto livello, basta citare il caso dell’Università di Copenaghen. Lì la biblioteca non chiude mai. Con il proprio tesserino gli studenti possono accedere a qualsiasi ora al tavolo personale che gli è stato riservato, con luce e connessione a internet. Questione di cultura e non solo, in un ateneo dove esiste una living room di fianco ad ogni aula.

Insomma, l’elenco potrebbe essere ancora lungo e toccare il tema della mobilità, con la carta mensile gratuita in dotazione agli studenti di San Pietroburgo o con i mezzi di Madrid che non si fermano mai, nemmeno di notte.

Tutte occasioni per riflettere su quanto si potrebbe fare per rendere migliore lo studio e quindi per tornare ad investire sul futuro. Le soluzioni ci sono già. Basta mettere da parte un po’ di orgoglio e guardare oltre confine. La sfida europea serve anche ad aiutarci in questo.