Milano, 5 marzo 2006
Ovest milanese, Quarto Cagnino, Parco delle Cave, prati, boschi, fiori
morte
E' un giorno incantevole, il sole riscalda la terra e i campi del Parco delle Cave.
Questo inverno il vento gelido e l'umidità dei laghi del Parco sono stati magnanimi.
Una primavera anticipata ride nei campi fioriti (quasi non crederesti, ma già quella magnolia antica, coperta di muschio sui rami grigi, sta lavorando febbrilmente: le sue gemme sono gonfie, quei fiori enormi e fatui già si aprono inaspettati al sole, sui rami ancora spogli, ruvidi; qualche petalo è già scivolato sulle radici)
Neppure diresti che quei pini neri che svettano austeri più di venti metri sopra la tua testa possano mai intenerirsi alla primavera.
Eppure gia' si vedono gemme minute fra gli aghi che hanno passato l'inverno - questo e molti altri. Aspetteranno ancora qualche tempo per diventare candele verdi. Si lasciano per ora coprire da centinaia di passeri e merli, oltremodo occupati.
Questo è il saluto che il bosco offre ai passanti, senza chiedere altro.
Da dietro un recinto, lungo una strada battuta dai secoli. Qui non c'è asfalto, ancora per poco. Pochi metri e inizia la città, casermoni color cenere, vite di tinta non molto più vivace.
Il Bosco del Marcionino, molte centinaia di alberi sopravvissuti per generazioni e secoli alla città, possenti pioppi, robinie, radure inattese, edera tenace che rende ombroso il cuore del Bosco anche nel mezzo dell'inverno, quando i rami si aprono ai raggi di sole senza opporre foglie alla luce.
Un fontanile vecchio di quasi mille anni, maltrattato ma ancora vivo: il Marcionino sorge dal centro del Bosco che ne porta il nome, e scorre (sempre più di rado) lungo un'antica via, che fra poco sarà devastata dalle ruspe come tutto il resto, in un orgia di cemento che si abbatterà a poche decine di metri dai laghi del Parco delle Cave. (In fondo Milano "ha fame di case": i dati Istat del censimento 1991 e 2001 indicano oltre 4 milioni di appartamenti sfitti in Italia, 190 appartamenti sfitti ogni mille nel nord Italia, e la popolazione di Milano con un trend di diminuzione inarrestabile da decenni. Dunque è necessario costruire sopra il Bosco del Marcionino)
Quella antichissima strada che i rami degli alberi oggi ancora proteggono con una galleria vegetale, sarà... indovinate? Asfaltata.
Ridente ai bordi, scuro dentro, come i boschi veri: non un giardinetto disegnato dai soliti architetti del verde coi cespi allineati su una facile griglia, coi loro tutori di plastica e disneyane edulcorazioni della natura. Rovi infestati di spine proteggono le distese di viole, che sono già fiorite da settimane. Quegli stessi arbusti che si copriranno di fiori bianchi fra un mese, e di frutti in estate. Quelle distese di prati incoronate dalle radici e dai tronchi di acacia, prati veri, ricchi di essenze spontanee, insolite come il fiordaliso, l'equiseto, l'anemone bianco, il symphitum.
Hanno distrutto tutto.
Hanno raso al suolo centiania e centinaia di alberi, venerdì.
Hanno spazzato via il Bosco del Marcionino: resta solo un desolato cimitero di ceppi segati, cumuli di legna ancora viva, fatta a pezzi, ammonticchiati in tumuli funebri.
Resta una squallida via Pompeo Marchesi, numero civico 58.
Il cartello descrive genericamente "Scavi ed opere specialistiche".
Decine di cittadini stanno chiedendo conto di questo scempio, compiuto a poche decine di metri dalle aree umide più pregiate del Parco delle Cave.
Andremo fino in fondo. Verificheremo i permessi, chiederemo se "distruzione di un bosco" appartiene all'elenco delle... "opere specialistiche". Ma forse è così davvero. Basta intendersi sul genere di specialisti con cui si ha a che fare. I professionisti a cui lasciamo in mano il "recupero" urbanistico della città, e del Paese.
Aiutateci a fare chiarezza, se potete.
Quanto a capire perché, quei germogli, quei boccioli di fiore abortiti sui rami grigi delle magnolie che ancora oggi stavano fiorendo, dalle cortecce coperte di muschio. Fiorivano - inutilmente - anche se ormai fatti a pezzi in bell'ordine. Non c'è un perché, solo ottusa banalità.
(Un'informativa dettagliata la si può leggere sul sito www.emergenzaparcodellecave.org)
Al di là di condannabili razzismi e vergognosi raids (incendio del campo tende di Opera) che sono un delitto (penale) contro l'umanità, e altrettanto vergognosi imbonimenti pseudo-solidaristici, frutto di automatismi pelosi ideologici più che di imprescindibile raziocinante solidarietà sociale e di civiltà, mi pongo due semplici domande:
(A) dove trovano le risorse i Nomadi per il loro sostentamento?
(B) c'è qualcuno che riesce a rispondere con onestà intellettuale e rigorosa informativa senza “contar balle” a questa domanda?
Ma ci sarà un modo di far terminare questo squallido sturpo continuo che si perpreta nelle nostre strade?
Se posso capire un certo lassismo nei confronti delle evidenti meretrici professionali (come si faccia poi a capirlo con sicurezza... mah?), mi chiedo perchè continuano ad esserci ragazze giovanissime e bambini in queste evidentemente costrittive condizioni?
Che pattugliano a fare in giro i CC e la PS? Cosa continuano a passargli davanti senza far niente? E' lì il reatro, davanti ai loro occhi! Cosa cercano? Un ladro che scavalca finestre?
Allora mi avvicino ad una pattuglia di cc e gli chiedo:
"Le avete viste quelle ragazze sotto il ponte? (Vigevanese), una piangeva evidentemente..."
Risposta:
"e ma poi non collaborano"
... andiamo bene!
Per la prima volta in vita mia, voterò a destra.
Voterò la Moratti, voterò anche lega, se necessario.
Sono sempre stato comunista, ma personalmente ritengo che la coalizione di centro destra sia più adatta a risolvere l'unico grosso problema che ho, abitando in zona 9.
Il problema è la presenza del centro sociale pergola, con tutto quello che ne consegue per quel che riguarda schiamazzi notturni e più in generale la vivibilità della zona isola.
CHi ha provato a passare (credo pochi) da via della pergola verso le 4 di notte di (quasi) ogni sera, capisce cosa intendo.
Musica, gente che urla, di tutto.
Chi ha provato a passare domenica mattina (credo un po di più) da via della pergola capisce cosa intendo.
Dire che la strada è una discarica a cielo aperto è fare un complimento.
Il fatto che io sia comunista, e che me la prenda con un centro sociale, sono due cose perfettamente compatibili, se il centro sociale non ha niente di sociale ma si trasforma solo in una congrega di ubriachi e fatti che se ne fregano largamente dei diritti altrui.
Questa fantomatica figura, metà uomo metà bicicletta, sembra rimasta nell'immaginario mitologico delle promesse non realizzate dall'ormai passato Governo Berlusconi.
I poliziotti di quartiere però esistono, come esistono risorse stanziate per la loro attività.
Forse il problema è che la loro presenza non è percepita dalla popolazione che, per questo motivo, si sente meno sicura.
La soluzione sarebbe quindi quella di far sì che il poliziotto sia un punto di riferimento sempre rintracciabile, come un'unita di pronto intervento, senza cadere nell'eccesso di farli girare con una grossa S rossa disegnata sulla tutina :-P
Per raggiungere questo scopo sarebbero di grande aiuto le tecnologie informatiche che con un banalissimo sistema di segnalazione via sms potrebbero far sì che i cittadini ricevano in tempo reale da una centrale operativa notizie sicure sui tempi di intervento.
Inoltre servono iniziative mirate sui quartieri considerati più a rischio, iniziative che possono essere prese dagli stessi consigli di zona a norma del regolamento emanato nel '97, ma solo a patto che, come si spera, nella prossima legislatura sia un contenitore un po' meno svuotato di responsabilità.
Cordialmente
Salvatore Loschiavo, candidato al consiglio comunale per l'Ulivo
Oggi ha presentato una lettera aperta ai milanesi (la trovate in allegato), ai cittadini ma anche ai candidati alle prossime elezioni, per tornare a discutere di questi temi, riassumendo la sua proposta nello slogan "garantisci sicurezza con la solidarietà"