.: Case, edilizia e gestione del patrimonio comunale
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mar, 21/07/2009 - 15:55

Dall'Uffico Stampa del Comune di Milano:

PIANO CASA. VERGA: “BENE PER INTERVENIRE SU EMERGENZA ABITATIVA E DISAGIO SOCIALE, MA ORA CASE ENTRO 2 ANNI”

Milano, 21 luglio 2009 – “Il Piano Casa decretato dal Presidente del Consiglio arriva in ritardo, ma rappresenta un avvio importante per sviluppare interventi utili che serviranno a dare una casa alle diverse fasce del bisogno”.

Con queste parole l’assessore alla Casa Gianni Verga ha accolto il decreto che si pone l’obiettivo di costruire centomila alloggi in 5 anni.
Beneficiari del Piano Casa saranno i nuclei familiari a basso reddito, le giovani coppie, gli anziani in condizioni sociali svantaggiate, gli studenti fuori sede, gli sfrattati e gli immigrati regolari a basso reddito e residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione. Insieme ai più bisognosi, potranno beneficiarne i ceti medi e medio-bassi che non possono sostenere i prezzi di mercato.

“Nell’ottobre scorso – ha ricordato Verga -, in occasione di un convegno promosso dall’Anci, il Comune di Milano aveva avanzato alcune proposte originali che in parte ritroviamo oggi nel Piano Casa. Ad esempio, equiparare l’edilizia per i più bisognosi a servizio sociale e promuovere fondi immobiliari per realizzare interventi edilizi che superino la logica dei quartieri ghetto e che permettano di costruire nuovi insediamenti caratterizzati dal mix sociale. Su questo fronte Milano ha anticipato la linea già negli anni scorsi. Il rito ambrosiano ha fatto scuola”.

Sullo snellimento delle procedure e le agevolazioni fiscali per realizzare alloggi in tempi brevi, Verga ha aggiunto: “Se è vero che a L’Aquila si riuscirà a costruire abitazioni consegnandole alla popolazione in 6 mesi, è ragionevole pensare che nel resto del Paese si possa intervenire con il Piano Casa approntando gli alloggi nell’arco di due anni? E’ un sogno che può diventare realtà se si cambiano le procedure nazionali e regionali. Oggi impieghiamo almeno 5 o 6 anni”.
“E’ giusto che per realizzare case di edilizia sociale si debbano pagare tasse anche da parte dei Comuni? Bisogna intervenire sulla fiscalità perché non si può gravare un servizio sociale – come è la casa per i più poveri – di eccessivi balzelli”.

“Il Piano Casa – ha concluso l’assessore - viene accolto di certo con positività e in modo propositivo. Il Comune di Milano è pronto per concretizzarlo insieme a Regione Lombardia (che ha legiferato una settimana fa le norme nuove edilizie) e allo Stato. Auspichiamo dei miglioramenti per rendere più rapido e meno costoso ogni intervento”.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 03/06/2009 - 14:55

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

CASA. VERGA: “GRAZIE AD APPROVAZIONE PIANO REGIONALE, AL VIA RISTRUTTURAZIONE QUARTIERI POPOLARI”

Milano, 3 giugno 2009 – “L’edilizia pubblica potrà rinnovarsi e trasformarsi positivamente grazie alla nuova legge regionale che, a differenza di quanto previsto a livello nazionale, consente incrementi volumetrici significativi (40%) per la ristrutturazione delle case popolari, come richiesto dall’assessore alla Casa e alle Opere pubbliche Mario Scotti”.
Con queste parole l’assessore alla Casa Gianni Verga si complimenta con il lavoro svolto dalla Regione Lombardia per il Piano Casa.

“Il Comune di Milano è pronto – ha aggiunto -. I progetti dell’Assessorato alla Casa consentiranno di rinnovare i quartieri di edilizia popolare rendendoli plurifunzionali e pluriclasse, inserendo, cioè, spazi per attività produttive, commerciali e servizi, oltre che favorire l’insediamento e l’integrazione tra classi sociali diverse”.

“Così come abbiamo progettato per il piccolo quartiere Barzoni Casette – ha concluso Verga - faremo per le zone più rilevanti e degradate della città, a partire dal Lorenteggio

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Inserito da il Inserito da Cittadino Anonimizzato a posteriori il Ven, 17/04/2009 - 16:04

Vogliamo dotare di pannelli solari la nuova fiera di Rho , per favore ( e magari anche di pale eoliche ) ? Stessa cosa per gli altri edifici , a partire da quelli pubblici , tranne nei casi di evidente incompatibilità estetica .  Riguardo sempre la nuova fiera di Rho , mi chiedo cosa succederebbe con una nuova nevicata come quella del 1985 : sopporterebbe il peso della neve o farebbe la fine del Vigorelli ? Sono state previste delle misure in tal senso ? Stessa cosa dicasi per altri edifici .

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 13/03/2009 - 12:53

Dal sito Web del Comune di Milano:

MIPIM 2009

Premiato il Comune per l’eccellenza nella gestione immobiliare

L'assessore Verga ha partecipato alla cerimonia di consegna a Cannes, in Francia, in occasione della 20esima edizione della fiera del Real Estate e dello sviluppo urbano

Milano, 11 marzo 2009 – L’assessore alla Casa Gianni Verga ha ritirato, a Cannes, il Daily Real Estate Public, il premio all’eccellenza nella gestione immobiliare per la Pubblica Amministrazione attribuito quest’anno al Comune di Milano per aver saputo coniugare i bisogni della città con l’economia e l’innovazione.

La cerimonia di consegna si è tenuta in occasione del MIPIM 2009, la fiera del Real Estate e dello sviluppo urbano giunta alla 20esima edizione, a cui partecipano politici, investitori del settore immobiliare e il mondo della finanza mondiale per conoscere in anteprima i piani urbanistici, i progetti di sviluppo e i programmi di valorizzazione territoriale che riguardano i Paesi di tutti i continenti.

“Siamo stati i primi in Italia – ha spiegato Verga - a creare un fondo immobiliare, avviando un piano di valorizzazione del patrimonio comunale. Abbiamo spalancato una porta e intrapreso un cammino lungo il quale vogliamo proseguire. In questo modo vogliamo garantire la migliore gestione di un patrimonio vasto e complesso per trasformarlo in una risorsa economica. Anche questo premio, il Daily Real Estate Public, conferma che la nostra azione è opportuna e lungimirante. Ed è un segnale di successo che molti Comuni del Paese stiano seguendo l’esperienza dell’Amministrazione milanese. La stessa Cassa Depositi e Prestiti, che è nostra partner da anni, ha costituito una SGR (Società di Gestione del Risparmio) e lo Stato vuole incentivare, con il nuovo Piano Casa, le alienazioni”.

Riguardo al Piano Casa, iscritto all’ordine al giorno del Consiglio dei Ministri nella seduta di venerdì prossimo, e ai piani volumetrici che stanno per essere proposti dal Governo e di cui si occuperanno nello specifico le Regioni, l’assessore Verga ritiene che siano “provvedimenti importanti perché rispettano le esigenze dell’evoluzione di ogni famiglia: nuovi figli, anziani che desiderano maggiore privacy, pur restando nella casa d’origine, solo per fare un esempio. Questo è possibile aumentando le dimensioni delle case monofamiliari, molto diffuse nel nostro Paese”.
“Inoltre – ha aggiunto Verga – questa impostazione del Piano Casa darebbe un impulso all’economia legata al mattone, ridando fiato alla microeconomia. Il nostro Paese, infatti, ha un sistema edile frazionatissimo e tanti sono i piccoli soggetti coinvolti. La settimana scorsa il Cipe ha dato fiato alle grandi imprese. Ora, con il Piano Casa nazionale, saranno gli artigiani e le piccole imprese a rimettersi in moto in questo momento di crisi. Si tratta, quindi, di un progetto strutturalmente decisivo”.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 05/03/2009 - 17:52

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

EMERGENZA CASA. VERGA: “DISPONIBILI A BREVE I PRIMI 2600 ALLOGGI”

Milano, 5 marzo 2009 – L’assessore alla Casa Gianni Verga condivide le analisi del Sunia sulla carenza di case e sulle crescenti difficoltà a ottenere un alloggio a causa della crisi economica in cui si trova anche il nostro Paese.
Proprio oggi, nel vertice tra il Sindaco Moratti e gli assessori comunali, sono stati forniti alcuni dati riguardanti il settore Casa da cui emerge che, dal 2006 (con l’insediamento dell’attuale Giunta) ad oggi, sono stati avviati interventi per mettere a disposizione oltre 2600 nuovi alloggi. Le nuove case, che fanno parte dei progetti “Abitare a Milano 1” e “Abitare a Milano 2”, saranno disponibili a partire dai prossimi mesi.

“Il finanziamento complessivo per realizzare questi nuovi alloggi – ha spiegato l’assessore Verga – è di circa 270 milioni di euro, dei quali ben 170 sono stati messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, 50 e 50 milioni rispettivamente da Regione Lombardia e dallo Stato”.
“Questa – ha aggiunto Verga – è la dimostrazione concreta che il Comune di Milano sta svolgendo un vero e proprio ruolo di supplenza dello Stato che dal 2006, in particolare dal Governo Prodi, non ha stanziato pressoché nulla per il settore Casa. Le risorse statali, programmate dal precedente Governo Berlusconi (eletto nel 2001) solo ora arrivano a piccole tranche ai Comuni”.

Solo una settimana fa, alla Consulta Nazionale Casa organizzata dall’Anci a Roma, si è infatti avuta comunicazione ufficiale da parte del sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani della disponibilità di 20 milioni di euro programmati dal Decreto Martinat del 2005.

“E’ importante – ha concluso Verga – che le forze politiche e sociali, che hanno a cuore il problema dell’emergenza abitativa, si misurino in uno sforzo comune, in modo tale che, anche grazie alle recenti leggi regionali, si possa porre ordine alle manutenzioni e alla gestione del patrimonio pubblico, nonché a un serio contrasto dell’abusivismo. Soprattutto su questo ultimo punto, i sindacati degli inquilini, che conoscono bene la popolazione dei quartieri, possono dare una grossa mano”.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Sab, 14/02/2009 - 14:05

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

ERP. APPROVATO PROGETTO DEFINITIVO PER MANUTENZIONE STRAORDINARIA STABILI

Milano, 14 febbraio 2009 – La Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per la manutenzione straordinaria degli stabili di edilizia residenziale pubblica. Grazie a questo provvedimento, che stanzia un milione di euro, l’Amministrazione potrà intervenire tempestivamente per risolvere le problematiche urgenti degli stabili erp.

“Con questo milione di euro – spiega l’assessore ai Lavori pubblici e Infrastrutture Bruno Simini - potremo intervenire negli stabili di edilizia residenziale pubblica, ristrutturando le coperture o le pavimentazioni degli stabili, laddove necessario, o sostituendo gli impianti più obsoleti, eliminando barriere architettoniche o installando nuove caldaie. Si tratta di un progetto che ci consentirà di risolvere tempestivamente ogni tipo di problema che di volta in volta potrebbe verificarsi in qualche nostro immobile”.

“Questo progetto – aggiunge Simini - si inserisce a pieno titolo nella serie di appalti aperti che ho voluto personalmente incrementare per tutti i settori, per poter soddisfare le esigenze contingenti che di volta in volta si possono presentare. E’ un sistema che ci consente – conclude l’assessore - di attualizzare gli interventi di manutenzione e di poter intervenire tempestivamente quando è necessario”.

elenco degli interventi effettuati nel 2008 con lo stesso tipo di progetto

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Inserito da il Inserito da Cittadino Anonimizzato a posteriori il Ven, 23/01/2009 - 16:45

Credo che i " vecchi " palazzi quasi grattacieli del centro direzionale situati grossomodo nell  'area tra la stazione centrale e via melchiorre gioia andrebbero " recladdati " per donargli più stile e più fascino , dato che secondo me per come sono ora imbruttiscono lo skyline della zona , e ci sarà inoltre un contrasto evidente quando saranno finiti il nuovo grattacielo della regione e quelli del l'area garibaldi - repubblica . Mi piacerebbe anche che venisse restaurato il palazzo della ragione in via mercanti , perchè mi pare quantomeno poco rispettoso che venga mantenuto con le trifore cementate le finestre superiori tappate da pannelli bianchi e la parte superiore della facciata in stato di degrado .

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mar, 16/12/2008 - 12:39

Dal sito Web del Comune di Milano:

Palazzo Marino

Firmato accordo per riqualificare patrimonio immobiliare

Il Comune ha firmato due nuovi protocolli d'intesa con la Cassa Depositi e Prestiti e l’Agenzia del Territorio per reperire risorse da destinare alle infrastrutture dei quartieri di edilizia sociale

Milano, 16 dicembre 2008 - Un anno fa il Comune ha avviato un pionieristico Piano di Valorizzazione del patrimonio della città. Per proseguire l'opera firma un nuovo accordo con la Cassa Depositi e Prestiti e l’Agenzia del Territorio per continuare  la migliore gestione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione e per trasformarlo in una risorsa economica. L’obiettivo dell’accordo è reperire risorse da destinare non alla spesa corrente, ma agli investimenti, alle infrastrutture e dei quartieri di edilizia sociale.

“La collaborazione con l'Agenzia del Territorio certificherà il valore dei nostri immobili e la collaborazione con la Cassa depositi e prestiti ci fornirà gli strumenti finanziari per compiere questa valorizzazione. La legge ci consente e in qualche modo ci vincola alla valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare” ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti.
I protocolli d’intesa sono stati firmati a Palazzo Marino, dal Sindaco, dall’assessore alla Casa Gianni Verga, dall’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Massimo Varazzani, dal direttore finanziario Matteo del Fante e dal direttore dell’Agenzia del Territorio Gabriella Alemanno.

Dopo il buon andamento del Fondo Milano 1 e la bontà della scelta del Comune, si apre ora la seconda fase della valorizzazione. Allegato al Bilancio 2009 è un elenco di beni redatto sulla base della Legge 133/08 che consente di avviare nuovi piani di valorizzazione. Si sta lavorando in particolare su edifici e aree che l’Amministrazione possiede fuori dal territorio comunale perché non ritenute strategiche per il Comune di Milano e, quindi, destinate ad essere alienate per prime.

“Abbiamo già iniziato l'anno scorso con un fondo, stimato in 255 milioni di euro, 150 sono già nelle casse del Comune, gli altri arriveranno a breve – ha continuato il Sindaco - E' importante ricordare che il 50% di questa valorizzazione andrà tutta in investimenti e non in spese correnti, sarà dedicato alla riqualificazione di aree di indirizzo sociale”.

Riguardo i beni che saranno interessati dal secondo fondo, “c'è un elenco allegato al bilancio - ha concluso Letizia Moratti  - quando sarà approvato il bilancio cominceremo l'analisi con la Cassa Depositi e Prestiti e con l'Agenzia del Territorio così come abbiamo fatto l'anno scorso”.

 “L’ottimo risultato del primo Fondo Immobiliare di Milano è confermato dall’interesse che molti altri Comuni hanno manifestato anche direttamente a noi di ripetere l’esempio Milano”, ha spiegato l’assessore alla Casa Gianni Verga. “Nell’esperienza milanese, si è passati dalla prassi consolidata presso tutti gli enti pubblici di considerare i beni immobiliari come una sine cura, al concetto di beni immobiliari come risorsa primaria da valorizzare in modo imprenditoriale a favore dei bisogni della città”.

“La firma del nuovo Protocollo d’Intesa con il Comune di Milano”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) Massimo Varazzani, “conferma il successo della prima operazione di valorizzazione immobiliare, in cui CDP ha avuto un essenziale ruolo di promozione e di consulenza. Questo nuovo tipo di supporto agli Enti locali  e alla crescita del territorio continuerà ad assumere sempre maggiore rilievo nella mission di Cassa, che intende partecipare sempre più attivamente alle iniziative nel settore della valorizzazione del patrimonio degli Enti pubblici territoriali e a quello del social housing. Proprio per questo è in fase di valutazione la costituzione di una Direzione immobiliare all’interno di CDP che, assieme alla SGR di Fondi immobiliari, di cui di recente è stato avviato l’iter costitutivo, consentirà a Cassa di operare in futuro nel settore direttamente e in maniera ancora più incisiva”.

“La sottoscrizione del Protocollo d’Intesa fra il Comune di Milano e l’Agenzia del territorio “per la valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale”  può essere considerato uno dei momenti più significativi della lunga collaborazione fra i due enti”, ha dichiarato il direttore dell’Agenzia del Territorio Gabriella Alemanno. “Auspico che il rapporto sinergico e fattivo fra le nostre strutture possa, nel tempo, intensificarsi per favorire una integrazione delle banche dati al fine di realizzare una migliore conoscenza del territorio. La partecipazione dell’Agenzia, insieme alla Cassa Depositi e Prestiti, al procedimento di costituzione del secondo Fondo Immobiliare, testimonia la sensibilità del Sindaco di Milano nell’affermare un nuovo percorso di collaborazione fra enti pubblici per ottimizzare le risorse immobiliari dei Comuni”.

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Inserito da il Inserito da Flavia Gotelli il Ven, 12/12/2008 - 20:56
Buonasera a tutti.
Ho necessità di una risposta urgente al mio problema.
Settimana scorsa ho ricevuto una raccomandata dall'aler con diffida che mi invitava ad abbandonare la casa entro 15giorni dalla lettura della stessa.
aimè sono abusiva aler, sono subentrata a mio fratello (il precedente locatario) che ha cambiato casa.
Purtroppo per pochi mesi non sono passati i famosi 3anni nello stesso nucleo familiare.
La nostra domanda era stata depositata a tempo dovuto.
ora pero', passati finalmente i tre anni, l'aler dopo aver fatto uscire l'ispettore e i vigili ha inviato questa lettera.
Non mi hanno accettato il subentro nel contratto di affitto.
Qualcuno puo' aiutarmi a risolvere questa situazione??? Cerco suggerimenti, esperienze e/o consigli... Non ho un'altra casa dove poter andare.
Grazie in anticipo...
Flavia Gotelli

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Lun, 17/11/2008 - 18:45

 

Riporto un articolo scritto dal sociologo Marco Vitale dell'Università Bicocca che evidenzia la mancanza di credibilità di una proposta che parte da una premessa inverosimile (spostamento di 700.000 persone dall'hinterland a Milano) per giungere ad una conclusione preoccupante: aumento del 53%  dell’indice di edificazione che dovrebbe passare dallo 0,65% all’1%!
Se le persone fossero biglie o birilli, l'assessore Masseroli potrebbe spostarle come meglio crede, ma da persona credente, da persona che dichiara di vivere la comunità, dovrebbe sapere che l'essere umano è un animale sociale, che crea -per fortuna!- delle reti di conoscenze, amicizie, vicinato ecc., cioè delle reti di solidarietà che -sia pur talvolta sfilacciate- esistono ancora. I politici -compresi gli assessori!- dovrebbero riconoscerle e svilupparle, non disconoscerle e svilirle.
Se poi la gente abbandona Milano, "fugge" da Milano e si trasferisce nell'hinterland ci saranno delle ragioni! Se non le analizziamo, non daremo mai una risposta politica coerente: il problema non è la mancanza di alloggi!
La vera causa è la scarsa qualità della vita in Milano e una colata di altro cemento di certo non potrà migliorarla, ma farà scappare tutti coloro che resistono ma desiderano vivere in una città  più verde, a misura di famiglia e di bambini, a misura di giovani!
Marco Vitale si pone delle domande e riporta delle ipotesi di risposta che debbono farci riflettere... e preoccupare per il futuro della nostra città.

Voi che ne pensate?

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin

Consigliere Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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FERMATE CEAUCESCU
Il Consiglio comunale di Milano sta discutendo un documento che, il consiglio comunale di una città civile, non dovrebbe neppure discutere nella forma attuale, per mancanza di credibilità e di serietà.
Il documento si intitola “Approvazione della revisione del capitolo “X Regole” del documento di inquadramento delle politiche urbanistiche comunali” ed è una specie di succedaneo al Piano di Governo del Territorio, un documento questo di grande importanza intorno al quale, sempre in una città civile, dovrebbe aprirsi un grande dibattito perché qui si intrecciano i principali temi strategici, urbanistici, ambientali, di qualità della vita della città.
Nel timore di non riuscire ad approvare, entro i termini di legge, il complesso Piano di Governo del Territorio, l’assessore all’urbanistica ha presentato urgentemente questo documento che dovrebbe fare da ponte con il Piano di Governo del Territorio. Nel frattempo questo documento, di difficilissima lettura per i non addetti ai lavori ( e che dovrebbe essere accompagnato da un testo interpretativo e divulgativo comprensibile dai normali cittadini), cerca di portare a casa alcune cose che interessano l’assessore e chi lo ispira. Il punto centrale è semplice. L’idea portante del documento è che il ristretto territorio del comune di Milano dovrebbe ospitare 2 milioni di persone passando così da 1.3 milioni a 2 milioni con una crescita, dunque, di 700 mila persone, in un tempo relativamente breve. Per intenderci: più degli abitanti dell’area metropolitana di Brescia, un numero pari al 60%delll’intera provincia di Brescia, che se ricordo bene, è la più grande d’Italia, e pari al numero di profughi del Kossovo che si riversarono sull’Albania ai tempi della fuga biblica dal genocidio del dittatore serbo. Queste 700.000 persone sono quelle che si sono insediate nel tempo nel territorio metropolitano e che dovrebbe rientrare a Milano, i pendolari. Per ospitare tutti questi profughi l’indice di edificazione aumenta per intanto del 53%  passando dallo 0,65% all’1%.
La mancanza di credibilità e di serietà è tutta radicata qui. Nessuna persona assennata può mai pensare ragionevole e credibile che 700.000 cittadini che hanno radicato, attraverso un processo lungo e graduale, la loro vita e le loro famiglie nell’ambito della grande area metropolitana milanese, decidano di cambiare indirizzo, di vendere (a chi?) la casa che hanno costruito nella cittadina della cinta milanese che le ospita per comprare un appartamentino a Milano; trasferire i figli dalla serena scuola vicino al Parco Nord Milano in qualche isterica scuola cittadina; rompere il delicato equilibrio del budget familiare pazientemente costruito anno dopo anno per farlo riesplodere con i maggiori costi cittadini; abbandonare il giardinetto nel quale i bambini hanno giocato guardando il Resegone, come una volta si poteva anche a Milano, per chiudersi in un appartamentino costruito da qualche cooperativa e di dimensioni tali da non poter più ospitare la nonna che era non solo tanto cara, ma anche tanto utile.
Solo Ceaucescu potrebbe realizzare un mutamento epocale di questa portata. Ma poiché, per fortuna non c’è Ceaucescu, fermiamo, per tempo, questa idea folle e dannosa. Gli argomenti che si spacciano per sostenere questa proposta non sono credibili. L’edilizia sociale e per i giovani è necessaria a Milano ma con progetti specifici, su direttive adatte, con una visione strategica e non portando un indice generale di edificazione a livello folle per una città già super cementificata. Milano deve crescere  ma deve crescere attraverso le sue attività qualificate e qualificanti e non piantando a piene mani, sul suo piccolo territorio, nuovo cemento anziché gli alberi di cui abbiamo bisogno. Dire poi che questo incredibile pasticcio sia ispirato dal desiderio di migliorare la qualità della vita milanese, è una presa per i fondelli. Dire infine che il Comune di Milano trarrebbe vantaggi economici da questa improbabile trasmigrazione è erroneo. Il Comune di Milano è avvantaggiato dalla situazione odierna che vede tanta gente attiva e solerte portare a Milano il dono del suo lavoro lasciando i costi della struttura urbana a carico del comune di residenza. Dovendo provvedere alle scuole, ai trasporti, alla sanità per altri 700.000 cittadini il bilancio del Comune di Milano ne risulterebbe scardinato.
La situazione è talmente chiara e ovvia che la maggior parte delle persone responsabili scrolla le spalle e dice: tanto è una bufala, tanto non è realizzabile. E’ un atteggiamento logico ma non accettabile. Infatti questa è una bufala, ma non è una bufala neutra; essa distoglie dai temi veri.
Sarebbe bello discutere della strategia della grande Milano, con l’impostazione di “Città di Città” che è stata oggetto di tanti approfonditi studi da parte del dipartimento competente del Politecnico e che è in linea con un grande filone di studi urbanistici europei; e studiare come migliorare la mobilità e i trasporti (come a Monaco) e come far crescere il senso di una comunità  allargata, anche se decentrata (come Berlino).
Sarebbe bello domandarsi, con serietà e serenità, cosa fare dei grandi progetti urbanistici avviati negli anni recenti e che sono ora tutti o quasi praticamente bloccati.
Sarebbe bello realizzare, per davvero, un quartiere per gli universitari e altri giovani con un progetto ad hoc specifico e concreto, con alto indice edificativo e che abbellisca la città.
Sarebbe bello incrociare e discutere le linee strategiche di fondo dello sviluppo della città e delle sue attività (università, fiere, sanità, moda, cultura), con gli indirizzi urbanistici, e tenendo conto di quella  Expo 2015 che, andando avanti così, rischia di diventare la catastrofe finale per Milano.
Sarebbe bello dibattere  come riciclare a residenziale, magari sociale, gli scheletri vuoti del terziario.
Sarebbe bello tutto ciò, ma sino a che sul tavolo si buttano queste bufale, che in realtà sono vere e proprie bombe ad orologeria, non c’è speranza e non c’è spazio.
C’è un’ultima domanda. Poiché le cose che ho detto sono troppo evidenti, ci si deve domandare: ma perché sostengono queste cose irrealizzabili prima ancora che sbagliate? Non lo so.
Posso solo raccontare ciò che, in ambienti qualificati, si dice. Intanto le 700.000 persone non verranno mai; l’indice 1 però resterà e gli amici degli amici  qualcosa costruiranno. E chi se ne frega se poi il costruito resterà vuoto. Sarà problema di chi verrà dopo.
Si dice anche che l’aumento indiscriminato dell’indice di edificabilità permetta agli immobiliaristi in difficoltà di rivalutare i loro terreni ed aggiustare così i loro bilanci.
Una specie del tentativo che si fece con la rivalutazione dei calciatori e le squadre di calcio qualche anno fa.
Se non è vero è verosimile.
Ci si domanda anche perché l’opposizione è così soft. A prescindere dal fatto che Milano è, da anni, abituata a un’opposizione evanescente di aspiranti a semplici maggiordomi di chi comanda e a raccoglierne le briciole sotto il tavolo, quello che  si dice è che le cooperative di sinistra collegate al PD abbiano anche loro qualche interesse in materia.
L’ultima domanda la pongo io, senza riposta.
Si sono sentite voci singole, serie ed autorevoli, da Piano a Gae Aulenti, a Gregotti, a Boeri, a Olmi, a Luca Gadola, prendere posizione contro questa sventura. Ma perché le istituzioni che dovrebbero, proprio in questi casi, far sentire la loro autorevole voce (parlo delle grandi università; degli ordini professionali, degli enti culturali, delle grandi associazioni ambientaliste) se ne stanno zitti? Se non ora, quando? Povera Milano come ti sei ridotta!
Marco Vitale
Milano, 11 novembre 2008
Scritto per il Riformista
Il Consiglio comunale di Milano sta discutendo un documento che, il consiglio comunale di una città civile, non dovrebbe neppure discutere nella forma attuale, per mancanza di credibilità e di serietà.Il documento si intitola ed è una specie di , un documento questo di grande importanza intorno al quale, sempre in una città civile, dovrebbe aprirsi un grande dibattito perché qui si intrecciano i principali temi strategici, urbanistici, ambientali, di qualità della vita della città. Nel timore di non riuscire ad approvare, entro i termini di legge, il complesso Piano di Governo del Territorio, l’assessore all’urbanistica ha presentato urgentemente questo documento che dovrebbe fare da ponte con il Piano di Governo del Territorio. Nel frattempo ( e che dovrebbe essere accompagnato da un testo interpretativo e divulgativo comprensibile dai normali cittadini), . Il punto centrale è semplice. L’idea portante del documento è che Per intenderci: più degli abitanti dell’area metropolitana di Brescia, un numero pari al 60%delll’intera provincia di Brescia, che se ricordo bene, è la più grande d’Italia, e pari al numero di profughi del Kossovo che si riversarono sull’Albania ai tempi della fuga biblica dal genocidio del dittatore serbo. . Nessuna persona assennata può mai pensare ragionevole e credibile che che hanno radicato, attraverso un processo lungo e graduale, la loro vita e le loro famiglie nell’ambito della grande area metropolitana milanese, decidano di cambiare indirizzo, di vendere (a chi?) la casa che hanno costruito nella cittadina della cinta milanese che le ospita per comprare un appartamentino a Milano; trasferire i figli dalla serena scuola vicino al Parco Nord Milano in qualche isterica scuola cittadina; rompere il delicato equilibrio del budget familiare pazientemente costruito anno dopo anno per farlo riesplodere con i maggiori costi cittadini; abbandonare il giardinetto nel quale i bambini hanno giocato guardando il Resegone, come una volta si poteva anche a Milano, per chiudersi in un appartamentino costruito da qualche cooperativa e di dimensioni tali da non poter più ospitare la nonna che era non solo tanto cara, ma anche tanto utile. Solo Ceaucescu potrebbe realizzare un mutamento epocale di questa portata. Ma poiché, per fortuna non c’è Ceaucescu, Gli argomenti che si spacciano per sostenere questa proposta non sono credibili. Milano deve crescere  ma deve crescere attraverso le sue attività qualificate e qualificanti e non piantando a piene mani, sul suo piccolo territorio, nuovo cemento anziché gli alberi di cui abbiamo bisogno. Dire poi che questo incredibile pasticcio sia ispirato dal desiderio di migliorare la qualità della vita milanese, è una presa per i fondelli. Dire infine che il Comune di Milano trarrebbe vantaggi economici da questa improbabile trasmigrazione è erroneo. La situazione è talmente chiara e ovvia che la maggior parte delle persone responsabili scrolla le spalle e dice: tanto è una bufala, tanto non è realizzabile. E’ un atteggiamento logico ma non accettabile. Infatti questa è una bufala, ma non è una bufala neutra; essa distoglie dai temi veri. e studiare come migliorare la mobilità e i trasporti (come a Monaco) e come far crescere il senso di una comunità  allargata, anche se decentrata (come Berlino). Sarebbe bello domandarsi, con serietà e serenità, cosa fare dei grandi progetti urbanistici avviati negli anni recenti e che sono ora tutti o quasi praticamente bloccati. Sarebbe bello realizzare, per davvero, un quartiere per gli universitari e altri giovani con un progetto ad hoc specifico e concreto, con alto indice edificativo e che abbellisca la città. Sarebbe bello dibattere  come riciclare a residenziale, magari sociale, gli scheletri vuoti del terziario. Sarebbe bello tutto ciò, ma sino a che sul tavolo si buttano queste bufale, che in realtà sono vere e proprie bombe ad orologeria, non c’è speranza e non c’è spazio. Una specie del tentativo che si fece con la rivalutazione dei calciatori e le squadre di calcio qualche anno fa. Se non è vero è verosimile. Ci si domanda anche perché l’opposizione è così soft. A prescindere dal fatto che Milano è, da anni, abituata a un’opposizione evanescente di aspiranti a semplici maggiordomi di chi comanda e a raccoglierne le briciole sotto il tavolo, L’ultima domanda la pongo io, senza riposta. Marco VitaleMilano, 11 novembre 2008Scritto per il Riformista
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