IN PERIFERIA LO SPORT "BATTE" IL DEGRADO. COLLI E TERZI: "RIVITALIZZEREMO I QUARTIERI PER CONTRASTARE IL DISAGIO GIOVANILE"
Nove incontri, uno per Zona, con genitori, allenatori e agli addetti ai lavori, per promuovere la cultura dello sport fra i giovani e restituire un ruolo primario all'attività motoria. Queste sono le premesse da cui parte il progetto, "Genitori e figli nello sport. Crescere insieme", presentato dagli assessori Ombretta Colli (Aree Cittadine e Consigli di Zona) e Giovanni Terzi (Sport e Tempo libero), insieme al presidente di Psicosport, la psicologa e docente universitaria Marisa Muzio, e al ct della Nazionale di basket, Sandro Gamba.
"Con questi corsi intendiamo rivitalizzare le periferie e creare momenti d’incontro e aggregazione, spazi culturali e per lo svago – ha spiegato l’assessore Ombretta Colli. - La percezione della sicurezza è strettamente legata al livello di vivibilità dei quartieri e alla loro capacità di rappresentare l’identità dei luoghi e delle comunità che li vivono".
Il Comune mette a disposizione dei giovani milanesi spazi in cui possono praticare sport in maniera corretta e con insegnanti professionisti. Sono 141 impianti: l’Arena Civica gestita dal Comune, gli impianti affidati a Milanosport (33) e quelli affidati a terzi (107).
"Proponiamo a tutti i soggetti che lavorano o vivono a contatto con lo sport uno strumento per capire e prevenire fenomeni di disagio nei ragazzi e nel mondo sportivo cittadino. I fatti di Catania, la violenza negli stadi, i casi di bullismo nelle scuole– ha detto l’assessore Terzi - sono tutti episodi da analizzare e prevenire. Milano offre molto a livello sportivo: le società sportive registrate dal Coni sono circa duemila, mentre le 9 zone della città hanno a disposizione strutture che garantiscono un’offerta altamente qualificata. Sport come presidio sociale e sport per tutti: ecco i nostri obiettivi".
come saprete giovedì 29 marzo intorno alle 18.30, dunque in piena ora di punta e mentre non era ancora buio, un ciclista è stato travolto da un’auto di grosse dimensioni (Suv) in viale Abruzzi, a pochi metri dall’incrocio con via Plinio, in Zona 3 (in merito vi invito a leggere anche l'intervento inserito da Daniela Redolfi il 30 Mar 2007).
Venerdì 30 marzo una donna alla guida di un ciclomotore si è scontrata con un autocarro e ha perso la vita in viale Umbria.
Nel 2006 sono stati dodici i ciclisti morti sulle strade della nostra città, e che dall’inizio del 2007 a Milano sono morti per incidenti stradali cinque pedoni, tre ciclisti e sette motociclisti.
Per questo d'accordo con tutto il gruppo dell'Ulivo ho presentato nella seduta del consiglio di zona 3 del 2 aprile 2007 la mozione in allegato per promuovere concreti per la sicurezza stradale aMilano, in particolare per gli utenti "deboli" delle strade (pedoni, ciclisti e motociclisti). Anche Walter Merzagora della Lista Ferrante ha presentato una mozione su questo argomento e le due mozioni verranno accorpate in sede di discussione consiliare mettendo insieme il meglio di entrambe.
Speriamo che non rimagano lettera morta.
Cordiali saluti,
Stefano Andreoli
Nonostante tutte le buone intenzioni, ancora un morto sulle strade a Milano.
Buon sabato a tutti.
Vorrei seganlare che Via Rombon sta diventando sempre più pericolosa... macchine che passano col rosso, alta velocità... in una strada cittadina e circondata da strutture pubbliche quali scuole ed asili. Mi domando se non sia il momento di mettere qualche controllo. E' una strada molto trafficata e sarebbe ora che si facessero dei seri controlli e che coloro che commettono infrazioni vengano puniti.
Saluti
E. B.
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/03_Marzo/21/caso.shtml
Noi del Rubattino in lotta col degrado
Il progetto di riqualificazione urbana langue. E pensare che era stato considerato il fiore all'occhiello dalle amministrazioni locali
Caro Schiavi, per avere un semaforo all'incrocio Marcinelle-Pitteri ci vogliono degli anni. Il progetto di riqualificazione urbana Rubattino langue. Questo nuovo quartiere, pieno anche di giovani coppie e tanti bambini, rischia il degrado. E pensare che era stato considerato il fiore all'occhiello dalle amministrazioni locali, da prendere ad esempio per futuri nuovi quartieri.
Costruiti Esselunga e Media World, senza il controllo da parte delle amministrazioni pubbliche e in mancanza probabilmente di un piano regolatore, i problemi del quartiere forse non importano più a nessuno. La distanza fra le costruzioni di questi importanti complessi e le costruzioni di fronte è minima: quando passano la 54 e altri autobus il traffico va in tilt. Viabilità soffocata, assenza di parcheggi, mancanza di servizi essenziali quali farmacia, edicola, asili, scuole per l'infanzia, scuole primarie, spazi per fare giocare i ragazzi, barriere antirumore per ovviare ai disagi della tangenziale, uno splendido laghetto che purtroppo, per problemi di acque stagne, incomincia ad essere abitata anche dai topi.
Capannoni diroccati (Innocenti, Maserati) e sicuramente rifugio per poveri disperati: non si sa nulla su quando i lavori di bonifica inizieranno. Forse c'è dell'amianto. Una piccola società la Innse, rischia la chiusura (ma poteva essere l'occasione per mantenere un presidio importante, per ricordare una storica zona industriale). E la fase 1 da completare entro il 2004 è ancora da venire. Per la fase 2, completamento entro il 2008, era previsto un grande parco urbano e un centro denominato Casa di Cristallo.
I pensieri cattivi sulle possibili speculazioni stanno galoppando. Era notizia di pochi giorni fa il cambio delle rotte degli aerei in partenza da Linate: ci passeranno sopra le teste circa 40 aerei al giorno. Inquinamento alle stelle che va ad aggiungersi all'inquinamento del traffico. Non sentite puzza anche voi? E per ultimo, che fine farebbe il progetto «Metrobosco» caldeggiato anche dalla Provincia, che nelle intenzioni intende creare una cintura verde intorno alla città collegando tutti i parchi di Milano e dintorni?
Sul Corriere il comandante regionale dei carabinieri, Antonio Girone, ha detto che fermare il degrado aiuta la lotta alla criminalità. Parole sante. Questo quartiere non deve diventare dormitorio anche delle coscienze.
Giuseppe Larovere
Gentile signor Larovere, la sua lettera esprime meglio di tante chiacchiere la situazione di un quartiere periferico di Milano: attese, ritardi, degrado. Da anni si parla di una riqualificazione, e da anni si aspetta la fase due di un piano che mostra qualche pecca. I modelli da cattedrale nel deserto li conosciamo bene, sono quelli da non ripetere. Rubattino cerca un'anima e una dimensione di quartiere dove la vivibilità corrisponde a meno traffico, a meno smog, a scuole o asili progettati per far stare meglio qualche bambino, a edicole, a negozi, a un locale dove poter uscire la sera senza l'incubo di un agguato. Il consigliere di zona Gianluca Boari ha sollecitato più volte l'attenzione degli assessori competenti: l'interessamento c'è stato, ma sono ancora troppi i rimpalli. L'ex Innocenti non può restare a lungo la zona dei disperati o dei rave party, dove la droga è come il chewing-gum.
Giangiacomo Schiavi
21 marzo 2007
L’intervento prevede la demolizione di una porzione di fabbricato, la creazione di un nuovo piano e la realizzazione di un nuovo edificio per un totale di almeno 3.000 mq di superficie lorda di pavimento. Saranno realizzati uffici, una biblioteca, negozi e naturalmente un’area per la preghiera. Per quest’ultima sarà destinato il nuovo edificio di tre piani.
Tale realizzazione sarebbe inoltre incompatibile con il contesto viabilistico, poichè trovandosi non a caso tra la stazione MM Gobba e la Tangenziale Est, diverrebbe punto di riferimento per l’intera Provincia e per questo comporterebbe gravi disagi al quartiere a causa delle migliaia di frequentatori previsti. Il centro non sarà inoltre in grado di ospitare parcheggi e per giunta sorgerebbe su una curva cieca priva di aree di sosta.
A ciò si deve aggiungere che lo scorso anno è stato trasferito in un’area limitrofa il cosiddetto “mercatino del baratto” con le relative problematiche connesse, anche in relazione al difficile rapporto dei frequentatori con i cittadini residenti.
Gianluca Boari
www.gianlucaboari.it
A mio avviso è stato un grosso errore NON aver lasciato al mercato ed all'iniziativa privata il gigantesco fabbricato di Piazzale Dateo con (mi sembra) 173 mini-appartamenti ristrutturati + i box. Con il ricavato si sarebbero innanzi tutto ristrutturati i fatiscenti appartamenti delle case popolari da mettere a disposizione dei meno abbienti e, soprattutto, si sarebbero potuti realizzare nella cerchia della città molte (ma veramente molte) unità abitative modernamente progettate.
Invece ora constatiamo la fondatezza delle previsioni. Il fabbricato di Piazzale Dateo inizia ed essere ceduto in affitto e già si vedono i risultati. Il marciapiede di P.le Dateo ang. Via Uberti è ingombro di cumuli di immondizie e così, sembra, siano ridotte le zone box interne.
Mi rifiuto di credere che simili comportamenti siano dei cittadini di Via Lomellina ai quali il Comune ha destinato alcuni appartamenti arredati. Ma intanto il fabbricato già denota i primi sintomi per diventare un ghetto ingovernabile SENZA adeguati controlli e manutenzioni. E speriamo che non si scatenino le occupazioni abusive...........!!!!!
porto alla vostra attenzione l'ennesima lettera al Corriere della Sera relativa ai Consigli di Zona e al loro ruolo... ci adoperiamo, con il supporto della telematica, per far riacquistare la fiducia perduta ai cittadini e per far funzionare realmente il decentramento?
da ViviMilano - Il caso del giorno
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/09/caso.shtml
Delusi e frustrati, scontenti dei consigli di zona
Le scrivo con cognizione di causa poiché sono stata per 10 anni consigliere della zona di decentramento 19, ora inglobata nella 8 e poi non mi sono più ricandidata. I miei 10 anni al servizio dei cittadini della mia «cittadella» sono stati colmi di tanto lavoro e di tante frustrazioni. In quel periodo ero capogruppo del Pri e presiedevo le commissioni Sanità ed Educazione. Il mio dispendio di tempo e di energie era finalizzato sempre all'ascolto dei cittadini che mi si rivolgevano con la passione civile di chi crede di poter risolvere qualche piccolo problema. Ho ribadito spesso, direi tutte le volte che le istanze del consiglio venivano cassate o ignorate dal Comune centrale, la necessità che ogni consigliere presentasse le sue dimissioni per una questione di dignità e per non gravere sui costi dell'amministrazione comunale come peso morto: l'ho fatto senza successo. In realtà occorre dire che pochissime persone si accostano alla politica con spirito di servizio, i consiglieri di zona sono per la maggior parte politici, anzi portaborse di politici più importanti e quindi la loro presenza sul territorio con un ruolo comunque istituzionale ha la funzione di «tenere in caldo» l'elettorato di questo o quel consigliere comunale. Per concludere credo che nessuno cambierà nulla, questo decentramento una funzione ce l'ha e non è certo quella di essere realmente al fianco dei cittadini. Purtroppo!
Gentile signora Valletti, partiamo dal finale della sua lettera per non lasciar cadere una questione, quella dei consigli di zona, che merita una seria riflessione sulla cosiddetta politica partecipata: se nessuno se li fila, questi consigli di zona a che cosa servono? Può darsi che la visione sia diversa a seconda del colore politico di chi scrive (in genere chi sta all’opposizione è sempre più critico), ma su una cosa mi sembra siano tutti d’accordo: l’attuale regolamento non funziona, la cabina di comando della politica ignora il decentramento, i consiglieri di zona potrebbero essere soci di una bocciofila, dell’Arci o di un circolo Lions e lo Stato risparmierebbe un bel mucchio di quattrini. Riceviamo e pubblichiamo altri contributi meritevoli che difendono la buona volontà di chi è stato investito da un mandato elettorale. Leitmotiv: l’amministrazione è sorda sia nei confronti dei cittadini, singoli ed organizzati, che dei loro eletti come legittimi portavoce. «I Consigli di Zona, ad oggi, funzionano senza che il vigente Regolamento del Decentramento sia attuato dal Sindaco, dalla Giunta, e anche dai presidenti di zona. Gran parte dei consiglieri supinamente subiscono in silenzio...» Qualcuno protesta. In zona 5, Ettore Brusatori (Lista Dario Fo), Claudio Muzzana (Margherita) e Gianni Esposto (Lista Ferrante) non nascondono l’avvilimento e ammettono uno «snervante lavoro investigativo presso i vari settori del Comune, per conoscere cosa si prevede di realizzare in zona....». Filippo Maraffi, di Rifondazione, segnala alcuni risultati raggiunti all’interno del consiglio di zona 1: recinzione dell'asilo nido di Via Palermo, rifacimento dei giardino di corso di Porta Romana e via Crivelli ristrutturazione ed al rilancio dei Centri di Aggregazione Multifunzionali fino ad ottenere le strisce pedonali dove erano necessarie, ma si dichiara «frustrato dallo scarso interesse, se non dal rifiuto assoluto, che le Giunte succedutesi negli anni, hanno riservato alle nostre deliberazioni». Io ho già detto come la penso e lo ripeto: tra politica e cittadini il meccanismo si è inceppato. Non è vero che i consigli di zona non facciano nulla, ma nei partiti si lavora molto sulla ricerca del consenso e sull’occupazione dei posti. Lo spirito di servizio? È una rarità. La politica- immagine ha altri slogan: si è per quel che appare. E a proposito di apparizioni, che fine ha fatto l’assessorato al decentramento? Forse sui consigli di zona può dirci qualcosa.
Giangiacomo Schiavi