.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 7
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Inserito da il Inserito da Massimo De Rigo il Lun, 28/05/2007 - 18:00
Alla domenica, in fondo a via Pompeo Marchesi, numerosi cittadini di ogni eta' chiedono informazioni davanti agli enormi cantieri, rimanendo increduli su quello che si sta costruendo all'ingresso del Parco delle Cave da Quarto Cagnino, un quartiere gia’ provato dalla muraglia delle enormi case Gescal che negli anni ’70 ne ha sconvolto la fisionomia rurale e l'antico carattere storico.
Due sono i comparti:
1. il comparto B (indicato nella piantina in alto - in corrispondenza del bosco distrutto del Marcionino) ha i nuovi cartelli - del Comune di Milano e Provincia di Milano - con l'indicazione rispettivamente:- PERMESSO DI COSTRUIRE 9982 del 11 dicembre 2006 - edificio B1- PERMESSO DI COSTRUIRE 9980 del 11 dicembre 2006 - edificio B2. In questo comparto si sta lavorando attivamente con scavi in profondita'.
 2. Il comparto A (quello a ridosso dell'area naturalistica) riporta ancora la dicitura:- BONIFICA AREA V. POMPEO MARCHESI (termine lavori 23 maggio 2007)
Se siamo ancora liberi di esprimerci contro le cementificazioni - senza essere denunciati dalle cooperative per “rallentamento dei lavori” - non possiamo nasconderci che il PII Marchesi Taggia non e' uno dei tanti Programmi di Intervento standard di Milano.
Qualcuno dovrebbe smentirmi su questi dati ricavati dal progetto planivolumetrico approvato a Palazzo Marino nel febbraio 2006  - in seconda convocazione e con la maggioranza divisa - appena prima delle elezioni comunali:
1. l'incredibile contiguita' con l'oasi naturalistica  del Parco delle Cave: il PII Marchesi Taggia e' a ridosso dell'oasi naturalistica e interamente dentro la fascia di rispetto dei 300 metri dalle cave sorgive Casati e Ongari Cerutti
2. l’enorme volumetria della cementificazione (112.000 mcubi) ha il massimo indice di edificabilita' che poteva essere accettato eventualmente in un'area degradata e isolata da ogni contesto naturalistico
3. la distruzione di aree verdi private che costituiscono la porzione preponderante del PII, ma anche di superficii gia' pubbliche (il 20%, cioe' 12.000mq sono gia' patrimonio  comunale e NON privato, come si evince dal sito del Comune)
4. le sue dimensioni: (palazzoni alti oltre 28 metri, equivalente all’altezza di 9 piani, in due comparti lunghi 125 metri, profondi 65 e con una sezione trasversale di 22, il doppio rispetto alle costruzioni del vicino quartiere
5.  il traffico veicolare previsto di 1.000 auto giornaliere in un  punto strategico per l'ecosistema del Parco delle Cave
6. lo stravolgimento di un percorso "storico" presente sulle mappe  catastali tersiane del 1722: il sentiero alberato che costeggia l'alveo dell'antico fontanile Marcionino. 
Altri quesiti meritano un'attenta valutazione che nessuno, si e' mai degnato di chiarire:
1. questo nuovo quartiere di oltre mille abitanti - ad imbuto sulle cave e senza sfoghi poiche'  a ridosso delle aree lacustri - come sara' strutturato con un adeguato flusso viabilistico?  E' ammissibile lo stravolgimento viabilistico di tutto il traffico veicolare di Quarto Cagnino ma anche il prevedibile sfondamento del Parco nell'area Caldera per avere uno sbocco del traffico sulla direttrice a nord?    
2. la nuova barriera di cemento avra' riflessi sugli stormi migratori  che sorvolano - da sempre - proprio quell'area e sugli habitat del Parco delle Cave?
3. che effetti avranno auto, caldaie e condizionatori nel delicato contesto attiguo e protetto?
Per questi legittimi dubbi, il progetto crea perplessità anche negli uffici della Regione Lombardia e della Soprintendenza della Lombardia, che hanno chiesto al Comune di sottoporre l’intervento ad una “valutazione d’impatto paesistico”- a tutt’oggi senza risultati.
Comunque vada, questa edificazione non nasce con buoni auspici. 
I 112.000 metri cubi di cemento e le mille auto giornaliere del PII Marchesi Taggia a ridosso dell'oasi naturalistica del Parco delle Cave, resteranno una sconfitta collettiva, che ha escluso la globalità della cittadinanza da una scelta motivata come “riqualificazione ambientale" per privilegiare una minoranza. 
L’iter del nuovo quartiere, sin dall'inizio, ha frantumato l’unità delle associazioni del Parco delle Cave dividendo un gruppo prima compatto nella sua difesa. 
Questa divisione e' poi proseguita, con le medesime associazioni favorevoli al PII Marchesi Taggia e la medesima cordata politica, nel distruggere l'unita' di gestione del Parco delle Cave, prima affidata ad ItaliaNostra ed oggi in pieno marasma... 
L’edificazione prosegue il percorso distruggendo un bosco nel silenzio.
Funzionari della Provincia di Milano e del Comune disconoscono la presenza di un antico fontanile, il “Marcionino” legato alle miracolose guarigioni di don Giuseppe Gervasini: "el Pret de Ratanà", venerato dai milanesi ancora oggi a sessantacinque anni dalla sua morte. 
Resto a disposizione, assieme ai cittadini piu' sensibili, per ogni intervento che salvi il salvabile.
Massimo de Rigo

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Inserito da il Inserito da Sergio Dario Merzario il Sab, 19/05/2007 - 09:12

 PROBLEMA MEZZI PUBLICI DELLA DI ZONA BAGGIO  (7) A MILANO!
I mezzi della  zona Baggio (7) non sono molti e spesso non arrivano puntuali.
Ma quando arrivano in che condizioni sono,,,,,,,,,,
Deduco che sono sporchi, affollati  e d’estate si suda per mancanza di aria condizionata e mi riferisco  soprattutto alla linea 67
Abbiamo pochi collegamenti,  non c’è un autobus che da Baggio percorre la Via Novara, quindi bisogna fare il percorso al contrario e ci si impiega un’ora.
La mattina presto la Via Forze Armate e imbottigliata nel traffico dalle  automobili e l’autobus per fare dei pezzi ci mette mezz’ora.
Bisogna risolvere questi problemi, essere meglio  organizzati per avere un trasporto migliore,
 
Carla Di Dio

Ho ricevuto questo articolo da una ragazza di Baggio, penso che abbia ragione, cosa ne dicono i nostri amministratori? Ora lo sottopongo all'attenzione dei Baggesi e dei Milanesi .
Ciao Sergio Dario Merzario

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Inserito da il Inserito da Rosario Pantaleo il Mer, 02/05/2007 - 12:27
Come stabilito il giorno 27 aprile 2007 una delegazione dell'Ulivo cittadino e della Zona 7 ha incontrato il Prefetto di Milano, dott. Lombardi.
La rappresentanza era formata dal consigliere comunale Marco Cormio, dai consiglieri di zona Ivano Grioni e Rosario Pantaleo, dal sig. Ostelio Poletto (anche in rappresentanza del comitato di quartiere di Figino).
Non era presente il Consigliere Comunale Aldo ugliano in quanto impegnato in altra incombenza istituzionale.
All'ordine del giorno vi era la sottolineatura di alcune problematiche legate al tema della sicurezza nei quartieri di Quinto Romano, Figino e Muggiano.
Si è parlato anche di Baggio le cui problematiche, però, sono molto particolari e delicate in quanto trattasi di criminalità che possiamo definire come "non manifesta". 
Il Prefetto si è dimostrato molto attento alle indicazioni presentate dalla delegazione, ha dimostrato di essere a conoscenza della situazione che abbiamo riassunto come segue:
Su Quinto Romano esistono due tipologie di problemi: la prima dovuta allo spaccio di droga, che si manifesta in particolare verso sera nell’area di Via Caldera 85, nelle adiacenze del campo di calcio della società sportiva “Vercellese”.
Questo luogo è scelto in quanto, percorrendo un vialetto che porta verso il Parco delle cave nell’area della cava Ongari-Ceruti, chiusa per oridanza del Sindaco e in predicato di interventi da parte dell’Amministrazione. 
Altrasituazione “in sofferenza” è quella relativa alla prostituzione, in particolare da ragazze dell’Est.
Recentemente in consiglio di zona 7 abbiamo deliberato per la costituzione di un tavolo di lavoro, per monitorare le situazioni di Quinto e Figino e per sollecitare la messa in opera sul territorio di postazioni mobili delle forza di polizia.
Sono da tempo richiesti, e pendenti, interventi di natura viabilistica (creazione di rotonde, controllori di velocità, collegamento bus 64 con Baggio).
Altra segnalazione sulla necessità di incrementare l’illuminazione negli spazi in cui oggi è rilevata come insufficiente (Via Caldera, 85 e Piazza Giosia Monti).
 
Per quanto riguarda Figino abbiamo esposto il problema della linea automobilistica 72 (che esiste anche a Quinto Romano ma qui è più marcato) che trasporta i tossicodipendenti nella piazza della Chiesa.
Questi poi si incamminano verso via Ponte del Giuscano inoltrandosi nei campi dove ci sono gli spacciatori (i quali sono “coperti” da opportune vie di fuga).
Un particolare problema viene creato ai residenti e coltivatori della cascina Seveso (non vorrei sbagliare il nome) che spesso si trovano nel cortile comune personaggi poco raccomandabili (viados e tossicodipendenti, anche questi con consumo di eroina).
Il problema della 72 nasce anche dal fatto che questo è l’unico mezzo pubblico che porta a Figino ed è utilizzato, ovviamente, dai ragazzi che vanno (non c’è problema)/tornano da scuola (c’è il problema), in particolare nelle ore del tardo pomeriggio.
Sulla via Silla, a senso unico, vi è poi abbondanza di prostituzione (visti i prezzi popolari di 20 euro ci si può immaginare il via vai) in particolare viados che hanno il loro apice verso Via Novara.
Anche qui il mercato è suddiviso: prostituzione/droga.
Anche in questo ambito sono stati posti in essere interventi istituzionali chiedendo la presenza della Polizia Locale e di Stato ed è stato sviluppato (con promessa di realizzazione) un progetto viabilistico e di sistemazione delle carreggiate in Via F.lli Morelli, tutt’ora prive di marciapiedi ed in altri ambiti del quartiere.
 
Per quanto concerne Muggiano, l’area è soggetta, da anni, alle conseguenze della presenza dei nomadi.
Non tanto (o non solo) di quelli che vivono nel campo comunale di Via Martirano, bensì di coloro che hanno acquisito aree nella zona adiacente la cascina Guascona e/o che hanno costruito case su terreno non edificabile o, comunque, senza averne titolo.
La presenza di queste persone, da anni, ha creato problemi di convivenza a causa della prepotenza che taluni manifestano nei confronti dei residenti e degli occasionali visitatori dei luoghi in cui essi vivono.
Da non dimenticare, inoltre, l’utilizzo di molte aree agricole come deposito di auto rubate (e depredate).   
 
Per concludere: abbiamo ribadito che questi quartieri non sono il bronx in quanto non esiste, o quasi, delinquenza endogena perchè il problema arriva da fuori (tossicodipendenti, spacciatori, prostitute e clienti) ed in quanto esiste anche un buon tessuto sociale.
La Polizia di Stato, i Carabinieri, la Polizia Locale fanno gli interventi di competenza (routine ed a seguito di indagini mirate), ma è necessaria una presenza costante che scoraggi l’utilizzo del territorio da parte delle bande ivi presenti.

 Il Prefetto ci ha fatto comunque presente che:

 - l'attuale quadro legislativo che non ritiene la prostituzione un reato mette le forze di polizia in una pozsizione di debolezza rispetto alla possibilità di reprimere questa modalità di "espressione". Infatti il reato punibile è lo sfruttamento della prostituzione pertanto  gli autori del reato sono praticamente imprendibili mentre le prostitute le si può solo "disturbare" nel proprio lavoro e nulla più.
- altro probleme è la legge Turco inerente la quantità minima di droga che si può detenere. Questa legge, infatti, redne difficile l'arresto di eventuali piccoli spacciatori perchè questi riescono sempre a dimostrare che la quantità di droga posseduta è per uso personale.
- a breve partirà un grosso progetto che renderà possibile istituire intorno alla città una sorta di cintura costituita da portali di telecamere che, grazie ad un apposito software, registreranno le auto rubate in ingresso nella città.
- è in corso anche una verifica degli organici di pubblica sicurezza per una migliore dislocazione sul territorio. Il Prefetto ha ricordato che nel 1982 Milano aveva sul proprio territorio circa 3.000 stranieri. Oggi questo numero è di 380.000 unità con i problemi che ne conseguono.
 - è stato siglato un patto per la sicurezza che vedrà operanti il prefetto, il Comune,la Polizia Locale,le forze di pubblica sicurezza, che dovrà monitorare la situazione della sicurezza in città al fine di intervenire e se possibile prevenire le situazioni di disagio e di pericolo per la cittadinanza.
 
L'incontro, iniziato alle ore 12.00 si è concluso alle 12,45 lasciando a chi scrive la sensazione di avere avuto un incontro proficuo.
 
Rosario Pantaleo,
capogruppo dell'Ulivo in Zona 7

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Inserito da il Inserito da Corrado Angione il Mar, 24/04/2007 - 00:04
A oltre 16 mesi dalla scadenza della precedente convenzione (dicembre 2005) e nonostante la delibera approvata il 1° febbraio scorso dal Consiglio comunale, non è ancora stata firmata la nuova convenzione con Italia Nostra per il Parco delle Cave.
16.000 cittadini, che hanno firmato la petizione, insieme alla città che ha sostenuto l'esperienza, sono in attesa della soluzione auspicata.
Chiedono che si confermi il modello di partecipazione dei cittadini, dei comitati e delle associazioni e di collaborazione con Italia Nostra, modello che si è caratterizzato quale uno degli elementi costitutivi del processo di costruzione e di gestione unitaria del Parco.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 11/04/2007 - 16:24
dal sito Web del Comune di Milano:

IN PERIFERIA LO SPORT "BATTE" IL DEGRADO. COLLI E TERZI: "RIVITALIZZEREMO I QUARTIERI PER CONTRASTARE IL DISAGIO GIOVANILE"

Nella realtà italiana il fenomeno del disagio giovanile sta assumendo una rilevanza significativa anche fuori dall’ambito scolastico. Il Comune interviene con strategie che mirano a  promuovere le potenzialità e le risorse di ciascuno nel contesto sociale di riferimento.
Nove incontri, uno per Zona, con genitori, allenatori e agli addetti ai lavori, per promuovere la cultura dello sport fra i giovani e restituire un ruolo primario all'attività motoria. Queste sono le premesse da cui parte il progetto, "Genitori e figli nello sport. Crescere insieme", presentato dagli assessori Ombretta Colli (Aree Cittadine e Consigli di Zona) e Giovanni Terzi (Sport e Tempo libero), insieme al presidente di Psicosport, la psicologa e docente universitaria Marisa Muzio, e al ct della Nazionale di basket, Sandro Gamba.

"Con questi corsi intendiamo rivitalizzare le periferie e creare momenti d’incontro e aggregazione, spazi culturali e per lo svago – ha spiegato l’assessore Ombretta Colli. - La percezione della sicurezza è strettamente legata al livello di vivibilità dei quartieri e alla loro capacità di rappresentare l’identità dei luoghi e delle comunità che li vivono".
Il Comune mette a disposizione dei giovani milanesi spazi in cui possono praticare sport in maniera corretta e con insegnanti professionisti. Sono 141 impianti: l’Arena Civica gestita dal Comune, gli impianti affidati a Milanosport (33) e quelli affidati a terzi (107).

"Proponiamo a tutti i soggetti che lavorano o vivono a contatto con lo sport uno strumento per capire e prevenire fenomeni di disagio nei ragazzi e nel mondo sportivo cittadino. I fatti di Catania, la violenza negli stadi, i casi di bullismo nelle scuole– ha detto l’assessore Terzi -  sono tutti episodi da analizzare e prevenire. Milano offre molto a livello sportivo: le società sportive registrate dal Coni sono circa duemila, mentre le 9 zone della città hanno a disposizione strutture che garantiscono un’offerta altamente qualificata. Sport come presidio sociale e sport per tutti: ecco i nostri obiettivi". 

Calendario dei primi incontri:
16 aprile – Zona 3, Sala Consiliare in via Sansovino 9
9 maggio – Zona 8, Sala Consiliare in via Quarenghi 21
21 maggio – Zona 2, Teatro San Domingo in via Rovino 11/A
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Inserito da il Inserito da Daniele De Rigo il Mar, 06/03/2007 - 16:43

Milano, 5 marzo 2006

 

 

Ovest milanese, Quarto Cagnino, Parco delle Cave, prati, boschi, fiori

   morte 

 

E' un giorno incantevole, il sole riscalda la terra e i campi del Parco delle Cave.

Questo inverno il vento gelido e l'umidità dei laghi del Parco sono stati magnanimi.

Una primavera anticipata ride nei campi fioriti (quasi non crederesti, ma già quella magnolia antica, coperta di muschio sui rami grigi, sta lavorando febbrilmente: le sue gemme sono gonfie, quei fiori enormi e fatui già si aprono inaspettati al sole, sui rami ancora spogli, ruvidi; qualche petalo è già scivolato sulle radici)

Neppure diresti che quei pini neri che svettano austeri più di venti metri sopra la tua testa possano mai intenerirsi alla primavera.

Eppure già si vedono gemme minute fra gli aghi che hanno passato l'inverno - questo e molti altri. Aspetteranno ancora qualche tempo per diventare candele verdi. Si lasciano per ora coprire da centinaia di passeri e merli, oltremodo occupati.

 

Questo è il saluto che il bosco offre ai passanti, senza chiedere altro.

Da dietro un recinto, lungo una strada battuta dai secoli. Qui non c'è asfalto, ancora per poco. Pochi metri e inizia la città, casermoni color cenere, vite di tinta non molto più vivace.

 

Il Bosco del Marcionino, un vasto brandello di natura che combatte e quitamente risorge dopo le incursioni umane da tempo immemorabile: molte centinaia di alberi sopravvissuti e avvicendatisi per generazioni e secoli alla città, possenti pioppi, robinie fessurate e severe, nuovi germogli sotto un vecchio albero seccato, radure inattese, edera tenace che rende ombroso il cuore del Bosco anche nel mezzo dell'inverno, quando i rami si aprono ai raggi di sole senza opporre foglie alla luce.

Un fontanile vecchio di quasi mille anni, maltrattato ma ancora vivo: il Marcionino sorge dal centro del Bosco che ne porta il nome, e scorre (sempre più di rado) lungo un'antica via, che fra poco sarà devastata dalle ruspe come tutto il resto, in un orgia di cemento che si abbatterà a poche decine di metri dai laghi del Parco delle Cave. (La possiamo chiamare "orgia di cemento" e non "programma integrato di intervento"? Possiamo ancora esprimere una libera opinione? Possiamo ancora raccontare le nostre emozioni? Ci faranno tacere? In fondo Milano "ha fame di case": i dati Istat del censimento 1991 e 2001 indicano oltre 4 milioni di appartamenti sfitti in Italia, 190 appartamenti sfitti ogni mille nel nord Italia, e la popolazione di Milano con un trend di diminuzione inarrestabile da decenni. Dunque è necessario costruire sopra il Bosco del Marcionino)

Quell'antichissimo sentiero che i rami degli alberi oggi ancora proteggono con una galleria vegetale,  sarebbe "valorizzato"... indovinate? Asfaltato. Sembra impossibile  ascoltando il respiro quieto della bruma quando si passeggia sotto questa cattedrale naturale. Il sole filtra dall'intreccio dei rami più alti, la volta verde gioca con la luce, e fa svaporare come fantasmi questi pensieri. Tanti secoli di storia: sopravviverà anche a questa barbarie, non certo la prima. Gli inverni, come vengono, sono sempre passati, innumerevoli, più di quelli che noi possiamo sperare di vedere.

Eppure, quel sentiero è il prossimo passo, il prossimo "oggetto delle amorevoli attenzioni".

 

Ridente ai bordi, scuro dentro, come i boschi veri: non un giardinetto disegnato dai soliti architetti del verde coi cespi allineati su una facile griglia, coi loro tutori di plastica e disneyane edulcorazioni della natura. Rovi infestati di spine proteggono le distese di viole, che sono già fiorite da settimane. Quegli stessi arbusti che si copriranno di fiori bianchi fra un mese, e di frutti in estate. Quelle distese di prati incoronate dalle radici e dai tronchi di acacia, prati veri, ricchi di essenze spontanee, insolite come il fiordaliso, l'equiseto, l'anemone bianco, il symphitum.

 

 

Hanno distrutto tutto.

Hanno raso al suolo centiania e centinaia di alberi, venerdì.

Hanno spazzato via il Bosco del Marcionino: resta solo un desolato cimitero di ceppi segati, cumuli di legna ancora viva, fatta a pezzi, ammonticchiati in tumuli funebri.

Resta una squallida via Pompeo Marchesi, numero civico 58.

Il cartello descrive genericamente "Scavi ed opere specialistiche".

 

Decine di cittadini stanno chiedendo conto di questo scempio, compiuto a poche decine di metri dalle aree umide più pregiate del Parco delle Cave.

Andremo fino in fondo. Verificheremo i permessi, chiederemo se "distruzione di un bosco" appartiene all'elenco delle... "opere specialistiche". Ma forse è così davvero. Basta intendersi sul genere di specialisti con cui si ha a che fare. I professionisti a cui lasciamo in mano il "recupero" urbanistico della città, e del Paese.

Aiutateci a fare chiarezza, se potete.

Quanto a capire perché,  quei germogli, quei boccioli di fiore abortiti sui rami grigi delle magnolie che ancora oggi stavano fiorendo, dalle cortecce coperte di muschio. Fiorivano - inutilmente - anche se ormai fatti a pezzi in bell'ordine. Non c'è un perché, solo ottusa banalità.

 

(Un'informativa dettagliata la si può leggere sul sito www.emergenzaparcodellecave.org)

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Inserito da il Inserito da Rosario Pantaleo il Lun, 05/03/2007 - 09:58
Sabato 3 marzo si è svolta la preannunciata manifestazione che ha coinvolto i territori di Quinto Romano e Figino per sensibilizzare le istituzioni sul tema della sicurezza in questi quartieri. Sicurezza sempre più messa a rischio dalla presenza di spaccio di droga e di prostituzione con tutti i problemi connessi alla presenza di personaggi "equivoci" che si sono attestati per questo commercio (in particolare nell'area Ongari-Cerutti ed area Vercellese per la droga e Via Silla per la prostituzione). La manifestazione si è svolta in un clima di grande parteciapazione, determinazione e serenità ed ha visto in prima fila l'Associazione Amici contro la droga e l'Associazione Vivere Quinto di Quinto Romano ed il Comitato di quartiere di Figino.
Partiti e forze politiche erano presenti (non tutti in verità) ma senza simboli ed evidenze. Assente, invece, il Presidente del Consiglio di zona (ma non è la prima volta) ed istituzioni comunali (Assessori e/o delagati del Sindaco).
Al sottoscritto, tra l'altro, che ha inviato un esposto al prefetto ed al sindaco ai primi di febraio NON è ancora pervenuto alcun riscontro.
A margine della manifestazione alcuni consiglieri di zona Alleanza Nazionale hanno fatto presente la necessità di rimanere nell'area di via Novara, dove sono coinfluiti i due cortei (Quinto e Figino), occupando la strada in attesa, fantomatica, del Prefetto. Il corteo si è invece (e fortunatamente) sciolto perchè si è ritenuto inopportuno porre in atto un'azione non prevista e, soprattuto, provocatoria e non costruttiva per gli obbiettivi della manifestazione.
Ci auguriamo che dopo questa manifestazione le autorità competenti si attivino per cercare di ovviare alle problematiche che sono state evidenziate. ma alla base di tutto è necessario che sia presa coscienza del fatto che la repressione da parte delle forze dell'ordine è importante ma prima di questo viene una solida attività di prevenzione che sia sociale, educativa ed, in ultino, di natura poliziesco-repressiva.
Rosario Pantaleo
capogruppo Ulivo zona 7

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Inserito da il Inserito da Isidoro Spirolazzi il Gio, 15/02/2007 - 14:26

Parco delle Cave o poligono di tiro?

Il giorno 14 febbraio 2007 alle ore 12,55 ca. è stata fatta brillare un’altra bomba vicino alla Cava Ongari Cerutti a ridosso della via caldera n. 111, nel costituendo Parco delle Cave.
Abitando non molto distante dal luogo del botto ho potuto sobbalzare dalla sedia e vedere gli oggetti sospesi dondolare come se fosse avvenuta una scossa di terremoto.
L’avvertimento, non molto piacevole lascia sicuramente come ricordo agli edifici piccole micro lesioni, che col tempo potrebbero diventare importanti crepe; se non nelle strutture quanto meno nei tavolati e questi colpi non aiutano la stabilità degli edifici e delle strutture interne tipo gli ascensori, arrecando danni al portafogli dei condomini.
Ormai, con questa è la terza bomba che viene fatta brillare nel (Costituendo Parco delle Cave) diventato per l’occasione poligono di tiro del Comune di Milano; mi chiedo se è possibile che nel Comune di Milano non ci sia un altro posto dove far brillare ordigni di questo genere.
Se la risposta fosse NO dovremmo essere, come cittadini, molto preoccupati in quanto confermerebbe che nel territorio del Comune di Milano non ci sarebbe un’altra area libera da centri abitati nel raggio di 400 metri tutto questo confermerebbe le eccessive concessioni edilizie e quanto venga tenuto in poco conto il verde nella nostra città. Pensate che quando i nostri amministratori pubblici conteggiano le aree verdi tengono conto persino delle aiuole spartitraffico!
Auguriamoci che il buon senso prevalga nelle decisioni dei nostri amministratori pubblici e che questa sia stata l’ultima volta che viene usato il Parco delle Cave come poligono di tiro.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 15/02/2007 - 12:34
Riporto una segnalazione di un cittadino apparsa oggi sulle pagine del Corriere della Sera:

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/15/caso.shtml

Il caso del giorno

Il rispetto da ritrovare nella città giungla

Ci lamentiamo giustamente, ma oltre a pretendere controlli e punizioni dovremmo anche riflettere sui nostri comportamenti

Caro Schiavi, una piccola via parallela a corso Vercelli, via Angelo Mauri, è diventata una giungla dove ognuno può fare ciò che vuole: parcheggi in doppia fila e davanti ai passi carrai con inevitabili, fastidiose, insistenti, clacsonate di chi vuole, giustamente, passare. Il parcheggiare, per noi residenti, è diventato impossibile perché i posti vengono occupati dai vari commessi dei negozi eccetera eccetera. Unica possibilità verso le 19,30, ma bisogna essere puntuali, perché altrimenti, sono presi da coloro che vanno al cinema o all'happy hour. I marciapiedi sono diventati dei percorsi ad ostacoli, impraticabili per i molti «regali» che lasciano gli amici cani e non puliti dai padroni pigri e maleducati. E allora chiedo: perché i vigili non multano le macchine in doppia fila? Molte volte, il più delle volte, li vedo passare e fare finta di nulla! Perché non si controllano i padroni dei cani se hanno con loro i sacchetti, palette, eccetera eccetera e che puliscano? Perché non ci sono né righe blu, né righe gialle per i residenti ? Spero di avere una risposta dalla amministrazione comunale, arriverà?

Arturo Calcaterra

Caro Calcaterra, fa bene a lamentarsi della scarsità dei controlli, a rimarcare il disagio quotidiano di chi deve chiamare i vigili per avere libero un passaggio, a protestare per il lassismo che porta a tollerare odiose invasioni di campo. Da dieci e più anni rimarchiamo anche noi l'irresistibile ascesa della sciatteria nei comportamenti che una volta erano chiamati urbani: inutilmente. Ci perdoni se con questo pretesto allarghiamo il discorso: sui bus, in metropolitana, in coda nel traffico, sui marciapiedi, in bicicletta o allo stadio aumentano i segnali di inciviltà. Ci lamentiamo giustamente, ma oltre a pretendere controlli e punizioni dovremmo anche cominciare a riflettere su certi nostri comportamenti: per cambiarli in meglio. È d'uso voltarsi indietro e guardare al passato, quando Milano era più Milano di adesso: allora sì che era civile. Ma se andava meglio da una parte, forse era peggio da un'altra. Per un giusto equilibrio, senza scomodare orgoglio e senso d'appartenenza, basterebbe ripristinare un po' di rispetto per le cose, per la città, per gli altri e per noi stessi. Il rispetto delle regole, che infrangiamo troppo spesso e magari non vogliamo sentircelo dire. Un esempio, un gesto banale. Dovessi dire quel che penso ogni volta che un amico trattiene il mozzicone tra il pollice e il dito medio e poi lo catapulta in strada come faceva Humphrey Bogart (ma era un film) finirei per litigare. Perché l'amico reagirebbe così: «Ma dai, che-ti-frega...» Ecco, un certo menefreghismo, una congenita allergia alle regole, spinge alla deriva quel poco senso civico da lei invocato. La scuola, si dice: bisogna cominciare dalla scuola. È vero che lì, nelle scuole pubbliche specialmente, si manifesta una furia devastatrice senza senso. Ma Fulvio Scaparro, pedagogista, ci avverte che la coscienza che il cittadino ha dei propri doveri e quindi anche delle proprie responsabilità «non si alimenta tanto attraverso esortazioni o lezioni nelle aule scolastiche, quanto attraverso l'esempio quotidiano offerto dagli adulti ai giovani e, soprattutto, dall'impegno di chi governa la città». Sono gli adulti che devono reimparare il rispetto e certe buone maniere, e trasmetterle ai più giovani. Con la scuola, con i controlli e con le multe, ma soprattutto con esempi positivi. È un lavoraccio, caro Calcaterra, ma bisogna farlo. Diceva Sant'Ambrogio: «Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi!». Parole sante: facciamole diventare un manifesto del senso civico.

Giangiacomo Schiavi

15 febbraio 2007

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Inserito da il Inserito da Rosario Pantaleo il Mar, 13/02/2007 - 14:15

Quelli che il calcio...il resto niente.
 
Sabato 10 febbraio abbiamo visto all'opera la vera efficienza meneghina ed in 24 ore una serie di tornelli sono stati posti agli ingressi dello stadio Meazza. Rapidità, efficienza, efficacia, operosità per la sicurezza. Peccato che il decreto Pisanu abbia ormai la barba lunga tanto è vecchio ed inapplicato a Milano. Peccato che la medesima rapidità di intervento non la si conosca nè percepisca per altre realtà cittadine (ascensori da collaudare e quant'altro magari in attesa da anni...).
Ma suvvia, vogliamo fare paragoni con il calcio? Ma quello è un altro mondo...
 
Rosario Pantaleo
Capogruppo de "L'Ulivo" - zona 7

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