Polizia e Unar, bene protocollo di intesa contro le discriminazioni
Questa mattina, alla presenza di diverse sigle dell’associazionismo lgbt italiano tra cui Arcigay, è stato firmato un protocollo di collaborazione nella lotta a tutte le discriminazioni tra Unar, l’ufficio nazionale anti-discriminazioni del Ministero delle Pari opportunità e Oscad, l'Osservatorio sulla sicurezza contro gli atti discriminatori incardinato nel Dipartimento della pubblica sicurezza, Direzione centrale della polizia criminale .
L’atteggiamento di apertura di polizia e carabinieri rispetto alla lotta e alla prevenzione delle discriminazioni di gay, lesbiche e transessuali rappresentano una assoluta novità, impensabile fino a pochi anni fa, e la riflessione del Capo della Polizia Antonio Manganelli sull’esigenza di rilanciare gli aspetti della prevenzione e della repressione spiegano il rilevo strategico della sinergia tra i due enti.
Antonio Manganelli, a cui va il ringraziamento dell’associazione per l'impegno nella lotta alla discriminazione, nel corso dell’incontro ha anche sottolineato la necessità di una legislazione specifica che offra strumenti di contrasto a tutte le discriminazioni.
Da questo punto di vista ricordiamo al Legislatore che in Italia non esistono tutele legislative per la discriminazione che colpisce gay, lesbiche e trans e che Arcigay sostiene da anni l’estensione della legge Mancino all’omofobia e alla transfobia.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
http://www.arcigay.it/polizia
Milano, 17 dicembre: Campo X della RSI
Domenica mattina 17 aprile 2011, alle ore 10.00, al Campo X del Cimitero Maggiore di Milano, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana. La cerimonia è organizzata, come tutti gli anni, dalle Associazioni d’Arma e dai Combattenti della RSI, gli stessi (ANAI, UNC-RSI e AC-XMAS) che lo scorso 19 marzo hanno partecipato alla riuscita manifestazione patriottica, per il 150° Anniversario della Unità Nazionale, promossa dal vice-Presidente del Consiglio Comunale, Stefano di Martino, autorevole rappresentante istituzionale del Popolo della Libertà. In quella occasione, sia il Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa, che il Sindaco di Milano, On. Letizia Moratti, avevano fatto delle importanti ed inequivocabili dichiarazioni a sostegno della pacificazione nazionale e di una memoria storica condivisa. Bene, ora, in vista delle imminenti elezioni amministrative di Milano, chiediamo al Sindaco Letizia Moratti ed ai candidati di tutte le liste e di tutti gli schieramenti, di dare un segnale, simbolico e concreto, come già fece il mai dimenticato Gabriele Albertini, venendo al Campo X a rendere omaggio anche agli "sconfitti" della guerra civile, ovvero alle decine di migliaia di Italiani che, in assoluta buona fede e mossi da valori ideali, si arruolarono e combatterono, in divisa, nelle Forze Armate ed Ausiliarie della RSI.
Nuove elezioni
2011 . sono già passati 5 anni !!
Quest'anno sarò candidato nella lista Verdi-Ecologisti per Milano-No al nucleare
sia al Comune
che nella Zona 2
che nerla Zona 3.
Votate ... votate ... votate
Sono le news bellezza!
Posted on05 April 2011. Domani, Mercoledi 6 Aprile alle h.18:00, Michele Mezza presenta il libro “Sono le news, bellezza!” in cui analizza il mondo dell’informazione guardando agli sconquassi del mercato editoriale internazionale, per individuare perdenti e vincenti di una guerra che sta selezionando la specie del giornalismo. Il brulicare di infiniti produttori di comunicazione al tempo dei social network comporta una mutazione professionale del profilo del giornalista. Convinto che questa sia più una chance che una iattura, Michele Mezza prova a delineare la figura di un nuovo mediatore, capace di governare le potenze tecnologiche, di declinare linguaggi sociali, di dare un’anima all’informatizzazione della vita, a patto di bruciare ogni nostalgia e conservatorismo. Ne sortisce una concreta proposta alternativa di giornalismo, che prefigura filiere produttive, soluzioni editoriali, organizzazioni redazionali capaci di dare al sistema Italia l’ambizione di non essere solo magazzino o retrobottega di una comunicazione «importata». Interverranno nella serata: Michele Mezza – Vice Direttore Nuovi Media Rai Fiorello Cortiana – dirigente provincia di Milano Edoardo Fleishner – consulente multimediale Luca De Biase – Responsabile Nova – Sole 24 ore Mauro Rubin – Joinpad Marco Menichetti –Centrale Mobilità Milano Fondazione Legambiente Marco Di Gregorio – C6 TV – 6Pianeta – Legambeinte web tv Modera: Laura Tettamanzi – Accademia di Belle Arti di Brera
Presentazione del libro “Sono le news, bellezza!” – 06 Aprile, h. 18:00
Addio Rino
Lo sgomento e la devastazione che provo è pari all'amicizia, al rispetto e alla stima che avevo ed ho per Rino, con cui ho condiviso il percorso da Lotta Continua ai verdi. I giorni passati insieme a Sant'Agata e ai Nebrodi li ho sempre dentro di me come una consuetudine. Invece nello svolgersi delle nostre vite ci perdiamo lungo i percorsi quotidiani, e le sintonie profonde prendono la forma dei ricordi in una memoria viva. Ora, insieme al rispetto, vivo uno sconcerto senza soluzione, mi trovo a sperare che sia precipitato perché colto da malore: come è possibile che chi mi ha generosamente proposto uno sguardo saggio e ironico sulla vita, con una estetica esistenziale mai sfuggita alla consapevolezza della nostra fragilità nella curiosità e nella ricerca della comprensione per la nostra natura in relazione a quella più ampia, abbia fatto una scelta irreparabile?
Ti abbraccio Rino
10 DIRITTI E PRINCIPI DI INTERNET
Da quando insieme a Stefano Rodotà, Gilberto Gil e mille altri lanciammo la proposta di una Carta dei Diritti di Internet-Internet Bill of Rights al World Summit on Information Society dell’ONU che si tenne a Tunisi nel 2005 l’idea di affermare un insieme di diritti condivisi come garanzia costitutiva per Internet molti hanno sostenuto questa necessità. Interattività, disintermediazione, condivisione, cooperazione, neutralità, libertà di espressione, pluralismo culturale, trasparenza, non sono delle caratteristiche naturali della rete Internet. Tracciabilità, controllo, profilazione delle identità, chiusura e limitazione agli accessi, comunicazione verticale, estensione del copyright, brevettabilità del software, costituiscono altrettante azioni in campo. Per questo è importante il processo avviato al WSIS e supportato dai governi Italiano e Brasiliano, dal Parlamento Europeo sia poi proseguito negli Internet Governance Forum dell’ONU, che si svolgono annualmente, attraverso il lavoro della Coalizione Dinamica su I Diritti e Principi di Internet che, insieme al Ministro Gilberto Gil lanciammo all’IGF di Rio http://internetrightsandprinc
10 DIRITTI E PRINCIPI DI INTERNET
Questo documento definisce dieci diritti e principi fondamentali che devono costituire la base della governance di Internet. I principi sono proposti da una rete aperta di persone e di organizzazioni che lavorano per la difesa dei diritti umani nell’ambiente Internet: la Dynamic Coalition su I Diritti e Principi di Internet. I principi sono radicati nelle norme internazionali sui diritti umani e derivano dalla Carta dei Diritti umani e dei Principi per Internet elaborata dalla coalizione.
Internet offre opportunità senza precedenti per la realizzazione dei diritti umani, e svolge un ruolo sempre più importante nelle nostre vite quotidiane. E’ quindi essenziale che tutti gli attori, pubblici e privati, rispettino e proteggano i diritti umani su Internet. Devono anche essere prese decisioni per garantire che Internet funzioni e si evolva in modi che soddisfino il più possibile i diritti umani. Per contribuire a realizzare questa visione di un ambiente Internet basato sui diritti, i 10 Diritti e Principi sono:
1) Universalità e uguaglianza
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, che devono essere rispettati e protetti nella rete Internet.
2) Diritti e Giustizia Sociale
Internet è uno spazio per la promozione, la protezione, il rispetto dei diritti umani e la promozione della giustizia sociale. Ognuno ha il dovere di rispettare i diritti umani di tutti gli altri nella rete Internet.
3) Accessibilità
Tutti hanno pari diritto di accesso e di utilizzo di un Internet sicuro e aperto.
4) Espressione e di associazione
Ogni individuo ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare informazioni liberamente su Internet senza censure o altre interferenze. Ognuno ha anche il diritto di libera associazione attraverso Internet, per motivi e fini sociali, politici, culturali o altri.
5) Privacy e protezione dei dati
Ogni individuo ha diritto alla privacy online. Questo include la libertà dalla sorveglianza, il diritto di utilizzare la crittografia, e il diritto di anonimato in Internet. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati, incluso il controllo sulla raccolta di dati personali, la loro conservazione e trasformazione, la cessione e la divulgazione.
6) Vita, libertà e sicurezza
Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza devono essere rispettati, protetti e realizzati su Internet. Questi diritti non devono essere violati o utilizzati per violare altri diritti nella rete digitale.
7) Diversità
La diversità culturale e linguistica su Internet deve essere promossa, l’innovazione tecnica e politica dovrebbero essere incoraggiate a facilitare la pluralità di espressione.
8) Uguaglianza
Ciascuno deve avere un accesso universale e aperto ai contenuti di Internet, liberi da priorità discriminatorie, filtraggi o controlli del traffico per ragioni commerciali, politiche o altre ragioni.
9) Norme e regolamento
L'architettura di Internet, i sistemi di comunicazione e i formati dei documenti e dei dati si basano su standard aperti per garantire la completa interoperabilità, l'inclusione e le pari opportunità per tutti.
10) Governance
I diritti umani e la giustizia sociale devono costituire il quadro giuridico e normativo fondamentale su cui Internet funziona ed è governato. Questo deve avvenire in modo trasparente e multilaterale, basato su principi di apertura, di partecipazione inclusiva e di responsabilità.
Radiazioni: quello che non fanno, quello che non ci dicono
Le conseguenze di Fukushima, la prevenzione, l'informazione e l'allarmismo
Il Piano Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile, Dpcm del 19 marzo 2010: approvazione del piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche prevede delle misure d'urgenza in caso di rischio nucleare.
Dalla home page del sito del Ministero della Salute, nella parte in evidenza dedicata alla rassicurazione ai cittadini relativamente alla crisi nucleare giapponese fino a ieri era possibile raggiungere alcune pagine tratte dal Supplemento ordinario n. 96 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 119.
Esse contenevano le indicazioni per la “Distribuzione territoriale della dose equivalente alla tiroide (mSv) da inalazione di 131I per il gruppo di popolazione dei bambini”. Nei “Presupposti tecnici del piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze nucleari e radiologiche.” Si evidenziava che “Perché la contromisura abbia la massima efficacia è necessario che lo iodio stabile venga somministrato prima dell’esposizione al rilascio radioattivo (in previsione dell’arrivo della nube radioattiva) o al massimo entro le prime 6-8 ore dall’inizio dell’esposizione (Fig.A4.1). Somministrazioni più tardive presentano profili di efficacia molto modesti ed è addirittura possibile che una somministrazione ritardata di iodio stabile (48-72 ore dopo l’inizio dell’esposizione) possa prolungare la ritenzione intratiroidea del radioiodio provocando pertanto teoricamente un potenziamento del danno radioindotto alla tiroide”. Veniva inoltre indicata la “Dose evitata alla tiroide in funzione del tempo in cui viene somministrato lo iodio stabile (tratta da:Guidelines for iodine prophylaxis following nuclear accidents – 1999 update WHO)Facendo riferimento al documento “Basi tecniche per l’aggiornamento dei presupposti del piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze nucleari e radiologiche. Eventi diorigine transfrontaliera” (Novembre 2006), nelle figure A4.2 e A4.3 è riportato l’andamento temporale della dose equivalente alla tiroide per i due impianti presi in considerazione.” Il riferimento riguarda eventuali incidenti alla centrale di St. Alban in Francia e alla centrale di Krško in Slovenia, centrale appena riavviata dopo che il 23 marzo era stata fermata per problemi tecnici e di sicurezza. Il Decreto precisava che ”Le Regioni interessate sotto questo aspetto, nell’ipotesi più sfavorevole formulata, sono:- In caso di rilascio a seguito di incidente severo presso la centrale di St. Alban:
Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, parte della Lombardia, parte dell’Emilia-Romagna;
- In caso di rilascio a seguito di incidente severo presso la centrale di Krško: Friuli
Venezia Giulia, parte del Veneto e dell’Emilia Romagna per il possibile interessamento
dell’area del delta padano (province di Rovigo e Ferrara).”
Quindi “Considerato che in Italia non sono presenti centrali in esercizio, e
che lo scenario di riferimento riguarda incidenti transfrontalieri severi, si ritiene che nel nostro
Paese si debba progettare un sistema di stoccaggio finalizzato alla distribuzione rapida in
emergenza. Il tempo intercorrente tra la notifica dell’incidente e l’inizio dell’esposizione della
popolazione sul territorio nazionale non può essere conosciuto a priori con precisione. Si può
stimare un intervallo temporale che va da 12 a 24 ore. La profilassi, per essere efficace, deve essere
effettuata al più tardi entro 6-8 ore dall’inizio dell’esposizione.
Sulla base di queste premesse, si possono ipotizzare due modelli:
a) costituzione di scorte di compresse di KI nelle farmacie dei territori potenzialmente esposti e
distribuzione gratuita in caso di allarme, su disposizione del Dipartimento della Protezione
Civile, d’intesa con la Regione interessata;
b) stoccaggio decentrato presso strutture idonee, e distribuzione a cura del sistema sanitario
territoriale (118), attraverso centri di distribuzione definiti sulla base di una pianificazione
specifica.”
Ci troviamo di fronte a que problemi:
1-A distanza di 19 giorni dal sisma giapponese la maggior parte delle farmacie non sa neanche cosa sia lo Ioduro di potassio, in aperta antitesi alle indicazioni di necessaria immediatezza previste dal decreto.
2- Da ieri alcune pagine del decreto sono state modificate sul sito del Ministero della Salute. L'allegato 4 (raggiungibile comunque solo cliccando sull'Allegato 5 !!) fino a ieri presentava 11 link da evidenziare. Oggi ne presenta 22 di fatto non raggiungibili. Qualsiasi tentativo di accesso a queste pagine porta al rilascio della indicazione "Forbidden: You don't have permission to access".
Risulta contraddittorio che alla modifica della visibilità delle pagine dal sito del Ministero della Salute si contrapponga il mantenimento di un pdf complessivo del documento, rintracciabile sul sito della Protezione Civile http://www.protezionecivile.i
Cosa è accaduto? Perché le farmacie non vengono sollecitate, in chiave di prevenzione, a predisporre quanto previsto dalle indicazioni del Decreto? Perché vi è una comunicazione difforme del Ministero della Salute e del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale crea confusione e contribuisce a generare insicurezza e incertezza tra i cittadini. Questa situazione di comunicazione alterata è grave, in un momento come quello attuale in cui i cittadini hanno bisogno di certezze e di rassicurazioni. La verità e l’accesso alle informazioni costituiscono non solo il rispetto dei diritti costituzionali ma anche l’unica modalità di riduzione dell’ansia e di gestione consapevole e diffusa di un problema generato da una catastrofe nucleare non confinabile e non circoscrivibile.
chi è l'allarmista?
Altro che "possibile fusione delle barre" "possibile fusione del nocciolo" a Fukushima la catastrofe è in atto e da noi non si dice verità e non si attiva la dovuta prevenzione: chi alimenta l'allarmismo?
"Il barone nero e il molestatore rosso"
Fascisti e nostalgici del re nel cartello del sindaco uscente
Saverio Ferrari - il manifesto - 28/03/2011
L'ultima in ordine di tempo, in vista delle prossime elezioni amministrative, è stata la richiesta di Roberto Jonghi Lavarini ai vertici del Pdl di essere candidato alla presidenza della circoscrizione del centro storico di Milano. L'auto-investitura è stata ufficializzata con un comunicato in cui lo stesso Jonghi Lavarini ha reso noto il sostegno da parte di associazioni come Destrafuturo (in realtà la corrente da lui stesso fondata all'interno del Pdl), ma soprattutto di alcuni ordini professionali, tra cui l'Ampe (Assoedilizia), l'Unione dei piccoli proprietari imm
obiliari e l'Associazione nazionale degli amministratori condominiali. Si poteva pensare a una delle sue solite sparate, ma è arrivata da parte di Massimo Corsaro, vice capogruppo Pdl alla Camera, la conferma che il partito sta valutando la proposta.
Roberto Jonghi Lavarini, 38 anni, dal 1994 consulente immobiliare nella società di famiglia, meglio conosciuto come il «barone nero», è una delle figure più note del neofascismo milanese. Tra i fondatori di Cuore nero e grande organizzatore di commemorazioni della Marcia su Roma, oltre che di spedizioni a Predappio sulla tomba del duce, si vanta di aderire alla Fondazione Augusto Pinochet e di intrattenere rapporti con l'Npd, il partito neonazista tedesco, e con la destra razzista boera in Sudafrica.
La sua iniziativa più recente è stata il 23 marzo scorso al Cimitero Monumentale davanti a una cripta edificata nel ventennio dove sono state raccolte le spoglie di alcuni squadristi milanesi, per celebrare con i reduci della Rsi il 92° anniversario di fondazione dei Fasci di combattimento, ovvero omaggiare i manganellatori e gli assassini che accompagnarono con le loro violenze l'ascesa al potere di Mussolini. Ma quel che ultimamente più connota l'azione di Roberto Jonghi Lavarini è un forte presenzialismo a tutte le iniziative e feste di gruppi di nobili e ordini cavallereschi. Vantando un titolo (barone di Urnavas), il tentativo sembrerebbe quello di voler rappresentare, si dice con l'approvazione del principe Vittorio Emanuele di Savoia, le associazioni e i circoli dei nobili «militanti», cioè di quella minoranza di aristocratici che ancora tiene a titoli e stemmi senza più alcun valore. Ambienti reazionari legati persino ai discendenti degli Asburgo o dei Borbone.
Il filo nero è rappresentato dal centro studi Patria e Libertà del conte Fernando Crociani Baglioni (patrizio romano), centro di cui Jonghi Lavarini è vice presidente, al quale continuano ad aderire nobili e non solo da tutta Italia. Si tratta oramai di un vero e proprio partito aristocratico, lo stesso che ha invitato Berlusconi a feste sia Roma sia a Palermo (grottesco il 5 marzo scorso il gran Ballo del Gattopardo nel salone di Palazzo Principi Resuttano con abiti dell'Ottocento, ospiti gli antichi rappresentanti dei regni preunitari), e che ora spinge per avere dei suoi rappresentanti in politica, ovviamente nel Pdl.
Una «nobiltà nera» attiva grazie a figure come il principe «papalino» Lillo Sforza Ruspoli di Cerveteri (più volte candidato coll'Msi, Forza nuova e alle scorse elezioni europee con la Lega nord), il principe «carlista» Sisto Ugo Borbone di Parma, il conte Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo (tra i promotori di un comitato per «Foggia città martire« a seguito dei bombardamenti anglo-americani nella seconda guerra mondiale), il conte Ludovico Boetti Villanis Audifredi (ex deputato missino di Torino), il conte Alessandro Romei Longhena (paracadutista AnpdI e della Fiamma), l'anzianissimo principe Alexander Comneno Otranto di Bisanzio (ex volontario nelle SS italiane), il principe Andrea Scirè Borghese (nipote del comandante della Decima Mas), la principessa Beatrice Feo Filangeri di Cutò e la contessa Anna Maria Teodorani (nipote di Mussolini), ma anche il conte Gianluca Bonazzi di Sannicandro, ora segretario lombardo della Fiamma tricolore, il conte Gianfilippo Brambilla di Carpiano, amico della famiglia Rauti, e il conte Fulvio Moneta Caglio de Suvich, capogruppo prima di An e poi del Pdl, in zona 1 a Milano.
A fare da sponda nel capoluogo lombardo, insieme a Jonghi Lavarini, Stefano Di Martino, vice presidente del consiglio comunale, monarchico di lungo corso, promotore sabato 19 marzo di un convegno per il 150° dell'Unità d'Italia a Palazzo Marino con i reduci della Repubblica sociale italiana, i discendenti degli ascari e alcuni ufficiali del «Regno italiano in Albania», presenti il sindaco Letizia Moratti e il ministro della difesa Ignazio La Russa. Il successivo corteo in piazza Duomo, per deporre una corona al monumento di Vittorio Emanuele II, ha visto sfilare, al suono della «marcia reale», i labari della Decima Mas a fianco delle bandiere sabaude.
Il tutto sullo sfondo della campagna per le prossime elezioni comunali dove il cartello che si sta componendo attorno al sindaco uscente si configurerebbe pesantemente marcato da sigle e personaggi provenienti dal neofascismo. E se al momento non si è ancora riusciti a stringere un accordo con La Destra di Storace, un patto è già stato invece sottoscritto con la Fiamma Tricolore, che tra i propri candidati annovererà Gabriele Leccisi, figlio di Domenico, il trafugatore della salma di Mussolini nell'aprile del 1946. Ma è direttamente nel Pdl che si giocherà la partita tra chi, espressione dell'estrema destra, potrà realisticamente puntare al consiglio comunale. I candidati-concorrenti saranno due: Antonluca Romano, rappresentante «ufficiale» della destra sociale di Gianni Alemanno (guidata a Milano da Carlo Fidanza e Paola Frassinetti) e Marco Clemente sostenuto da diversi ex An, dalle curve dello stadio, dai rimasugli di Cuore nero e Casa Pound.
Il gruppo Hammer-Lealtà e Azione non ha ancora deciso quale dei due appoggiare. Francesco Cappuccio ha definitivamente abbandonato sia Casa Pound sia il Centro Identitario di Borghezio, diventando responsabile dello Spazio Ritter, giostrandosi fra La Destra di Storace e i Circoli Nuova Italia di Alemanno. Lino Guaglianone, ex Nar, e l'avvocato Piero Porciani, dal canto loro sosterranno invece Marco Osnato, il cognato del coordinatore provinciale del Pdl Romano La Russa, nonché dirigente Aler attraverso cui è stata concessa una sede, in viale Brianza, proprio al gruppo neonazista degli Hammer.
Forza nuova in controtendenza andrà per conto proprio. Ma è dentro l'alleanza che appoggerà Letizia Moratti che sta confluendo gran parte dell'estrema destra milanese. Tra nostalgici del Re e fascisti.
Perchè mi candido
Sono Simone Paleari,
presidente della commissione Sport e Giovani del consiglio di zona 3, gruppo PDL. In questi 5 anni di consiliatura mi sono occupato di molte cose; in alcuni casi con successo, in altri è stato impostato un lavoro di medio-lungo termine i cui frutti spero vedremo nel futuro.
Naturalmente c’è ancora tanto da fare, ad oggi permangono molte questioni irrisolte e altre continuano ad aggiungersi.
Ho ancora più entusiasmo di quando ho iniziato ad occuparmi del bene comune, anche se non nascondo che fare politica è ogni giorno più difficile.
Per la maggioranza dei politici, guidati dall’ l’illusione del successo immediato, il modus operandi è quello dell’astuzia e dell’utilitarismo.
Oggi più che mai la politica è chiamata a confrontarsi con la fragilità dell’uomo, ad apprendere dagli errori del passato e del presente, ma sempre coltivando la responsabilità dell’avvenire.
Credo che i giovani non debbano abbandonarsi al nichilismo e alla disperazione e relegarsi al ruolo di semplici spettatori, ma che debbano essere in prima linea come attori della politica.
Mi impegno affinchè possa germogliare un nuovo spirito e un nuovo modo di fare politica rispetto a quello attuale ed è importante che siano proprio i giovani a prendersi questa grande responsabilità sulle spalle, in quanto più di tutti partecipi delle cose future già a partire da quelle presenti.
È giunta l’ora che la politica scenda dalla torre d’avorio su cui si è installata e che torni in contatto con la realtà per mettersi veramente al servizio dei cittadini, ripartendo da quattro principi fondamentali: la dignità umana, la solidarietà, la sussidiarietà e il bene comune.
Come diceva Don Luigi Sturzo :
La politica come servizio, ritorni ad essere un atto di carità del prossimo: lavorare al bene di un paese, o di una provincia, o di una città […] è fare del bene al prossimo riunito in uno Stato,
o provincia, o città [...]. In ogni nostra attività noi incontriamo il prossimo: chi
può vivere isolato? E i nostri rapporti con il prossimo sono di giustizia e di carità.
La politica è carità, ma non nel senso che non costituisca un dovere; il dovere c’è
ed è quello che oggi si chiama dovere civico o dovere sociale»
Ti ringrazio per l’attenzione che mi hai dedicato leggendo questa lettera e rimango a tua disposizione per ogni questione che riterrai opportuno segnalarmi. Poiché credo che il dovere di un politico sia anche di risultare accessibile e disponibile.
Ti ricordo che da questo sito puoi scrivermi e ti esorto a non considerare nessun problema troppo piccolo o non abbastanza importante.
Un caro saluto
SIMONE PALEARI