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Inserito da il Inserito da Elena Urgnani il Dom, 04/05/2008 - 16:46
Ciao a tutti,
ho deciso di scrivere questa mail per vedere se riesco a confrontarmi con altre mamme o maeatre sulla qualità della scuola dell'infanzia. Mio figlio - che attualmente frequenta un nido privato - è stato accettato in una scuola qui vicino, la Vigentina. Un po' antiquata come sede, vecchiotta ma simpatica negli arredi, con un bel giardino interno. 
Finalmente potrò risparmiare un po' sulla costosa retta del nido, ho pensato, ma poi ho visitato la scuola e mi sono sorte alcune perplessità, che elenco di seguito in ordine di gravità:
1)- i bambini non hanno alcuna possibilità di fare la nanna al pomeriggio, e mio figlio, che farà tre anni a novembre, ne ha ancora bisogno. Dicono che non hanno spazio, ma al nido in cui va ora non hanno grandi spazi, eppure le maestre tirano fuori al momento giusto delle brandine, che normalmente sono ripiegate, e le preparano per farli dormire. Alla scuola comunale in pratica impongono o meglio "consigliano" ai bimbi piccoli di andare a casa alle 14 e fare la nanna lì. Questo però significa non offrire il servizio fino alle 16 altro che sulla carta.
2)- la scuola aveva attivato una "sperimentazione" per i bimbi di 5 anni e aveva chiamato una maestra di conversazione inglese, questa però ha fatto due incontri, poi è andata in maternità e non è stata sostituita. Al nido frequentato ora da mio figlio le educatrici di lingua inglese sono già presenti fin dai due anni.
3)- In compenso l'educazione religiosa (che io non ho chiesto) è offertissima, quella viene coperta da supplenza anche in caso di malattia del docente e sebbene si possa non avvalersi in pratica una sola bimba non se ne avvale, il consiglio è di avvalersene perché "tanto fanno cose generiche, tipo imparare a volersi bene o pensare all'amicizia". In pratica se un bimbo non si avvale non c'è nessuna attività alternativa proposta e c'è il rischio che si senta escluso dal gruppo. Insomma per avere la garanzia di un'educazione laica sembra che l'unica scelta seria sia la scuola privata.
4)- non viene offerta nessuna merenda a metà mattina ed è anche vietato severamente dar loro merendine private, ma mio figlio a metà mattina ha fame, è abituato a mangiare frutta.
Forse sono perplessità ingiustificate di una mamma ansiosa?
Sinceramente non so, se continuo a svenarmi e a pagare una scuola privata sono più tranquilla, ma mi secca parecchio, dopotutto pago le tasse anche per avere buoni servizi. E' vero che c'è il buono scuola, ma pare che la cosiddetta "dote" regionale (il buono scuola) non si applichi alla scuola dell'infanzia.
C'è qualcuno che ha voglia di darmi un parere?
grazie
elena urgnani

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Inserito da il Inserito da Rosanna Saija il Ven, 02/05/2008 - 14:41

Sono passati trent' anni da quando, nel 1978, grazie alla legge Basaglia, si è decisa la chiusura dei manicomi.
Quale occasione più adatta per una riflessione sui servizi rivolti a persone con disturbi psichici?
Trenta anni non sono passati invano: la chiusura dei manicomi, attuata a tappe, ha fatto sì che la Psichiatria non fosse più un universo separato (anche nella gestione, affidata alla Provincia), e le ha permesso di diventare una specialità medica interna all’organizzazione della Sanità, di competenza della Regione.
Il paziente psichiatrico è stato così restituito ai servizi della zona di appartenenza, abbandonando il non-luogo del manicomio.
E’ stata creata una rete di servizi territoriali che permette interventi integrati: il reparto all’interno dell’ospedale civile al manifestarsi dell’acuzie, CPS e Centri di Igiene Mentale per la presa in carico e la cura ambulatoriale, Centri Diurni per la riabilitazione, strutture residenziali a diversa protezione (alta,media, bassa).
Certo, rimangono problemi aperti, quali la disomogeneità di funzionamento dei servizi stessi: ottimo in alcuni settori, carente in altri: l’assistenza ai pazienti psichiatrici anziani, la prevenzione della cronicità nei soggetti giovani.
Per quanto riguarda Milano, dopo una  partenza promettente, registriamo oggi forti ritardi.
Al di là delle polemiche sulle inadempienze nell’applicazione della Legge, ciò che emerge è la diversità di trattamento del paziente psichiatrico rispetto ad altri tipi di malati.
Nonostante la fine della segregazione manicomiale, egli sembra infatti essere non solo un cittadino, ma anche un paziente di serie B.
In primo luogo è escluso dalla libertà di scelta che la Legge attribuisce a tutti gli altri: nella generalità dei casi non decide il servizio sanitario cui rivolgersi, ma per consuetudine viene inviato al servizio psichiatrico della zona di residenza.
Qualora abbia bisogno di ricovero, anche questo avviene, di solito, presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di zona.
Il vantaggio di una maggiore comodità di accesso ai servizi è una giustificazione solo apparente: nei fatti al paziente viene negato il diritto di esercitare la proprio volontà, il suo parere non viene richiesto. Se gli capita di cambiare zona di residenza, il paziente viene trasferito ad altro servizio: sarebbe invece auspicabile maggior riguardo alla continuità terapeutica, particolarmente importante per una persona che, al di là delle diverse diagnosi, soffre comunque di disturbo relazionale, e per la quale il rapporto con il terapeuta è, più che in altre patologie, molto delicato ed emotivamente coinvolgente.
Quali le ragioni di questo trattamento nei confronti del paziente psichiatrico? Si tratta di un paziente che continua a non avere potere contrattuale, come ne ha poco la sua famiglia.
Ci si accorge allora che avere chiuso i manicomi non basta se al paziente psichiatrico non viene restituita interamente la dignità di un individuo che chiede di essere reso partecipe degli interventi a lui diretti.
Certamente ci sono fasi in cui la capacità di decisione può venire a mancare, ma la famiglia dovrebbe comunque essere coinvolta nella scelta del percorso terapeutico-riabilitativo.
Quella della Psichiatria è un’organizzazione rigida, che ha impedito e impedisce una libera, e quindi sana, concorrenza tra i servizi, garanzia di una migliore qualità terapeutica.
In questo settore è giunto il momento di un confronto tra scuole di pensiero e di sperimentare strategie di approccio diverse, con l’obiettivo di arricchire l’offerta di intervento sia sul versante della cura che su quello della riabilitazione.

E' proprio per questo motivo che la Fondazione Lighea che si occupa di ricerca sul disagio psichico e formazione degli operatori oltre che seguire la progettualità dei percorsi terapeutici delle Comunità Lighea e del Centro Diurno con l'Associazione Obiettivo Città che si propone di sviluppare la partecipazione alla vita della città in modo da contribuire a realizzare un'integrazione reale fra forma urbana e attività sociali, hanno promosso il Convegno: "1978-2008 - Riflessioni a trent'anni dalla legge sulla Psichiatria".
 
Il Convegno si terrà giovedì 29 maggio alle ore 9,30 presso lo Spazio Oberdan di via Vittorio Veneto, 2- Milano.

Una discussione su questi temi penso possa essere di stimolo anche al Convegno.


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Inserito da il Inserito da Clelia Baroni il Gio, 24/04/2008 - 10:52

Sto collaborando alla campagna culturale Perché Non Accada a favore dei bambini curati con psicofarmaci.
In allegato il materiale informativo.

Per l'agevole comunicazione alle associazioni che possono aderire abbiamo messo on line l'opuscolo (vedi allegato "Panel PNA") e preparato l'invito d'adesione che può essere rispedito per una facile memoria e richiamo a:
Ufficio Pubbliche relazioni
"Perché NON accada"
campagna culturale
di utilità sociale
per la tutela dell'infanzia
www.perchenonaccada.org

I bambini di oggi sono il futuro del mondo!

Clelia Baroni

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Inserito da il Inserito da Anna Zavaritt il Mer, 23/04/2008 - 12:50

Salve, sono una mamma alle prime armi con il sistema scolastico milanese. E devo dire che sono già molto perplessa e delusa.
Non ho mai visto cambiare le regole durante il gioco prima d'ora, ma la Moratti è riuscita a stupirmi.

Nel suo confronto con Fioroni sulla scuola ha dovuto cancellare i "morattini" (bambini che non avevano 3 anni all'inizio dell'anno scolastico alla scuola materna ma che li compivano entro il 15 marzo dell'anno dopo) peccato che si è dimenticata di dirlo alle mamme! La circolare del Ministero (110/2007) è di dicembre ma ancora in febbraio/marzo all'atto dell'iscrizione non è stato segnalato nulla (nè suggerito di fare la doppia iscirzione anche al nido, cosa che avrebbe accelerato i tempi e ridotto i fardelli burocratici) e la comunicazione - che ha fatto tremare molte mamme - è stata data con un semplice "avviso" in bacheca nelle scuole dall'11 aprile. Quando ormai le scuole private - solo per chi se lo puo' permettere - avevano le liste d'iscrizione chiuse e mentre i nidi pubblici sono già strapieni (e comunque molto piu' cari della materna).

La falsa trasparenza del Comune (nelle mail per il pubblico, per esempio) è stata per me come un muro di gomma.
Non una risposta, una spiegazione a domande precise sui tempi e sui modi di quello che è successo e ancor più di come intendano muoversi ora: faranno altre classi? Dove? Quante? Silenzio. Come se le mamme non avessero nulla da fare, se il fatto di sapere se e dove il figlio venga preso non le cambi radicalmente la vita, privata e professionale.

Che amarezza! L'unica consolazione è un network come questo dove condividere i mali meneghini e, magari, un domani essere anche capaci con la forza di questo network di non subire passivamente.
Un saluto a tutti,

Anna

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 23/04/2008 - 10:06

Il 31 marzo 2008 è stato avviato a Milano il Tavolo sulla Sicurezza Stradale.

"sicurezzastradale.partecipaMi.it" vuole essere lo strumento di rete a disposizione dei cittadini per mappare i punti critici della nostra città grazie alla possibilità di localizzare le discussioni sulla mappa.

Questa iniziativa congiunta tra Fondazione RCM - Rete Civica di Milano e Fiab Ciclobby onlus è dedicata a Giovanni Barusco che il 10 aprile 2008 è stato travolto e ucciso da un furgoncino mentre andava in bicicletta (Giovanni è solo l'ultima di una, purtroppo lunga, serie di vittime delle strade milanesi).

A "sicurezzastradale.partecipaMi.it" si può effettuare il login usando lo stesso account (username e password) di partecipaMi.

Buona partecipazione per rendere più sicure le strade di Milano!

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Inserito da il Inserito da Andrea Giacomelli il Dom, 13/04/2008 - 23:55

Buongiorno a tutti,

 

Scrivo per segnalare un'iniziativa avviata da meno di un mese in città e che sta suscitando l'interesse trasversale di vari gruppi di cittadini e tecnici.

 

Si tratta di M(')appare Milano, una campagna non a fini di lucro per stimolare il completamento della mappa "libera" della città nell'ambito del progetto OpenStreetMap, servendosi di semplici GPS  e attraverso una logica collaborativa identica a quella di Wikipedia.

L'iniziativa è promossa da GFOSS.it (Associazione italiana per l'informazione geografica libera) assieme alla trasmissione MenteLocale, in onda su Radio Popolare di Milano. 

Tutte le informazioni, a partire dalla presentazione generale del progetto, per arrivare ai dettagli sui prossimi ritrovi di mappatura collettiva, sono reperibili a partire dal sito www.mapparemilano.com

Per delucidazioni e approfondimenti potete inoltre contattare gli organizzatori via e-mail all'indirizzo mapparemilano@gfoss.it

 

Vi ringrazio per l'attenzione e resto in attesa di vostro riscontro agli indirizzi di cui sopra.

 

Un saluto! 

 

Andrea Giacomelli

info@pibinko.org

www.pibinko.org

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 09/04/2008 - 14:13

da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/04_Aprile/09/rivolta_volontari.shtml

Acli, la Casa della carità e don Rigoldi: via al «cantiere» del welfare

Volontari in rivolta: traditi dalla politica

Aiuti ai poveri: l'accusa delle associazioni cattoliche. «Destra e sinistra ci usano, ora basta». Un cartello tra 36 sigle
    
La frase più forte, a neanche una settimana dal monito del cardinale Tettamanzi sui «diritti umani» negati ai rom dal Comune, alla fine la fa esplodere don Gino Rigoldi: «La ricchezza è un furto, e non lo dico io ma il Vangelo». Però questa, magari un po' sopra le righe, è solo la conclusione di un j'accuse assai più articolato e trasversale che comprende frasi tipo «il volontariato è stanco di fare il tappabuchi», «siamo stanchi che istituzioni e politica, di destra e sinistra, dedichino al sociale solo briciole», «ci chiamano solo per turare le emergenze», «e la dice lunga che ora debbano scendere in campo anche i vescovi», «e i cattolici devono sapere che il razzismo non può trovar spazio nella Chiesa», e insomma «ora basta, vogliamo contare di più».

Il tutto sottoscritto da 36 gruppi e associazioni, dalle Acli a Comunità Nuova, dalla Casa della Carità al Coordinamento delle Comunità di Accoglienza, nel giorno in cui hanno tenuto a battesimo la nascita del «Cantiere per un Patto costituente di un nuovo Welfare»: iniziativa già ribattezzata da altri come la «rivolta del volontariato». Non vuol essere il solito «tavolo di chiacchiere», dicono le associazioni. Ma la volontà è precisa, ed è quella di mettere insieme «tutte le energie delle migliaia di persone impegnate nel terzo settore» affinché «il volontariato riconquisti un vero protagonismo». Ormai troppi, dicono ancora i sottoscrittori, gli esempi di un atteggiamento che «purtroppo accomuna tutte le forze politiche e che in sostanza è il disinteresse per il sociale: che a sua volta non è "un" problema ma "il" problema del mondo oggi».

Ed è una dichiarazione — si legge nel comunicato congiunto delle associazioni — pronunciata oggi non per caso: «Vogliamo che le nostre esperienze parlino davvero anche in questo periodi di campagna elettorale». Così è vero che ad esempio Maria Grazia Guida, presidente di quel Ceas in cui sono tuttora ospiti gli ultimi rom sbaraccati da Opera, anche dopo aver inghiottito la sua esclusione dalle liste del Pd si tiene scrupolosamente alla larga da ogni polemica politica : «Dico solo che bisogna smetterla di concepire le politiche sociali unicamente come un costo, in realtà sono il motore dello sviluppo». Ma di politica parla eccome, seduto accanto a lei, Lucio Babolin del Coordinamento accoglienza: per dire che «questa politica ci ha stancato», e che «basta deleghe: adesso vogliamo autorappresentarci».

E se don Virginio Comegna rilancia anche qui il suo ritornello di sempre, «noi siamo pronti a collaborare con tutti, ma deve esserci la volontà di collaborare con noi», questa volta è don Rigoldi a chiudere con il richiamo più forte, rivolto anche alle «coscienze » dei cattolici, politici e non: «Quando io vedo un razzista conclamato che va in piazza San Pietro a gridare "questo è il mio Papa" io dico che i cattolici devono dire no. E quando li sento dire "coi miei soldi faccio quel che voglio" io vorrei ricordare loro che il Vangelo dice il contrario. E che il razzismo, con la Chiesa, non ha proprio niente a che fare».

Paolo Foschini
09 aprile 2008

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Inserito da il Inserito da Claudio Maria Cristofani il Mer, 09/04/2008 - 07:57
Gestisco un insediamento sperimentale di giardini familiari in via Cesare Chiodi (zona 6, vedi discussione nella "Linea Diretta con il Consiglio di Zona 6"), alternativa in ambito privato dei più noti "orti urbani per anziani" comunali. L'area utilizzata è destinata all'ampliamento del Parco Teramo, ma in attesa che il Comune proponga un'indennità di esproprio conforme alle disposizioni di legge, ho soddisfatto sia le richieste della proprietà che quelle di un certo numero di utenti (famiglie, studenti, gruppi di amici, pensionati ecc.) ed ho scoperto quanta corrispondenza ci fosse con gli studi di sociologia sul tema (http://www.jardins-familiaux.org/).
In questo periodo in cui le proposte di un uso qualificato del verde periurbano sono tanto attuali, forse si potrebbe creare una rete nella quale anche l'Amministrazione comunale fornisca una forma di collaborazione, magari affittando le aree "altrimenti destinate all'abbandono".

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Inserito da il Inserito da Valeria Storto il Mer, 02/04/2008 - 17:00

salve a tutti avrei bisogno di sapere qualcosa riguardo al piano socio assistenziale per l'infanzia di milano, siti, proposte ecc. Creo questo thread perchè dopo svariate ricerche sono approdata su questo forum che tratta argomenti inerenti Milano. Non so più dove cercare ....grazie per l'aiuto.
Valeria.

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Inserito da il Inserito da Mario Maggi il Dom, 23/03/2008 - 18:58

Per segnalare piccoli problemi da risolvere, servirebbe un  sito dove  poter fare  le segnalazioni, e  qualcuno che le legga e che si attivi per risolvere il problema.

A volte il cittadino segnala e trova lo scaricabarile, deve perdere tempo per fare un lavoro che altri non fanno. Qualche esempio:

- presenza di cavi elettrici a 400 V pericolosi appoggiati su marciapiedi dove passa la gente, con grado di protezione insufficiente

- pali con targhe toponomastiche che si stanno rompendo e che potrebbero cadere

- rifiuti infilati nei tombini, che risultano intasati. Alla prima pioggia si avra' un allagamento

- decine di cartelli di divieto di sosta abbandonati nel parcheggio del Parco delle Cave - Via Rossellini

- pali con segnaletica stradale estratti dal marciapiede e abbandonati a terra

 

Le mie esperienze con le segnalazioni a comune.milano.it sono state molto negative, ho smesso di segnalare.

 

Saluti a tutti

Mario Maggi 

 

 

 

 

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