.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 4
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Inserito da il Inserito da Victor Merello il Mer, 10/02/2010 - 17:21

Frequento spesso la zona di Via Bassini e Via Grossich e direi che la possibilità di parcheggiare le auto è sempre più ridotta, sia per un pub i cui poveri clienti si arrangiano accatastando le auto come possono all'angolo, sia per l'effettiva mancanza di parcheggi. Spesso i marciapiedi del piccolo parco sono invasi dalle auto, tuttavia la parte di Via Bassini che va verso via Corti è a senso unico, a due corsie e costeggia un marciapiede abbastanza largo.

Le auto in questo tratto sono parcheggiate lungo la strada, ma io mi chiedo: è possibile fare in modo che almeno da un lato le auto vengano parcheggiate a spina di pesce? magari togliendo giusto un metro di marciapiede? In Via Corti è stato fatto. Magari, siccome non è così trafficato come tratto, si può ridurre a una corsia e verso il semaforo lasciare la sdoppiatura.

 Attendo risposte!

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Inserito da il Inserito da Remo De Fabritiis il Mer, 10/02/2010 - 15:53

Qualcuno sa se esiste una regolamentazione per gli orari di apertura chiusura dei negozi di alimentari etnici? ci sono negozi aperti tutti i giorni fino a tarda sera e la domenica diventano crocevia di ubriaconi e gente poco raccomandabile.
Possibile che queste attività commerciali possano restare sempre aperte? ce n'è uno in via mincio che ha la tabella oraria esposta e la Domenica dovrebbe essere chiuso e invece è aperto tutto il giorno, ed essendo uno dei pochi locali aperti, specie d'estate, diventa meta di bivacco e di gente buttata lì fuori che non fa altro che bere. Prova sono i cestini verdi pieni di bottiglie.

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Inserito da il Inserito da Bruno Alessandro Bertini il Mar, 09/02/2010 - 12:08

Riguardo a quella che restava una delle poche realtà associative e culturali del quartiere, a ridosso di zone storicamente difficili da gestire e unico posto attrezzato con un modesto spazio attrezzato per i bambini, che schifo è quello che vogliono fare?
Uso la parola schifo perchè recentemente ho già visto crescere un palazzo fatto di cubi bianchi e verde pisello in via Oglio, dove prima c'era sì un'area dismessa, ma anche un maestoso albero sacrificato al cemento e non sostituito da nulla (non c'erano gli oneri urbanistici un tempo?).
Non di meno stanno edificando anche nell'area dove un tempo sorgeva il lavatoio pubblico in piazzale Bonomelli.
Ruspe in azione anche di fronte alla MM Brenta.
Non che in zona non vi fossero stati già recenti interventi per la costruzione di nuovi palazzi in via Romilli, viale Ortless, via marco d'agrate... Poi non molto distante c'è tutta l'area oltre Rogoredo, vabbè lì di spazio ce n'è tanto, ma a furia di cementificazioni varie stanno estinguendo il parco sud (depuratore, ospedale oncologico, cittadella della giustizia quando non è dello sport).
Ok, sono finito un po' fuori zona, ma la viabilità che verrà messa sotto stress da tutte queste nuove abitazioni/attività sarà poi la nostra.
Tornando all'Ex polo: l'area dietro ad esso era occupata da capannoni bassi e c'era anche qualche pianta, ora stanno costruendo l'ennesimo cubo di cemento alto otto piani, ovvero più alto di qualunque altra costruzione della zona, e chissa' se andranno ancora più su... l'aspetto è cubico, sì, il solito cubo di cemento, e a dispetto delle volumetrie mostruosamente aumentate non sarà piantato un solo albero in zona...
Seppur chiuso da questa nuova gabbia di cemento L'ex polo resisteva come spazio verde e d'incontro libero tra i cittadini della zona, anzi no, ormai non più: anch'esso pare dovrà essere sacrificato al mostruoso aumento di studenti che in questi anni verranno ad invadere la città.
Il progetto è di tirar su un altro grattacielo di nove piani nell'area che oggi è destinata a piccolo parco e si affaccia su piazzale Ferrara, così il sole non lo vedranno proprio più, i bambini che giocheranno ammassati nel microscopico parco rimasto (sotto il portico verrà trasferito il bar e l'area sul retro sarà trasformata in strada + parcheggio per le nuove case).
Se tutto questo è vero anche solo in parte io penso che ci dovremmo mobilitare, noi cittadini della zona, magari cominciando anche da questa discussione a radunarci, formare un comitato ben organizzato e impedire che del suolo pubblico venga regalato ai soliti costruttori immanicati con la scusa dell'ennesima casa per studenti.  

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Inserito da il Inserito da Giovanni Garofalo il Mer, 03/02/2010 - 18:12

L'ex GS all'angolo tra viale Brenta e corso Lodi, dispone di un parcheggio auto abbastanza grande. Lodevolmente dopo l'orario di chiusura, il parcheggio viene lasciato aperto a disposizione dei cittadini. Tuttavia come spesso accade quando si lascia un parcheggio incustodito e al buio, dopo le 21 diventa ricettacolo di strani traffici e personaggi loschi. L'estate scorsa, si materializzava anche uno di quei bar mobili con salamelle e porchetta, veniva messa musica a tutta forza e il piazzale diventava un ritrovo danzante ad alto tasso alcolico.

Agganciandomi ad un'altra discussione riguardo la bruttezza di viale Brenta, oltre ad associarmi devo rimarcare che il parcheggio del supermercato non contribuisce molto al decoro della via. 

 Mi chiedo se non sia possibile far convivere il parcheggio con un minimo di ordine e pulizia. Molte volte mi sono chiesto se non fosse meglio chiudere il parcheggio durante la notte, piuttosto che lasciarlo incustodito e buio.

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Inserito da il Inserito da Angela Abbruzzo il Mer, 03/02/2010 - 09:51
Vorrei chiedere al comune di ottimizzare gli spazi auto in via Bessarione.
Abbiamo il marciapiede più largo della carreggiata (dalla parte dei numeri dispari), sarebbe utile per tutti, automobilisti e pedoni, predisporre degli spazi a spina di pesce in modo da ricavare maggiore spazio per le auto e per non impedire il passaggio ai pedoni.
Attualmente siamo costretti, per mancanza di posti, a parcheggiare selvaggiamente sul marciapiede, i vigili danno multe salatissime, è possibile utilizzare il ricavato delle multe effettuate negli ultimi dieci anni per risistemare la via???

Grazie
Angela A.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Gio, 14/01/2010 - 00:29

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Inserito da il Inserito da Maria Rosaria Damiano il Ven, 08/01/2010 - 11:46
Ciao.
Penso di parlare a nome delle tante famiglie residenti ormai da un anno nel nuovo quartiere di Milano Santa Giulia.
La struttura che ospiterà la nuova scuola di infanzia del quartiere è a buon punto e si pensa si rispetteranno i tempi di consegna previsti.
Adesso dobbiamo iscrivere i nostri bimbi per l'anno scolastico 2010/2011 e non sappiamo come inserire quale preferenza di frequenza la nuova scuola d'infanzia.  Dobbiamo indicare le sedi delle Scuole d'Infanzia di Via Sordello e Via Monte Popera e del Nido di Feltrinelli (fra l'altro notoriamente già incapaci di assorbire le richieste dei nuovi residenti)? Mi chiedo cosa stia facendo a riguardo il Consiglio di Zona 4.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Dom, 27/12/2009 - 14:03

Il Natale 2009 al Cie di Via Corelli ha visto il primo suicidio di una ragazza detenuta. Si tratta non solo di una semplice ragazza, ma di una transessuale che viveva in Italia dal 2007, su cui già era stato emesso un provvedimento di espulsione mai attuato. La ragazza è stata fermata in Piazza Lagosta dove si prostituiva e condotta il 22 dicembre nella struttura di detenzione. La ragazza sembra essere subito solidale con le altre amiche, che si trovano nella stessa condizione. Offre il proprio aiuto e sostegno morale e cerca di tranquillizzare coloro che, in preda al panico, si oppongono alla misura detentiva. Diego Augusto Santos Costa, era questo il suo nome all'anagrafe, si è suicidata la mattina del 25 dicembre con le lenzuola del letto dove dormiva da tre giorni, nella cella in cui era stata allocata, da sola in quanto siamo in un periodo di strana assenza di sovraffollamento. Aveva 34 anni. Il fatto suscita le giuste perplessità su due capitoli che sembrano non trovare riscontro in adeguate politiche amministrative sociali da parte del Comune di Milano. Da una parte la questione sempre aperta di strutture alienanti dove la condizione di chi si trova non è trasparente, non essendo detenuti i soggetti, non essendoci una pena attuativa, non essendoci stato un procedimento penale o amministrativo a proprio carico alla cui conclusione sia stata prevista una sentenza di condanna. E' una situazione, quella che vivono chi si trova nella struttura, di pura privazione delle libertà, di sospensione dei diritti civili, di assenza di tutela della dignità delle persone. Ci sono stati diversi servizi che hanno testimoniato come avvenga la detenzione nei Cie: ci sono casi di privazione della giusta quantità di acqua giornaliera richiesta, l'acqua dei rubinetti non è potabile, mentre esiste ad arbitrio delle guardie una riduzione molto variabile del tempo di colloquio con i propri familiari o amici, dai 10 ai 15 minuti nei migliori casi. Ma l'elenco dei disagi e delle forti privazioni può aumentare, comprendendo anche il sovraffollamento in molti locali e l'assenza di riscaldamento in diverse circostanze. Qualche mese fa ci fu una protesta indetta dai detenuti: nonostante ci sia una divisione tra uomini e donne le persone si sono riunite e hanno espresso una delegazione inviata dal direttore del centro per cercare di stabilire e rivendicare diritti e condizioni umanamente, se così si può dire in uno stato di anomalo trattenimento, sostenibili. Il secondo capitolo concerne la vita delle transessuali in Itali e a Milano. Non sono giustificabili e condivisibili le parole espresse dal vicesindaco Decorato che vede tali strutture come necessarie e dovute, eliminando ogni possibilità di agire sulle cause di un disagio umano e di sofferenze sociali così profonde. Ma lo stesso Decorato si ammanta del primato di avere eliminato la prostituzione dalle strade, nonostante sia assolutamente chiaro che le misure adoperate sono fortemente penalizzanti per chi esercita, spesso nello sfruttamento e nella schiavizzazione da parte della macrocriminalità organizzata, un'attività alimentata da una domanda sempre più in crescita. La vera misura di soffocamento e di repressione di tale fenomeno disumano è quello di garantire sostegno sociale e tutela giuridica e civica a coloro che denunciano gli autori del proprio sfruttamento, di cercare di individuare con azioni investigative le cause e l'origine del mercato illegale, penalizzare la clientela che favorisce tale sfruttamento, reprimere la rete criminale che beneficia della prostituzione per svolgere altre attività illecite, dal riciclaggio di denaro al mercato della droga. La soluzione come sempre per l'amministrazione è operare nella facciata, nella superficialità, vessando le vittime di uno sfruttamento medioevale, di un mercato dello schiavismo, di una tratta di donne e di uomini che vengono ingannati dal facile guadagno, presi nella loro disperazione e nel loro disagio, vulnerabili e fortemente comprabili. Per ultimo, ma non da ultimo, si apre con questa triste vicenda la questione  riguardante la vita di migliaia di transessuali in Italia e a Milano. Queste persone vivono la loro volontà di adeguare il proprio orientamento dando un'espressività fisica e corporale consonante, decidendo di cambiare sesso: in loro la vita spirituale e le inclinazioni sentimentali non coincidono con un contenitore fisico alieno, avvertito come inadeguato, estraneo, ostile. L'ordinamento nostrano e le politiche amministrative e istituzionali non permettono a queste persone di vivere con serenità e libertà tale desiderio di cambiamento, mentre la cultura esistente e persistente soffoca e spesso emargina tali esperienze vissute con drammaticità intensa. Molte trans e molti trans si trovano abbandonati al loro destino, si sentono esclusi dai luoghi di lavoro per un pregiudizio imperante che si sofferma sulla superficie e che non affronta i casi centrando l'attenzione sulla qualità e sui meriti di una persona: sulla persona umana. Spesso le trans e i trans si trovano a dover prostituirsi per vivere: questa scelta è indotta per la maggioranza dei casi, è obbligata, vincolata da un ambiente che allontana e che manifesta la propria avversione affinchè queste persone possano affermarsi con i propri diritti e le proprie libertà: libertà di vivere innanzitutto. E' vergognoso che nessuno, soprattutto nell'ambito istituzionale e amministrativo, non abbia predisposto misure adeguate e utili a tutelare queste persone e a garantire loro il sostegno e le garanzie che dovrebbero essere delineate trattandosi di persone umane, prima che cittadine, quindi riconosciute come tali dall'ordinamento giuridico. I diritti umani e civili sono funzioni prepolitiche, in quanto esistono come innate particolarità e caratteristiche di ogni essere vivente. Non devono essere ottriati, ma devono pre esistere a qualsiasi modelli giuridico e ordinamentale, costituzionale.

Il Natale 2009 è una festa di tristezza e di morte al CIE Corelli, e riapre un caso spesso tenuto nascosto dalle cronache cittadine, fortemente ignorato dalla pubblico opinione, snobbato dai media perchè non fa notizia, spesso non conosciuto dagli amministratori locali, se non fossero per le decine di relazioni politiche effettuate da diversi gruppi parlamentari europei, ricordo la visita, faticosa da realizzare per le burocrazie insensate esistenti all'accesso alle strutture, dell'ex europdeputato della Sinistra Europea Vittorio Agnoletto, del consigliere regionale di Rifondazione Luciano Muhlbauer e di alcuni deputati e senatori radicali, attenti alle violazioni molteplici dei diritti umani e del diritto d'asilo politico non riconosciuto e violato dalle nostre istituzioni. Il tema ora non può rimanere ignorato dalle nostre attività politiche e sociali: occorre una risposta da parte dell'amministrazione adeguata a garantire il rispetto della dignità delle persone, così come occorrerebbe una richiesta a diversi livelli amministrativi funzionale a delineare una politica legislativa di rivisitazione dell'attuale sistema di integrazione, propugnato dal governo e dalla maggioranza di centrodestra, fallimentare quanto devastante nella cultura dei diritti civili e umani.

 

Alessandro Rizzo

Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Alessandro Bini il Lun, 14/12/2009 - 11:15

Il nostro progetto è molto semplice: costruire un giornale on-line capace di veicolare tutta l’informazione prodotta in un’area circoscritta della città, quella sud est e, soprattutto, realizzare uno spazio di giornalismo partecipativo, dove ogni lettore possa diventare anche autore.
L’area su cui ci siamo concentrati è molto vasta: oltre 2.000 ettari di territorio, più di 200 mila residenti, migliaia di esercizi commerciali, biblioteche, gallerie d’arte, musei, teatri, cliniche, associazioni, scuole, insomma, una città nella città e nemmeno troppo piccola.
Se si escludono edizioni a cadenza mensile, con taglio editoriale molto diverso dal nostro, per quanto probabilmente complementare, ci si accorge che questa “città” non è servita da nessun organo di informazione specifico, in grado di portare, in tempo reale, a chi vive qui notizie semplici (cosa c’è nel tal negozio, dove posso trovare il prodotto che cerco, il concerto o lo spettacolo teatrale, la festa dei bambini della scuola eccetera), ma utili e talvolta essenziali per la vita quotidiana di tutti noi. Ancora, ci siamo accorti che le persone che vivono qui, spesso, non sanno ciò che accade o quel che c’è, a poche decine di metri dal proprio percorso solito. Ma soprattutto sono persone che cercano di soddisfare la propria voglia di partecipazione spesso frustrata da difficoltà di accesso o inesistenza di un luogo aperto allo scambio di informazioni reali e concrete.
L’idea è quindi quella di aggregare un pubblico di utenti grazie all’offerta di notizie interessanti per la comunità locale, prodotte sia da giornalisti professionisti sia – e soprattutto – dagli stessi lettori, con i propri articoli, le proprie segnalazioni, recensioni e commenti.
Quello che vorremmo, insomma, è riuscire a dar vita a un giornale che cresca grazie al coinvolgimento dei cittadini nella produzione e condivisione di un’informazione variegata, diversificata e più agile; avviare un circolo virtuoso fatto di compartecipazione e disintermediazione a più livelli.

Per questo, chiunque può partecipare:
www.iperlocale.it

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Dom, 06/12/2009 - 02:59

Alla cortese attenzione di

Settore Arredo Urbano del Comune di Milano;

Assessorato all’Arredo Urbano del Comune di Milano;

Settore del Decentramento di Zona 4 di Milano;

della Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano;

della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano;

della Commissione Edilizia del Consiglio di Zona 4 di Milano

 

e p.c. del Coordinamento delle Sezioni ANPI della Zona 4 di Milano nella figura di Claudio De Biaggi

 

Interrogazione in merito alla situazione attuale di degrado del Mounumento ai Caduti di Ponte Lambro e a una sua possibile ricollocazione nel quartiere

 

In qualità di capogruppo

 

ho ricevuto la lettera firmata dal Coordinamento delle Sezioni ANPI della Zona 4 di Milano nella persona di Claudio De Biaggi indirizzata anche agli altri capigruppo del Consiglio di Zona 4 e alla Presidenza del Consiglio di Zona 4 avente come oggetto “Monumento ai Caduti di Ponte Lambro”

 

Nel testo

 

si rammenta l’ottima partecipazione del nostro Consiglio al patrocinio dell’opera “Storie di Resistenti”, curata particolarmente con esperienza professionale in campo storico dallo scrivente della lettera, Claudio De Biaggi, un’utile pubblicazione che ha voluto censire e descrivere “una parte della memoria storica del territorio”

 

considerato che

 

Sussistono come più volte accennato negli incontri utili fatti con il Coordinamento delle Sezioni ANPI di Zona 4 in diversi casi situazioni di abbandono e di degrado di monumenti e di strutture poste in ricordo di defunti partigiani e civili durante le guerre mondiali, durante la Resistenza Antifascista, durante l’occupazione sanguinaria nazifascista

 

Tra questi casi

la lettera pone l’attenzione al Monumento ai “Caduti di tutte le guerre”, eretto in Via Vittorini a Ponte Lambro dall’Associazione Combattenti e Reduci

 

considerato che

 

La struttura ha subito negli ultimi anni diversi furti di parti proprie in bronzo con un danneggiamento della recinzione, mentre la lapide sinistra si è rotta a causa delle vibrazioni prodotte dai lavori per la posa dei cavi elettrici, in occasione della sostituzione dei lampioni pubblici in Via Vittorini

 

Si sottolinea

 

nella lettera l’inutilità della collocazione del Monumento nella situazione dove sorge tutt’ora, in quanto è una zona poco frequentata dai passanti, rendendo vano lo scopo per il quale il Monumento stesso era stato eretto

 

preso atto che

 

Il Coordinamento aveva già richiesto al signor Alfredo Bonfanti della ripartizione Arredo Urbano del Comune di Milano un intervento utile e necessario a ripristinare la situazione precedente, riportando il Monumento alla funzione per cui è stato eretto

 

Constatato che

 

Tale procedimento si è rilevato piuttosto difficoltoso, testimonia il Signor Claudio De Biaggi del Coordinamento delle Sezioni ANPI di Zona 4, tant’è che richiedeva una “presa in carico” del Comune del manufatto

 

Preso atto che

 

La lettera vede poi nell’esigenza di uno spostamento più qualificante del Monumento in una zona più frequentata la piazzetta ristrutturata presente presso Via Carlo Parea il sito opportuno e possibile per una collocazione futura del Monumento stesso

 

Si chiede

 

- Al Settore Arredo Urbano se sia stata esaminata la situazione del Monumento, anche a fronte delle segnalazioni giunte nell’aprile 2006 dal Coordinamento delle Sezioni ANPI di Zona 4, e se siano state predisposte misure attuative di un progetto di riqualificazione e di intervento per ripristinare la situazione precedente del Monumento, riportandolo alla sua piena funzione;

- all’Assessorato Arredo Urbano del Comune di Milano se sia ipotizzabile il trasferimento del Monumento nella sede indicata nella lettera del Signor Claudio De Biaggi del Coordinamento delle sezioni ANPI, nonché se sia state predisposte analisi circa l’intervento direzionato a collocare il Monumento in altra sede e se sia fattibile il reincarico alla ditta appaltatrice “Gruppo Immobiliare i Girasoli”, già appaltatrice degli interventi di riqualificazione nell’ambito del contratto di quartiere;

- alla Commissione Territorio e alla Commissione Edilizia del Consiglio di Zona 4 di Milano di farsi latori di tale istanza e di provvedere a sollecitare i settori comunali competenti al fine di disporre misure di intervento riqualificative del Monumento, anche in vista di un suo trasferimento di sede

 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

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