
Tra le tante sfide, di rinnovamento e di concretezza, che il Partito Democratico ha di fronte a sé, indubbiamente la capacità di convogliare risorse, competenze e talenti nuovi sarà cruciale. I luoghi di incontro dovranno molto probabilmente essere differenti e molteplici dalle tradizionali sezioni di partito, luoghi fisici, ma anche digitali, verticali e tematici persino.
Voi come vorreste fossero le nuove “sezioni” del PD?


Il dibattito ?


Nel nostro paese il diritto di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni e negli organi elettivi è stato da tempo sottratto ai cittadini e trasferito nelle stanze delle segreterie dei Partiti.
Un enorme potere trasferito nelle mani di pochi uomini appartenenti a soggetti, quali i Partiti, che in una società complessa come quella contemporanea sono in grado di rappresentare soltanto in parte le molteplici e mutevoli esigenze emergenti dai cittadini.
“La casta” questo è l’efficace appellativo assegnato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella alla nostra classe politica in un libro appena pubblicato che con dovizia di esempi dimostra quanto il nostro paese sia guidato da un gruppo di potere trasversale stabile, autoreferenziale e quanto siano elevati i costi visibili e invisibili trasferiti dalla politica sulle spalle dei cittadini.
Il quesito è particolarmente attuale in un periodo in cui stiamo assistendo alla nascita di un nuovo soggetto politico: il Partito Democratico.
Sarà solo un nuovo Partito che si aggiungerà a quelli esistenti senza modificare le strutture organizzative interne e le logiche di funzionamento oppure sarà un Partito Nuovo capace di introdurre nella politica italiana nuove idee, nuove persone ma soprattutto nuovi processi che favoriscano la partecipazione del cittadino?
Il Circolo per il Partito Democratico Milano ha avviato una profonda riflessione per determinare quali dovranno essere i cardini intorno ai quali dovrà avvenire il processo che porterà alla nomina dei membri della Costituente del futuro Partito e i punti fermi che dovranno essere inclusi nello Statuto del Partito.
Su questo tema abbiamo organizzato il 31 maggio 2007 un evento pubblico con un'dea chiara.
Un Partito sarà nuovo Nuovo solo se sarà fondato su un sistema di regole in grado di garantire un confronto aperto tra le persone e le idee nuove presenti nella società e se sarà in grado di favorire il ricambio generazionale.
Quali sono le regole per creare e organizzare un Partito veramente democratico a prescindere dalla modifica della legge elettorale, dall'effettiva applicazione dell'art.49 della costituzione o da quello che faranno in futuro altri Partiti?
Quali sono le modalità di selezione delle persone destinate a far parte della costituente?
Quali sono le regole che garantiscono pari opportunità a tutti i candidati mettendo sullo stesso piano chi ha alle spalle le strutture e le risorse di un partito e chi invece queste risorse non ha?
Come è possibile favorire il ricambio generazionale e l'inserimento dei giovani e delle donne nel nuovo Partito?
Quali dovranno essere le regole chiave del futuro Partito Democratico per garantire la massima apertura nei confronti dei cittadini?
In questo Forum ti invitiamo a esprimere la tua opinione sulle regole di un Partito veramente Democratico.
Si tratta di condizioni fondamentali per restituire al cittadino il diritto di partecipazione e riavvicinare le persone alla politica.
Se sei interessato a saperne di più sul Circolo per il Partito Democratico Milano puoi contattare csaccani1@tiscali.it




Grazie a tutti


dopo aver portato all'attenzione dei forum dedicati ai nove Consigli di Zona di Milano l'ennesima lettera pubblicata sulle pagine del Corriere della Sera in merito ai Consigli di Zona e al loro attuale ruolo, il Consigliere Luca Gandolfi ha innescato, nella "Linea Diretta con il Consiglio di Zona 5", la discussione "DECENTRAMENTO Una risorsa da valorizzare" che direi di continuare in quest'ambito in cui potranno intervenire, con il loro prezioso bagaglio d'esperienza tutti i Consiglieri (in carica o ex) e tutti i Cittadini che con i Consigli di Zona hanno interagito e interagiscono. Già nella "vecchia" Comunali Milano 2006, da gennaio a maggio, questo forum era stato teatro di una lunga e partecipata discussione dal titolo "Riformare i Consigli di Zona".
Riporto dalla "Linea Diretta con il Consiglio di Zona 5":
Inserito da Luca Gandolfi il 10 Feb 2007 - 00:13
Dire che i Consigli di Zona come sono ora servono a poco o a nulla è una triste verità, ma è un po’ come sparare una fucilata in testa a un uomo agonizzante: oltre ad essere inutile è anche crudele.
Apro quindi questa pagina per stimolare una discussione costruttiva per cercare di raccogliere suggerimenti su come cambiare per valorizzare il Decentramento a Milano: su quali nuove funzioni e reali poteri attribuire ai Consigli di Zona.
Questo NON vuole essere uno spazio per uno sterile e poco costruttivo elenco di attuali non-poteri e non-funzioni ad attribuite agli attuali Consigli di Zona e alle ovvie delusioni e frustrazioni che ne conseguono.
Questa è l'area dedicata ai suggerimenti per un progetto di come potrebbe e dovrebbe essere un possibile nuovo Decentramento a Milano.
Sono fermamente convinto che un Decentramento pensato in modo diverso da quello attuale potrebbe essere una straordinaria risorsa per una città come Milano. Una istituzione capace di essere vicino ai cittadini e ai loro problemi come sono i Consigli di Zona, qualora fossero dotati di effettivi poteri decisionali, di un proprio bilancio con risorse economiche adeguate, potrebbe ridare efficienza e più rapida capacità di risposta alle tante problematiche che nascono ogni giorno in una grande città come Milano. Ma è chiaro che per realizzare un simile modello di Decentramento sarebbe indispensabile che una parte dei poteri oggi concentrati nelle mani della Giunta venissero ceduti. E questo è l’aspetto più difficile da ottenere.
Colgo l'occasione per informare che in Zona 5 è nata proprio di recente la Commissione Decentramento per cercare di riflettere (possibilmente senza barriere ideologiche) su quali possono essere le proposte di rinnovamento da far pervenire al Sindaco e alla Giunta. Certo, anche in questo caso, qualsiasi sarà il lavoro prodotto si tratterà di una proposta politica su cui, poi, saranno altri a decidere. Ma sarebbe bello, una volta ogni tanto, che le proposte che nascono dal basso venissero rispettate e adottate. Del resto è (o dovrebbe essere) proprio questo il significato primo della democrazia.
Ritengo che sarebbe estremamente utile se i cittadini facessero pervenire qualche proposta costruttiva a chi prenderà parte ai lavori della neonata Commissione Decentramento della Zona 5 (di cui ho l’onore di essere uno dei membri).
Cerchiamo di costruire tutti assieme partendo dal basso un nuovo modello efficiente di città attraverso una profonda e innovativa riforma di quella preziosa risorsa – fino ad oggi non utilizzata, anzi umiliata – che può essere il Decentramento. Il “modello Milano” attualmente in uso è ormai anacronistico, poco democratico e scarsamente efficiente. Bisogna avere il coraggio di riformarlo evitando i soliti egoismi o miopie politiche.
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Luca Gandolfi
Di Pietro Italia dei Valori (capogruppo)
http://www.lucagandolfi.it
lucagandolfi_consigliere@hotmail.it
Riporto dai forum dedicati ai Consigli di Zona:
porto alla vostra attenzione l'ennesima lettera al Corriere della Sera relativa ai Consigli di Zona e al loro ruolo... ci adoperiamo, con il supporto della telematica, per far riacquistare la fiducia perduta ai cittadini e per far funzionare realmente il decentramento?
da ViviMilano - Il caso del giorno
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/09/caso.shtml
Delusi e frustrati, scontenti dei consigli di zona
Le scrivo con cognizione di causa poiché sono stata per 10 anni consigliere della zona di decentramento 19, ora inglobata nella 8 e poi non mi sono più ricandidata. I miei 10 anni al servizio dei cittadini della mia «cittadella» sono stati colmi di tanto lavoro e di tante frustrazioni. In quel periodo ero capogruppo del Pri e presiedevo le commissioni Sanità ed Educazione. Il mio dispendio di tempo e di energie era finalizzato sempre all'ascolto dei cittadini che mi si rivolgevano con la passione civile di chi crede di poter risolvere qualche piccolo problema. Ho ribadito spesso, direi tutte le volte che le istanze del consiglio venivano cassate o ignorate dal Comune centrale, la necessità che ogni consigliere presentasse le sue dimissioni per una questione di dignità e per non gravere sui costi dell'amministrazione comunale come peso morto: l'ho fatto senza successo. In realtà occorre dire che pochissime persone si accostano alla politica con spirito di servizio, i consiglieri di zona sono per la maggior parte politici, anzi portaborse di politici più importanti e quindi la loro presenza sul territorio con un ruolo comunque istituzionale ha la funzione di «tenere in caldo» l'elettorato di questo o quel consigliere comunale. Per concludere credo che nessuno cambierà nulla, questo decentramento una funzione ce l'ha e non è certo quella di essere realmente al fianco dei cittadini. Purtroppo!
Gentile signora Valletti, partiamo dal finale della sua lettera per non lasciar cadere una questione, quella dei consigli di zona, che merita una seria riflessione sulla cosiddetta politica partecipata: se nessuno se li fila, questi consigli di zona a che cosa servono? Può darsi che la visione sia diversa a seconda del colore politico di chi scrive (in genere chi sta all’opposizione è sempre più critico), ma su una cosa mi sembra siano tutti d’accordo: l’attuale regolamento non funziona, la cabina di comando della politica ignora il decentramento, i consiglieri di zona potrebbero essere soci di una bocciofila, dell’Arci o di un circolo Lions e lo Stato risparmierebbe un bel mucchio di quattrini. Riceviamo e pubblichiamo altri contributi meritevoli che difendono la buona volontà di chi è stato investito da un mandato elettorale. Leitmotiv: l’amministrazione è sorda sia nei confronti dei cittadini, singoli ed organizzati, che dei loro eletti come legittimi portavoce. «I Consigli di Zona, ad oggi, funzionano senza che il vigente Regolamento del Decentramento sia attuato dal Sindaco, dalla Giunta, e anche dai presidenti di zona. Gran parte dei consiglieri supinamente subiscono in silenzio...» Qualcuno protesta. In zona 5, Ettore Brusatori (Lista Dario Fo), Claudio Muzzana (Margherita) e Gianni Esposto (Lista Ferrante) non nascondono l’avvilimento e ammettono uno «snervante lavoro investigativo presso i vari settori del Comune, per conoscere cosa si prevede di realizzare in zona....». Filippo Maraffi, di Rifondazione, segnala alcuni risultati raggiunti all’interno del consiglio di zona 1: recinzione dell'asilo nido di Via Palermo, rifacimento dei giardino di corso di Porta Romana e via Crivelli ristrutturazione ed al rilancio dei Centri di Aggregazione Multifunzionali fino ad ottenere le strisce pedonali dove erano necessarie, ma si dichiara «frustrato dallo scarso interesse, se non dal rifiuto assoluto, che le Giunte succedutesi negli anni, hanno riservato alle nostre deliberazioni». Io ho già detto come la penso e lo ripeto: tra politica e cittadini il meccanismo si è inceppato. Non è vero che i consigli di zona non facciano nulla, ma nei partiti si lavora molto sulla ricerca del consenso e sull’occupazione dei posti. Lo spirito di servizio? È una rarità. La politica- immagine ha altri slogan: si è per quel che appare. E a proposito di apparizioni, che fine ha fatto l’assessorato al decentramento? Forse sui consigli di zona può dirci qualcosa.
Giangiacomo Schiavi


Ciao:-)
Propongo - in allegato word - uno 'specchietto' riassuntivo delle principali modifiche alla nostra Costituzione del 1948, (modificata fino ad ora nei decenni in alcune parti che non hanno mai complessivamente inciso profondamente come le attuali, del 2005, sulla natura della Carta) - modifiche che siamo tutti chiamati ad approvare - o meno - il 28 giugno prossimo, con il referendum: referendum che non richiede il quorum e dove prevarranno i Si o i No espressi - referendum che si è reso necessario perchè le modifiche alla Costituzione non sono state approvate dalle Camere con la maggioranza qualificata richiesta dei due terzi. Sono stati cambiati 52 articoli nella Seconda parte della Costituzione. Lo specchietto di seguito riassume le principali modifiche che la riforma approvata dal precedente governo di centrodestra ha apportato.


Che Internet rappresenti la forma più avanzata di democrazia è cosa nota.
Altrettanto noto è che le pubbliche amministrazioni italiane si riempiono tanto la bocca della parola e-democracy, ma nel concreto sono poche le iniziative che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla propria comunità attraverso il web.
Ovvero: non basta mettere un paio di forum online dove il cittadino può esprimere il proprio parere per realizzare un processo di e-democracy, occorre che i cittadini abbiano un riscontro puntuale da parte delle istituzioni.
Per questo auspico che il sito del comune di Milano possa dotarsi di strumenti che garantiscano maggior DIALOGO con le istituzioni, con particolare cura delle pagine dedicate ai consigli di zona (al momento poco più di una vetrina) che, a mio parere, devono essere il tramite principale tra i cittadini e l'amministrazione centrale.
In particolare troverei utile se i consiglieri di zona dedicassero a turno ore del proprio mandato per delle sessioni di chat o videoconferenze con i cittadini. Spero che il comune di Milano possa implementare una funzionalità del genere, altrimenti, in caso di elezione, mi toccherà spremere a dovere il server di casa per realizzare al stess acosa comodamente attraverso il mio sito web :-)
Saluti
Domenico Palladino
candidato al consiglio di zona 4 per l'Ulivo
www.comunalimilano2006/domenicopalladino
www.scriviloschiavo.it/candidatizone.asp


Prendo lo spunto da uno scambio di messaggi in altro Forum nel quale ad un tratto si è proposto di valorizzare o riformare i CdZ. Credo che molti cittadini non sappiano dove siano, a cosa servono, quali competenze abbiano e via di questo passo. La mia impressione, vorrei sbagliare, è che si tratti del primo scalino di conquista politica di una mini-istituzione, ma che allontana troppo spesso i cittadini dall'unico veicolo a disposizione che si possa effettivamente occupare dei problemi di quartiere. Nella mia zona, il CdZ so che è anche a disposizione per feste di compleanno, corsi di musica e quant'altro. Sono però altrettanto onesto se dico che non ci sono mai nemmeno entrato. Perchè? Non lo so, forse non ne ho mai sentito il bisogno, forse l'ho sempre visto un piccolo 'covo' politico e non qualcosa che potesse effettivamente rappresentare i cittadini della zona in cui abito. Cosa si può fare per cambiarli o per cambiare il nostro atteggiamento verso i CdZ?


So che questa affermazione potrebbe urtare un poco i politici ma, personalmente ritengo che, impostando le
primarie cone è stato fatto, non si è voluto raggiungere tale obbiettivo.
Chiaro è che il Candidato Sindaco maggiormente auspicato sia Ferrante, in quanto potrebbe captare anche i voti di Centro Destra.
Chiaro è che Ferrante ha il grandissimo pregio, a parer mio, di venire dalle Istituzioni, istituzioni intese come bene per il nostro Paese, SE degnamente rappresentate.
Chiaro che Ferrante debba chiaramente sapere a chi rispondere per il ruolo assegnatogli e che, aspirando a divenire Sindaco di Milano, non può che essere la Comunità Milanese TUTTA.
Peccato che, attualmente, la candidatura di Ferrante appaia più la candidatura dei maggiori partiti della Coalizione
di Centro Sinistra, dei DS in particolare.
Peccato che con queste premesse l'elezione di Ferrante a Sindaco potrebbe apparire come una implicita
"cambiale in bianco" al suddetto partito che, sia nell'operato a livello nazionale che a quello locale NON HA MAI voluto prendere una posizione CHIARA E DECISA contro lo strapotere concesso ad ALCUNI poteri forti.
Poteri che, come dimostrato dalle recenti indagini della Magistratura sui "furbetti del quartierino", non risultano finalizzati al bene comune bensì all'accaparramento del bene comune nell'interesse di ALCUNI privati.
Trovo pertanto altamente "incivile" che il Centro Sinistra possa affermare che
"con i poteri forti bisogna accettare dei compromessi"
Avrebbe la stessa valenza che ha l'affermazione "con la mafia si convive":
Come possono i politici quindi meravigliarsi e ritenersi offesi dal distinguo fra Società Civile e Politica?
Non si possono accettare compromessi nè si convive con chi antepone i propri egoistici interessi ai diritti sacro santi della Comunità TUTTA.
Non si accettano compromessi con chi vuole mettere , con la connivenza dei Partiti, le mani sulla città e sul Paese per farne quello che vuole, senza alcun rispetto per la vivibilità e la salute dei cittadini!
Primario per il Cittadino Sindaco di una città come Milano, che deve tornare tassativamente dimostrare di essere civile, mi sarei aspettata fosse l'impegno a bloccare e ridiscutere TUTTI i progetti e le concessioni indegnamente
fatte passare, nell'interesse di ALCUNI PRIVATI, dall'attuale amministrazione comunale/regionale.
Mi riferisco, nello specifico, ai progetti:
Repubblica/Garibaldi/Isola de Castilla(/Bosco di Gioia)
Ex Fiera
Navigli
Parco Nord
Parco Sud
Parcheggi sparsi in tutta la città
nonchè alle innumerevoli concessioni date ai finanziatori di locali notturni e al popolo della notte
Progetti che contribuiranno tutti ad aumentare pesantemente entrambi i tipi di inquinamento e quindi a danneggiar ulteriormente la salute (diritto PRIMARIO e IMPRESCINDIBILE = secondario a nessun interesse, sia esso personale
o di partito!!!) della Città e della Comunità TUTTA (intesa come forme viventi, siano esse: alberi, animali o uomini)
Come si può infatti anche solo pensare di poter essere considerati facenti parte della Società Civile quando di fatto
ci si dichiara disponibili ad accettare compromessi che altri, che si dice per ciò di considerare indegni, hanno
accettato.
Perchè il cittadino è portato, più che giustamente, a contrapporre la Società Civile ai Partiti?
Perchè i Partiti contrappongono i propri stupidi, egoistici interessi a quelli della Comunità tutta, che sono i diritti che, la Società Civile chiede vengano tutelati!
I Partiti si decidano a cambiare rotta e non esisterà contrappozione.
Potremo finalmente ammettere che la Società Civile è rappresentata all'interno dei Partiti e finalmente potremo concedere loro la fiducia dovuta.
Chiedo pertanto ANCHE al Dottor Ferrante che, come i responsabili dei maggiori Partiti del Centro Sinistra, mi legge in coppia, di dimostrare che Lui, se verrà eletto Sindaco intende, con il sostegno di tutto il Centro Sinistra, rappresentare VERAMENTE la Società Civile, ossia gli interessi di tutta la Comunità milanese, partendo dalla salute, bene primario e imprescindibile.
Opportuno sarebbe anche che esprimesse tale sua disponibilità (come peraltro hanno fatto tutti gli altri Candidato Sindaco) in particolare ai Comitati che, da anni, si oppongono fieramente alla mercificazione dei propri quartieri e quindi della città.
Questo mi aspetto dal Grande Uomo che mi auguro governi prossimamente Milano MA, soprattutto, da una Grande Coalizione di Centro Sinistra, degna di tale nome.
In tale attesa, cordialmente auguro buon lavoro: nell'interesse di Milano e della sua Comunità tutta.
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E MAIL inviata in data 22 gennaio 2006 a
Dottor Ferrante
Corritore
Fo
Milly Moratti
Cerami
Mirabelli
Majorino
Dalla Chiesa
Zaccaria
Prodi
D'Alema
Fassino
Rutelli
Centrosinistra Comune Milano
Forum Società Civile
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Il mondo dell'Utopia è BELLISSIMO e io mi sono prefissa di renderlo reale a partire da Milano.
Per farlo, meglio sarebbe se si fosse in tanti a volerlo e.....MILANO sarà bellissima perchè sarà la NOSTRA Milano!!!
A tutti una buona giornata e...continuiamo a combattere per far vincere MILANO e.....la Civiltà
