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Martedì, 1 Luglio, 2008 - 12:41

Comunicazione appello di Amnesty per affermare diritto d’asilo

Comunicazione al Consiglio di Zona inerente la richiesta e l’appello di Amnesty International agli stati firmatari di affermare il diritto d’asilo politico riconosciuto nell'art. 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948

 
 
Il dato è allarmante, quello fornito da Amnesty International in merito alla tutela e applicazione del diritto d'asilo per le rifugiate e i rifugiati politici. A 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, non si poteva che rendere la Giornata dei diritti delle rifugiate e dei rifugiati, che si è celebrata il 20 giugno, occasione politica per fare un punto e un'analisi sulla situazione in cui versano coloro che ricercano sostegno e ospitalità perchè in fuga da zone martoriate da guerre civili, disastri economici, devastazioni ambientali e climatiche e dall'assenza di risorse vitali, quali l'acqua o il cibo, sempre più carenti in diverse zone del pianeta.
147 è il numero dei firmatari della Dichiarazione e dei Protocolli seguenti per la tutela internazionale del rifugiato e del diritto d'asilo politico. Ma vengono denunciate da alcuni anni, nel rapporto dell'Alto Commissariato per i diritti dei rifugiati dell'ONU, l'UNCHR, e dalla stessa organizzazione mondiale per i diritti dell'uomo, Amnesty International, un costante inadempimento dell'attuazione dei diritti stessi. L'Italia e la Spagna adoperano e propongono metodi e provvedimenti di intercettazione, in collaborazione con gli stati frontalieri presenti nella parte meridionale del Mediterraneo, funzionali a bloccare il transito di persone le quali, tramite viaggi della fortuna e fortemente disastrati, vanno alla ricerca di un'accoglienza, abbandonando gli stati di origine dove sarebbero soggetti a torture, persecuzioni razziali, religiose o politiche, restrizioni di vario tipo, fino a giungere alla pena capitale. Sono diversi i casi, anche in violazione del diritto costituzionale, l'articolo 2, del nostro ordinamento, di persone richiedenti asilo politico rimpatriate rischiando, così, di essere soggette a pene che non sono contemplate nel nostro codice penale in quanto esterne alla cultura giuridica del rispetto della dignità dell'essere umano.
Alcuni stati come la Giordania e la Siria vedono un'esiguità di fondi per i commissariati dei diritti umani al fine di assistere i rifugiati iracheni in ricerca di tutela sanitaria. Non solo: ma molti stati, come la Svezia, che spesso si è evidenziata come nazione dell’integrazione, e che è il paese con maggior numero di rifugiati politici, sta provvedendo ad adottare provvedimenti di espulsione e di rimpatrio di civili iracheni.
Amnesty International ha emesso nella giornata internazionale del rifugiato un appello agli stati firmatari della Convenzione, unico strumento internazionale che assicura una tutela globale ai diritti dei richiedenti asilo politico, in particolare: chiede maggiore collaborazione tra Paesi ospitanti, al fine di sgravare il numero di rifugiati negli stati dove maggiore è la loro concentrazione; politiche di accoglienza, assicuratrici di un’abitazione, di un lavoro, di un’occupazione, di servizi educativi e formativi adeguati, e di assistenza sanitaria, nell’ottica del progetto di “reinsediamento” unica strada che possa determinare un riconoscimento adeguato di una collocazione stabile e durevole. Infine evitare pratiche di rimpatrio di massa, che genera pericolo per coloro che fuggono da situazioni in cui si vedono perseguitati, emarginati, sottoposti a pene capitali, a torture, soggetti a deportazioni etniche, spesso in luoghi impervi e degradati, come le popolazioni africane del Darfur costrette a essere relegate in distese desertiche privi di acqua e di cibo.
Milano è una città europea e come tale dovrebbe adeguare un progetto di inserimento e di reinsediamento funzionale a dare una collocazione stabile e durevole alle persone che richiedono asilo politico: in questi ultimi anni abbiamo visto dare soluzioni temporanee e precarie alle richieste di intervento da parte di diversi migranti. Abbiamo potuto constatare l’inadeguatezza nella nostra circoscrizione dei provvedimenti amministrativi adottati per fare fronte alla questione. Molti migranti sono ancora oggi costretti a vivere in condizioni degradanti e disumane, fortemente instabili, a tempo determinato tanto che, trascorso il periodo queste persone sono costrette a vivere in case abbandonate e fatiscenti, alla diaccio, privi di una minima assistenza sanitaria e sociale, esclusi da ogni possibilità di reinserimento. E’ con questa comunicazione che vorrei rendere rafforzativo quanto richiesto nell’interrogazione riguardante lo sgombero dell’ex scalo di Porta Romana, dove i migranti aventi diritto d’asilo sono stati destinati momentaneamente alle case di accoglienza di Viale Omero, ma in futuro sono soggetti a ritrovarsi nuovamente nelle condizioni di precarietà fino a oggi riscontrate. Vorrei che questa comunicazione, che prende in riferimento il comunicato di Amnesty International, conosciuta e autorevole organizzazione internazionale per i diritti umani, invitasse il Comune a prendere stabili provvedimenti in coerenza all’obbligo di assistere e di integrare, reinsediare, i migranti con diritto di asilo, i rifugiati, in quanto occorre ricordare che proprio quest’anno il 20 giugno è stato dedicato dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) al tema della protezione internazionale con il messaggio “Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto”. Questo monito divenga riferimento di una politica più integrativa e stabile in materia di assicurare protezione e diritti a chi è costantemente vittima di soprusi e di ingiustizie.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano