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Il Blog di Roberto Jonghi Lavarini | www.partecipaMi.it
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Lunedì, 23 Agosto, 2010 - 13:43

Porta Vittoria, via alle strisce blu

Repubblica — 20 agosto 2010   pagina 5   sezione: MILANO

I PARCHEGGI a pagamento arrivano anche a Calvairate, Porta Vittoria e una piccola parte di Città Studi. In questi giorni gli operai stanno tracciando le strisce blu dove il parcheggio con il "gratta e sosta" sarà attivo da metà ottobre. E i primi disagi sono già arrivati. Decine di auto, lasciate parcheggiate magari da settimane dai residenti in ferie, si sono ritrovate circondate da strisce blu e con una multa di 38 euro sul lunotto posteriore. Motivazione? La macchina era posteggiata davanti ai cartelli provvisori di divieto per i lavori. Un secondo round della sosta regolamentata arriverà in inverno, nell' ultimo tratto di viale Monza e a Molino Dorino, ma ancora non è deciso esattamente quando. Per Porta Vittoria e Calvairate, invece, la rivoluzione del parcheggio è già una certezza: metà ottobre. Le due macro aree dove è in arrivo la sosta a pagamento rientrano nella nuova strategia di regolamentazione dei parcheggi in strada voluta dal Comune fatta di strisce blu a pagamento per chi è di passaggio e gratuite per i residenti. Il piano generale prevede l' installazione di circa 65mila nuovi posti da completare entro il 2013 in tutta la cintura che corre lungo la filovia della 90-91. Il primo step è stato in viale Monza, dove nel 2009 sono stati tracciati i primi 4100 posti di sole strisce blu, tra lamentele e sit-in di protesta da parte dei commercianti. Adesso è il turno della zona est, dove ai residenti sono stati mandati in questi giorni circa 12mila permessi. «Abbiamo cominciato a spedire i pass a fine luglio - spiegano dagli uffici dell' Anagrafe - in modo da garantire un periodo di tempo necessario a risolvere i problemi, laddove si venissero a creare». L' Anagrafe ha incrociato il dato dei residenti maggiorenni con i dati della Motorizzazione su vetture e patenti, estrapolando i nominativi cui distribuire i permessi. «Se qualcuno ha due mezzi, mandiamo un pass solo che viene assegnato automaticamente all' auto più nuova». Per chi rientra dalle ferie, però, ci sono anche brutte sorprese. Il Comune ha infatti posizionato dei divieti di sosta mobili soltanto pochi giorni prima di iniziare a tracciare le strisce e molte delle auto parcheggiate in zona Calvairate sono state colpite dalle multetrappola. Alessandro Rizzo, residente e consigliere di Zona 4, attacca: «I cittadini dovevano essere avvertiti per tempo. Il Comune non ha attuato una campagna di comunicazione dettagliata e puntuale che potesse garantire alle persone di spostare la macchina ed evitarsi il verbale. Questo caso è l' emblema della scarsa comunicazione che arriva da Palazzo Marino». Critico sulla gestione delle nuove strisce blu anche Roberto Miglio, sindacalista del Csa della polizia locale: «Senza i controlli del caso diventano più un danno che un beneficio per i residenti. Noi ce ne accorgiamo dal numero di chiamate che arrivano ai vigili da residenti esasperati perché non viene multato chi sosta senza pagare o senza averne diritto. Mentre aumentano le strisce blu, il numero degli ausiliari resta lo stesso». Le nuove strisce a Porta Vittoria fanno avanzare un piano di regolamentazione della sosta che in realtà procede molto a rilento. Il prossimo inverno il Comune ha deciso di rilanciare lungo la linea metropolitana 1 per scoraggiare il parcheggio selvaggio dei pendolari: in viale Monza c' è il secondo tratto da completare per raggiungere un totale di oltre 10mila posti, altri 9.300 tra Molino Dorino, San Leonardo e Bonola. In zona Bisceglie ne sono previsti altri 6.500. Resta tutto da vedere, invece, se diventerà realtà l' anno prossimo il piano di altri 13mila parcheggi a pagamento sulla linea 2 a Cascina Gobba. - LUCA DE VITO

Venerdì, 13 Agosto, 2010 - 15:14

E' tempo di Ramadam ma manca una Moschea

Non c'è ancora una Moschea a Milano. Il Comune di Milano non ha ancora dato avvio all'identificazione di un luogo di culto dove le migliaia di mussulmani possano radunarsi e pregare, semplicemente pregare. Pregiudizi degni di un clima da persecuzione di stampo legaiolo, ricordo qualche mese fa la rieditata proposta regressiva e irricevibile in stile apartheid firmata dal capogruppo leghista Salvini di dedicare vagoni per puri milanesi, mi domando quanti avrebbero frequentato quei vagoni, hanno tenuto in ostaggio un'intera maggioranza di governo della città incapace e inibita nel formulare un percorso che attui quello che viene definito "diritto universale", ossia il diritto a esprimere liberamente il proprio culto religioso. A patto che tale culto non sia chiaramente contrario ai principi fondamentali del nostro ordinamento legislativo. Ma chi osa dire che praticare l'Islam sia contrario al nostro ordinamento legislativo, dal momento che il nesso tra attività eversive di natura terroristica e professione di una fede religiosa è stato da più parti giustamente rilevato come infondato, insensato, irrazionale. L'Islam è una religione riconosciuta in molti paesi europei che concedono spazi adeguati a chi vuole professare il proprio culto. Qualcuno si ammanta la bocca con la parola di reciprocità: nei loro paesi, dicono i rinnovati menestrelli della difesa delle tradizioni, le Chiese sono proibite. Vorrei informare questi menestrelli urlatori che non è così, dal momento che esistono paesi nell'area islamica che prevedono l'eguaglianza nella professione delle fedi religiose. Vorrei anche rispondere che tale "giustificazionismo" irriverente non ha nessun senso di sussistere dato che dovremmo allora dire che la pena capitale è fondata dato che esistono paesi che la eseguono, oppure che rubare nel nostro comportamento privato è giustificabile dato che ci sono tanti che lo fanno. Rimango terribilmente preoccupato del futuro di una città che si chiude in modo ermetico con una serie di pregiudizi di stampo razzista che altro non apportano se non emarginazione, destabilizzazione di una convivenza sociale pacifica, alterazione dei rapporti tra comunità. La nostra società, scriveva ieri Merlo su Repubblica, è chiaramente e irreversibilmente cosmopolita: è composta da diverse culture, da persone con diverse esperienze, diverse necessità, esigenze civiche e sociali, religiose, umane. Il punto di unificazione di tali composite faccettature di una società inevitabilmente multietnica, mi domando comunque quando una società nella storia dell'umanità possa essere considerabile come "mono"etnica, deve essere il rispetto della dignità della persona umana, dei suoi diritti, della sua libertà. Libertà che chiaramente non deve confliggere, ricordate il Contratto sociale di Rousseau, con quella degli altri. Ma persone che pregano in spazi consoni all'ufficializzazione del culto sono nocive per gli altri? Arrecano pregiudizio alla nostra dignità? Arrecano danni odiosi e insormontabili alla collettività? Mi sapete rispondere, voi della Lega, quali siano i danni arrecati? Il loro culto limita l'espressione libera del culto religioso diverso da quello islamico, oppure del non culto, qualora ci si identifichi in una cultura atea o agnostica, o gnostica, come il sottoscritto? La risposta sarà la stessa in salsa "padana" più volte cucinata, tanto da diventare indigeribile: loro attentano la nostra libertà perchè impongono la loro cultura. Mi domando se chi esprime tale concetto abbia mai frequentato, parlato, si sia mai confrontato con un islamico, dato che la loro religione, se non accolta in accezioni dogmatiche e assolutiste, ma allora anche il cattolicesimo può e spesso ha mostrato tali derive applicative, presenta un grado di tolleranza, eguaglianza e di concetto di fratellanza simile al Vangelo strumentalizzato dai novizi e poco scaltri "difensori della fede". Siamo alla prevaricazione dell'ideologia sull'analisi della realtà sociologica e antropologica oserei dire. La loro cultura confrontata con le nostre culture rende la nostra storia ricca di percorsi futuri di progresso e di miglioramento delle nostre condizioni civiche e sociali. Il detto "la diversità crea ricchezza" non è una frase stantia di circostanza, ma rappresenta il fatto che una cultura quando si rinchiude nella difesa ossessiva del proprio particolarismo rappresenta la sua fallacità e la sua subitanea e conseguente estinzione. Inutile portare esempi tratti nella storia per avvallare tale tesi. E' assurdo, come detto più volte da una voce di umanità, forse spesso una delle poche, spesso solitaria, quale quella del Cardinale Dionigi Tettamanzi, che in una città dove si dovrebbe avere amministratori e politici attenti ad applicare le basi fondanti della nostra cultura costituzionale e legislativa si rinchiudino come tanti timorosi del "turco di turno" nelle proprie rocche della difesa delle tradizioni. Mi domando quali tradizioni, dal momento che Milano nasce da una visione composita e contaminante di culture diverse, di valori che si sono sedimentati nel concetto di accoglienza e di solidarietà, di rispetto della persona umana. E', quindi, dignitoso che persone professino il loro culto, con le annesse esigenze di officializzazione, all'interno di garage, oppure nelle plateee di enormi e spaziosi palazzetti dello sport, oppure nelle sale cinematografiche? E' giusto ed è rispetto della dignità umana permettere che queste persone vedano vilipesi i simboli del proprio culto dato che vengono relegati in ambienti alienanti e inospitali? Che cosa attende il Comune di Milano ad aprire un confronto e un dialogo con le comunità islamiche, che si sono autonomamente arrangiate nell'individuare propri spazi di culto, al fine di dare una soluzione a un problema che non è un problema, ma solo conseguenza di un cambiamento irreversibile della società sempre più composita? Dopo essersi effigiata come "governo della tolleranza e del dialogo" attribuendo la Civica Benemerenza al rappresentante della Casa della Cultura islamica, che cosa il Comuene  la Giunta Comunale vuole promuovere per dare sostanziale conseguenza a tale gesto simbolico quanto mai superficiale, se non seguito da provvedimenti che attuino il rispetto e la promozione della libertà di espressione di culto, come prescritto dalla nostra Costituzione?

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 12 Agosto, 2010 - 16:25

Arcigay si appella alla comunità internazionale contro l'omofobia e la transfobia in Italia

 Arcigay:di fronte all'ennesima ondata di neomoralismo ed  omofobia ci appelliamo alla comunità internazionale.
Arcigay ha deciso di inviare alla comunità internazionale ,(società civile,media,istituzioni,associazioni,blog,ambasciate) una lettera appello per denunciare il clima di insostenibile disagio,pressione e discriminazione in cui la comunità lgbt vive in Italia. Di fronte al continuo reiterarsi di episodi di omofobia e trans fobia ,e persino alla negazione dei gesti della più semplice e limpida affettività,come il bacio tra due persone che si amano o che si piacciono, non possiamo non evidenziare il silenzio assoluto delle Istituzioni nazionali e del Legislatore. Prendiamo atto piuttosto di un clima generale di pericoloso neo moralismo e di maggiore pesantezza ed aggressività ,caratterizzato da dichiarazioni e gesti da parte di alcuni amministratori o rappresentanti di partito che vanno dall'indifferenza fino alle aperte manifestazioni di ostilità ed omofobia.
"La guerra ai baci gay a cui stiamo assistendo",evidenzia Paolo Patanè,Presidente nazionale di Arcigay"è un attacco alla visibilità delle persone,e dunque alla loro stessa basilare dignità. Per questa ragione ci siamo rivolti ,e sempre più lo faremo, alla comunità internazionale perché ci aiuti in questa battaglia di democrazia e libertà. Oggi quel riverbero di insicurezza e diffidenza che le persone lgbt derivano dai tanti episodi di discriminazione o violenza ,mina seriamente la percezione della nostra stessa cittadinanza ,e pone duri interrogativi sul come possano sentirsi le persone lgbt provenienti da altri Paesi dell'Unione in contesti per nulla accoglienti ed inclusivi" .
Sul piano dei diritti civili l'anomalia italiana è un evidente problema all'interno dell'Unione europea ," e chi ,gay o lesbica o trans, passa  il nostro confine",continua Patanè, "sa di entrare in un contesto in cui la sua dignità di persona vale meno che in qualsiasi Paese civile".
Arcigay sente profondamente il peso delle tante ,troppe situazioni di ingiustizia di cui le persone lgbt soffrono in Italia,e chiede per questo che la comunità internazionale sia parte di un percorso di allineamento del nostro Paese ai valori dell'Europa.
"Nel nostro Paese ,conclude Patanè,alcune istituzioni hanno dato e stanno dando segnali importanti di attenzione , sostegno e serietà ,e penso ad UNAR ed alla Polizia di Stato con la recente costituzione di un Osservatorio (OSCAD),ma ciò che è grave e sconcertante è l'assenza dei partiti ed il silenzio gravissimo del Legislatore che ammutolisce e cancella la vita delle famiglie dello stesso sesso e l'emarginazione , la solitudine e la paura di decine di migliaia di persone".
Paolo Patanè
Presidente nazionale di Arcigay
Giovedì, 12 Agosto, 2010 - 16:20

Oltre all'assurda questione della movida l'incapacità della giunta

Ad aggiungersi alla insensatezza della querelle sulla Movida ci sarebbe il dato rilevato oggi in un articolo su Repubblica di Ilaria Carra concernente la non attivazione dei controlli fonometrici da parte del Comune riguardo i locali notturni. Si prevedevano sanzioni cospicue per i locali trasgressori, con possibile sequestro della licenza. La procedura burocratica è stata talmente appesantita da passaggi di competenze e incapacità di attuazione della fase di sponsorizzazione del provvedimento da parte dell'ente dei commercianti milanesi che tutto è rimasto nel cassetto. Addirittura Vicesindaco e Sindaco con una pletora di assessori avevano annunciato a inizio estate la grandiosità dell'iniziativa tenuta lettera morta. Ora sembrerebbe che il Comune voglia assumere su di sè l'intervento, senza deleghe ad altri organi. Mi domando se a fine mandato l'attuale maggioranza sia ancora in campagna elettorale con promesse e prospettive velleitarie inattuate. Dov'è la responsabilità del governo della città, oltre a ritenere inutili tali provvedimenti, nonchè inefficaci, a maggior ragione se non applicati, in quanto mantengono inalterate le falle esistenti, ossia una distribuzione iniqua delle zone del divertimento, l'assenza di idee  e di contenuti da proporre per arricchire di sostanza le serate milanesi, anche turisticamente e, infine, il mantenimento prolungato degli orari di servizio dei trasporti pubblici, dei musei, delle gallerie d'arte, come giustamente diceva Alfonso. Le azioni muscolari ed esemplari sono alla mercè di un'amministrazione comunale priva di prospettive e di capacità di governare una città sotto un'ottica europea, di rispondere alle esigenze poliedriche e molteplici della cittadinanza. La filosofia è sempre la stessa: dichiarazioni pubblicitarie promozionali stile slogan, incapacità di attuazione dei provvedimenti, assenza di strategia e di rilancio culturale e aggregativo degli spazi comuni, iniziative solo muscolari ed esemplari senza alcun risultato. A quanto tale pratica?

Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

Martedì, 10 Agosto, 2010 - 10:03

Sì ai matrimoni gay in 10 Paesi del Mondo

Sì ai matrimoni gay in 10 paesi nel mondo
L'Italia, con la Grecia, un'eccezione in Europa

06/08/2010 - Marco Pasqua


Dopo la sentenza che in California ha definito incostituzionale vietare le nozze fra omosessuali, un viaggio fra i paesi (10) in cui sono riconosciute e in quelli (17) che riconoscono pari diritti a tutte le coppie o ne concedono alcuni alle unioni civili, anche gay e lesbiche. I primi sono stati i Paesi Bassi, nel 2001. Il nostro paese non ha alcuna legge di tutela

di MARCO PASQUA
Repubblica.it - 6 agosto 2010

 

http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/mondo-gay/?ref=HREC1-3

 

L'ULTIMA è stata l'Argentina. Con la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso 1, con il pieno sostegno della presidente, Cristina Kirchner, è diventata il primo Paese dell'America Latina a riconoscere questo diritto. Il decimo al mondo.

Ed è di questi giorni la notizia che la Corte Suprema del Messico ha detto sì alle nozze fra persone dello stesso sesso, votando a favore della legge che da sei mesi le consente solo a Città del Messico e respingendo il ricorso della Procura secondo cui la norma viola il principio che costituzionalmente protegge la famiglia. Città del Messico era stata la prima città dell'America Latina ad aver approvato il matrimonio gay, nel dicembre del 2009. Lo stesso parlamento aveva già ammesso le unioni civili nel 2006.

A questi 10 Paesi, rileva Arcigay, se ne devono aggiungere altri 17 che riconoscono pari diritti a tutte le coppie o, in alternativa, concedono alcuni diritti alle unioni civili, anche gay e lesbiche. A livello globale, Asia e Africa sono i continenti in assoluto più indietro dal punto di vista dei diritti delle persone Glbt. Basti pensare che solo in Africa, in 38 Stati su 53 l'omosessualità è punita dalla legge e, spesso, si può finire in galera anche solo per essere sospettati di aver avuto una relazione di questo tipo.

Sono stati i Paesi Bassi, nell'aprile del 2001, i primi a permettere il matrimonio tra omosessuali, riconoscendo loro gli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali. Con 107 voti a favore e 33 contrari, il Parlamento eliminò ogni forma di discriminazione esistente in materia. La legge richiede oggi che, per sposarsi, almeno una delle due persone sia un cittadino olandese o risieda nei Paesi Bassi.

Il 30 gennaio del 2003 è toccato al Belgio, che ha licenziato una legge con una larga maggioranza parlamentare.

In Spagna il matrimonio tra omosessuali è divenuto realtà dal 2005
e c'è anche la possibilità di adottare bambini (accanto al matrimonio, continuano ad esistere le leggi e i registri delle coppie di fatto).

In Svezia, così come avviene in Norvegia, i gay si possono anche sposare in chiesa, dopo il sì alla legge del Parlamento all'inizio del 2009. Dal novembre dello stesso anno, la chiesa luterana svedese si è infatti detta pronta a celebrare le unioni davanti all'altare, nonostante al suo interno si fossero levate voci contrarie alla decisione.

Il Canada ha legalizzato questi matrimoni nel luglio 2005
, aprendo le porte anche a cittadini residenti all'estero (il 10 agosto, toccherà a due cittadini italiani di Milano e Torino convolare a nozze).

In Portogallo, l'ok ai matrimoni arriva lo scorso mese di maggio, con la firma del presidente portoghese Anibal Cavaco Silva, cattolico praticante. A differenza di quanto avviene in Spagna, in questo Paese non sono ancora consentite le adozioni.

In Islanda, la legge che consente di celebrare matrimoni omosessuali è stata inaugurata, lo scorso mese di giugno, dalla premier Johanna Sigurdardottir, che ha voluto sposare la sua compagna storica, Jonina Leosdottir, con la quale si era già unita civilmente nel 2002.

Il Sudafrica è l'unico stato africano ad aver legalizzato dal novembre 2006 le unioni civili tra omosessuali. La cerimonia religiosa è opzionale, anche se le diverse Chiese possono rifiutarsi di celebrare queste unioni, mentre il rito civile è aperto a tutti. Qui le coppie gay possono adottare già dal 2002.

Oltre a questi dieci Paesi, ricorda Arcigay, ve ne sono altri 17 che riconoscono pari (o alcuni) diritti alle coppie, indipendentemente dal loro sesso.

Si tratta di Austria (unioni civili dal gennaio 2010), Francia (i Pacs sono stati adottati nel 1999, per omosessuali ed eterosessuali), Danimarca (primo Paese al mondo ad autorizzare, nel 1989, il matrimonio civile o partenariato registrato tra omosessuali), Regno Unito (dal 2005, il "partenariato civile" tutela anche le coppie gay), Lussemburgo (in vigore dal 2004 la partnership registrata), Germania (qui è in vigore un "contratto di vita comune"), Svizzera ("partenariato registrato" dal 2005, esclusa l'adozione), Slovenia (una legge garantisce alle unioni civili diritti limitati nel campo delle relazioni di proprietà e dell'eredità), Ungheria (dal febbraio 2010 è possibile per le coppie omosessuali stipulare unioni civili, parificate a quelle eterosessuali), Repubblica Ceca, Finlandia, Andorra, Croazia (una legge adottata nel 2003 garantisce "reciproco sostegno" e diritto all'eredità), Irlanda (a luglio, il presidente irlandese Mary McAleese ha ratificato una legge, già approvata dal Parlamento, che istituisce le unioni civili), Colombia, Nuova Zelanda (la legge garantisce dal 2004 alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero), Uruguay (il 17 aprile 2008 è stata celebrata la prima unione gay nell'aula di un tribunale di Montevideo).

Negli Stati Uniti la situazione, come dimostra anche la sentenza del giudice distrettuale in California, è soggetta a continui cambiamenti, su una materia oggetto di scontri molto accesi tra conservatori e chi, invece, è a favore delle unioni gay. In tutto, sono cinque gli Stati a riconoscere i matrimoni gay, oltre ad un distretto federale: Massachusetts (dal 2003, con un provvedimento della Corte Suprema che ha dichiarato discriminatorio, perciò incostituzionale ed illegale, escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio), Connecticut (stessa decisione della Corte Suprema, nel 2008), Iowa (la Corte Suprema afferma all'unanimità l'esigenza costituzionale di riconoscere questo tipo di unione), Vermont (dal settembre 2009), New Hampshire (dal gennaio 2010), Washington D. C. (legge firmata nel dicembre del 2009, primi matrimoni celebrati nel marzo del 2010). Il matrimonio viene anche riconosciuto da una tribù di indiani dell'Oregon.

Infine, da citare anche il Brasile, dove le unioni tra persone dello stesso sesso sono riconosciute dal 2004.

L'Italia, come è noto, non ha alcuna legge di tutela per le unioni gay. "Siamo, insieme alla Grecia, l'unica nazione a non riconoscere diritti alle coppie dello stesso sesso e rappresentiamo un'eccezione in Europa e tra i paesi avanzati", osserva il presidente di Arcigay, Paolo Patanè. "La discriminazione che impedisce alle coppie omosessuali di accedere all'istituto del matrimonio - conclude - è tanto inaccettabile quanto assurda per uno stato di diritto che ha tra i suoi valori fondati l'uguaglianza e la libertà dei suoi cittadini. La Corte Costituzionale italiana ha recentemente affermato lo stesso concetto, impegnando il parlamento ad affrontare e risolvere le discriminazioni che affliggono le omosessuali".

Martedì, 10 Agosto, 2010 - 09:36

Via Fini: elezioni subito!

La vera destra con Silvio Berlusconi, il Popolo della Libertà e la Lega Nord contro i giochi di palazzo della vecchia partitocrazia e dei poteri forti.

Sosteniamo l'iniziativa del quotidiano IL GIORNALE, cacciamo l'infame traditore Fini dalla Presidenza della Camera, elezioni politiche anticipate a novembre:

viafini@ilgionale.it - sms (3351865721) - fax (0285427427)

Giovedì, 5 Agosto, 2010 - 12:56

Il Parco delle Cave: 120 ettari di natura in cerca d'autore e di futuro

Lettera aperta all’assessore al Verde del Comune di Milano

Egregio sig. Assessore,

Il Parco delle cave, apprezzato nel mondo e considerato una delle eccellenze di Milano, si è fermato.
Nato ufficialmente nel 1997, i milanesi l’hanno amato e ne hanno visto l’occasione per realizzare un sogno: riqualificare un’area degradata, trasformarla in un polmone naturalistico per la città, parte del sistema di verde – agricolo più ampio: il parco Ovest.
La mobilitazione e il protagonismo di tanti cittadini, associazioni, partiti, dell’allora Consiglio di Zona 18, l’intuizione dell’assessore Ercole Ferrario, i convegni, le campagne di sensibilizzazione del mensile di zona “Il Diciotto” portarono concretamente all’avvio della realizzazione di quel sogno quando si giunse alla collaborazione tra il Comune di Milano e Italia Nostra - Centro di Forestazione Urbana.
Collaborazione che ha fatto sì che un’area di rilevanti dimensioni, che per decenni era stata una discarica incontrollata, riprendesse a vivere, riqualificata e progressivamente restituita ai milanesi.
Natura in città, riforestazione, acqua, agricoltura di prossimità, cascine, produzione, tempo libero, educazione ambientale, volontariato e cultura sono stati i cardini di quel progetto innovativo, che trasformava e riorganizzava il territorio e l’ambiente, rispettandolo e valorizzandone la conformazione e la storia.

Parco multiforme quindi, con una pluralità di paesaggi e di funzioni, gestito con rigore.
Obiettivi che il PD continua a perseguire, potendosi sviluppare su quest’area una grande esposizione “sul campo” in vista del previsto Expo 2015.
Purtroppo, durante la Giunta Moratti, Italia Nostra è stata messa nella condizione di rinunciare alla gestione, essendo venuti a mancare i presupposti della sperimentata collaborazione.
L’Amministrazione ha ritenuto, legittimamente, quanto inspiegabilmente, di cambiare strada.
Ora il Parco è completato per meno della metà, ma da ormai cinque anni nessun nuovo intervento è stato eseguito, le attività sono ridotte alla minima manutenzione, con reti di recinzione bucate, pontili divelti, porte dei servizi igienici guaste per mesi e un po’ di rifiuti non raccolti in più.
Nessuna nuova ulteriore progettualità.
Fermi anche i progetti di riqualificazione già elaborati da Italia Nostra, dei quali non conosciamo la definizione.
Come qualsiasi cosa che sta ferma, dopo un po’ di tempo anche il Parco, sig. Assessore, regredisce.
Emblematica è la mancata riqualificazione della cava di Quinto Romano, denominata Ongari-Cerutti, degradata e chiusa da molti anni per ordinanza del Sindaco, nonostante gli impegni presi in campagna elettorale e non mantenuti.

Le abbiamo chiesto da tempo di confermarci se, come dai nostri calcoli, si spendano alcune centinaia di migliaia di euro in più rispetto alla precedente gestione. 
Le abbiamo anche chiesto quando e come saranno utilizzati i 5 milioni di euro per il parco provenienti dagli oneri di urbanizzazione del nuovo intervento urbanistico denominato Calchi-Taeggi (Bisceglie).
Sono domande che Le hanno già rivolto i nostri consiglieri di Zona 7 del Pd e alle quali non ha risposto.
Domande che non vorremmo vedere nel frattempo superate dalla trasformazione delle cave in “parco del divertimento” secondo il modello di West Park dell’intrattenimento indicato nel Piano di Governo del Territorio.
Nè vorremmo che il Parco venisse utilizzato prevalentemente per iniziative come “Parchi in Comune” di cui, francamente, non si sentiva la mancanza, ma di cui si accusa il colpo economico (1.100.000,00 euro complessivi per un’iniziativa di poche settimane, dei quali, possiamo ipotizzare, 140.000,00 euro spesi in pochi giorni per il solo Parco delle cave).
Vorremmo avere risposte chiare da chi ci amministra e non vorremmo averle a ridosso della prossima campagna elettorale.
Anche perché non sarebbero più credibili per nessuno.

PD Zona 7 Milano

Domenica, 1 Agosto, 2010 - 11:14

In merito al Patto per la Movida di Ravelli, risposta alla signora Donatella

Gentile signora Donatella,

ho letto con attenzione la lettera di Gianni Ravelli e il suo legittimo commento, ma posso già preannunciarle che non condivido le sue considerazioni, seppure argomentate con puntualità. Penso che Milano debba essere considerata città europea e credo che come tale debba vivere le opportunità e le occasioni che essa offre alla pluralità complessa e composita del proprio sostrato civile e sociale. Dico questo in quanto è già per me, e in questo caso condivido pienamente l'analisi di Gianni Ravelli, assurdo che in una metropoli con velleità internazionali si ponga ogni estate la stessa tematica, divenendo addirittura un problema: la movida notturna. In tutte le città metropolitane europee, e dico questo pensando non solo ai grandi centri urbani, Parigi, Madrid, Londra, Berlino, ma anche quelli di medio calibro, Lione, Barcellona, Monaco, Zurigo, Praga, Vienna, vedano coesistere le due esigenze, il suo diritto a vivere in tranquillità la propria vita domestica e il diritto altrettanto inalienabile di giovani e meno giovani di apprezzare e godere delle opportunità aggregative che la città offre. Le dico chiaramente che è mia opinione affermare, così come lo stesso Ravelli asserisce, che aggregazione notturna sia sinonimo di elemento deterrente contro forme di delinquenza arrecate da solitudine, disagio, abbandono. Più un luogo è vissuto da persone e maggiormente il potenziale micro criminale è inibito nel commettere reati di ogni calibro: dalla violenza contro persone a forme di ladrocinio e saccheggio, dallo spaccio alla tratta della prostituzione. Ne è un esempio Via Gola sui Navigli dove si annidano bande microcriminali in quanto zona maggiormente decentrata dal fulcro vitale della "movida notturna". Ma le dirò di più: nelle grandi città europee dove la convivenza, come dovrebbe essere in un clima di civiltà e di pacifica coesistenza di legittimi interessi, è possibile tra le differenti istanze e necessità vediamo esserci locali con musica fino a notte inoltrata inseriti in contesti abitativi, senza che nessun condomino esprimesse opposizione alla presenza di esercizi notturni all'interno del proprio abitato. Molti condomini vivono tranquillamente la propria notte domestica garantendosi ogni forma, e le assicuro che le modalità sono alquanto poco dispendiose e facili da installare, di assorbimento dei rumori, senza arrecare nessun danno alla propria vivibilità. Le pare possibile che alcuni abitanti dei condomini limitrofi alla Cascina Monluè abbiano espresso opposizione alla presenza delle ormai internazionali e valide serate dei festival musicali che venivano da 20 anni a questa parte fatti in Cascina? Proprio quei condomini che vivono a due passi da un poderoso raccordo tangenziale, immersi nel rumore, quello si alienante quanto mai innaturale, del passaggio fitto e sostenuto delle autovetture? E che dire della quanto mai fallimentare, in quanto palesemente insostenibile, istanza fatta giudiziariamente da alcuni abitanti della zona San Siro in quanto disturbati dalle onde sonore dei concerti di Madonna allo stadio? Io penso, mi scusi se lo dico, che chi abita in una città del calibro di Milano debba mettere in agenda il fatto che viva in un contesto urbano vivo e vivace, in cui il silenzio assoluto sia innaturale, incompatibile, inconcepibile. Io penso chiaramente che occorra distribuire maggiormente i punti nodali dell'aggregazione notturna, concentratisi drammaticamente in alcune zone della città, lasciando in condizioni di abbandono altre, magari centrali, come piazza duomo, piazza san babila, cordusio, cairoli, impraticabili nelle ore serali già a partire dalle 20, in quanto totalmente deserte e prive di passaggio. Come risolvere quindi un problema che non è un problema? Non proibendo, transennando, limitando gli accessi, creando divieti alla naturale deambulazione, magari proibendo addirittura il formarsi di crocchi, magari imponendo, da atteggiamento poco liberale, la chiusura degli esercizi commerciali dopo una certa ora, come avverrà in Corvetto, creando maggiore desolazione e maggiore opportunità per intenzioni microcriminali. Occorre applicare il codice della strada, aumentare i controlli della Polizia Locale, utili e unici canali legali e legittimi di sanzionare atti di deturpazione dell'ambiente, di disturbo della quiete pubblica, di vandalismo, seppure non veda forme esasperanti di violazione degli spazi e della loro integrità da quelli che vengono dipinti come "orde" giovanili notturne. Spesso i ragazzi che si presentano lungo le strade nel cuore dei pochi e quanto mai ristretti luoghi della vita notturna hanno saputo esprimere in molte occasioni forme autorganizzate di controllo e di rispetto, disciplina: le assicuro che questo avviene, contro una stampa che dipinge, nella volontà di alimentare chissà quale "scontro civile", tali frequentatori della movida come indomiti e indomabili personaggi. Le norme ci sono già per agire e per assicurare la penalizzazione e la perseguibilità di forme di inciviltà. Ma io vado oltre: vorrei vedere, come scrive Ravelli, un patto che assicuri una responsabilizzazione dei giovani frequentatori, le assicuro che poi tanti non sono così giovani, della movida notturna nel vivere e agire la città in una forma e dimensione di svago ma anche di arricchimento culturale. Vorrei vedere artisti di strada animare con grande capacità lirica e teatrale gli spazi che oggi vedono solamente aggregazioni di giovani conumatori dei beni di acquisto prelevati in qualche locale. La notte milanese, che non dovrebbe essere solamente ascrivibile ai mesi estivi, deve vedere occasioni e offerte di contenuto culturale che garantiscono una valorizzazione del vivere la notte nelle sue forme e nella sua portata, spesso affascinante. Vede esiste una situazione per cui Milano sta diventando una città inospitale e spesso emarginante verso i giovani: come dice giustamente Ravelli, e condivido facendo mio il suo principio e la sua analisi, una città che non ascolta i giovani è una città destinata a perire, soccombere, a diventare sterile, infertile, luogo di abbandono alle frustrazioni e alle paure, ansie, angosce, aimentate da coloro che vogliono privatizzare gli spazi pubblici, sgomberare i luoghi di aggregazione, chiudere i locali storici per dare adito alla speculazione edilizia di fare il proprio corso, creando quartieri ghetto, dove ci si possa rinchiudere nelle proprie private abitazioni, ognuno "solo trafitto da un raggio di sole" direbbe un grande poeta, nella propria individualità, magari senza comunicare con l'altro, che spesso è il nostro vicino di casa sconosciuto. Un motto diceva nella cultura dei brocardi latini: Divide et impera. Il potere agisce sempre secondo questa visione, la Giunta di Milano ha espresso una politica che porta ad affermare qusta drammatico principio. Occorre riprenderci la città e affermare che siamo cittadini e non semplici consumatori di una logica dell'affarismo che beneficia pochi a discapito dei molti, del bene vivere. Convivere si può, si deve, è necessario. Nel rispetto delle norme di convivenza. E' possibile farlo senza pensare altri divieti, altre forme di restrizione inutili quanto mai superflue.

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

Domenica, 1 Agosto, 2010 - 02:10

APPELLO: Perchè diciamo no a Vietti Vicepresidente del CSM

Appello ai componenti del Consiglio Superiore della Magistratura

http://www.arcigay.it/appellocsm
 
Illustrissimi componenti del Consiglio Superiore della Magistratura,

lunedì prossimo vi accingete ad eleggere il vostro Vice-Presidente, carica importante che deve garantire quella separazione e indipendenza dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) posta a fondamento della nostra Costituzione e a salvaguardia della nostra Repubblica.

Per questo, come cittadini, ci sentiamo in dovere di porre alla Vostra attenzione la richiesta di non eleggere l’Avv. Michele Vietti.

Il neo consigliere - al quale va la stima e il rispetto che si deve portare per tutti i componenti di un organo sì fondamentale – non possiede le necessarie caratteristiche istituzionali per rivestire il suddetto ruolo.

Michele Vietti è stato sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi II e sottosegretario all’Economia nel Berlusconi III. E’ uno dei padri della depenalizzazione del falso in bilancio, legge grazie a cui il premier ha evitato una condanna per i processi “All Iberian” e “Consolidato Fininvest”, in quanto “il fatto non costituisce più reato”. E’ stato altresì il promotore del ripristino dell’immunità parlamentare, nel giorno in cui Marcello Dell’Utri veniva condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ l’ideatore del legittimo impedimento, norma che blocca i processi per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri tutti.

Il Michele Vietti deputato è stato il primo firmatario della pregiudiziale di costituzionalità che ha affossato la legge Concia contro l’omofobia. Nella pregiudiziale, l’orientamento sessuale viene esplicitamente confuso con pratiche sessuali quali l’incesto, la pedofilia, la zoofilia, il sadismo, la necrofilia e il masochismo. In base a tale illegittimo accostamento, l’introduzione di un’aggravante per i reati motivati dall’orientamento sessuale della vittima avrebbe significato, secondo Vietti, dare il via libera ad una protezione speciale delle suddette pratiche (incesto, pedofilia, etc). A qualunque persona, anche priva di nozioni giuridiche, non sfugge la falsità e l’offensività verso milioni di cittadini italiani di questa posizione. Essere omosessuali è una condizione personale; commettere un abuso sessuale su un minore è un crimine giustamente punito dalla legge.

Oltre a non sapere e/o voler distinguere tra orientamenti sessuali e reati, Michele Vietti s’è dimostrato incapace di rispettare il diritto di manifestazione sancito dalla Carta Costituzionale, laddove ha espresso una totale contrarietà a che si tenesse il corteo nazionale dell’orgoglio lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) nella città di Torino, nel 2006.

Infine – e non meno importante – d’impedimento alla sua nomina è l’internità politica di Vietti e dell’UDC alle pretese egemoniche di uno stato estero, la Città del Vaticano. A più riprese s’è fatto portavoce della contrarietà della Chiesa Cattolica verso il riconoscimento delle unioni omosessuali. Nel suo profilo politico è dunque assente la laicità, ovvero quella distinzione tra Italia e confessioni religiose sancita dalla nostra Repubblica.

Per questi ragioni, Vi chiediamo di garantire il Consiglio Superiore della Magistratura, la Costituzione e tutti i cittadini, non eleggendo Michele Vietti quale suo Vice-Presidente.

Vorremmo che in tal modo il Consiglio si riappropriasse in pieno della sua autonomia, non facendosi imporre dai partiti, dall’esterno, il suo Vice-Presidente.

I cittadini e le cittadine

1. Paolo Patanè, presidente Arcigay
2. Luca Trentini, segretario Arcigay
3. Franco Grillini, responsabile diritti civili Italia dei Valori
4. Maurizio Cecconi, portavoce Rete Laica Bologna
5. Enzo Cucco, portavoce Comitato “Sì, lo voglio!”
6. Sergio Rovasio, segretario Associazione Radicale Certi Diritti
7. Francesca Polo, presidente nazionale Arcilesbica
8. Cristina Gramolini, vicepresidente nazionale Arcilesbica
10. Rita De Santis, presidente nazionale AGEDO
11. Giuseppina La Delfa, presidente nazionale Famiglie Arcobaleno
12. Rossana Praitano, presidente Circolo Mario Mieli
13. Marcella di Folco, presidente MIT
14. Porpora Marcasciano, vicepresidente MIT
15. Carlo Santacroce, presidente 3D
16. Enrico Oliari, presidente GayLib
16. Antonio Rotelli, presidente Rete Lenford
17. Ivan Scalfarotto, Vicepresidente PD
17. Paola Concia, deputata PD
18. Alessandro Zan, responsabile nazionale diritti civili Sinistra Ecologia Libertà
19. Vanni Piccolo, leader storico del movimento LGBT
20. Paolo Ferigo, presidente Consiglio Nazionale Arcigay
21. Gianpaolo Silvestri, consigliere nazionale Arcigay
21. Aurelio Mancuso, consigliere nazionale Arcigay
22. Emiliano Zaino, presidente Arcigay "Il Cassero"
23. Alessio De Giorgi, giornalista - direttore Gay.it
24. Andrea Spartaco, giornalista
25. Elena Prella
26. Emma Santo
27. Giorgio Tassinari
28. Stefano Bolognini, giornalista
29. Stefano Bucaioni, segreteria Arcigay
30. Rebecca Zini, segreteria Arcigay
31. Marco Coppola, segreteria Arcigay
32. Daniela Tomasino, segreteria Arcigay
33. Maura Chiulli, segreteria Arcigay
34. Giulia Bianchi, Arcigay "Alan Turing" Rimini
35. Eva Brugnettini, giornalista
36. Olga Massari
37. Paolo Marani, socio UAAR
38. Paola Brandolini, segreteria Arcilesbica
39. Giovanna Camertoni, segreteria Arcilesbica
40. Giordana Curati, segreteria Arcilesbica
41. Helen Ibry, segreteria Arcilesbica
42. Elisa Manici, segreteria Arcilesbica
43. Ostilia Mulas, segreteria Arcilesbica
44. Roberta Vannucci, segreteria Arcilesbica
45. Flavia Madaschi, AGEDO
46. Bruno Pompa, Direttivo Arcigay "Il Cassero"
47. Anna Maria Battaglia, Agedo Ragusa
48. Antonio D'Eramo, Coordinatore UAAR Varese
49. Lucille Micheletto
50. Claudio Indelicato
51. Manlio Padovan, socio UAAR
52. Katia Donato
53. Rossanna Muzzarelli, iscritta al pd
54. Rosario Murdica, Consigliere Nazionale Arcigay
55. Daniela Schillaci
56. Paolo Severi, Presidente Associazione Carlo Giuliani Rimini
57. Giovanni Castello, attvista arcigay di palermo
58. Luca Perilli, Vice Presidente Arcigay Agorà - Pesaro
59. Federico Cerminara, Tesoriere Nazionale Arcigay
60. Luca Perilli, Vice Presidente Arcigay Agorà Pesaro
61. Daniele Salerno
62. Bert d'Arragon, Presidente Associazione Vasubandhu
63. Antonio Barillà, Laicità dello Stato, FB
64. Marco Michelucci, Presidente Arcigay Pisa
65. Giuseppe Lombardo, gay
66. Arcangelo Macedonio
67. Angelo De Battisti, gay
68. Cristian Begalli
69. Lorenzo Michele Cisola, uno qualunque contrario alle discriminazioni
70. Danilo Zanvit, Vicepresidente Arcigay Bolzano/Bozen e Consigliere Nazionale Arcigay
71. Sandra Di Rosato
72. Martina Dalla Mora
73. Lucia Bavetta
74. Daniele Daprà
75. Mirko Rossi
76. Tiziano Tamburini
77. Benino Argentieri
78. Rosario Duca, Segretario Provinciale Arcigay Messina
79. Viviana Barbaccia
80. Yari Boni
81. Mauro Ghislandi
82. Silvia Lupo, Muovi Palermo
83. Daniele De Marco
84. Fabrizio Sorbara, Presidente Arcigay Napoli
85. Daniele De Marco
86. Chiara Dall'Ara
87. Thomas Rizzo, studente
88. Daniele De Marco
89. Anna Di Filippo, architetto
90. Massimo Palma
91. Letizia Gusso
92. Alessandra Pacelli
93. Giulia Renesto
94. Adriano Dalpane
95. Cristina Olivieri
96. Luca Malagoli
97. Jerry Denaro
98. Fabio Giugliano
99. Roberto Tauro
100. Dario Bezzanti, Cittadino,Democratico, Repubblicano e Antifascista
101. Sonia Frascatore
102. Lucia Caravella
103. Francesca Soliman
104. Marco Rinalducci
105. Alessandro Masier
106. pierpaolo salis
107. Marcello Siboni, Studente
108. angela conte, maestra
109. Carlo Ceccarini, libero cittadino
110. Antonio Maria Villano, impiegato
111. Riccardo Lubrano
112. Mara Guerra, operaia
113. Martino Pederzolli
114. Nedo Baronti, docente
115. Daniele Leo
116. Giuseppe Maria Lacitignola, studente
117. Anna Maria Pacini
118. Alessandra Calcara
119. salvatore mocci
120. Sara Vanin
121. Giada Conte, studentessa
122. Chiara Ercoli
123. Vincenzo Speranzini
124. Silvano Argenti
125. cristiana alicata, PD Lazio
126. Arianna Colosso
127. Gianluca Ierpi, Cittadino non evasore,incensurato con mutuo
128. Letizia Tesserini
129. Lorenzo Rainiero, studente universitario
130. pietro pirozzi
131. Laura paderni
132. Alessandra Lusardi
133. Irene Monticelli
134. Marta D'Aquilio, Studentessa
135. Andrea Longoni, Praticante Avvocato
136. Daniel De Franchi, cittadino
137. Lorenzo Caltabiano, Cittadino, Gay, italiano
138. Paolo Graziani
139. Marco Lazzaretto
140. Eleonora Fiorese
141. Alessandra Lusardi
142. monica pontoni
143. Giambattista Manna, essere umano
144. Martina Castellin
145. Francesca Anania
146. Mariafrancesca Scilipoti
147. Sabina Scotto di Tella
148. Marco Lazzaretto, nessuno
149. Mariachiara Millimaggi
150. Giuseppe Zambon, Tributarista - Revisore legale
151. Mathias Tolotti, Studente
152. Giuliano Tomei
153. Villiam Stefani
154. sara Vanin
155. Giuseppe Bonasoro
156. Giuliana Battipede
157. pietro cantarelli
158. Giuseppina Petrucci
159. Rosaria Greco, avvocato
160. Donatella Ferrante
161. Marco Vella
162. Barbara Di Nardi
163. Cargnelutti Roberta
164. Simone Pezzin
165. Mario Simone Davide Acampa
166. francesco putignano
167. simone giaconi
168. Pietro Pisano
169. Emanuele Lionetti, Studente
170. diego maina
171. luciano ghio, architetto
172. Renato Gandolfi
173. FRANCESCO PAOLO CHIOLA
174. Giorgio Gennari
175. Antonio Fruttaldo, Studente
176. Paolo Raco
177. serena la manna, ufficio stampa
178. Silvestro Catalano
179. Dario Ferrigno, Insegnante
180. Davide Tramma, indipendente
181. Maria Barone
182. Andrea Tanzi, Insegnante
183. Michele Totaro, Libero Professionista/Cittadino, Repubblicano, Laico, Antifascista
184. Ernerio Tagliati
185. Giorgia Rambaldi
186. Vilma Bistolfi, cittadina italiana
187. Salvatore Orabona
188. Alessandro Musu
189. Antonella Innamorato
190. Marinella Marovelli, Arcigay "Il Cassero"
191. Luciano Bartoli, Arcigay Cremona
192. oscar worey
193. Francesco Vitale
194. Mariarosaria Bucciaglia
195. rita riccelli
196. Monica Marchetti
197. monica mariani, insegnante
198. Andrea Ferrato
199. salvatore costanzo, studente universitario
200. sergio postorino
201. Giovanni Astone
202. Caterina Manenti
203. Raffaello Della Penna, Arcigay
204. Francesco Luppino
205. roberto crivelli
206. andrea bianchi
207. Marco Persico, studente
208. giovanni picus
209. Lorenzo Perfetto, Studente
210. Antonello Sannino, Ingegnere
211. Vincenzo Sassone
212. Giancarlo Scrugli
213. luciana garzi
214. Cristina Corrado
215. Antonio Fabrizio, giornalista
216. Emiliano Pecalli
217. Francesco Baldini
218. Danilo Monteverde, studente
219. Stefano Tatini
220. Marco Manca
221. Federica Russo
222. Renata Ruberti, insegnante in pensione
223. Nino Libro, direttivo Arcigay "Il Cassero" Bologna
224. Carla Marongiu, Cittadina
225. Alberto Ferrari
226. Sergio Curioni, cittadino italiano
227. Antonello Sannino, Ingegnere
228. Francesca Cristina Pirrone
229. Alice Troise, cittadina italiana
230. Antonio Albanese, Cittadino italiano ONESTO
231. Maria Emanuela Budriesi
232. Valerio Rastelli
233. Davide Basile, Studente universitario
234. Brunella Caniglia
235. Luigi Iaderosa, Studente, Etero - la civiltà ed il diritto riguardano tutti
236. Luigi Benedetti
237. Luigi Benedetti, costumista
238. Antonietta Barrago, Cittadina e Insegnante elementare
239. Salvo La Rosa
240. Daiana Leporatti, Tecnico Informatico
241. sala mariapia, presidente ComoGayLesbica
242. Alessandro Marchino, Dottore in Matematica
243. Salvo La Rosa
244. Giovanna Temussi, Insegnante elementare in pensione
245. paolo gerra, vice-presidente ComoGayLesbica
246. Laura Castagnoli, futura insegnante
247. emanuela coniglione
248. anita dimattia, educatrice
249. assia guarino
250. Luciano Bernaroli
251. sara uda
252. anna cercone, impiegata
253. Giovanni Cerasani
254. Giovanni Fiorini
255. Tobia Lana
256. gianpiero bonvicino
257. Pier Luigi Fettolini
258. D'Elia Giuseppe, Liberocittadino
259. assia guarino
260. Daniele Cescutti
261. Alessandro Zidda
262. Marco Ottanelli, www.democrazialegalita.it
263. Patrizia Mazzoli
264. gianfranco pallotta
265. Beppe Ramina, Giornalista
266. giorgio angella
267. Paolo Balboni
268. Paolo Fameli
269. Lavinia Marchiani
270. Leticia Perez
271. Daniele Passanante
272. Ceccarda Fornaciari
273. Pietro Giliberti, iscritto PD
274. Irene Biancardi
275. Maria Gabriella Lattarulo
276. Luca "Lucky" Amato, Primavera Queer
277. Gabriele De Luca, Insegnante
278. Raffaella Montimurro
279. Francesca Perondi, cittadina
280. Stefano Trulla
281. Fiorenza Marangolo
282. elisabetta bergamini
283. Fabio Capece, Dottorando
284. rosita macrì
285. paolo dall'ava
286. Mauro Corti, Studente
287. Paolo Armelli
288. Gabriele Di Padova, PD Cornaredo (MI)
289. Fabio Languzzi
290. Luca Pazzi
291. Alessandro Rizzo, Capogruppo La Sinistra Consiglio di Zona 4 Milano
292. Matteo Vassallo
293. Stefano Chiappetta, Studente
294. Alberto Santoprete
295. patrizia ilforte
296. Marco Ambrogi
297. orazio papili, presidente radicali abruzzo
298. Federica Cimino
299. Caterina Gulotta, Psicologo
300. Marco Romagnuolo, impiegato
301. andrea ballato
302. Giulio Garuti
303. elisabetta rossi, cittadina
304. Claudia Dusina
305. Patrizia Ribaga
306. Porfidio Monda
307. Giorgio Desto, Libero professionista
308. Daniele Pacini, Artista
309. Enrico Roveri, probabile futuro emigrante ed ex-elettore PD
310. Maurizio Squadrito, Studente
311. Maurizio Squadrito, Studente
312. Enrico Vincenzi
313. Claudia Dusina
314. Sara Manfredi
315. Martini Leonardo
316. giuseppe cambria, libero cittadino
317. Paolo Talarico
318. Luigi Cristalli
319. Luca de Santis
320. mattia galdiolo, tralaltro
321. Edoardo Alberti, Studente
322. federica silvestri, muuu
323. mihail cosentino, cameriere
324. Paola Moretti
325. Beniamino De Petris
326. Marcello Tito Manganelli
327. Roberto Stocco, Arcigay Roma
328. Pier Paolo Gobbo, Tersicoreo
329. roberto scrivano
330. Elisabetta Marzi
331. Alberto Vallarin, Ex Presidente Consulta provinciale Studentesca Veronese - PD Verona
332. pietro bruno, cittadino
333. Tommaso Alpina, Arcigay Pisa
334. Andrea Del Bene
335. giuseppe tartaglia
336. Vittorio Carosa, Vicepresidente Arcigay Milano
337. Fulvia Baldani
338. Gionata Gilio
339. Donatella Guerrini
340. Tommaso Mele
341. Vicky Messeri, studentessa
342. luigi pannarale, Ordinario di Sociologia del diritto - Università di Bari
343. Giacomo Guccinelli, Responsabile Rete Giovani Arcigay
344. elisabetta garboni, scrittrice
345. Luca Valeriani, iscritto Arcigay
346. Laura Raiola
347. Raffaele Lelleri, sociologo
348. Manuel Franceschetti, Lavoratore dipendente
349. Lucia Petroni
350. tatiana palermi
351. Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma
352. Carlo Guarino, consigliere nazionale Arcigay
353. Marco Casiraghi
354. pier francesco prata, studente
355. claudius messner, docente
356. Sciltian Gastaldi, scrittore e insegnante universitario
357. Giorgio gandolfo, cittadino italiano, laico!
358. Angarola Luca, Libero Cittadino Omosessuale
359. Giovanni Dall'Orto, giornalista e scrittore
360. Riccardo Tromba, Cittadino
361. Vincenzo Branà, segreteria Arcigay
362. maria marsala, cittadina
363. daniela vadala', cittadina
364. Patrizia Migliozzi
365. Maria Cianciulli, Psichiatra
366. PAOLO RINCO, PENSIONATO
367. Mirko Mazzolini
368. Giancarlo Giaffreda, studente
369. Matteo Ceribella
370. Fatbardh Allmeta, studente
371. alessio giordano, web manager
372. giovanni tomasoni, artigiano
373. Vittorio Matonti
374. Matteo Proromo, Attivista del movimento GLBT
375. Tiziano Carducci, studente
376. Giuseppe Barretta
377. Claudia Corradino, cittadina italiana atea e sbattezzata
378. Matteo Ricci, Arcigay
379. Federico Ferrari, psicologo
380. Martina Mazzeo, Studentessa
381. Nicola Bocchetta
382. Andrea Di Stefano, cittadino italiano
383. marcello volta, cittadino italiano, laico
384. Matteo Severi
385. Federico D'Ambrosio
386. Federico Caprini, Socio/Volontario Arcigay Genova L'Approdo/Le Ninfe GenovaGaya
387. Ernesto,Roverselli
388. Marcello Parziale
389. Francesco Allegrini, Medico infettivologo
390. Francesco Spione, infermiere - cittadino
391. Alessandro Neroni
392. Giovanni Striano
393. Daniele Speziari
394. Carlo Pelandi
395. Daniele Sorbello, Laureato in Medicina e chirurgia
396. Manuela Penzo
397. Giuseppe Romeo
398. Marina Padovan
399. andrea galvani, 1 dei tanti
400. Maria Teresa Ghisolfi
401. Olivia Mazzoleni
402. CESARE ANTIFORA, IMPIEGATO
403. Francesco Allegrini, Medico Mal Infettive
404. Silvia Dradi, Coordinatrice comunità per minori
405. Marco Alessandro Giusta
406. Marcella Minasola
407. Carmine Lariccia, coordinatore cittadino Io Sud
408. Fabrizio Giovannucci, Studente
409. Francesco Serreli, tesserato
410. Pierina Scarlato, pensionata
411. GIUSEPPE CUSUMANO, libero cittadino
412. Stefano Gruppi, cittadino
413. Alberto Gentili
414. loredana teofile, cittadina famiglie arcobaleno
415. Giovanni Gualtiero, cittadino italiano laico
416. Igor Marco Garofalo
417. Angela Barone
418. Vittorio Garofalo
419. Pigi Mazzoli
420. Tania Pashchenko, commessa
421. Carla di Maio, Famiglie Arcobaleno
422. francesca cappola, amica dell'uguaglianza
423. agata cusimano, impiegata
424. Maria Di Maro, Infermiera
425. Domenico Papaleo, Esecutivo Provinciale Sinistra Ecologia Libertà - Bologna
426. tania minella, impiegata
427. Roberto Laghi, Impiegato
428. Yann Calao
429. Daniel De Lucia, studente universitario
430. Valerio Barletta, PD Roma19
431. gianna baresi, insegnante
432. Alberto Trevisan, ateo anticlericale
433. Enrico Cavicchi, studente
434. emilio sartori
435. Mimmo Zanframundo, ateo
436. Valerio Interlandi, studente universitario
437. Roberto Pizzo, impiegato
438. Annamaria Imbarato, insegnante
439. Claudio D'Agostino
440. Valèrie Taccarelli, MIT
441. Stefano Aresi, portavoce Circolo di Cultura Omosessuale "Harvey Milk"
442. Michela Mattiazzi
443. Ilaria Ricci, chef
444. Giorgio Prosperi, Commerciante
445. luca santarelli
446. Lorenzo Selvaggi, studente
447. Simone Schiocchet, Studente
448. angelo carchidi, studente
449. Andrea Ferrari, impiegato
450. Stefano Pagnotta
451. G.F. Mamglasond, Artista
452. Leda Diano, Lavativo dipendente pubblico
453. Andrea Berardicurti, Segreteria Circolo Mario Mieli
454. Michele Conti
455. Gestalt Rimini, Associazione Culturale
456. Riccardo Rossi, impiegato
457. silvia storelli, filmaker
458. Donatella Vinci, cittadina
459. Calogero Cavataio, Presidente Arcigay Livorno
460. Vanessa Valente
461. Elena Martignoni
462. edoardo crippa
463. Barbara Brunelli, Laica
464. carmela silvestri, studentessa
465. Gian Maria Lupparelli, cittadino italiano
466. angela toni, studente/lavoratrice
467. Orazio Rosalia
468. Maurizio Palomba, Socio ex presidente sez Roma
469. Daniel Degli Esposti, Studente
470. Dario De Gregorio, Cittadino e gay
471. Emilio Pugliese, direttivo Arcigay "Frida Byron" Ravenna
472. Erica Vinay, valdese laica
473. Stefani Prekalj
474. Domenico Di Gianna, Consulente informatico
475. davide donati
476. Roberto Ballerini, SEL
477. angela sgaramella
478. Francesco Lora, ricercatore
479. Marco Scarpa, responsabile www.gayspace.it
480. Novella Miano
481. Roberto Grendene, coordinatore Circolo UAAR di Bologna
482. Angela Larosa, Ass. Famiglie Arcobaleno
483. Giovanni Andrea Sechi, studente universitario
484. Enrico Garozzo, Arcigay Catania
485. Samuele Delpozzi
486. Stefano Molinari
487. Gian Luigi Passini
488. Fabio Iovine, libero cittadino
489. Umberto Leardi, Cittadino e socio Arcigay Pianeta Urano Verona
490. Giovanni Barbagli
491. Laura Friggeri
492. Salvatore nicosia, Cittadino laico italiano
493. Federica Fabbiani
494. Giuseppe Migliavacca, disoccupato
495. Carmine Di Maria
496. Elodie Linot, professoressa francese
497. davide scelsi
498. Franco Mazzotta, pensionato
499. Enrico Anconelli, Italia Dei Valori
500. Raboni Fabio, Lavoratore
501. tiziana saunig, cittadina italiana laica
502. Vittorio Ragucci, impiegato
503. Luca Trotta
504. Gian Luca Zagatti, Partigiano
505. Massimiliano Cignitti, Impiegato
506. fabrizio ballardini, musicista
507. Martina Monti, International Officer IDV giovani
508. Giuseppe Di Vita, coordinamento ecodem Toscana
509. luigi di vita, impiegato
510. Stefania Delli Paoli, studentessa
511. Calogero Sferlazza
512. Matteo Corda, Consigliere Nazionale Arcigay
513. gualtiero mancini
514. eduardo penna
515. anna viviani, cittadina
516. Rocco Munciguerra, studente universitario
517. alessio chiascione, diplomato cuoco studente di danza e canto in accademie
518. Enrico Garozzo, Arcigay Catania
519. Giovannimaria Fresu
520. steve colantuoni
521. alexandre rossi
522. Giuliano Martino
523. stefano amato
524. Salvo Russo, precario
525. Salvo Maiorana, Counselor...onorario arcigay sicilia
526. Roberto Negri
527. Jacqueline Baraglia, cittadina italiana.Laica!
528. Andrea Biolcati, Arcigay Rovigo
529. Enrico Garozzo, Arcigay Catania
530. Antonio Rizzo
531. Fortunato Casalini, laico
532. attilio miconi rocchi, amr
533. Marcela Bracalenti, pittrice
534. sara cervai
535. antonio oliviero
536. Pietro Sciacca
537. Davide Premutico
538. gennaro latronico
539. Luca Diana, Studente (Biologia delle Produzioni Marine)
540. maurizio vitale
541. andrea tupini
542. Rosolino Ghiraldotti, Cittadino laico
543. Maurizio Solca
545. rino codeluppi
546. Gaetano Calabrese, Studente Universitario
547. Loris Baroni, Consigliere Nazionale
548. ivan cazzamali
549. Claudio Cappotto, Psicologo
550. simona saccinni
551. domenica delfino, impiegata
552. daniela roccu
553. Casu Antonino
554. Roberto Grendene, coordinatore Circolo UAAR di Bologna
555. Cristiana Pascutto, cittadina
556. Francesco De Paoli
557. andrea rossetti
558. Maria Antonietta Sansalone, Psicopedagogista
559. Rosa Capocasale
560. Gabriele Iori
561. paolo calzavara, cittadino
562. Adele Labile
563. stefania giambalvo, Insegnante
564. LIA ROSSI
565. Andrea Antoniciello
566. Claudio Mazzalupi, Docente Italiano e latino
567. Marco Borselli, cittadino italiano, Laico
568. Bakdassare Mangione, consigliere comunale . San Giorgio Jonico (Ta)
569. Umberto Genovese, blogger e commerciante
570. Paola Lucia Marongiu
571. elettra de santis
572. Valerio Demetrio Ferrai, privato studente
573. Lorenzo Zanoni, Studente
574. Gianfranco Scavuzzo, PSI - Sicilia
575. Irene Turchi, Psicologa - Ass. 3.tRe
576. Lorenzo Zanoni, Studente
577. Mirella Di Lucca
578. matilde barbouth
579. stefania orsini
580. Simonetta Moro
581. Iole De Angelis, insegnante
582. Angiola Falconetti, libera cittadina
583. claudia marzocchi
584. matejka drius, casalinga
585. Marco Arlati, Segretario Arcigay Bergamo Cives
586. giuseppina buonomo
587. marcello persica
590. Michela Semeraro
591. Luca Falzea, Studente
592. Fabio Mulas
593. Giampaolo Prampolini
594. Roberto Obinu
595. piccinino gaetano, imprenditore
596. miriam cadei, cittadina

Venerdì, 30 Luglio, 2010 - 10:00

FINI fuori dal PDL: il documento ufficiale

Pdl, il documento ufficile dell'ufficio di presidenza

Roma - L'Italia necessita di profondi cambiamenti sia nella sfera economica che in quella politica e istituzionale. Così esordisce il documento finale votato questa sera dall'ufficio di presidenza del Pdl. L'azione del nostro governo presieduto da Silvio Berlusconi e la nascita del Pdl rappresentano - è scritto nel documento- ciascuno nella propria sfera, la risposta più efficace alla crisi del Paese. Il governo ha dovuto agire nel pieno della crisi economica più grave dopo quella del 1929, riuscendo ad evitare, da un lato, gli effetti più dirompenti della crisi sul tenore di vita delle famiglie e dei lavoratori, e, dall'altro lato, preservando la pace sociale e la tenuta dei conti pubblici.
Con la nascita del Pdl, dall'altra parte, la vita politica italiana ha fatto un ulteriore passo in avanti verso la semplificazione e il bipolarismo. Occorre aggiungere che, in questi anni, gli elettori hanno sostenuto e premiato sia l'azione del governo che la nuova realtà politica rappresentata dal Pdl. Immediatamente dopo il nostro congresso fondativo, tuttavia, e soprattutto dopo le elezioni regionali, sono intervenute delle novità che hanno mutato profondamente la situazione, al punto da richiedere oggi una decisione risolutiva.
Invece di interpretare correttamente la chiara volontà degli elettori, nella vita politica italiana hanno ripreso vigore mai spente velleità di dare una spallata al governo in carica attraverso l'uso politico della giustizia e sulla base di una campagna mediatica e scandalistica, indirizzata contro il governo e il nostro partito, che non ha precedenti nella storia di un Paese democratico. L'opposizione, purtroppo, non ha cambiato atteggiamento rispetto al passato, preferendo cavalcare l'uso politico delle inchieste giudiziarie e le speculazioni della stampa piuttosto che condurre un'opposizione costruttiva con uno spirito riformista.
Ciò che non era prevedibile è il ruolo politico assunto dall'attuale Presidente della Camera. Soprattutto dopo il voto delle regionali che ha rafforzato il governo e il ruolo del Pdl, l'On. Gianfranco Fini ha via via evidenziato un profilo politico di opposizione al governo, al partito ed alla persona del Presidente del Consiglio. Non si tratta beninteso di mettere in discussione la possibilità di esprimere il proprio dissenso in un partito democratico, possibilità che non è mai stata minimamente limitata o resa impossibile. Al contrario, il Pdl si è contraddistinto dal momento in cui è stato fondato per l'ampia discussione che si è svolta all'interno degli organismi democraticamente eletti. Le posizioni dell'On. Fini si sono manifestate sempre di più, non come un legittimo dissenso, bensì come uno stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del programma di governo sottoscritto con gli elettori e votato dalle Camere, come una critica demolitoria alle decisioni prese dal partito, peraltro note e condivise da tutti, e infine come un attacco sistematico diretto al ruolo e alla figura del Presidente del Consiglio.
In particolare, l'On. Fini e taluni dei parlamentari che a lui fanno riferimento hanno costantemente formulato orientamenti e perfino proposte di legge su temi qualificanti come ad esempio la cittadinanza breve e il voto agli extracomunitari che confliggono apertamente con il programma che la maggioranza ha sottoscritto solennemente con gli elettori. Sulla legge elettorale, vi è stata una apertura inaspettata a tesi che contrastano con le costanti posizioni tenute da sempre dal centro-destra e dallo stesso Fini. Persino il tema della legalità per il quale è innegabile il successo del Governo e della maggioranza in termini di contrasto alla criminalità di ogni tipo e di riduzione dell'immigrazione clandestina, è stato impropriamente utilizzato per alimentare polemiche interne.
Il PdL proseguirà con decisione nell'opera di difesa della legalità, a tutti i livelli, ma non possiamo accettare giudizi sommari fondati su anticipazioni mediatiche. Le cronache giornalistiche degli ultimi mesi testimoniano d'altronde - prosegue il documento - meglio di ogni esempio la distanza crescente tra le posizioni del PDL, quelle dell'0n. Fini e dei suoi sostenitori, sebbene tra questi non siano mancati coloro che hanno seriamente lavorato per riportare il tutto nell'alveo di una corretta e fisiologica dialettica politica. Tutto ciò è tanto più grave considerando il ruolo istituzionale ricoperto dall'On. Fini, un ruolo che è sempre stato ispirato nella storia della nostra Repubblica ad equilibrio e moderazione nei pronunciamenti di carattere politico, pur senza rinunciare alla propria appartenenza politica.
Mai prima d'ora è avvenuto che il presidente della Camera assumesse un ruolo politico così pronunciato perfino nella polemica di partito e nell'attualità contingente, rinunciando ad un tempo alla propria imparzialità istituzionale e ad un minimo di ragionevoli rapporti di solidarietà con il proprio partito e con la maggioranza che lo ha designato alla carica che ricopre. L'unico breve periodo in cui Fini ha "rivendicato"nei fatti un ruolo super partes è stato durante la campagna elettorale per le regionali al fine di giustificare l'assenza di un suo sostegno ai candidati del PDL. I nostri elettori non tollerano più che nei confronti del governo vi sia un atteggiamento di opposizione permanente , spesso oggettivamente in sintonia con posizioni e temi della sinistra e delle altre forze contrarie alla maggioranza, condotto per di più da uno dei vertici delle istituzioni di garanzia. Non sono più disposti ad accettare una forma di dissenso all'interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando già l'esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al PDL.
I nostri elettori, inoltre, ci chiedono a gran voce di non abbandonare la nuova concezione della politica, per la quale è nato il Pdl, che si fonda su una chiara cornice culturale e di valori, sulla scelta di un chiaro e definito programma di governo, su una compatta maggioranza di governo e sull'indicazione di un Presidente del Consiglio, in una logica di alternanza fra schieramenti alternativi. Questo atteggiamento di opposizione sistematica al nostro partito e nei confronti del governo che, ripetiamo, nulla ha a che vedere con un dissenso che legittimamente può essere esercitato all'interno del partito, ha già creato gravi conseguenze sull'orientamento dell'opinione pubblica e soprattutto dei nostri elettori, sempre più sconcertati per un atteggiamento che mina alla base gli sforzi positivi messi in atto per amalgamare le diverse tradizioni politiche che si riconoscono nel Pdl e per costruire un nuovo movimento politico unitario di tutti coloro che non si riconoscono in questa sinistra.
La condivisione di principi comuni e il vincolo di solidarietà con i propri compagni di partito sono fondamenti imprescindibili dell'appartenenza a una forza politica. Partecipare attivamente e pubblicamente a quel gioco al massacro che vorrebbe consegnare alle Procure della Repubblica, agli organi di stampa e ai nostri avversari politici i tempi, i modi e perfino i contenuti della definizione degli organigrammi di partito e la composizione degli organi istituzionali, è incompatibile con la storia dei moderati e dei liberali italiani che si riconoscono nel Popolo della Libertà. Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarietà fra i consociati. Si sta nel Popolo della Libertà quando ci si riconosce nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignità. Assecondare qualsiasi tentativo di uso politico della giustizia; porre in contraddizione la legalità e il garantismo; mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare la storia degli ultimi sedici anni su un "patto criminale" con quella mafia che mai come in questi due anni è stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia, significherebbe contraddire la nostra storia e la nostra identità.
Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell'On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l'attività politica del Popolo della Libertà. Di conseguenza - conclude il documento - viene meno, allo stato, anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni.
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