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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 3 Luglio, 2008 - 15:42

Finalmente Ingrid è tornata

Ingrid è libera. Finalmente. Diverse sono state le mobilitazioni promosse per il suo rilascio. Lei è sempre stata attenta a riportare la pace e la convivenza sociale e civile in Colombia, dopo anni di guerriglia e di lotte civili e intestine. Ingird è libera. E' tornata a casa, ha rivisto i suoi figli, giunti in Colombia dalla Francia con un aereo presidenziale. Ingrid oggi vuole ritornare più che mai ativa per affermare i diritti civili, ambientali e riportare la voce di pace e di solidarietà in un paese ostaggio di anni di conflitti senza termine, spesso drammatici, che ha mietuto vittime, che ha provocato arresti e sequestri di persone innocenti.
Avevo espresso in Consiglio di Zona, lo scorso dicembre, un ordine del giorno che era un appello affinchè il Comune di Milano si facesse interprete attivo della richiesta di liberare Ingrid, aderendo alla mobilitazione nazionale promossa in primis dal Comune di Roma per richiedere il rilascio di Ingrid. Il Presidente de Consiglio Comunale aveva accolto le diverse istanze per aderire alla manifestazione nazionale dei Comuni e degli Enti Locali per appellarsi alle autorità diplomatiche affinchè si aviassero le trattative per la liberazione di Ingrid e della sua collaboratrice, come di tante altre e di tanti altri ostaggi in mano della guerriglia delle FARC. Ingrid è libera e questo è un primo passo verso un cambiamento in Colombia, che non utilizzi la forza militare, come spesso invita a fare il presidente Uribe, ma che con la forza del dialogo e degli accordi possa neutralizzare un esasperante vortice di violenza destabilizzante, come sostenuto dal presidente venezuelano Chavez. Ingrid è libera: questo è un segno che la pace è possibile, che è possibile un futuro nuovo e di rinascita per la Colombia.
Cara Ingrid ben tornata tra noi.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 3 Luglio, 2008 - 12:37

MILANO, INFANZIA ABBANDONATA ? ASSOCONSUMATORIMILANO VI ASSISTE


COMUNICATO STAMPA

AssoconsumatoriMilano:
MILANO, INFANZIA ABBANDONATA ?
IL BAMBINO POVERETTO, DOVE LO METTO DOVE LO METTO ?
ASSOCONSUMATORIMILANO ASSISTE LE FAMIGLIE

Pensiamo ad una mamma infermiera e ad un papà guidatore di autobus. Oppure a due coniugi impiegati che non hanno diritto all’ingresso “flessibile” nei rispettivi uffici. O ancora a tutti quei lavoratori e lavoratrici milanesi con figli che, per ovvie ragioni, hanno l’esigenza di usufruire degli asili nido e delle scuole materne anche nei mesi estivi. Non tutti hanno nonni disponibili o baby sitter da dover retribuire.

Il servizio pubblico è stato garantito senza particolari problematiche fino all’anno scorso. Infatti, il Comune di Milano si è accordato per tempo con i sindacati ottenendo la collaborazione di insegnanti seppur precari o di cooperative di maestre regolarmente retribuiti. Ora il Comune sostiene di voler incentivare le insegnanti con un premio di € 1.100,00 per l’operatività nel mese di luglio; peccato che per far questo il Comune intende accedere al fondo di sostegno per i lavoratori e destinare la suddetta cifra “premio” o “incentivo” a quegli educatori o educatrici interessati a restare in servizio anche nei mesi che, per contratto, dovrebbero essere di ferie. Il Comune di Milano sta trattando coi sindacati solamente in questi giorni, ma ormai è tardi. È il caos.
Perché le porte degli asili o dei centri estivi spesso sono chiuse. Perché molti genitori hanno già pagato la retta necessaria per ottenere un servizio che in realtà non esiste. Perchè laddove il servizio sia garantito, una maestra si trova a dover gestire 30-40 alunni. Perché questo è, appunto, un servizio e, in quanto tale, dovrebbe essere un diritto.
Considerati gli enormi disagi, vogliamo assistere le famiglie che hanno subito danni economici e psicologici dall’irregolare funzionamento dei nidi comunali e delle scuole materne.
È possibile, gratuitamente, rivolgersi al Servizio Legale dell’Associazione chiamando i numeri 02.365.99.999 – 02.365.4444 o scrivendo a info@assoconsumatorimilano.it 
3 LUGLIO  2008                                                                                                                                                                                  AssoconsumatoriMilano
Giovedì, 3 Luglio, 2008 - 09:37

Parliamo un po' di noi...

Gruppo del Guado
Cristiani Omosessuali
Via Soperga 36 - 20127 Milano - Telefono 347 7345323
 
Sabato 5 Luglio 2008 - ore 17.00
Sede di Via Soperga 36
(MM1 Loreto - MM2 Caiazzo - MM3 Centrale)
Parliamo un po' di noi...
Assemblea del gruppo
Tenendo fede a un impegno che era stato preso durante l'assemblea ordinaria di gennaio, il consiglio del Guado, ha deciso di organizzare un'assemblea dei soci dedicata alla verifica delle attività promosse durante i primi sei mesi del 2008 e al programma del prossio autunno. Visti i temi che saranno affrontati durante l'assemblea abbiamo deciso di invitare non solo i soci (che comunque, in caso di votazioni, saranno gli unici che potranno votare), ma anche tutti coloro che guardano con simpatia e con interesse alla nostra esperienza.

Mercoledì, 2 Luglio, 2008 - 10:04

La minoranza ha il dovere di manifestare

Umberto Eco: "La minoranza
ha il dovere di manifestare"

Umberto Eco ha inviato questa lettera a Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Pancho Pardi, promotori della manifestazione dell'8 luglio in Piazza Navona.

Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare:

1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare.

2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini. Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.

Umberto Eco

Martedì, 1 Luglio, 2008 - 12:41

Comunicazione appello di Amnesty per affermare diritto d’asilo

Comunicazione al Consiglio di Zona inerente la richiesta e l’appello di Amnesty International agli stati firmatari di affermare il diritto d’asilo politico riconosciuto nell'art. 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948

 
 
Il dato è allarmante, quello fornito da Amnesty International in merito alla tutela e applicazione del diritto d'asilo per le rifugiate e i rifugiati politici. A 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, non si poteva che rendere la Giornata dei diritti delle rifugiate e dei rifugiati, che si è celebrata il 20 giugno, occasione politica per fare un punto e un'analisi sulla situazione in cui versano coloro che ricercano sostegno e ospitalità perchè in fuga da zone martoriate da guerre civili, disastri economici, devastazioni ambientali e climatiche e dall'assenza di risorse vitali, quali l'acqua o il cibo, sempre più carenti in diverse zone del pianeta.
147 è il numero dei firmatari della Dichiarazione e dei Protocolli seguenti per la tutela internazionale del rifugiato e del diritto d'asilo politico. Ma vengono denunciate da alcuni anni, nel rapporto dell'Alto Commissariato per i diritti dei rifugiati dell'ONU, l'UNCHR, e dalla stessa organizzazione mondiale per i diritti dell'uomo, Amnesty International, un costante inadempimento dell'attuazione dei diritti stessi. L'Italia e la Spagna adoperano e propongono metodi e provvedimenti di intercettazione, in collaborazione con gli stati frontalieri presenti nella parte meridionale del Mediterraneo, funzionali a bloccare il transito di persone le quali, tramite viaggi della fortuna e fortemente disastrati, vanno alla ricerca di un'accoglienza, abbandonando gli stati di origine dove sarebbero soggetti a torture, persecuzioni razziali, religiose o politiche, restrizioni di vario tipo, fino a giungere alla pena capitale. Sono diversi i casi, anche in violazione del diritto costituzionale, l'articolo 2, del nostro ordinamento, di persone richiedenti asilo politico rimpatriate rischiando, così, di essere soggette a pene che non sono contemplate nel nostro codice penale in quanto esterne alla cultura giuridica del rispetto della dignità dell'essere umano.
Alcuni stati come la Giordania e la Siria vedono un'esiguità di fondi per i commissariati dei diritti umani al fine di assistere i rifugiati iracheni in ricerca di tutela sanitaria. Non solo: ma molti stati, come la Svezia, che spesso si è evidenziata come nazione dell’integrazione, e che è il paese con maggior numero di rifugiati politici, sta provvedendo ad adottare provvedimenti di espulsione e di rimpatrio di civili iracheni.
Amnesty International ha emesso nella giornata internazionale del rifugiato un appello agli stati firmatari della Convenzione, unico strumento internazionale che assicura una tutela globale ai diritti dei richiedenti asilo politico, in particolare: chiede maggiore collaborazione tra Paesi ospitanti, al fine di sgravare il numero di rifugiati negli stati dove maggiore è la loro concentrazione; politiche di accoglienza, assicuratrici di un’abitazione, di un lavoro, di un’occupazione, di servizi educativi e formativi adeguati, e di assistenza sanitaria, nell’ottica del progetto di “reinsediamento” unica strada che possa determinare un riconoscimento adeguato di una collocazione stabile e durevole. Infine evitare pratiche di rimpatrio di massa, che genera pericolo per coloro che fuggono da situazioni in cui si vedono perseguitati, emarginati, sottoposti a pene capitali, a torture, soggetti a deportazioni etniche, spesso in luoghi impervi e degradati, come le popolazioni africane del Darfur costrette a essere relegate in distese desertiche privi di acqua e di cibo.
Milano è una città europea e come tale dovrebbe adeguare un progetto di inserimento e di reinsediamento funzionale a dare una collocazione stabile e durevole alle persone che richiedono asilo politico: in questi ultimi anni abbiamo visto dare soluzioni temporanee e precarie alle richieste di intervento da parte di diversi migranti. Abbiamo potuto constatare l’inadeguatezza nella nostra circoscrizione dei provvedimenti amministrativi adottati per fare fronte alla questione. Molti migranti sono ancora oggi costretti a vivere in condizioni degradanti e disumane, fortemente instabili, a tempo determinato tanto che, trascorso il periodo queste persone sono costrette a vivere in case abbandonate e fatiscenti, alla diaccio, privi di una minima assistenza sanitaria e sociale, esclusi da ogni possibilità di reinserimento. E’ con questa comunicazione che vorrei rendere rafforzativo quanto richiesto nell’interrogazione riguardante lo sgombero dell’ex scalo di Porta Romana, dove i migranti aventi diritto d’asilo sono stati destinati momentaneamente alle case di accoglienza di Viale Omero, ma in futuro sono soggetti a ritrovarsi nuovamente nelle condizioni di precarietà fino a oggi riscontrate. Vorrei che questa comunicazione, che prende in riferimento il comunicato di Amnesty International, conosciuta e autorevole organizzazione internazionale per i diritti umani, invitasse il Comune a prendere stabili provvedimenti in coerenza all’obbligo di assistere e di integrare, reinsediare, i migranti con diritto di asilo, i rifugiati, in quanto occorre ricordare che proprio quest’anno il 20 giugno è stato dedicato dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) al tema della protezione internazionale con il messaggio “Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto”. Questo monito divenga riferimento di una politica più integrativa e stabile in materia di assicurare protezione e diritti a chi è costantemente vittima di soprusi e di ingiustizie.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Martedì, 1 Luglio, 2008 - 09:58

MILANO CITTÀ APERTA LIBERA E ACCOGLIENTE

MILANO CITTÀ APERTA LIBERA E ACCOGLIENTE
SABATO 5 LUGLIO - DALLE 15:00 ALLE 19:00
in largo Cairoli, a Milanodurante il pomeriggio sono previsti interventi e spettacoli
di Djiana Pavlovic, Mohamed Ba, Tommaso Vitale
promuovono: Arci, Camera del lavoro di Milano, Centro delle Culture, ass. Dimensioni diverse, ass. Punto Rosso, SdL Intercategoriale, Mosaico interculturale, ASMP, ass. Arci Todo Cambia, ass. Arci Zagridi, Comitato "Movimento Pais", Federacion ecuatoriana de Asociaciones, Scuole senza permesso, Circolo Arci "Blob", Associazione Antirazzista 3 Febbraio,
partecipano inoltre: Partito della Rifondazione Comunista, Partito Umanista, Ernesto Rossi pres. ass. Aven Amentza, Sinistra critica, adesioni: retemigrantemilano@gmail.com
Siamo donne e uomini, cittadini italiani e cittadini stranieri che hanno deciso di essere in piazza insieme per offrire alla nostra città una occasione di festa, di riflessione e di conoscenza reciproca. Con tante voci vogliamo rompere il silenzio pesante che da troppo tempo incombe a Milano su episodi drammatici che per decisioni del Governo ricadono su individui e comunità che nelle nostre città hanno radicato le loro speranze di una vita migliore. Retate sui mezzi pubblici, ronde notturne, espulsione dagli alloggi, campagne contro le moschee, sgomberi violenti, schedature etniche di Rom e Sinti: sono solo alcuni esempi di un crescendo impressionante che vede misure legislative e scelte governative che vogliono l'esercito nelle strade, la reclusione nei Cpt fino a 18 mesi e la criminalizzazione degli irregolari. Eppure nella nostra città la società multietnica è ormai una realtà: italiani o stranieri, cristiani, musulmani o non credenti, viviamo tutti qui, frequentiamo le stesse scuole, lavoriamo fianco a fianco e facciamo tutti la stessa fatica per tirare a fine mese.
Siamo consapevoli che Milano, come molte altre città, è attraversata da manifestazioni sempre più evidenti di disgregazione sociale che colpiscono soprattutto i quartieri periferici, ma proprio perché viviamo in questa città e ne conosciamo i problemi, siamo convinti che per farvi fronte, legalità e sicurezza non possono essere interpretate solo come controllo e repressione. La sicurezza va intesa come un sistema di garanzie per difendere i diritti umani: il diritto alla salute, all'educazione, al lavoro, alla casa, alla libertà di espressione.
La sfida è mettere in campo politiche urbane, abitative, sociali, culturali in grado di produrre solidarietà, partecipazione e rispetto dei diritti, attraverso percorsi democratici e condivisi. Ci sono molti amministratori, forze politiche e mezzi di comunicazione che oggi continuano a seminare ostilità e conflitti, indicando negli stranieri e nei poveri il capro espiatorio per tutti i problemi sociali, economici e urbani che determinano la condizione precaria di ognuno di noi, gettando un'ombra inquietante sul presente e sul futuro della nostra comunità. Una società che imbocca la strada della xenofobia e del razzismo diventerà sempre più insicura e invivibile, perché la sicurezza non può nascere dall'emarginazione, ma dall'accoglienza e dal riconoscimento dei diritti di tutti sulla base di valori irrinunciabili:
- i principi di uguaglianza, di rispetto delle diversità e di giustizia sociale, presenti nella Costituzione italiana, devono vivere concretamente nelle politiche e nelle azioni amministrative.
- non si possono imporre regole speciali che violino il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi.
È necessario che si levino mille e mille voci per chiedere:
- abolizione della legge Bossi - Fini perché costringe alla clandestinità
- regolarizzazione di tutti coloro che lavorano e vivono in Italia
- tempi certi e rapidi per il rilascio dei documenti senza tassazione e con trasferimento delle competenze agli enti locali
- introduzione di una legge organica per i richiedenti asilo politico e umanitario
- superamento di forme abitative ghettizzanti e su base etnica (i cosiddetti "campi nomadi"), garanzia di condizioni abitative dignitose e non discriminanti.
- no al pacchetto sicurezza
- no al reato di immigrazione clandestina
- chiusura dei CPT  no alla schedatura etnica
Lunedì, 30 Giugno, 2008 - 15:33

Amnesty chiede agli Stati di riaffermare il diritto d'asilo

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, nell'anno in cui ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Amnesty International chiede agli Stati di riaffermare il diritto di ogni persona a cercare e ottenere asilo dalla persecuzione, così come riconosciuto dall'art. 14 della Dichiarazione del 1948.

Quasi due milioni di rifugiati iracheni, fuggiti per evitare di essere assassinati, rapiti o sottoposti a maltrattamenti e torture, si trovano oggi in Giordania e Siria. Nel Mediterraneo, richiedenti asilo e migranti continuano a morire nel disperato tentativo di raggiungere l'Europa. Questi sono solo due dei molti problemi riguardanti i rifugiati che il mondo è chiamato ad affrontare.

Contemporaneamente e senza clamore, le porte per i rifugiati si chiudono. Il governo giordano e quello siriano hanno imposto restrizioni all'ingresso dei rifugiati iracheni, mentre la Svezia, il paese europeo che ne ospita il maggior numero, ha cambiato atteggiamento e li sta rimpatriando verso zone estremamente pericolose dell'Iraq. Nella regione mediterranea, paesi come la Spagna e l'Italia sono coinvolti in piani d'intercettamento e di pattugliamento congiunto dell'immigrazione insieme a paesi dell'Africa settentrionale e occidentale: in questo modo, le persone possono essere rimandate indietro, esattamente nelle situazioni terribili da cui cercano disperatamente di fuggire.

I rifugiati iracheni in Giordania e Siria hanno immediato bisogno di assistenza internazionale, ma i fondi destinati alle agenzie dell'Onu che si occupano di loro risultano inadeguati. A maggio, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati ha nuovamente chiesto di colmare la mancanza di 127 milioni di dollari, senza i quali i programmi di assistenza sanitaria e alimentare in Iraq sarebbero stati ridotti, spingendo altri iracheni nell'indigenza assoluta e aumentando le probabilità di più elevati tassi di malnutrizione e dell'aumento del lavoro minorile.

Sono 147 gli Stati parte della Convenzione del 1951 relativa allo status di rifugiato o del suo Protocollo, i principali strumenti del diritto internazionale per la protezione dei rifugiati.

Amnesty International chiede ai governi di assicurare che la loro azione e le politiche da essi adottate non pregiudichino la protezione offerta dalla Convenzione e da altri strumenti internazionali. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, inoltre, gli Stati non solo dovrebbero proteggere i diritti dei rifugiati all'interno della propria giurisdizione, ma dovrebbero anche aiutare altri paesi nei quali il numero dei rifugiati ha assunto grandi dimensioni.

Amnesty International chiede all'Unione europea di rispettare interamente i suoi obblighi nei confronti dei rifugiati, assicurando che i controlli alle sue frontiere non costringano, direttamente o indirettamente, i richiedenti asilo a rientrare nei paesi di transito, in cui potrebbero andare incontro ad arresti arbitrari, espulsioni collettive o rimpatri verso paesi, come quelli dell'Africa settentrionale e occidentale, dove rischierebbero la tortura o l'abbandono nel deserto, senza acqua né cibo.

L'organizzazione per i diritti umani chiede all'Unione europea di assicurare anche che, nello sviluppo di un sistema comune in materia d'asilo, tutti i richiedenti asilo sotto la giurisdizione degli Stati membri abbiano accesso a una procedura d'asilo equa e soddisfacente a prescindere dal paese d'origine o di transito, e che sia posta fine a procedure accelerate, che risultano inadeguate.

Amnesty International sollecita gli Stati a puntare maggiormente sul reinsediamento, che è uno dei mezzi con cui può essere esercitata la responsabilità comune di assistere gli Stati che ricevono rifugiati e può essere fornita a questi ultimi una soluzione durevole. Per molti rifugiati, il reinsediamento è l'unico modo per avere accesso a diritti umani fondamentali come l'educazione, le cure mediche e un'abitazione dignitosa. Lo stesso vale per i rifugiati ammalati, diversamente abili o traumatizzati dalla propria esperienza, che possono non trovare adeguata assistenza nei paesi di asilo.

Sono nove i paesi tradizionalmente all'avanguardia nei programmi di reinsediamento, cui si sono recentemente aggiunti paesi in via di sviluppo come Brasile, Burkina Faso e Cile, che hanno iniziato a reinsediare piccoli gruppi di rifugiati. Amnesty International chiede ad altri Stati di aggiungersi all'elenco.

Infine, Amnesty International sollecita gli Stati a collaborare con l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, per sviluppare modalità efficaci di condivisione delle responsabilità in caso di ampi arrivi di rifugiati.

La risposta a questo tragico problema non può essere quella di respingere la sofferenza umana e voltare le spalle a persone che si trovano in circostanze drammatiche. La risposta dev'essere quella di assumere maggiori responsabilità, rispetto a un problema globale, trovando un modo globale per risolverlo.

FINE DEL COMUNICATO                                                      Roma, 20 giugno 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Lunedì, 30 Giugno, 2008 - 14:13

Abbattiamo il muro!

Questa piazza è pronta a far sentire alla nazione il suo urlo indignato per gli omicidi, violenze, stupri, aggressioni, discriminazioni che tutti i giorni dobbiamo subire?
Sì io credo che sia pronta!!!
E’ anche pronta a rispondere adeguatamente al ministro Carfagna, che dopo aver negato che vi sia un’emergenza omofobia, l’altro giorno ha cancellato i finanziamenti previsti dalla precedente ministra Barbara Pollastrini per la prima ricerca nazionale dell’Istat sulle discriminazioni ai danni delle persone lgbt. Che dire? Vergona Crudelia Carfagna!!!
E’ sicuramente pronta a ricordare ora, con un minuto di silenzio i 14 omicidi di persone trans, gay e lesbiche degli ultimi due anni. Le migliaia di angherie a cui siamo stati sottoposti!
Ma questa piazza e tutto il popolo lbgt italiano non si fermano davanti al dolore, alla sfiducia, alla sopraffazione. Noi dobbiamo compiere un’opera talmente grande che non ci spaventerete mai!
Mai ci farete arretrare, mai ci indurrete a tornare nella clandestinità, al vostro silenzio!
Ed è per questo che ti chiedo popolo lesbico, gay, trans, transgender, libertario che sei qui oggi, di far sentire la tua voce!
Noi siamo un uragano d’amore che travolgerà i paurosi e rinsecchiti gerarchi cattolici, la timorosa e complice classe politica di questo paese, la sudditante intellighenzia che non ha mosso un ditto in nostro aiuto!
Siamo qui per dire che il tempo della nostra gentilezza è finito! Che sappiamo cosa fare! Riprendiamo le nostre vite, i nostri corpi, le nostre idee e le mettiamo al servizio di un nuovo inizio.
Basta con le cautele, basta con le deleghe, basta con le finezze e le divisioni ideologiche: la saggezza dell’amore lgbt deve pervadere tutto il paese.
Tocca a voi, a noi, dare un segnale forte e questo segnale si chiama soggettività politica e  sociale dirette ed autogestite!
Costruire in tutto il paese, in ogni città, in ogni posto di lavoro, in ogni scuola, in ogni dove, gruppi, cooperative, reti, servizi, quartieri, lesbici, trans e gay.
Deve scendere in campo un nuovo forte potere sociale: noi!

Solo noi, insieme alle donne, ai movimenti di liberazione, di solidarietà, possiamo abbattere il muro dell’odio! E noi questo muro lo vogliamo e lo dobbiamo abbattere, come ricorda una stupenda canzone dei Pink Floyd.
Perché noi vinceremo, otterremo i nostri diritti, la nostra dignità sociale e cambieremo questo paese, solamente quando tutte e tutti i gay, le lesbiche, i/le trans si assumeranno la responsabilità diretta, personale di cambiare la loro!
Quindi la lamentazione è finita; siamo qui per stringere un patto fra noi: torneremo nelle nostre città e daremo battaglia, parleremo a chi è sfiduciato e lontano e gli diremo: sveglia è giunta l’ora che ti occupi di te, di tutti e tutte noi, perché la nostra vita non sia costretta alla rinuncia, alla clandestinità, all’incertezza!
Ascolteremo le parole delle istituzioni, del parlamento, del governo, quando mai arriveranno, ma è cambiata la musica anche per noi: nessuna concessione, nessun ripiegamento, nessun timore reverenziale: noi siamo milioni di cittadine e di cittadini italiani pretendiamo dignità, rispetto, parità di diritti e di doveri!
Perché se non si esce dal tunnel, allora conviene arredarlo!

Le offese e le stupidaggini della Carfagna, di altri ministri, dei tanti politici che per avere un po’ di visibilità ci insultano ogni giorno, ci lasciano indifferenti. Ora abbiamo un compito da portare avanti, e non ci facciamo distrarre dal teatrino, dai salotti televisivi, dagli opinionisti. Una corte vomitevole di persone, tra cui tanti omosessuali repressi e servitori dei potenti, con cui non vogliamo confonderci!
Solo se saremo tante e tanti, solo se ci vedranno in ogni dove, saranno costretti a darci i diritti che ci spettano da secoli!
E, infine, daremo presto segni tangibili che la festa per gli omofobi italiani è finita. Vi chiedo come primo appuntamento di dare vita alla più grande celebrazione di matrimoni lgbt mai vista in Italia, il 18 e il 19 ottobre in tutte le città migliaia di coppie si uniscano e diano vita al Registro nazionale dei matrimoni gay. Quando saremo decine di migliaia nessuno potrà più ignorarci! Nessuno potrà più dire che non esistiamo!
Popolo lgbt ti chiedo di sollevarti, di prendere in mano la bandiera della libertà e di far sentire dalle Alpi alla Sicilia il tuo potente e tuonante messaggio d’amore. Dammi la forza, diamoci la forza per cambiare questo stupendo e disperato paese.
Abbattete il Muro!!!
Bologna, 28 giugno 2008
Aurelio Mancuso - Presidente nazionale Arcigay

Lunedì, 30 Giugno, 2008 - 14:08

POLITICI AL GAY PRIDE DI NEW YORK

POLITICI AL GAY PRIDE DI NEW YORK

Evidentemente i politici italiani si credono troppo importanti per partecipare

30 giugno 2008

 

Valerio Bartolucci

 

Gay Pride di New York. Sul palco, una drag queen accoglie i personaggi famosi che partecipano all'evento. Applausi scroscianti per il sindaco di NY City, il miliardario indipendente repubblicano Michael Bloomberg e la portavoce dell'assemblea comunale Christin Queen, ma quando la signorina in drag ha annunciato il nome di David Patterson, si e' levato dalla folla dei partecipanti un uragano di applausi. David Patterson, democratico nero, e' il Governatore dello stato di New York, e primo governatore a marciare al suo Gay Pride.

Nel suo discorso, Patterson ha detto di aver partecipato al Pride nel 1976, per insistenza di un amico gay, ma che era rimasto dietro al corteo. Ora si e' reso conto che e' molto piu' figo (cool) stare davanti, perche' si puo' ascoltare della bella musica.

Patterson, sposato e padre, ha dichiarato pochi giorni dopo la sua elezione, che a volte lui e la moglie si concedono qualche avventura extraconiugale, poi ha emanato una circolare che costringe lo stato di New York ad accettare i matrimoni omosessuali celebrati negli stati in cui e' permesso sposarsi. Inoltre sta facendo il possibile per inserire l'omomatrimonio nella prossima legislazione.

David Patterson e' ormai stato assunto al ruolo di Icona Gay insieme a tante altre star etero v icine a noi come Judy Garland e Bette Midler.

dagli USA Valerio Bartolucci

Sabato, 28 Giugno, 2008 - 12:55

29 giugno, manifestazione al Parco Nord, Monumento al deportato

29 giugno, manifestazione al Parco Nord, davanti al Monumento al Deportato

http://anpicinisello.blogspot.com/

MANIFESTAZIONE AL PARCO NORD: DI PROTESTA E RICORDO DELLA DEPORTAZIONE OPERAIA

Il Comitato Antifascista di Milano, riunitosi straordinariamente il 19 giugno, a seguito dell’atto vandalico ai danni del Monumento al Deportato, indice per:

DOMENICA 29 GIUGNO 2008 alle ore 15.30
davanti al Monumento al Deportato

accesso da via Clerici
una manifestazione di protesta e di risposta a questi vili e gravi sfregi alla memoria di coloro che, per la libertà di noi tutti, hanno pagato anche con la propria vita.

Presiede:
Antonio Pizzinato, Presidente ANPI Lombardia

Intervengono:
Gianfranco Maris, Presidente ANED, a nome delle Associazioni dei deportati e partigiani
Tiziana Scalco, Segretaria C.d.L Milano, a nome delle Organizzazioni CGIL-CISL-UIL
Gianfranco Massetti, Sindaco di Paderno Dugnano, a nome dei Comuni


COMITATO PERMANENTE ANTIFASCISTA PER LA DIFESA DELL’ORDINE REPUBBLICANO
ANPI – FIAP – FIVL – ANPPIA – ANED – ANEI
PD – PRC – SDI – PdCI – SD - VERDI - IdV
CGIL – CISL – UIL – ACLI – CENTRO PUECHER - IpR
Hanno aderito i Sindaci dei Comuni di:
Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Nova Milanese, Cusano Milanino, Paderno Dugnano

Tutti sono invitati a partecipare a questa iniziativa di mobilitazione democratica, in difesa di una storia che ci appartiene e che ci ha insegnato i valori della pace, della tolleranza, della solidarietà, contro ogni discriminazione politica, culturale, religiosa e razziale.
L’A.N.P.I. di Cinisello Balsamo aderisce all’iniziativa e sarà presente con una delegazione.

Nella notte tra il 13 e il 14 giugno, ignoti hanno profanato il Monumento al Deportato eretto su una collinetta del Parco Nord nel Comune di Sesto San Giovanni.


Il Monumento, realizzato su progetto dello Studio BBPR di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, è dedicato alle centinaia di lavoratori delle fabbriche dell’area industriale di Sesto San Giovanni, arrestati dai nazifascisti e deportati nei Lager per aver aderito agli scioperi del ’44, in pieno regime fascista, per rivendicare i propri diritti e per la libertà.

Mani ignote hanno imbrattato con vernice rossa un massello e con grossi sassi hanno distrutto i cristalli che ricoprono cinque delle sei teche, contenenti le ceneri provenienti dai Lager nazisti.

Un gesto inqualificabile, che sarebbe riduttivo definire vandalismo. Lo spregio, che si è voluto dimostrare profanando le ceneri di chi si è sacrificato per ridare libertà agli italiani, è inaccettabile.

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Deportato è rappresentato da una figura stilizzata che affonda i piedi nei sassi e che ha altri massi al posto della testa.

Questa figura ha un doppio significato: da un lato l’espressione massima dello sfruttamento dell’uomo nel Lager, dalla testa ai piedi investito dal lavoro disumano e sovraumano che ne determina un rapido decadimento fisico e poi la morte; dall’altro i sassi al posto della testa rappresentano il massimo della spersonalizzazione, della dignità di un uomo: il deportato non doveva pensare, ragionare, ma eseguire solo ordini.

Alla base del monumento sono posti due grandi catini contenenti sassi provenienti dalle cave di pietra di Gusen e di Mauthausen e sei teche con le ceneri e le terre dei Lager di Gusen, Mauthausen, Dachau, Auschwitz, Ravensbrueck e Hartheim, dove furono deportati i nostri lavoratori.

Intorno alla stele sono stati collocati 30 masselli di porfido, disposti a semicerchio, su cui sono stati incisi i 563 nomi dei deportati deceduti e sopravvissuti.

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