
CENTROSINISTRA PER MILANO
- Bilancio di Genere a livello comunale e di zona/municipalità: strumento da adottare da parte del Comune e di ogni Consiglio di Zona/Municipalità per tener conto delle differenze di genere nelle proprie scelte economiche e sociali . Il bilancio di genere rivede il modo sia di reperire le entrate sia di offrire gli interventi, le azioni e i servizi tenendo conto delle diverse esigenze delle donne, soprattutto in merito ai servizi sociosanitari e a quelli che meglio sostengono la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, promuovendo in questo modo pragmaticamente la parità tra donne e uomini.
- Dipartimento alle Nuove Città alle dipendenze del sindaco, con il compito di organizzare la trasformazione fisica, funzionale ed estetica delle attuali periferie in vere e proprie città, utilizzando e coordinando le risorse dei vari assessorati.
Il Comune etico, che adotti pratiche socialmente responsabili e un codice etico per gli acquisti (ad es. affidi i servizi di tesoreria comunale a istituti bancari non compromessi con il commercio internazionale di armi; utilizzi, nelle mense scolastiche, nelle mense comunali e nei distributori di bevande all'interno degli uffici, prodotti provenienti dal commercio equo e solidale e di coltivazione biologica certificati; neghi il patrocinio a iniziative sponsorizzate da imprese che praticano politiche del lavoro, ambientali e commerciali censurabili o poco trasparenti; rifiuti la sponsorizzazione di proprie iniziative da parte delle stesse imprese e privilegi quelle che dispongono di certificazioni sociali e ambientali; utilizzi prodotti e pratiche rispettose dell'ambiente (carta riciclata, lampade a basso consumo energetico, ecc.) e introduca criteri di fiscalità ambientale nella predisposizione di tariffe e di aliquote di tasse e imposte comunali.
1. Centri Donna polivalenti (operanti in collaborazione con associazioni e gruppi di donne, e gestiti da comitati delle utenti): da riattivare come: spazi per la creatività e per l' elaborazione culturale delle donne; centri di informazione, ascolto, orientamento, accompagnamento per i problemi legati alla formazione, al lavoro, all'accesso ai servizi, al disagio; centri per attività formative di base mirate (ad es. per l'accesso all'informatica); centri di tutela legale per problemi familiari e di relazione e nei casi di violenza contro le donne e contro i/le minori; progetti mirati alle donne immigrate e alle donne rom; banche del tempo.
Il Comune, che ha colpevolmente rinunciato a occuparsi della salute, deve ricominciare a svolgere una funzione di programmazione, coordinamento e controllo dei servizi, di monitoraggio e tutela di cittadini e cittadine, di garanzia dell'accesso alle prestazioni; in particolare occorre ridefinire i Distretti socio.sanitari, in modo da riportarli alle dimensioni previste dalla legge (50/100.000 abitanti) e farli coincidere con le nuove Municipalità, e da sperimentare il modello di presa in carico integrata detto "casa della salute".
- Consultori: da raddoppiare (almeno: la legge ne prevede uno ogni 20.000. abitanti) e da potenziare come personale e come risorse; particolarmente rivolti alla prevenzione primaria per la salute sessuale e riproduttiva e per la contraccezione ( prestazioni gratuite, compresa la pillola del giorno dopo), con progetti specifici mirati alle giovanissime e alle donne immigrate ( anche presenza di mediatrici culturali); centri polivalenti per il ben essere delle donne nelle varie fasi della vita biologica e psicologica (adolescenza, maturità, menopausa), in grado di supportare le donne e le coppie anche attraverso la generalizzazione della mediazione familiare oggi praticamente assente; centri di sostegno alla maternità desiderata, anche nei primi tempi di vita di figli e figlie, e di corretta applicazione della legge 194/1978 per l'interruzione di gravidanze non desiderate. Per realizzare tutto ciò diventa fondamentale ricreare i comitati di gestione delle utenti;
- Osservatorio sulla salute della donna: che effettui il monitoraggio costante sugli specifici problemi/servizi e sia punto di riferimento per utenti, operatrici, ricercatrici;
- Salute dell'età evolutiva: progettazione e realizzazione, in accordo con l'Azienda Sanitaria Locale, di una rete di servizi per la salute psicofisica dell'età evolutiva (0-16 anni), in stretto raccordo con asili e scuole, che si facciano carico soprattutto sia della prevenzione e del reperimento precoce delle malattie, delle malformazioni e del disagio psichico, sia dell'educazione (sanitaria, alimentare, sessuale); garanzia della qualità dell'alimentazione fornita dalle mense scolastiche.
1) la città di città: invece di una città con centro e periferie e quartieri dormitorio vogliamo una città in cui:
- più edilizia popolare di qualità ben dotata di servizi, per dare casa ai ceti economicamente deboli, per richiamare in città giovani e giovani coppie, per poter accogliere nuovi nati e nuove nate; a tal fine occorre: bloccare la vendita dell'edilizia esistente; completare la riqualificazione edilizia, urbanistica, energetica, estetica e sociale dei quartieri esistenti; realizzare nuova edilizia (non su aree verdi), anche in piani misti di nuova edificazione e recupero edilizio e urbanistico;


Angelo Valdameri
16.5.06


Antonio Di Pietro sarà ospite questa sera alle 20.30 su Odeon Tv alla trasmissione di Gianfranco Funari "Extra Omnes". Vuoi scoprire in diretta se la Politica italiana è corrotta... se Ferrante è in testa nei sondaggi ... se ....? Accendi la Tv o partecipa a questo forum


Esprimo solidarietà ai vigili per l’aggressione subita. Una violenza subita, per chiuque, ha consegunze, nel bagaglio delle proprie esperienze, negative rilevati e devastanti per il fisico e il lato psicologico.
I giudici valuteranno, sicuramente, nel modo giusto il fatto ma credo che non finisca qui, sono convinto che ci voglia una reiducazione ai valori civili a queste persone che hanno bisogno di un sostegno educativo, dal singolo individuo all'interno della famiglia.
Il degrado porta a non vedere il futuro roseo, credo che il decadimento e non chi lo subisce vivendolo, vada lottato in modo forte e concreto.
Non è accaduto solo questo fatto ancora oggi ne accadono, sono meno eclatanti ma accadono.
Grande comprensione e allo stesso tempo fermezza e decisione.


la discoteca di via cena 1, milano, prosegue indisturbata le proprie serate, nonostante il comitato piazza grandi costituitosi spontaneamente per prevenire i dasagi causati dalle discoteche del quartiere, ha effettuato innumerevoli esposti alle competenti autorità.
L'ultima puntata è relativa all'accesso agli atti legati alla concessione della licenza che il comitato ha effettuato recentemente. Dalla documentazione esaminata, si evince che il Comune di Milano non ha effettuato tutte le verifiche necessarie all'avallo della licenza. A tale proposito è stata trasmesso alle competenti autorità un nuovo esposto che alleghiamo alla presente.


http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/04_Aprile/06/ferrante.shtml
Bruno Ferrante, candidato del centrosinistra alla poltrona di sindaco di Milano, avrà al suo fianco anche Davide Corritore. Il consigliere economico del governo D'Alema, che ha partecipato alle primarie di fine gennaio, sarà infatti inserito nella lista di persone che l'ex prefetto vuole portare con sé. Ma Ferrante ha anche un altro obiettivo: convincere Milly Moratti, moglie del patron dell'Inter Massimo e cognata di Letizia, candidato sindaco del centrodestra.
«La caratteristica della mia lista è quella di avere come riferimento la società civile e di cercare il dialogo anche con mondi diversi» ha detto Ferrante. A proposito di Milly Moratti, ha affermato: ««È una grande risorsa per la città e ci uniscono molti punti di vista. Ne abbiamo già ragionato molto insieme, è un obiettivo che mi sono posto e che spero di raggiungere quanto prima».
E' poi toccato a Davide Corritore illustrare punti e priorità della sua campagna elettorale: le primarie e Internet. «Milano sia punto di riferimento nazionale della democrazia partecipata, diventando la prima città italiana che istituzionalizza le primarie comunali». Al centro del programma anche «la diffusione capillare dell’accesso rapido a Internet in ogni luogo della città e in tutte le fasce della popolazione». Il progetto è quello di un piano regolatore per la Rete in grado di realizzare in maniera effettiva ed efficace una democrazia partecipata attraverso l’accesso al web.


da ViviMilano - speciali
http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/04_Aprile/05/ici.shtml
Il dibattito si trasferisce a Milano
Scontro da 11 milioni di euro sull'Ici
Il Comune diviso sulla tassa per la prima casa. Il Polo: giusto eliminarla. L’Unione: impossibile, un colpo di grazia per i Comuni
Il centrodestra segue Berlusconi: «L’Ici è una tassa iniqua. Giusto tagliarla, siamo pronti anche a Milano». Il centrosinistra punta il dito: «Promesse demagogiche e irrealizzabili. Restituiscano ai milanesi i soldi presi in questi anni». Il dibattito sull’Ici si trasferisce a Milano. La candidata della Cdl, Letizia Moratti, non si fa cogliere impreparata: «L'Ici è una tassa iniqua e ingiusta — esordisce — perché colpisce chi compra una casa con i risparmi di una vita». Il suo avversario Bruno Ferrante, candidato del centrosinistra, la vede diversamente: «È una proposta irrealizzabile se non è accompagnata dall’indicazione di nuove entrate che consentano ai Comuni di far fronte a quei servizi oggi finanziati dall’Ici. Meglio pensare di ridurre questa tassa per l’acquisto della prima casa, agevolando in particolare le giovani coppie».
La Moratti non è preoccupata per i mancati introiti: «Intanto il Governo può predisporre un piano di lotta all’evasione fiscale e il 30% di quanto recuperato sarà girato ai Comuni. Poi, comunque, Palazzo Chigi ha confermato oggi che lo Stato coprirà quanto non dovesse arrivare ai Comuni». E, comunque, se non ci sarà l’abolizione, la Moratti si dice pronta a studiare una sorta di Ici differenziata «per agevolare le giovani coppie e gli anziani». Quanto al tema della seconda casa, il ministro ha rinviato la risposta chiedendo «tempo per studiare la situazione». Un compito difficile. Lo stesso Gabriele Albertini nel 2001 aveva annunciato la riduzione di un punto dell’Ici - ferma al 5 per mille dal 1993, la più bassa tra le grandi città italiane - ma aveva dovuto rinunciare: «Avevamo previsto in bilancio alcune entrate che non ci saranno — si era giustificato Albertini — e quindi non possiamo tagliarne altre».
Oggi, il sindaco è sicuro che un’operazione del genere si può fare. Il gettito complessivo dell’Ici è di 396,4 milioni di euro. Eliminare l’imposta sulla prima casa significa rinunciare a 115 milioni di euro. All’anno. Per farsi un’idea della cifra: equivale a due ristrutturazioni della Scala «Un’idea magnifica - attacca Albertini - un atto di giustizia fiscale. L’Ici sulla prima casa è una tassa iniqua perché colpisce un bene primario dei cittadini, un bene a cui gran parte, è arrivato dopo anni di sacrifici, a volte di intere generazioni». Come fare? Razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni, recupero dell’evasione, trasferimenti compensativi dello Stato. Dice qualcosa in più l’assessore al Bilancio, Mario Talamona: «È possibile. Bisogna trovare una soluzione locale di tipo federalista». «Ce l’abbiamo fatto con la manovra correttiva imposta dalla finanziaria - conclude il vicesindaco De Corato - ce la possiamo fare anche con l’Ici»
Impossibile, grida la sinistra. Che rivolge la critica proprio ad Albertini. «Non l’hanno mai voluta abbassare - attacca il capogruppo Ds, Emanuele Fiano - perché i quasi 400 milioni dell’Ici rappresentano il 21% del totale delle entrate per spese correnti; vorrebbe dire fare a meno di 100 milioni». «Vuol dire che i milanesi hanno pagato inutilmente 400 milioni di euro all’anno» ironizza il segretario della Quercia, Franco Mirabelli. «Più che un colpo di teatro - attacca il vicepresidente della Provincia Alberto Mattioli - è un colpo di grazia per le casse del Comune». Una sponda inaspettata arriva invece da Basilio Rizzo di Miracolo a Milano: «Finalmente Berlusconi ha detto qualcosa di sinistra - conclude ironico - che sarebbe da c... non prendere in considerazione».
di Maurizio Giannattasio


Iole Garuti
Gentile signora, non appartengo alla categoria dei laudatori del tempo perduto (se oggi molte cose ci sembrano peggiorate altre sono certamente migliorate), ma trovare l'ottimismo in questi tempi è diventato come un esercizio yoga: bisogna concentrarsi molto per riuscirci. Lei ce l'ha, e si sente dietro il velo della nostalgia, come tanti di noi che vorrebbero una Milano capace di far esplodere le sue straordinarie potenzialità, le sue energie, la sua voglia di fare bene, ma alla fine si sentono rallentati, scoraggiati, a disagio in questa grigia mediocrità. Oggi tutti sono lasciati al proprio destino e lo sforzo che pochi fanno per ricucire un tessuto sociale troppo sfrangiato non basta a creare un moto d'aggregazione ideale: quando ci si trova con qualcuno si prova a sognare un po', ma il giorno dopo manca sempre il giro di manovella per partire. L'onda, inutile negarlo, è questa: non è uno tsunami, ma un lento e costante beccheggio che impedisce alla città di prendere il largo. È come se ci fosse paura ad osare, a rompere il muro delle consuetudini crostificate. Si invoca spesso la borghesia, per la rinascita di Milano. Ma la borghesia non c'è o è irriconoscibile rispetto a quella degli anni Sessanta che dettava l'agenda della politica, combatteva la sciatteria, aveva orgoglio di appartenenza, amava i suoi simboli e adottava chiunque avesse talenti e voglia di mettersi in gioco. Questa Milano un po' patria, un po' vetrina, un po' capitale, con un cuore anche quando diceva «Ohei, terun», questa Milano dei teatri, della cultura, dei circoli, non è scomparsa, lotta tra mille difficoltà in una città dormiente, adagiata nel ritiro del weekend. La ritrovo ogni giorno nelle lettere al Corriere, è una Milano che ha ancora una grande passione civile, che si indigna, si arrabbia, si offre come può. Ma non ha tempo, è assillata e compressa, teme sempre di affogare. Va aiutata a segnalarsi, a mettersi in relazione, ma è ostacolata da chi è abbarbicato sulle posizioni di rendita. Non basta darsi da fare se non c'è qualcuno che ascolta. Questo compito, un compito nuovo, moderno e anche entusiasmante, tocca al Comune. Non al Comune- azienda, ma al Comune-guida. È una speranza, l'ultima forse, per recuperare un po' di quella dimensione civica che lei rimpiange. L'altra è quella di farsi guidare dall'entusiasmo dei bambini. Milano non è una città facile, per loro. I candidati sindaco ne parlano troppo poco. Ma se Milano sarà più attenta a loro, ne guadagneremo tutti.


Cesare Saccani


http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/03_Marzo/10/nomadi.shtml
Il caso del campo di Triboniano
Moratti e Ferrante, scambio di accuse sui rom
Dopo le fiamme si alzano i toni della politica. L’incendio nel campo nomadi di via Triboniano ha lasciato sul terreno cumuli di cenere e circa 350 sfollati, ma anche polemiche e accuse incrociate tra destra e sinistra. Nel mirino della Casa delle Libertà c’è l’ex prefetto Bruno Ferrante, oggi in campo con l’Unione per conquistare Palazzo Marino, accusato di non aver garantito la sicurezza. Bersaglio del centrosinistra è invece l’amministrazione comunale, che avrebbe fatto esplodere i problemi senza governarli. A muovere l’attacco più pesante a Ferrante è il ministro Letizia Moratti, avversario diretto nella corsa a sindaco. «Purtroppo questa era una tragedia annunciata, come ha detto giustamente don Colmegna — esordisce — Nel quartiere ho riscontrato una situazione drammatica di illegalità che non poteva e non doveva essere tollerata. L’ex prefetto ha pesanti responsabilità: non ha garantito la sicurezza nonostante le continue richieste di sgombero dei cittadini e del Comune».
