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.: Il Blog di Ernestina Ghilardi
Martedì, 23 Ottobre, 2007 - 08:44

Ascolto

Ascoltare ed essere ascoltati.
Discutere, discutere, discutere a tu per tu, dei vari argomenti che vengono di volta in volta proposti, da amici del nostro movimento piuttosto che da avversari politici o da gente che dei partiti politici e della loro arrogante presunzione di infallibilità  ne ha ampiamente piene le tasche.
I cittadini milanesi, di qualunque opinione siano, desiderano "ascolto", ma l’ascolto è un’arte sopraffina che richiede sacrifici e umiltà.
Si può parlare di migliaia di metri cubi di cemento, in prossimità di un laghetto naturale, che da molti è percepito come un obbrobrio, sfuggito al controllo regionale mediante l'uso improprio di strumenti e meccanismi giuridici pur previsti dalla citata legge regionale. Problemi inerenti una ipotizzata condominializzazione dei complessi di case popolari milanesi sono in qualche modo percepiti, pur nella loro difficoltà teorica e tecnica, dalla gente.
La mancanza di ascolto nasce, infatti, da una grave malattia dei nostri giorni: l'indifferenza. Prima ancora di non sentirsi capiti, si vive l'angoscia che nessuno dia retta alle nostre parole: potremmo dire qualsiasi cosa, urlare il nostro dolore, sussurrare un'abissale disperazione, contrapporre una diversa opinione o un rimprovero, e avremmo in ogni caso il timore di vedere attorno gente distratta o, peggio, risponde senza sapere cosa.
Ecco, perché c’è bisogno di convegni, comizi e riunioni: la paura dell'indifferenza. Il dramma dell'inutilità di tanti incontri è dato proprio dal fatto che la gente non ascolta più perché ha paura del silenzio o di fare brutta figura. Possibile che non abbia niente da dire? Mica sarà tutta stupida! Per sentire l'altro ci vuole umiltà e pazienza: la prima è il rovescio dell'aggressività, della protervia e dell'arroganza, che alligna in particolare fra gli uomini di partito; la seconda fa a pugni con il decisionismo, cioè con quella presunta dote che oggi si crede essere indispensabile per diventare una persona "che conta". Noi, dobbiamo scegliere una strada diversa, quella di parlare al cuore e alla mente dei nostri concittadini, chiunque essi siano. Solo così saremo ascoltati, fatta cultura vera e avremo  fatto politica vera.
Ernestina Ghilardi
Consigliere Zona sette

Martedì, 23 Maggio, 2006 - 23:19

Cementificazione e inquinamento.

Ricevo dal territorio.

Convivere con lo smog. Questo sembra il destino di Milano, che nello scorso inverno si è trovata ad affrontare livelli di inquinamento tra i più alti d'Europa. Secondo gli studi dell'Istituto dei tumori, è in atto una “strage invisibile� causata dall'inquinamento delle polveri sottili. In Italia, la Lombardia ha la più grande superficie urbanizzata in rapporto al territorio (10,4%). È quindi sacrosanto il diritto a respirare aria pulita, bene primario prodotto dalla fotosintesi, che migliora in modo naturale salvaguardando e ampliando le aree verdi; ma questo diritto viene violato, a volte ignorato e le rare oasi urbane di Milano, molto in fondo nella graduatoria verde europea, sono oggetto di appetiti immobiliari che solo le istituzioni hanno il potere di contrastare.
È questo il caso del Parco delle Cave, dove incombe il PII (Piano d’Intervento Integrato) sull'area di via P. Marchesi e via Taggia, deliberato lo scorso 23 febbraio a Palazzo Marino con l'opposizione della Lega Nord.
Occorre precisare che nella sede istituzionale territoriale del Consiglio di Zona 7 era già stato dato un parere favorevole senza l'indispensabile valutazione di progetti tridimensionali e modelli in rilievo che illustrassero l’impatto paesaggistico e ambientale del PII Marchesi/Taggia.
Occorre aggiungere anche che le Controdeduzioni del Comune di Milano, che respingono le Osservazioni prodotte dalle Associazioni del Parco e descrivono il PII di “indubbia riqualificazione urbanistica ed ambientale rispetto allo stato attuale caratterizzato dalla presenza di diversi capannoni industriali� non precisano che il suddetto PII sostituisce l’attuale ridotta volumetria dell’area industriale dismessa (poche migliaia di mc) con 112.000 mc concentrati in un’area in prossimità di un’oasi naturalistica, due zone lacustri, due antichi fontanili (Misericordia e Marcione) con palazzi alti 28,5 mt, larghi 22mt, una profondità di circa 70 mt - per oltre 1.200 residenti e circa 600/700 auto - per un fronte di oltre 350 mt con un enorme parcheggio centrale e circolazione continua, con relativo inquinamento, di centinaia di autovetture in una viabilistica molto contorta e angusta, che potrebbe causare futuri sfondamenti del parco.
Se è vero che verrà costruito un asilo a standard qualitativo, è altrettanto vero che verrà edificato un centro commerciale alto 23,5 mt, tanto quanto un palazzo di sette piani, anche se nel quartiere esiste già un altro supermercato.
Nelle Controdeduzioni del Comune di Milano il documento recita testualmente:
“Si ritiene, in conclusione, che l’intervento riguardante il presente Programma rappresenti un’adeguata risposta all’esigenza del territorio, in un contesto residenziale e a forte vocazione ambientale".
Viene spontaneo domandarsi come un complesso edificatorio con una volumetria tanto spropositata e con il massimo Indice di utilizzazione territoriale, possa essere un'oggettiva risposta all’esigenza di qualità del territorio, in un contesto a forte vocazione ambientale...
Una dozzina d'anni fa, un analogo progetto, in un'area meno incombente sul Parco, era stato contrastato e vinto.
Le differenze rispetto al caso odierno, sono tutte in aggravio: l'attuale cubatura è maggiore, l'area edificabile è più vasta, la vicinanza al Parco oggi è diventata contiguità, non semplice prossimità.
La logica vorrebbe che anche questo progetto seguisse le stesse sorti del passato, e invece si è insinuato nei gangli giusti, studiato e commercializzato per metà ad edilizia privata e per metà ad edilizia convenzionata, superando indenne, senza il doveroso coinvolgimento dell'opinione pubblica, tutti i passaggi burocratici...
Fatalmente, dovremo dimenticare per sempre il Parco delle Cave per cui abbiamo lottato e in cui abbiamo creduto: la colata di cemento che si ergerà a barriera di un quartiere, lascerà senza fiato la cittadinanza ignara che chiederà di organizzare petizioni e presidi... quando sarà ormai impossibile fermarlo.Naturalmente aumenterà esponenzialmente anche l’inquinamento…
Chi avrà il coraggio di fermare questo scempio?

Massimo de Rigo

Martedì, 23 Maggio, 2006 - 00:47

1 Festival della Canzone Lombarda

In atmosfera lombarda, con le vallette in costume della nostra terra, abbiamo varato il
“1 Festival della Canzone Lombarda�

Si è svolto mercoledì 10 maggio ’06 presso il Teatro Rosetum di Milano il “1^FESTIVAL della CANZONE LOMBARDA�.
La manifestazione, organizzata dal Centro Culturale Roberto Ronchi, ha ottenuto un ottimo successo di pubblico.
È stata di qualità grazie ai 18 concorrenti, tutti bravissimi, che hanno partecipato.
L’Associazione ringrazia il Coro 2000, la scuola milanese e la coordinatrice della Scuola Milanese Anna Maria Paganini Fumagalli che ha presentato il Festival con bravura.
Tutti i concorrenti hanno parlato attraverso il canto e la musica della nostra terra Lombarda.
L’Associazione ringrazia l’Assessore alla Cultura ed alle identità della Regione Lombardia Dott. Ettore Albertoni per il varo di questa manifestazione che si svolgerà regolarmente ogni anno.
A tutti i partecipanti è stata data una targa ricordo riproducente il Duomo di Milano, il logo dell’Associazione e la manifestazione.
Ha vinto il Cantante Gigi Pellegrini con un testo di L. Carcano e musica di C. Merli dal titolo “COME L’ERA BELL�
Qui di seguito il testo:

E tusscoss el cambia con l’andà dèl temp.
La se trasforma la città,
i cà vègg diventen monument che rèsten lì domà per rigordà
come l’era bèll Milan quand l’era anmò di milanes.
El savor dèl temp lontan, ormai sparii sòtta al talent
dèl progrèss in moviment,
se vòlta nanca indree per ben vardà i magagn
Giò pertèrra su la vèggia strada che la cambia la soa direzion.
Col progrèss che l’è mai quiètt, confus dent de sto rebelòtt,
sèmm content de podè vègh almen di bèi rigòrd.

El rigòrd de l’aria nètta, el profùmm d’ona michètta,
anmò calda, l’hann sfornada dal prestin su la contrada.
El progress d’allora l’era el sbarlus di lampedin
dent de l’ombra de la sera, per dispètt di vègg lumin.

Ma la roeuda la taccaa girà a ona velocità che fa impression
e i scopèrt se mètten’dree a scappà vèrs on traguard
d’on’altra dimension,
tutta fada su i misur d’on mond smanios de novità.
Ma gh’è on moster subit pront, faa de cement e de catramm,
Tant el spera de sarà Milan in d’ona gabbia, come ‘na preson,
tutta insèma ai monument e ai cà, domà, per esaltà l’astrusità
e per ben imbottiglià quell che nun gh’emm anmò de bèll.
sta gran smania dèl progress…. Per nun a l’è regrèss!

L’era bell Milan quand l’era anmò di milanes.

Traduzione

COME ERA BELLO

E tutto cambia con l’andare del tempo,
si trasforma la città.
Le vecchie case diventano monumenti che restano lì solo
per ricordare
Come era bella Milano quando era ancora dei milanesi.
Il sapore del tempo lontano, ormai sparito sotto al talento
del progresso in movimento, non si volta neanche indietro
per ben guardare
gli errori giù per terra sulla vecchia strada che cambia la
sua direzione.
Col progresso che non è mai quieto, confuso in questa confusione,
siamo contenti di poter avere almeno dei bei ricordi.

Il ricordo dell’aria pulita, il profumo del pane,
ancora caldo, l’hanno sfornato dal panettiere sulla contrada.
Il progresso di allora era il luccichio delle lampadine
nell’ombra della sera, per dispetto ai vecchi lumini.

Ma la ruota ha iniziato a girare a una velocità che fa impressione
e le scoperte stanno scappando verso un traguardo di un’altra
dimensione,
tutta fatta su misura di un mondo voglioso di novità.
Ma c’è un mostro subito pronto, fatto di cemento e di catrame,
che spera di chiudere Milano in una gabbia, come una prigione,
tutto insieme ai monumenti e alle case, solo per esaltare l’estrosità
e per ben imbottigliare quello che abbiamo ancora di bello.
Questa gran voglia del progresso …. per noi è regresso!

Era bello Milano quando era ancora dei milanesi.

Martedì, 23 Maggio, 2006 - 00:39

parco delle cave: Polmone per la città.

DIFENDERE L'AMBIENTE

Difendere il nostro territorio (quello della Zona 7 è di particolare pregio) dalle varie espressioni della violenza ambientale: spaccio di droga, discariche abusive, usi incongrui, cementificazioni stravolgenti.

L'ultima battaglia, contro le cementificazioni stravolgenti, è in corso per contrastare il Piano Integrato di Intervento Pompeo Marchesi Taggia, di cui la cittadinanza non è stata informata.
- Non è un Piano Integrato di Intervento come tanti altri: è una spropositata cemetificazione (112.000 mc) a venticinque metri dall'oasi naturalistica del Parco delle Cave, contro le attuali poche migliaia di mc dell'area dismessa presa a pretesto per la variante del Piano Regolatore.
- Sono 4 corpi enormi per altezza e larghezza: viaggiano su un altezza quasi costante di mt 28.5 (altezza standard di una casa di 9 piani) per il resto a 25 mt (altezza standard di una casa di 8 piani) con l'aggravante di una sezione di ben 22 mt (in orizzontale, una casa di sette piani: più del doppio di un normale palazzo nel quartiere) per 4 enormi corpi su un fronte complessivo di oltre 300 mt, inframmezzato da un enorme parcheggio centrale di 6.000mq con 600-700 auto in movimento a pochi metri dalle aree più preziose che caratterizzano il Parco (il simbolo del Comitato di Salvaguardia è realizzato da una foto del 1994 dell'oasi naturalistica della Cava Casati su cui oggi incombe il Piano Integrato di Intervento Pompeo Marchesi Taggia).
- Nelle sedi istituzionali dell'iter burocratico (Consiglio di Zona 7 - Giunta e Consiglio comunale, ecc) non sono mai stati mostrati gli ALZATI TRIDIMENSIONALI in relazione al territorio su cui si sviluppa e questo significa non aver valutato tutti gli aspetti della cementificazione.
- Il rischio concreto è un irreversibile “effetto emulazione� di tutte le aree industriali adiacenti (non prossime come questa) a essere riconvertite in fantastici appartamenti vicini al parco.
- L'approvazione di questo PII sta già scatenando un ribaltamento degli equilibri nel parco: anche le aree agresti medievale di Cascina Linterno, sono state recentemente escluse, dal Parco delle Cave, in una delibera della Zona 7.

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