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Il Blog di Donatella Elvira Camatta | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Lunedì, 16 Ottobre, 2006 - 18:42

La guerra di Anna

 L'immagine “http://us.news2.yimg.com/us.yimg.com/p/nm/20061008/2006_10_07t165838_450x368_us_russia_murder.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

 

Giulietto Chiesa
Fonte: La Stampa (http://www.lastampa.it)
8 ottobre 2006
RICORDO quei tempi andati, di dieci, quindici anni fa, in cui la gente, a Mosca, contava i morti ammazzati nelle strade, non solo in quelle della capitale, nel pieno della lotta furibonda che i futuri oligarchi avevano ingaggiato tra di loro per dividersi le spoglie dello stato socialista sovietico appena suicidatosi. Si pensava - lo pensavano i democratici, che avevano applaudito la caduta - che sarebbe presto venuta la normalizzazione, che i lupi, una volta sfamatisi, si sarebbero calmati.

Si diceva e si scriveva, con pazienza, che dopo il sangue sarebbe venuta la legge, perché anche i nuovi padroni ne avrebbero avuto bisogno per godere finalmente dei beni acquisiti. La violenza avrebbe avuto una fine, prima o dopo.
L'assassinio di Anna Politkovskaja dice crudamente che il tempo della legge non è ancora arrivato a Mosca. E' ancora guerra per bande, sicuramente non del tutto nuove, che tornano a mandare i sicari negli androni dei palazzi moscoviti - se si tratta dei meno abbienti - o agl'incroci delle grandi vie d'uscita dalla città verso le dacie lussuose immerse nei boschi tutto attorno, vigilate da alte mura di cemento, da telecamere sempre accese, da guardie del corpo numerose e bene armate. E' toccato a un grande banchiere di stato poche settimane prima che alla giornalista Politkovskaja. Due assassini eccellenti, sicuramente diversi per movente e mandante, ma la logica è una sola. Le questioni irrisolte si regolano privatamente a colpi di piombo. Per un banchiere servono raffiche di mitra, e non poche. Per Anna sono bastati due colpi di pistola: il secondo a Mosca lo chiamano, in gergo tecnico, «kontrolnij», di controllo, per verificare che la vittima sia morta per davvero. Anna Politkovskaja è finita così, ieri, nell'ascensore della Via Lestnaja, in pieno centro di Mosca.
Lei non aveva partecipato alla divisione del malloppo statale. Lei aveva raccontato come «quelli», dopo essersi scannati tra di loro, avevano organizzato le guerre di Cecenia, per far credere ai russi che tutelavano i loro interessi, che volevano ripristinare la grandezza perduta del Paese. Ma dire la verità sulla Cecenia, andare laggiù - come lei fece tante volte - per raccontare come i diritti umani di un popolo venivano schiacciati, era pericoloso. A 48 anni, dopo essere stata cronista della perestrojka, e aver tifato per coloro che la perestrojka tradirono, l'aveva scampata più d'una volta. In Cecenia doveva arrivarci, negli ultimi anni, in segreto, per quanto possibile. I militari non gradivano quel tipo di testimoni non «embedded», che poi scrivono per giornali, come la «Novaja Gazeta», rimasti come un'isola di critica in un oceano di silenzio. I palazzi dei poteri, pubblici e privati, non gradiscono i ficcanaso che rovistano nei loro affari. Nei Paesi «civili», di regola i giornalisti scomodi li si ferma con l'uso improprio delle leggi. Il vantaggio, per chi ha voglia di dire la verità è che, se anche non ci riesce del tutto, almeno rimane vivo.
In Russia, vent'anni dopo Gorbaciov, i giornalisti li si ferma «spegnendoli», come avrebbe detto Niccolò Machiavelli, secondo il vecchio criterio staliniano, che un uomo morto è un problema chiuso. Aveva «offeso» molti, sicuramente troppi. Ma non è probabile che l'abbiano ammazzata per vendetta. Anna Politkovskaja stava forse inseguendo una traccia delle sue. Il suo libro sulla «Russia di Putin» le ha dato fama in Occidente e un sacco di guai in casa. La Cecenia l'ha raccontata meglio di chiunque altro. Aveva altre cose da dire. L'hanno tolta di mezzo prima ch
e le dicesse.

 

Lunedì, 16 Ottobre, 2006 - 12:58

Iran sospesa l'esecuzione di Kobra

  Kobra Rahmanpour Kobra Rahmanpour

13 ottobre 2006: l’esecuzione in Iran di Kobra Rahmanpour è stata sospesa, per consentire ai familiari della persona uccisa di decidere se perdonarla o meno, rende noto l’avvocato della ragazza, Abdolsamad Khorramshahi.
Kobra, 24 anni, è stata condannata a morte nel 2002 per l’omicidio della suocera, avvenuto due anni prima.
“L’Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, massima autorità giudiziaria del paese, non ha firmato l’ordine di esecuzione”, ha detto l’avvocato, aggiungendo che si tratta della seconda sospensione.
Tuttavia – continua l’avvocato - se i familiari della vittima non concederanno il perdono, l’impiccagione sarà inevitabile.
“La solidarietà internazionale nei confronti di questa giovane donna ha giocato un ruolo essenziale nella decisione di Shahroudi, ma ora l’opinione pubblica internazionale deve rivolgere la propria attenzione ai familiari della persona uccisa, poiché loro possiedono le chiavi della cella di Kobra”.
“Prima di tutto – dice il legale - è necessario convincere le cognate di Kobra che quest’ultima non è il carnefice bensì la vittima, e persuaderle a concedere il perdono”.
L’avvocato è molto preoccupato per lo stato di salute della ragazza: “Non è stato facile trascorrere sei anni chiusa in cella in attesa dell’esecuzione. Ha seri problemi psichici, è molto depressa, e potrebbe peggiorare se non verrà liberata per tempo e restituita alla sua famiglia”.
A proposito dell’uccisione della suocera, Kobra afferma di avere agito per legittima difesa, essendo stata aggredita dalla donna con un coltello da cucina.
La ragazza sarebbe stata costretta a sposarsi dai propri genitori a causa della povertà della sua famiglia, e sarebbe stata in seguito vittima di violenze domestiche.

Domenica, 15 Ottobre, 2006 - 09:07

la televisione dei morti viventi

morti_viventi.jpg

Il successore di Ghino di Tacco ha gridato: “Banditi”. Non importa se mentre lo diceva si tratteneva dal ridere. Quest’uomo ha ragione. La riforma Gentiloni è un atto di banditismo, una porcata calderoniana. Ma per eccesso di prudenza e mancanza di lungimiranza. Due reti andranno sul digitale terrestre tra un paio d’anni. Il digitale terrestre è già morto oggi. Tra due anni sarà una cripta in cui rinchiudere Fede e Rai2. E questa è una buona cosa. Ma le altre cinque reti rimarranno in vitalizio agli interessi economici del gruppo Telecom, del gruppo Fininvest e degli scalcinati politici che non sanno riconoscere il Darfur dal Toblerone e Mandela da un lecca-lecca (altro che programmi culturali, per questi ci vogliono i campi di rieducazione delle Guardie Rosse di Mao). Quindi non cambia nulla. L’informazione sarà come è adesso. Uno strumento di disinformazione di massa.
Le emittenti private devono diventare public company, senza proprietari di riferimento o in alternativa chiudere, domani, per decreto legge. E se qualcuno gridasse: “Gaglioffi”, “Comunistacci” o anche “Perdirindina”, pazienza. Non ce la prenderemo.
La Rai deve avere una sola rete, senza pubblicità, senza alcun legame con il Governo o con i partiti. Siamo seri, ormai tranne che per la Gabanelli e pochi altri, dal televisore ci arriva in faccia solo m..da. La pubblicità vada tutta, proprio tutta alle reti private, senza tetti. E’ il miglior modo per suicidarle.
La televisione è comunque moribonda, tra un po’ sarà seppellita. Il ministro Gentiloni dia un colpo di telefono a Mark Thompson, direttore generale della BBC. Si faccia spiegare il suo programma ‘Creative Future’ per portare la BBC in Rete. Dia un’occhiata a Google Video e a Youtube che sono oggi la più grande emittente di programmi in Rete del mondo. Porti l’Adsl in ogni casa. Abolisca il canone. Dimezzi le tariffe Adsl. Le porti al livello di Francia e Germania dove c’è una vera concorrenza. Denunci l’Authority, la cambi, la distrugga, se vuole la venda a Telecom con cui ha da sempre ottimi rapporti.
Ascolto dei dementi parlare di televisione, di media company, di digitale terrestre come se fossero sull’Enterprise di Star Trek. Quando il futuro è invece nella produzione di massa dei contenuti, nelle connessioni veloci e nella loro diffusione, nel libero accesso alla conoscenza, nel WiMax.
La Rai e la Mediaset faranno la fine dell’Alitalia. La Rete è ‘low cost’ e, per ora, senza padroni.

www.beppegrillo.it 

Domenica, 15 Ottobre, 2006 - 08:45

AFGHANISTAN




In questo nostro paese ci si ricorda del fatto che l'Italia insieme
alla
Nato sta partecipando alla guerra, all'occupazione e alle stragi in
Afghanistan solo quando nostri concittadini sono vittime di atti di
violenza: uccisioni, ferimenti, rapimenti.
E neppure in queste circostanze si ha la volonta' di trarre le ovvie,
necessarie, urgenti conclusioni: che in quel paese il nostro esercito
e'
tragicamente parte di una coalizione armata occupante, terrorista e
stragista; che la nostra partecipazione militare alla guerra afgana e'
del
tutto illegale per la nostra carta costituzionale; che e' proprio a
causa
delle guerre e delle occupazioni militari volute da Bush e dai suoi
"volenterosi" alleati che il terrorismo in tutto il mondo e' cresciuto
esponenzialmente, poiche' queste guerre sono terroriste e alimentatrici
di
terrorismo ulteriore.
Cessi l'illegale e criminale partecipazione militare italiana alla
guerra
terrorista e stragista in Afghanistan.
Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, quella
Costituzione
della Repubblica Italiana che all'articolo 11 testualmente recita:
"L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri
popoli
e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Chi non contrasta la guerra ne e' complice.

 TUTTI I GIORNI IL 6 AGOSTO

Cosa significa non dimenticare?
Significa lottare perche' non accada di nuovo.
Tre cose occorrono allora: l'opposizione alle armi, l'opposizione al
nucleare civile e militare, la scelta della nonviolenza come criterio
fondante della politica nel XXI secolo.

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:32

Anna Politkovskaya, una voce spezzata

 di Ajò Marta La giornalista russa, Anna Politkovskaya, è stata assassinata all'ingresso della sua abitazione, a Mosca.

Autrice di reportage molto critici verso la politica del Cremlino nella guerra in Cecenia, Anna Politkovsakya, 48 anni, era famosa per aver svelato gli abusi
sui diritti umani commessi dalle truppe russe e, già in passato, aveva ricevuto minacce.
La giornalista era in contatto con la Cecenia da tempo e già dal 2002, aveva partecipato in prima persona alle trattative per liberare gli ostaggi all'interno di un teatro assediato dai terroristi.
Ella aveva una conoscenza approfondita della situazione in Cecenia e della violazione dei diritti umani perpetrata dai russi ai danni di questa popolazione.
Attraverso il suo lavoro era diventata la principale accusatrice contro il governo russo e non aveva taciuto niente: il regime di terrore da parte dei  militari russi contro i cittadini ceceni, le esecuzioni sommarie, le torture, gli stupri ed i campi di concentramento di cui aveva raccolto materiali documentali.
Tanto coraggio non passò inosservato né all'estero, per cui la Politlovskaya divenne il simbolo del giornalismo coraggioso e della capacità di resistenza alle intimidazioni, né ai responsabili politici e militari di questi azioni cruente e omicide.
In un comunicato stampa dell'ISF, web magazine sulla libertà di stampa, www.isfreedom.org/index.html, si legge:
“ L’omicidio della collega Politikovskaja è una morte annunciata e conferma la Federazione Russa come uno dei luoghi del mondo a maggior rischio per i giornalisti. Anna era una delle poche voci libere e coraggiose che in Russia sfidavano la morte per denunciare il genocidio ceceno e il dilagare della corruzione nella Federazione Russa. Nel suo ultimo libro, La Russia di Putinsi accusava il leader del Cremino di avere messo in mano l’apparato statale a centinaia di ex funzionari del Kgb e di tendere a restaurare sostanzialmente un regime nazionalista , razzista e poliziesco sul modello di quello dei Soviet.
Ma nessun editore ha avuto il coraggio di editare quel libro nel suo Paese. Arrestata , avvelenata durante la vicenda di Bslan , la Politikovskaja, che
all’estero mieteva allori e riconoscimenti, era sostanzialmente isolata . Tanto da poter essere uccisa nel proprio appartamento “.
Occorrono poche parole per non dimenticarla.
Anna Politkosvakaya era una donna ed una giornalista onesta, che credeva in quello che faceva nel nome dei diritti e delle libertà.
Anche lei, come tutte/i avrà avuto dei sogni, delle speranze da giovane; le speranze che coltivava ancora oggi nelle sue idee , con i suoi comportamenti.
Con la sua morte lascia a tutte/i, non solo in Russia o in Cecenia, una pesante eredità.
 

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:09

liberati Italiani sequestrati in Niger

TALIA   14/10/2006    ITALIA  Altro 

Sono stati rilasciati ieri sera i due italiani rapiti in Niger il 21 agosto scorso: lo ha reso noto oggi la Farnesina. Claudio Chiodi e Ivano De Capitani erano stati sequestrati insieme ad altri turisti, poi rilasciati, dalle 'Forze armate rivoluzionarie del Sahara' (Fars), che aveva avanzato rivendicazioni verso il governo di N’Djamena. I due sono già a Tripoli, in Libia, da dove hanno fatto sapere di stare bene. Sembra che per la loro liberazione sia stata decisiva la mediazione della Libia, a cui il ministero degli Esteri italiano ha espresso gratitudine.
.
[EB]

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:06

Giornalista inglese nel 2003 fu ucciso....

IRAK INCHIESTA, GIORNALISTA INGLESE NEL 2003 FU UCCISO DA MARINES AMERICANI 

È stato ucciso dai marines americani il giornalista inglese Terry Lloyd della catena televisiva ‘Itn’, morto insieme a un cameraman e al traduttore iracheno vicino a Bassor nel marzo 2003, nel secondo giorno dell’invasione americana in Iraq: lo ha stabilito un’inchiesta della magistratura britannica. “Un gravissimo crimine di guerra” e un “atto di ignobile vendetta deliberata” lo ha definito Louis Charalambous, avvocato della famiglia Lloyd. L’autorità giudiziaria ha fatto sapere che intende rivolgersi all’Avvocatura della Corona e alla procura generale per chiedere di processare i responsabili dell’omicidio. Secondo la ricostruzione dell’inchiesta britannica, Lloyd sarebbe dapprima rimasto ferito per tiri di arma da fuoco mentre viaggiava a bordo di un fuoristrada ‘4x4’ con due cameraman e l’autista-interprete nei pressi di Iman Anas, non lontano da Bassora. Caricato a bordo di un minibus insieme ad altri feriti, è stato ucciso dagli americani; solo uno dei due operatori si sarebbe salvato, mentre l’altro risulta scomparso e – secondo un’inchiesta del quotidiano francese ‘Le Figaro’ sarebbe stato sequestrato e ucciso da miliziani iracheni. Secondo il colonnello della fanteria Usa Gary Keck si è trattato di un “tragico incidente” ma gli americani hanno rifiutato di collaborare all’inchiesta.

Venerdì, 13 Ottobre, 2006 - 22:49

La chiusura della scuola araba di via Ventura

La scuola araba di via Ventura 4 è stata chiusa per "motivi di sicurezza".
Ieri ho potuto visitare l'istituto durante un incontro riservato alla stampa. L'edificio è appena stato oggetto di una ristrutturazione e le aule sono in condizioni migliori rispetto a quelle della maggioranza delle scuole italiane. Banchi e sedie nuove di zecca, pareti appena verniciate, pavimenti rifatti.
Come già dichiarato da Marilena Adamo, capogruppo dell'Ulivo in Consiglio comunale, siamo di fronte ad un atteggiamento tartufesco da parte delle istituzioni che, non volendo concedere le autorizzazioni ma non potendo vietarle, rinviano ed insabbiano la questione nei meandri infiniti della burocrazia.
Ritengo che la scuola pubblica sia la via migliore per l'integrazione. Tuttavia non capisco perchè non possa esistere una scuola araba privata e aconfessionale dove gli insegnanti saranno per metà italiani e per metà arabi e dove i programmi didattici seguiranno le direttive italiane ed egiziane. Le ore dedicate all'insegnamento della religione saranno due alla settimana.
Inoltre l'istituto dedicato a Nagib Mahfuz, premio Nobel per la letteratura scomparso nell'agosto 2006 e vittima dell'integralismo islamico, è una scuola privata non parificata: gli alunni dovranno comunque sostenere a fine anno un esame di profitto presso una scuola pubblica italiana che certificherà la loro preparazione. 

Venerdì, 13 Ottobre, 2006 - 22:00

Venerdì 13 ottobre 2006, ore 22: Dichiaro aperto il mio blog

Comincia oggi la mia avventura nel mondo dei blog.
Spero che questo diventerà un punto di ritrovo interessante e necessario per quei cittadini di zona 3 che vorranno tenere un filo di contatto diretto con il Consiglio di Zona e, soprattutto, per chi vorrà segnalare disfunzioni e  problemi del nostro quartiere. 
Da parte mia vi prometto il massimo impegno nel portare avanti le vostre richieste/proteste.

Venerdì, 13 Ottobre, 2006 - 17:23

Partito Umanista aderisce alla fiaccolata....

DIRITTI UMANI ANCORA

DA SCOPRIRE

Il Partito Umanista di Milano aderisce alla fiaccolata promossa dalle organizzazione del Popolo Mapuche

 

Sabato 14 ottobre 2006

ore 18.30 - Via San Pietro dell'Orto

davanti al Consolato Cileno

 

 

Su invito delle organizzazioni del Popolo Mapuche presenti in Europa il Partito Umanista aderisce alla fiaccolata che si terrà in contemporanea a tante altre città europee.

 

Il continente americano è ancora alla ricerca dei Diritti Umani per i suoi figli. In tutti gli Stati nazione del Nuovo Continente si continua ancora a discriminare il vero popolo "americano nativo". Il Partito Umanista manifesta pubblicamente la Sua solidarietà alla causa del popolo Mapuche a favore di un riconoscimento pieno e duraturo dei loro diritti sociali, culturali, di lingua e di popoli.

 

Il Partito Umanista insieme al popolo Mapuche, che lotta pacificamente per la difesa dei Diritti Umani in Cile, chiede:

 

·       la ratifica della Convenzione 169 dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro – sul Riconoscimento dei Diritti dei popoli originari

·       la  revisione della legge antiterrorismo n° 18.314, emanata ancora nei tempi della dittatura che discrimina i Mapuche

 

 

 

E-mail: stampa@pumilano.it

Internet: www.pumilano.it

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