.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 1
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 01/10/2008 - 10:26

Da ViviMilano:

Il prefetto: ambienti criminali. L'imprenditore cita il Comune, ma perde
 
Rischio mafia, ruspe fermate in piazza Meda
 
La scoperta di un subappalto sospetto nel parcheggio vicino al Duomo. I lavori erano stati affidati dalla Codelfa del gruppo Gavio

La mappa

MILANO — Le ruspe di Antonino Marras erano già pronte per gli scavi del parcheggio sotterraneo di Piazza Meda, centro del centro di Milano, equidistante da Scala, Palazzo Marino, San Babila, Duomo e Via Montenapoleone, 5 piani interrati, 540 posti auto, una delle opere più importanti, discusse e tormentate tra quelle bandite dal Comune negli ultimi anni. A vincere l'appalto era stata la Codelfa di Marcellino Gavio (ma fino all'anno scorso il 50% era controllato dalla signora Marya El Hajoui Ettaalibi, casalinga) conosciutissimo imprenditore nel settore delle autostrade (Milano-Torino, Ligure-Toscana, Cisa ecc.) e delle costruzioni, con diverse società quotate in Borsa. Che ci faceva Marras, nell'inverno del 2005, con le sue ruspe in Piazza Meda? La Codelfa gli aveva subappaltato una parte dei lavori per il parcheggio sotterraneo (tuttora in costruzione).

 
Per l'imprenditore, originario di Gergei (Nuoro) ma residente a Pero (Milano), era una grande opportunità. Con la «RNA Compagnia di Escavazioni», 90mila euro di capitale, intestata alla moglie, entrava nel «giro» dei lavori più qualificati nel cuore di Milano, oltretutto appaltati da un ente pubblico come il Comune e con l'ulteriore referenza di essere scelto da uno dei big del settore: il gruppo Gavio. Non è come vivacchiare tra le commesse private di provincia, è un gran salto di qualità, o meglio, sarebbe. Perché poi, la storia emerge solo ora, tutto si blocca per un inconveniente: le precedenti «attività» del Marras.
 
E cioè: tentato omicidio volontario, sequestro di persona a scopo di rapina, porto abusivo e detenzioni di armi, furto, rapina, associazione per delinquere e ricettazione. Così si legge tra i «precedenti e notizie di reato» elencati in alcune carte di un contenzioso amministrativo nato due anni fa a causa di quel subappalto e conclusosi da poco. Completiamo il quadro. Il Tribunale di Milano sottopose Marras, nel 1994, a sorveglianza speciale per la «pericolosità sociale del soggetto, che appare dedito ad attività illecite e viva mantenendosi con i proventi delle stesse». La Questura di Milano lo segnalava come inserito in «sodalizi criminali» con «ruolo rilevante». Nel '97 «ulteriori notizie di reato per associazione per delinquere», nel 2001 «per ricettazione e riciclaggio».
 
La Direzione Investigativa Antimafia di Milano (Dia) apre su di lui un dossier mentre altri documenti giudiziari lo definiscono «pericoloso esponente della malavita organizzata operante nella provincia di Milano» in contatto con ambienti camorristici. Più indietro nel tempo, 1987: l'Ansa scrive da Parma dell'arresto di «quattro malviventi di provenienza milanese che si pensa in contatto con la malavita calabrese». Tra questi il futuro aggiudicatario (momentaneo) del subappalto di Piazza Meda. Il motivo? Incappucciati con passamontagna avevano assaltato un caseificio e picchiato il titolare per impossessarsi di 1500 forme di formaggio da trasportare su un tir, ovviamente rubato.
 
Recentissimo: tre mesi fa gli amministratori della Compagnia di Escavazioni (quella designata per Piazza Meda) e di una società collegata, vengono indagati per smaltimento e occultamento illecito di rifiuti speciali. Secondo l'accusa hanno trasformato il laghetto di Pero (Mi), inserito in territorio protetto, in una delle più grandi discariche abusive della Lombardia. «Solo terreno naturale non contaminato », è la replica degli avvocati. Dunque tra il formaggio, i rifiuti e altre «imprese», si colloca il tentativo di entrare nei lavori di Piazza Meda.
 
A stoppare le ruspe è un'informativa del Prefetto di Como (dove ha sede la società di Marras) al Comune di Milano. È un passaggio previsto nell'iter autorizzativo. La lettera del Prefetto parla di «contiguità della società con ambienti criminali» e di rischio di infiltrazione mafiosa. I controlli funzionano, il Comune boccia il subappalto e la Codelfa (titolare dei lavori) rescinde il contratto. È un caso unico, nell'ultimo decennio, per gli appalti del Comune di Milano. Però Marras non ci sta, mette in pista una squadra di avvocati, vuole riprendersi i lavori, chiama in causa il Comune, la Codelfa e anche il ministero dell'Interno. Contesta al conclusione di «contiguità con ambienti mafiosi», sostiene che i suoi precedenti penali non riguardano reati associativi di stampo mafioso, ma non c'è niente da fare. Le sue ruspe devono mettere definitivamente la retromarcia da Piazza Meda.
 
Mario Gerevini
01 ottobre 2008
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Inserito da il Inserito da Cittadino Anonimizzato a posteriori il Mar, 09/09/2008 - 17:26

Perchè non iniziare a pensare a un restauro  del palazzo dei mercanti, a due passi dal duomo, in piazza dei mercanti ?

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Inserito da il Inserito da Alfredo De Giorgi il Gio, 26/06/2008 - 13:39
Mi rivolgo in particolare al Consiglio di Zona 1, anche per testare la bontà di questo forum, segnalatomi dal suo promotore.

Allora, io vivo in zona Vincenzo Monti, all'interno della zona 1 e nell' area, teoricamente tuteleta, denominata "Ecopass". La definirò in seguito "Ecotass", in quanto è l'unico scopo reale della stessa.

Io, appunto residente, posseggo un'unica auto, che non uso mai, muovendomi soprattutto in moto od in bici, parcheggiata nel box sotto casa. Serve per caricare e trasportare e per i fine settimana.

Pur semi nuova ho dovuto pagare i 125 Euro di imposta sui residenti, peraltro calcolando i passaggi effettuati fino ad ora non sono, anche a tariffa piena, ancora arrivato a tale importo. Ma al di la di questo furto, perche' di questo si tratta, analizziamo invece la situazione della zona:

Ogni giorno entrano da Vincenzo Monti, come da ogni accesso, migliaia e migliaia di auto private provenienti da ogni dove e la stragrande maggioranza delle stesse entra senza pagare un bel nulla, intasando completamente la circolazione.

Tutte queste auto, anche enormi e di grossissima cilindrata, inquinano i miei polmoni e quelli dei miei figli, che usiamo la bici. La definizione infatti di mezzi "ecologici" è talmente ridicola che è inutile neppure iniziare un discorso. Per chi ne capisce qualcosa del lato tecnico la suddivisione in classi d'inquinamento è vergognosa, quanto insulsa; entrano in centro e parcheggiano dove meglio credono, normalmente gratis, bruciando ettolitri di carburante.

Accade quindi questo: da una parte noi paghiamo magari senza usare la macchina, dall'altra siamo costretti a respirare i fumi della Cayenne 5000 turbo di turno che, arrivando da chissà dove, entra in centro senza pagare, ci inquina i polmoni e parcheggia sul marciapiede od in doppia fila impunita, magari proprio sulla pista ciclabile che tentiamo di usare.

Tutta la zona Triennale, XX Settembre ma lo stesso si ripete continuamente anche altrove, è stracolma di mezzi di ogni genere parcheggiati abusivamente che non vengono mai multati.

Alla Triennale sono bellamente al bordo dei prati, in XX Settembre sulle aiuole alberate, invadendo la ciclabile che diventa quasi inutilizzabile, o semplicemente in sosta vietata.

Come citadino sono imbestialito. Pago e neppure godo del beneficio di poter usare un mezzo ecologico in sicurezza, perchè chi non dovrebbe entrare, le auto dall'esterno, lo fa bellamente anzi godendo del "diritto" di farlo parcheggiando dove crede gratis, in tutte queste zone "Franche".

Chiedo al Consiglio che si attivi ad esaminare la questione, l'area Ecotass gestita così non va assolutamente bene, ha come unico scopo spillare denaro ai residenti ed a pochi esterni paganti, senza fare calare nessun inquinamento o disagio per chi vive in zona.

La richiesta è quindi:

tutti gli autoveicoli devono pagare, escluso quelli ad emissione 0. Deve pagare, scontato spero, anche il residente ? Ok, tolleriamolo, ma che paghino almeno tutti gli altri, ed una tariffa fissa, 5 Euro, indipendentemente dalla classe del veicolo o su due tariffe determinate dalle dimensioni del veicolo.

In secondo luogo che vengano tolte le "Zone Franche". Il parcheggio deve poter avvenire solo ed unicamente nelle aree dedicate.  XX Settembre va ripristinata, rendendo impossibile parcheggiare tra gli alberi e ristrutturando le ciclabili e relative zone verdi. Questo sia per una valenza estetica in una zona così pregiata, sia per la fruibilità ai mezzi a due ruote.

Ho personalmente protestato al comando Vigili dell'area 7, ma hanno fatto spallucce dicendo che non avevano personale.. da non credere. Non fanno semplicemente il loro dovere. Ripenso ai 125 Euro che ho pagato e mi arrabbio ancora di +.

Domanda:

Quando sarà prevista una ristrutturazione in zona 1 che impedisca il parcheggio selvaggio ed abusivo ? Io posso avere un solo permesso per le gialle e chi viene da fuori ha il permesso di mettersi ove meglio crede ?? Quando XX Settembre ed il Parco Sempione verrà salvaguardato dall'attacco abusivo delle auto ? Perche il parcheggio in doppia fila è tollerato a tal punto che pare sia la normalità più assoluta ? Perchè alla Triennale i non residenti parcheggiano perfino sui marciapiedi talvolta aiutati da poco seri parcheggiatori ?

Forza, un po' di serietà. Grazie.

Arch. Alfredo De Giorgi

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Inserito da il Inserito da Andrea Colombo il Dom, 20/04/2008 - 16:59

Vivo da ormai un anno in Largo V Aplini e sono praticamente assordato dai tanti (forse meglio dire "troppi") passaggi di tram.
L'inquinamento acustico a cui io e la mia famiglia siamo sottoposti sta raggiungendo livelli insostenibili.
Nonostante abbia fatto installare nuovi serramenti e fatto insonorizzare le pareti dell'appartamento il rumore e sempre troppo.
La causa principale ovviamente sono i tram vecchi con materiale rotabile ancora piu' vecchio.

Vorrei sapere se qualcuno ha avuto modo o conosce come far presente il problema all'azienda tranviaria o al comune.
Stiamo andando verso EXPO 2015 con un servizio vecchio (i tram in circolazione sono quelli degli anni trenta) ..... invidio citta' moderne con tram di ultima generazione.

Saluti
Andrea

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Inserito da il Inserito da Ilaria Fossati il Gio, 17/04/2008 - 11:56

Carissimi forumisti,
qualcuno di voi mi sa dare qualche informazione riguardo la destinazione d'uso della chiesa di cui sopra? So che è diventata luogo di culto ma non so di quale Chiesa
Grazie mille

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 13/03/2008 - 13:08

Da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/03_Marzo/13/crepe_cantiere.shtml

Allarme in piazza Cardinal Ferrari, dove sono già crollate 5 rampe di scale

«Crepe in muri e soffitti, colpa del cantiere»

Telegramma degli abitanti a sindaco, Prefettura e Procura: «Sospendere gli scavi per i box prima che ci siano delle vittime»
    
Milano - «Avevamo freddo». Sorride la signora Laura, e fissa l'angolo tra le due pareti nella sua stanza da letto, dove il marito ha dovuto attaccare due strati di nastro adesivo pesante. Sotto lo scotch si vede un'ombra scura: una notte dello scorso novembre, all'improvviso, le pareti hanno iniziato a staccarsi l'una dall'altra, ora ci sono almeno due centimetri di spazio, una crepa che sale dal pavimento al soffitto, e che di notte lasciava filtrare spifferi gelidi. Le stesse crepe e le stesse fenditure si ritrovano in tutti gli appartamenti di questi due palazzi in via San Calimero affacciati su piazza Cardinal Ferrari, in pieno centro.

Là sotto, proprio davanti alle finestre, c'è una voragine di 15 metri: lo scavo per un parcheggio interrato su area pubblica, concesso dal Comune per «interesse pubblico», e assegnato il 4 marzo 2002 dall'allora sindaco- commissario Gabriele Albertini nonostante il Tar avesse detto che bisognava ripetere la gara perché le procedure erano «viziate ». Venerdì scorso, dall'altra parte della piazza, sono crollati 5 piani di scale di marmo. Poteva essere una tragedia.

E ora gli abitanti dei due stabili di fronte, in San Calimero, sono terrorizzati: «Cosa aspettano, che venga giù tutto?». Il telegramma inviato ieri al sindaco Moratti, al prefetto e alla Procura riassume tre mesi di battaglie e di paura: «A seguito dell'apertura di crepe e distacchi delle strutture murarie, i lavori dell'impresa sono proseguiti nel silenzio delle autorità informate » (con telegrammi dell'8 e 21 dicembre 2007, un sopralluogo del dirigente «stabili pericolanti» del Comune, cinque richieste all'azienda: la Borio Mangiarotti di Claudio De Albertis, fratello dell'ex assessore alla Salute, Carla, e presidente Assimpredil). E ancora: «Chiediamo la messa in sicurezza dell'area prima di crolli con vittime». Da mesi gli abitanti fissano le crepe che si allargano come serpenti neri lungo i muri, ascoltano scricchiolii sinistri, fruscii di calcinacci dietro le pareti, «assestamenti » che sembrano piccoli terremoti.

Nel libro di Luigi Offeddu e Ferruccio Sansa
, Milano da morire, quella dei parcheggi interrati di Milano viene definita «un'odissea urbanistica, umana e giudiziaria »: 200 cantieri contro l'emergenza smog e traffico, oltre un miliardo di euro di affari, una torta finita nelle mani di quattro grandi gruppi imprenditoriali. E che non ha risparmiato nemmeno queste case-monumento di via San Calimero progettate da Giuseppe De Finetti, maestro del Razionalismo italiano. «Questo è l'esempio di come il Comune di Milano tuteli i suoi cittadini e il suo patrimonio culturale », commenta amaro Maurizio Baruffi, consigliere dei Verdi. Risponde l'assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini: «L'orientamento dell'amministrazione è quello di aumentare l'attenzione ai problemi dei parcheggi. Ma se un privato provoca danni, ne deve rispondere». Gli abitanti di via San Calimero hanno commissionato a due ingegneri una perizia da allegare alla denuncia. Gli esperti parlano di «distacchi dell'edificio da quello confinante».

E soprattutto: i «fenomeni rilevati» fanno «ritenere che i dissesti non siano esauriti, ma che saranno differiti nel tempo». Gli ingegneri individuano anche la causa degli smottamenti, i tiranti: cavi d'acciaio che nella prima fase di costruzione dei box vengono «avvitati» nella terra circostante per sostenere le mura perimetrali del parcheggio. Una tecnica che il Tribunale ha sempre bocciato: per i cantieri di via Ampère (cinque cause in corso per palazzi devastati da un parcheggio), via Bazzini, piazza Bernini, largo Rio De Janeiro, piazzale Accursio, via Correggio. La motivazione è elementare: visto che il sottosuolo di un palazzo è proprietà privata, nessuno può introdurre niente in casa d'altri senza autorizzazione. Dei tiranti sotto le loro case, gli abitanti di via San Calimero non sapevano nulla. Fino a che i muri non hanno iniziato a spaccarsi.

Gianni Santucci

13 marzo 2008

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Inserito da il Inserito da Andrea Giorcelli il Mar, 29/01/2008 - 23:49
Segnalo una situazione di manifesta incoerenza da parte del Comune e lampante spreco di risorse pubbliche.
In via San Vittore la maggior parte degli alberi che ornavano il tratto tra via Matteo Bandello e via De Amicis — ammalorati anche e soprattutto a causa del parcheggio irregolare sul marciapiede tra un albero e l'altro, che ha provocato su ogni tronco vistose, ripetute e profonde ferite inflitte dai paraurti degli autoveicoli in manovra — sono stati sostituiti con nuovi alberelli sostenuti da pali-tutori che hanno la sola funzione di mantenere diritte le nuove piante, non certo quella di proteggerle dall'aggressione di automobilisti incivili. Che, in mancanza di elementi dissuasivi e di repressione, continuano a parcheggiare a ridosso dei tronchi, provocando gravi danni: i pali-tutori vengono progressivamente divelti e spezzati, il terreno compattato e solcato dai pneumatici, gli alberelli fortemente inclinati, impedendone l'attecchimento o condannandoli a una crescita in posizione obliqua che prelude a problemi di stabilità in futuro, quando dovranno essere asportati magari perché sporgenti sulla strada o pericolanti. Piano piano li stanno abbattendo e si continueranno a spendere soldi inutilmente per rimpiazzarli.
Tutto questo rappresenta un'assurdità, una contraddizione pazzesca, perché, prima di porre a dimora nuovi alberi, sarebbe stato ovvio e necessario assicurarsi che ci fossero le condizioni perché non venissero immediatamente danneggiati, come i precedenti. Basterebbe installare dissuasori o barriere per impedire alle auto di salire sul marciapiede tra un albero e l'altro, un comportamento già vietato ma che evidentemente la norma da sola, se non accompagnata da sanzione costantemente, ogni giorno, ogni ora, non basta a fermare.
 
 
Andrea Giorcelli

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Inserito da il Inserito da Dario Rossi il Mar, 29/01/2008 - 19:23

Sembra strano che ci si lamenti dell'assenza degli ausiliari o dei vigili... ma la piazza s.agostino da quando è entrato in vigore l'ecopass non ha più visto  l'ombra di una contravvenzione .

Voi direte ...e dove sussiste il problema?

 

Il problema è dato dal fatto che la sera dalle 19 in poi la piazza si riempie di auto senza contrassegno, facilitando la vita della gente chiassosa e irrispettosa della zona si reca al locale old fox Pub. o ai locali limitrofi in via Savona.

Ora abbiamo appurato che al comune poco importa del rumore che doppiamo subire per il locale sopracitato, quotidianamente fino alle 2-3 di notte , il quale sommato al mercato 2 volte a settimana sta creando una situazione insostenibile. 

Ma almeno  deve  multare i trasgressori, cercando in questo modo di rendere la vita meno complicata a noi che le regole le seguiamo.

 

Un esempio??

 

c'è una ford fiesta senza pass residenti, incidentata, senza targa anteriore, con il muso distrutto, decisamente pericoloso nel momento in cui un bambino lo dovesse urtare inavvertitamente. E' posteggiata nelle righe gialle da piu di un mese e mezzo non ha mai preso una multa ed i primi 10 giorni li ha passati anche posteggiata in contromano...

 

 

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 25/01/2008 - 21:11

Da ViviMilano - caso del giorno

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2008/01_Gennaio/25/caso.shtml

Il caso del giorno

L'arbitrio dei sopralzi, beffa oltre ai danni

Il Comune non può lavarsene le mani. Dirottiamo i contenziosi al difensore civico: non lasciamo che nel silenzio vinca il più forte


Caro Schiavi, sopra il mio appartamentino in viale Montegrappa c'erano dei solai, che anni fa furono venduti. Il neoproprietario li ha recuperati, ricavandone un'ampia mansarda, che sovrasta tre appartamenti e che occupa tutto il piano. I danni (crepe) che mi furono procurati durante i lavori sono stati riconosciuti dall'assicurazione dell'impresa, e liquidati. Ritenevo di aver saldato il mio conto con la legge sul recupero dei sottotetti. Legge che, un tempo, prevedeva il parere preventivo e vincolante del condominio (prima di ottenere il permesso); ora invece il permesso viene accordato, con la formula del «fatti salvi i diritti di terzi». Così, vince il più forte. Il proprietario dell'ampia mansarda ha fatto domanda (con la consueta formula del recupero dei sottotetti) per procedere a lavori-bis: la mansarda diventa un appartamentone con terrazza. Ottenuta con grande celerità la Dia dai competenti uffici, ha iniziato i lavori nonostante il voto contrario del condominio. Lavori assai invasivi, almeno per me. Ho dovuto chiedere aiuto ad un avvocato e un architetto. Sorvolo sui costi da affrontare. Puntualmente, sono arrivate le crepe, diffuse, già accertate dall'assicurazione dell'impresa. Poi ci sono state cospicue perdite d'acqua attraverso crepe ancora più larghe. Non fossi stato in casa,come spesso avviene, sarebbe stato un disastro: l'acqua avrebbe raggiunto l'impianto elettrico con conseguenze letali. Ho chiamato i vigili alle 10,30. Arrivo alle 16,30, con rimostranze. Il problema, mi hanno detto gli incolpevoli agenti, «è dell'amministratore, non nostro». L'amministratore ha detto di rivolgersi all'impresa. Chi protegge un cittadino in questo nostro Comune?

Antonio Ferrari

Caro Ferrari, in nome del recupero dei sottotetti si sta massacrando la linea del cielo di Milano. E si stanno mettendo tanti cittadini nelle sue condizioni: quelle di doversi difendere da soli. Il Comune non può lavarsene le mani. Dirottiamo i contenziosi al difensore civico: non lasciamo che nel silenzio di tutti vinca sempre il più forte.

Giangiacomo Schiavi
25 gennaio 2008

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 10/01/2008 - 22:45

dal sito Web del Comune di Milano:

Aree cittadine

Giornali, una preziosa risorsa per il territorio

Incontro tra l'assessore Colli e i rappresentanti dei periodici pubblicati nelle zone per dare inizio a un lavoro serio e approfondito di scambio di informazioni

I giornali di zona sono una risorsa per il territorio di Milano da valorizzare. L’assessore alle Aree cittadine e Consigli di Zona Ombretta Colli ha incontrato i rappresentanti di una decina di periodici di zona ascoltando le loro istanze e discutendo del ruolo svolto dai periodici dei quartieri, comparsi per la prima volta in città nel  1969, con la nascita del decentramento a Milano. L’incontro si è svolto con l’obiettivo di dare inizio a un lavoro serio e approfondito di scambio di informazioni legate al territorio.

“I periodici delle zone svolgono un servizio che – spiega l’assessore Colli - merita di essere valorizzato perché fornisce un’informazione approfondita e vicina ai cittadini. Per questo ritengo sia importante che le Istituzioni si mostrino sempre più disponibili, anche attraverso un sostegno concreto, e riconoscano  il valore di questi organi d’informazione”.

L’assessore si è preso l’impegno di far da tramite tra queste realtà e l’Amministrazione cittadine, e di favorire i rapporti tra i Consigli di Zona e i periodici legati a quell’area, così da instaurare uno scambio di informazioni a oggi, come lamentano i direttori delle testate, ancora troppo frammentario.

“I giornali delle zone - continua Colli – possono darci una grande mano in termini di segnalazioni di problematiche e situazioni di disagio di cui sono vittima i quartieri, ma invito anche la stampa a non dare risalto solo alle notizie negative e che fanno discutere ma anche a ciò che di positivo vi è a Milano. Viviamo in una città dove tutto funziona, eppure stiamo sempre a lamentarci. Dovremmo imparare a essere più positivi”, ha evidenziato l’assessore.

Alcune ricerche hanno calcolato la diffusione dei periodici di zona, circa una ventina, che si attesta intorno alle 200 mila copie. Periodici che vengono consegnati gratuitamente agli abitanti dei quartieri o sono disponibili presso i negozi o le biblioteche comunali. Molti dei redattori sono dei volontari e, oltre che di pubblicità - spesso molto limitata - i fogli vivono grazie ad alcuni contributi volontari o agli abbonamenti.

All’incontro, tenutosi negli uffici dell’Assessorato Aree Cittadine e Consigli di Zona, hanno partecipato dodici testate a partire dalle più “antiche” come Il Diciotto di Zona 7, nato 29 anni fa, fino a Il Mirino di Zona 8, il cui primo numero è in distribuzione proprio in questi giorni.

(10/01/2008)

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