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Inserito da il Inserito da Alessandra Rioda il Ven, 08/10/2010 - 10:10

Buongiorno. Premettendo che finalmente le candidature per le elezioni primarie di Novembre sono tutte di altissimo livello, e apprezzando davvero gli interventi sui media di Onida e Pisapia, mi convince molto il programma di Stefano Boeri. Parto dal mio personale presupposto in base a cui un Sindaco "capace" non debba necessariamente essere un "tuttologo", bensì un bravo coordinatore che avendo chiaro il panorama globale della città amministrata si faccia supportare da uno staff tecnico in grado di gestire i singoli problemi. Sulla scorta delle dichiarazioni dei diversi candidati mi sembra che Boeri disponga della flessibilità necessaria a cogliere le complessità dell'amministrazione di una grande città, sempre problematica ma attualmente di più, a causa della crisi generale e di interventi mancati o malfatti in precedenza. Elencare i punti nevralgici della Milano odierna richiederebbe una lista infinita: ambiente, traffico, cultura, scuola, spettacolo, sanità e chi più ne ha ne metta. Ci sarebbe da intervenire veramente su tutto. Questo "risanamento generale "rappresenterà un percorso lungo e difficile, ma sarebbe già una gran cosa sapere che i cittadini (e non le lobbies, gli interessi privati e i gruppi di potere) sono rappresentati, e che sono rappresentati da una persona affidabile, che ama Milano e che ascolta le voci di chi la vive.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Gio, 07/10/2010 - 11:07

E' di pochi giorni fa la notizia raccapricciante quanto mai disdicevole per un Paese che si definisce europeo e civile di una madre di un ragazzo disabile dell'Albe Steiner di Milano costretta a rimanere per tutto il tempo dell'orario delle lezioni, ogni giorno, ogni mattina, per accudire al proprio figlio nella deambulazione e nel suo trasporto. Non ci sono insegnanti di sostegno e il personale presente in Istituto non è qualificato alla mansione di cura per il ragazzo. Il ragazzo è stato più volte rifiutato, anche da notori istituti, nella propria iscrizione in quanto nessuno poteva assicurarne tutela adeguata. L'Istituto Albe Steiner di Milano è stato l'unico istituto che aveva ammesso il ragazzo perchè dotato di strutture, fino a un anno fa. I tagli corposi e indecenti, fatti a raso senza alcuna attenzione e responsabilità politica, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, a fronte di un aumento, invece, dei finanziamenti, ormai non più solamente indiretti, dizione di forma che voleva solo legittimare ciò che  è incostituzionale, hanno fortemente ridotto il corpo docente, in particolare i mediatori linguistici e gli insegnanti di sostegno. Quest'ultimo capitolo è stato fortemente ridotto a partire già dallo scorso anno scolastico, come rileva un'interrogazione presentata dal sottoscritto nel maggio 2010, in cui chiedevo i motivi dell'assenza della copertura dei costi dei programmi di inserimento educativo e di sostegno integrativo didattico per ragazzi con disabilità nello stesso Istituto Albe Steiner, caso singolare che esemplifica, però, una situazione generale. Il preside dell'Istituto più volte aveva inviato una lettera all'Assessorato all'Educazione del Comune di Milano, ricevendo solo dinieghi, in cui lamentava della mancanza di soldi per garantire il completamento dei programmi, non essendoci più un fondo che finanziasse l'attività didattica e il costo degli insegnanti di sostegno, ruolo importante e di alta responsabilità, spesso non valorizzato e riconosciuto. Anche per il sottoscritto vale la stessa conseguenza avutasi con le lettere di sollecito di sblocco dei fondi da parte dell'assessorato all'educazione del Comune di Milano e dell'amministrazione: nessuna risposta in merito, con grave dann all'attività didattica integrativa.
E' di ieri, infine, il comunicato stampa di genitori di alunne e alunni con disabilità di diversa entità e grado che chiedono interventi al fine di assicurare l'attività integrativa per i propri figli negli istituti vari del Comune di Milano, in particolare l'Istituto Ferrante Aporti, una scuola primaria. I tagli sono così ingenti che il diritto ad accedere a ogni forma e grado di istruzione scolastica a prescindere dalle proprie condizioni fisiche è compromesso severamente. Le parole del comunicato parlano da sole e disegnano una reale situazione drammatica in cui imperversa un particolare capitolo della scuola pubblica, angariata e sofferente di una politica assente del Ministero nonchè irresponsabile. Allego il comunicato, chiedo una diffusione e una risposta da parte dell'amministrazione comunale adeguata e non filtrata da considerazioni di circostanza: è in pericolo l'accesso e la prosecuzione degli studi, anche gli indirizzi obbligatori, per migliaia di bambine e bambini con disabilità di diverso genere e grado, quindi necessitanti di attenzione e di cura spesso personalizzata. E', questo, un vulnus civile oltreche sociale che compromette un Paese destinato a perire se a essere penalizzata è la scuola pubblica e l'istruzione per quella che sarà la futura classe dirigente. Un paese che menoma l'educazione, come diceva Calamandrei, è un paese di uomini non liberi, sottoposti vulnerabilmente in modo acritico alle pressioni di un potere autoritario. Occorre avere risposte in merito, assessore Moioli, nonchè Ministro Gelmini: non è più tollerabile un silenzio prolungato a fronte di politiche che vedono solo tagli effettuati in modo indistinto e indiscriminato, compromettenti il tessuto sociale della nostra comunità e l'eguaglianza dei cittadini della nostra Repubblica.

Alessandro Rizzo

Capogruppo la Sinistra - Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 15/09/2010 - 21:10

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Ufficio Volontariato

Moratti: “Rappresentate l’anima di Milano”

Il Sindaco ha incontrato a Palazzo Marino il gruppo di oltre 200 persone del Comune che ogni giorno offrono un aiuto in città a chi ha più bisogno. Confermata la candidatura del capoluogo lombardo per ospitare l’Anno europeo del volontariato 2011

Un momento dell'incontro a Palazzo Marino con i volontari del Comune

Milano, 15 settembre 2010 – “L’incontro di oggi è una bella occasione di scambio e lavoro comune con tutti voi impegnati quotidianamente a vari livelli a ampliare sempre di più percorsi di solidarietà che rispondano ai bisogni più diversi e alla complessità sociale di una grande città europea come la nostra, fondata sui principi dell’assistenza e della solidarietà. Voi rappresentate l’anima della nostra città. Milano è una città ricca di energie, grazie a tanti motori che la fanno crescere, e non solo in termini di sviluppo economico. Voi siete la ricchezza della nostra città perché il volontariato è uno dei motori di Milano” ha detto il Sindaco Letizia Moratti, a Palazzo Marino, all’incontro con i volontari del Comune di Milano. Un gruppo formato da circa 200 persone che, attraverso l’Ufficio Volontariato, offrono quotidianamente un aiuto in città a chi ha più bisogno.

Il Sindaco ha proseguito ringraziando i protagonisti della giornata di oggi: gli studenti, gli insegnanti, i dirigenti scolastici dei 12 Istituti che testimoniano l’interesse delle nuove generazioni a prestare aiuto per il bene della comunità civile, per la tutela dei suoi beni, dei suoi valori e, soprattutto, per i bisogni delle persone.

L’ufficio Volontariato e Terzo Settore del Comune di Milano si trova in viale Tibaldi 41 ed è attivo da oltre trent’anni. I suoi principali ambiti operativi sono: fornire informazioni e orientamento dei cittadini per le attività di volontariato, sulle organizzazioni di volontariato e sulle banche del tempo, ma anche reperire e coordinare i cittadini che desiderano operare come volontari singoli.

In collaborazione con l’Ufficio Volontariato e Terzo Settore nel marzo del 2009 è stata pubblicata la Mappa del Volontariato sociale e banche del tempo di Milano, una guida distribuita in 10.000 copie gratuite ai cittadini, agli operatori e ai diversi enti. Si tratta di uno strumento essenziale per orientarsi nel vasto mondo del volontariato milanese: in città infatti sono state censite 371 organizzazioni del terzo settore, presso le quali prestano la loro opera oltre 33.700 volontari. A questi si devono aggiungere i donatori di sangue che sono oltre 35.000.

“Negli ultimi quattro anni – ha sottolineato il Sindaco - le organizzazioni di volontariato presenti in Lombardia sono aumentate del 16% arrivando a quota 4.566. Milano è anche sede di 31 Organizzazioni Non Governative di cooperazione internazionale per lo sviluppo, di 150 Organizzazioni Non Profit e di oltre 500 Associazioni di natura non lucrativa: un patrimonio di professionalità e di generosità da valorizzare e far crescere”.

“Nei mesi scorsi – ha concluso Letizia Moratti – ho candidato Milano ad ospitare l’Agenzia Europea per il Volontariato. Sarebbe un modo concreto di valorizzare l’Anno europeo del volontariato 2011. Una realtà che farà crescere Milano e la sua realtà di città capace di dono, di accoglienza, ma anche come modello di gestione, di progettazione, di formazione nel campo del volontariato”.

Nel corso dell’incontro, infine, gli alunni delle 21 scuole vincitrici del concorso “A Scuola di Volontariato”, indetto l’anno scorso dall’Ufficio Volontariato, hanno illustrato al Sindaco i vari progetti che hanno potuto realizzare anche grazie al contributo economico del Comune. Il totale finanziato è stato di 40.000 euro. Al bando avevano partecipato 54 istituti tra scuole primarie statali e paritarie, scuole statali e paritarie di secondo grado, scuole statali e paritarie secondarie di secondo grado.

L'incontro a Palazzo Marino con i volontari del Comune

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Inserito da il Inserito da Fiorella De Cindio il Mar, 14/09/2010 - 16:05

Oggi la terza pagina della cronaca di Milano del  Corriere della Sera, anticipando i temi i contenuti della conferenza stampa di oggi pomeriggio,  si apre con
    << Urbanistica, i cittadini ridisegnano Milano >>
L'assessore Carlo Masseroli apre cosi' i 60 giorni di consultazione per raccogliere le osservazioni al PGT. E aggiunge:, annunciando che sarà ogni venerdì dalle 15.30 alle 18.30 all'Urban Center in Galleria per incontrare i cittadini: «Ci aspettiamo il contributo di tutti, non soltanto dei grandi player, degli esperti di settore, degli urbanisti puri». perché «Come dice Cameron, dobbiamo cambiare l’approccio verso il governare, perché la gestione dall’alto al basso, con controllo rigido e totale, ha finito con l’indebolire la responsabilità, l’iniziativa locale e l’azione civica».

Ma oggi è uscita un'altra notizia che riguarda sempre l'assessore Masseroli che lunedì, in via Festa del Perdono, sede dell'Università Statale, parteciperà alla sessione inaugurale della Social Media Week introducendo una giornata di lavoro articolata su due sessioni:
    La Città 2.0
    Media  sociali, condivisione e partecipazione informata
 
I due temi non sono scollegati, a partire dalla domanda che sorge spontanea: l'assessore intende utilizzare gli strumenti del web 2.0 per allargare la partecipazione dei cittadini alla discussione del PGT  e al ridisegno della città?  

Per lui e per tutti, il programma della giornata in Statale è l'occasione per raccogliere spunti dall'estero (Inghilterra e Brasile) e dall'Italia (verrà presentato nel pomeriggio il progetto Bollenti Spiriti della Regione Puglia). E offrirà, con gli interventi di Juan Carlos De Martin (Politecnico di Torino), Giuseppe Attardi (Università di Pisa) e Stefano Rodotà (che non ha bisogno di presentazioni), una straordinaria opportunità per riflettere su come la rete può (continuare ad) essere una piattaforma di  effettiva partecipazione.

Contiamo quindi sulla partecipazione di tanti partecipaMini, e di quelli che vogliono estendere attraverso la rete, gli spazi di partecipazione dei cittadini. per farne insieme un'occasione di incontro e  confronto produttivo.

Non dimenticate di registrarvi alle due sessioni!
Sessione mattutina:  http://smwmilan2010cittaduepuntozero.eventbrite.com/
Sessione pomeridiana:  http://smwmilan2010universitastatale.eventbrite.com/

-- fiorella

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 06/09/2010 - 20:50

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SAKINEH. IL 9 SETTEMBRE STRISCIONE SULLA FACCIATA DI PALAZZO MARINO.
MORATTI: “CLEMENZA PER SAKINEH, LA DIFESA DELLA VITA NON HA CONFINI”

Milano,  6  settembre  2010-  “Clemenza:  clemenza  per Sakineh! Chiedo con forza,  con  la  voce di tutti i cittadini  milanesi che rappresento,  alle autorità  del  Governo iraniano un atto di generosa clemenza per la signora Sakineh  condannata  alla lapidazione. La difesa della vita non ha confini.
Il  cuore  della  città  di  Milano da sempre si oppone con forza alla pena capitale, ovunque praticata”.
Con  queste  parole  il  Sindaco di Milano, Letizia Moratti, chiede che sia risparmiata  la  vita  di Sakineh Mohammadi Ashtiani e ha annunciato con il Presidente  del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri che giovedì 9 settembre sarà esposto, sulla facciata di Palazzo Marino, uno striscione con il volto velato  della  donna  e  la scritta “Clemenza per Sakineh. Milano contro la pena di morte”.

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Inserito da il Inserito da Daniela Salvetti il Lun, 30/08/2010 - 15:43

Non è sempre facile fare i genitori, soprattutto quando ti capita per la prima volta di avere un figlio di 13 anni che ha finito le medie e vuole iscriversi al Liceo Classico.
Il liceo di mio figlio, il Carducci di Milano, ha fatto una presentazione stupenda, tanto da incantare molti giovani.
Successivamente non è stato così semplice frequentarlo.
Fin da subito le 4 ore di studio tanto raccomandate dalla sig.ra preside sono diventate 6/8 al giorno.
Anche se più di metà classe non aveva i libri di testo (avevano raccomandato di non comprarli fino al primo giorno di scuola)i professori sono partiti velocemente a spiegare le materie e a fare verifiche, senza preoccuparsi di come fossero organizzati i ragazzi.
Dopo solo 4 settimane di scuola ci veniva detto dalla coordinatrice di classe che nostro figlio, avendo frequentato una media di periferia, non aveva le basi per proseguire gli studi classici.
Essendo alla prima esperienza e non potendo confrontarci con altri genitori abbiamo chiesto un colloquio con la preside per cercare di capire se esagerava la prof. o se era proprio nostro figlio esageratamente impreparato.
La preside ci ha riso in faccia (è solita farlo) ci ha chiesto in modo molto maleducato che cosa volevamo da lei e ci ha detto che se nostro figlio non aveva le gambe per ballare alla Scala era meglio iscriverlo ad una palestra di periferia.
Noi genitori siamo rimasti sconvolti, abbiamo iniziato a telefonare all'USR all'USP, al ministero per capire cosa potevamo fare e tutti ci rispondevano che purtroppo conoscevano la situazione di quel liceo, dei professori di quella sezione e anche di come si comportava la preside.
La preside ci disse anche che se non volevamo far massacrare nostro figlio dovevamo toglierlo da quella scuola e anche di non dire nulla della conversazione alle prof. perchè sarebbe stato peggio.
Nostro figlio non ha voluto cambiare scuola ma anche se l'avesse voluto fare non avrebbe trovato posto in altra scuola a meno che privata (nel frattempo io sono andata di persona in vari licei a chiedere se c'era posto).
Nostro figlio è stato massacrato, umiliato davanti alla scuola e infine bocciato.
A ottobre, quando è iniziato tutto, essendo noi genitori perplessi dei risultati negativi di nostro figlio, lo abbiamo sottoposto a colloqui psicologici, dapprima dalla psicologa del Carducci che sosteneva da subito che una bocciatura fosse educativa per lui. Successivamente da un neuropsichiatra infantile che, dopo avergli parlato lo ha sottoposto a dei test.
Risultato: nostro figlio è dislessico.
Sebbene la scuola ha saputo fin da ottobre delle difficoltà del ragazzo, delle visite, dei test e della sua sofferenza nel vedere i pessimi risultati che otteneva studiando ore ore ed ore, senza svago, senza uscite con amici, nonostante fosse al corrente di tutto, hanno fatto finta di non sapere niente, hanno volutamente aggravato la sua situazione scolastica potendolo così bocciare.
Nostro figlio in un primo momento è crollato e non riusciva a reagire, ora va molto meglio anche se è una ferita ancora aperta e la paura è sempre li che lo tormenta.
Si è iscritto ad un altro liceo classico.
Speriamo bene.
Noi genitori siamo schifati da come in Italia non si possa mai fare niente quando capitano certe cose, solo chi ha conoscenze importanti viene aiutato e preso in considerazione

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 26/08/2010 - 16:46

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

COMUNE DI MILANO. RIQUALIFICAZIONE QUARTIERI, MORATTI: “NESSUN PROGETTO DI ABBATTIMENTO ALLO STUDIO”

Milano,  26  agosto  2010  - In merito ad alcune notizie e indiscrezioni di stampa relative all’ipotesi di abbattere quartieri di Milano il sindaco di Milano,  Letizia Moratti,  precisa che “non c’è alcun progetto allo studio che prevede una simile eventualità”.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Ven, 13/08/2010 - 15:15

E' tempo di Ramadam ma manca una Moschea

Non c'è ancora una Moschea a Milano. Il Comune di Milano non ha ancora dato avvio all'identificazione di un luogo di culto dove le migliaia di mussulmani possano radunarsi e pregare, semplicemente pregare. Pregiudizi degni di un clima da persecuzione di stampo legaiolo, ricordo qualche mese fa la rieditata proposta regressiva e irricevibile in stile apartheid firmata dal capogruppo leghista Salvini di dedicare vagoni per puri milanesi, mi domando quanti avrebbero frequentato quei vagoni, hanno tenuto in ostaggio un'intera maggioranza di governo della città incapace e inibita nel formulare un percorso che attui quello che viene definito "diritto universale", ossia il diritto a esprimere liberamente il proprio culto religioso. A patto che tale culto non sia chiaramente contrario ai principi fondamentali del nostro ordinamento legislativo. Ma chi osa dire che praticare l'Islam sia contrario al nostro ordinamento legislativo, dal momento che il nesso tra attività eversive di natura terroristica e professione di una fede religiosa è stato da più parti giustamente rilevato come infondato, insensato, irrazionale. L'Islam è una religione riconosciuta in molti paesi europei che concedono spazi adeguati a chi vuole professare il proprio culto. Qualcuno si ammanta la bocca con la parola di reciprocità: nei loro paesi, dicono i rinnovati menestrelli della difesa delle tradizioni, le Chiese sono proibite. Vorrei informare questi menestrelli urlatori che non è così, dal momento che esistono paesi nell'area islamica che prevedono l'eguaglianza nella professione delle fedi religiose. Vorrei anche rispondere che tale "giustificazionismo" irriverente non ha nessun senso di sussistere dato che dovremmo allora dire che la pena capitale è fondata dato che esistono paesi che la eseguono, oppure che rubare nel nostro comportamento privato è giustificabile dato che ci sono tanti che lo fanno. Rimango terribilmente preoccupato del futuro di una città che si chiude in modo ermetico con una serie di pregiudizi di stampo razzista che altro non apportano se non emarginazione, destabilizzazione di una convivenza sociale pacifica, alterazione dei rapporti tra comunità. La nostra società, scriveva ieri Merlo su Repubblica, è chiaramente e irreversibilmente cosmopolita: è composta da diverse culture, da persone con diverse esperienze, diverse necessità, esigenze civiche e sociali, religiose, umane. Il punto di unificazione di tali composite faccettature di una società inevitabilmente multietnica, mi domando comunque quando una società nella storia dell'umanità possa essere considerabile come "mono"etnica, deve essere il rispetto della dignità della persona umana, dei suoi diritti, della sua libertà. Libertà che chiaramente non deve confliggere, ricordate il Contratto sociale di Rousseau, con quella degli altri. Ma persone che pregano in spazi consoni all'ufficializzazione del culto sono nocive per gli altri? Arrecano pregiudizio alla nostra dignità? Arrecano danni odiosi e insormontabili alla collettività? Mi sapete rispondere, voi della Lega, quali siano i danni arrecati? Il loro culto limita l'espressione libera del culto religioso diverso da quello islamico, oppure del non culto, qualora ci si identifichi in una cultura atea o agnostica, o gnostica, come il sottoscritto? La risposta sarà la stessa in salsa "padana" più volte cucinata, tanto da diventare indigeribile: loro attentano la nostra libertà perchè impongono la loro cultura. Mi domando se chi esprime tale concetto abbia mai frequentato, parlato, si sia mai confrontato con un islamico, dato che la loro religione, se non accolta in accezioni dogmatiche e assolutiste, ma allora anche il cattolicesimo può e spesso ha mostrato tali derive applicative, presenta un grado di tolleranza, eguaglianza e di concetto di fratellanza simile al Vangelo strumentalizzato dai novizi e poco scaltri "difensori della fede". Siamo alla prevaricazione dell'ideologia sull'analisi della realtà sociologica e antropologica oserei dire. La loro cultura confrontata con le nostre culture rende la nostra storia ricca di percorsi futuri di progresso e di miglioramento delle nostre condizioni civiche e sociali. Il detto "la diversità crea ricchezza" non è una frase stantia di circostanza, ma rappresenta il fatto che una cultura quando si rinchiude nella difesa ossessiva del proprio particolarismo rappresenta la sua fallacità e la sua subitanea e conseguente estinzione. Inutile portare esempi tratti nella storia per avvallare tale tesi. E' assurdo, come detto più volte da una voce di umanità, forse spesso una delle poche, spesso solitaria, quale quella del Cardinale Dionigi Tettamanzi, che in una città dove si dovrebbe avere amministratori e politici attenti ad applicare le basi fondanti della nostra cultura costituzionale e legislativa si rinchiudino come tanti timorosi del "turco di turno" nelle proprie rocche della difesa delle tradizioni. Mi domando quali tradizioni, dal momento che Milano nasce da una visione composita e contaminante di culture diverse, di valori che si sono sedimentati nel concetto di accoglienza e di solidarietà, di rispetto della persona umana. E', quindi, dignitoso che persone professino il loro culto, con le annesse esigenze di officializzazione, all'interno di garage, oppure nelle plateee di enormi e spaziosi palazzetti dello sport, oppure nelle sale cinematografiche? E' giusto ed è rispetto della dignità umana permettere che queste persone vedano vilipesi i simboli del proprio culto dato che vengono relegati in ambienti alienanti e inospitali? Che cosa attende il Comune di Milano ad aprire un confronto e un dialogo con le comunità islamiche, che si sono autonomamente arrangiate nell'individuare propri spazi di culto, al fine di dare una soluzione a un problema che non è un problema, ma solo conseguenza di un cambiamento irreversibile della società sempre più composita? Dopo essersi effigiata come "governo della tolleranza e del dialogo" attribuendo la Civica Benemerenza al rappresentante della Casa della Cultura islamica, che cosa il Comuene  la Giunta Comunale vuole promuovere per dare sostanziale conseguenza a tale gesto simbolico quanto mai superficiale, se non seguito da provvedimenti che attuino il rispetto e la promozione della libertà di espressione di culto, come prescritto dalla nostra Costituzione?
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 30/07/2010 - 17:56

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Prima Infanzia

A Milano nidi "doc"

Il modello del capoluogo lombardo, basato su "capillarità e qualità". Alla Moratti il premio "Sindaco difensore della Famiglia". L'assessore Moioli: "Le strutture comunali e private accreditate sempre in vetta nelle scelte dei genitori"

Milano, 30 luglio 2010 – “Questa amministrazione ha fatto della qualità e della capillarità dei suoi servizi per la famiglia uno dei punti centrali del suo programma; la nostra offerta di posti nido, anche grazie all’incremento del sistema pubblico-privato, è tra le più alte in Italia, ben superiore agli standard stabiliti da Lisbona, a conferma di un vero e proprio ‘modello’ di supporto alla famiglia e alla genitorialità, che domani verrà premiato a Fiuggi con il riconoscimento a Letizia Moratti di Sindaco difensore della Famiglia”.

E’ quanto dichiara oggi l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli in relazione al sistema integrato pubblico-privato dei servizi per la prima infanzia.

“Il Comune di Milano non ‘dirotta’ nessun bambino della città nei nidi privati. Le famiglie milanesi, infatti, al momento della domanda di iscrizione possono indicare quattro nidi, come opzione di scelta tra strutture pubbliche e private. Si tratta di una decisione libera. Quest’anno, su 6.972 nuove domande di iscrizione, 1.065 famiglie hanno espresso come prima scelta il nido comunale accreditato, e altre 1.228 hanno indicato, sempre al primo posto, il nido privato accreditato. Il numero dei bambini che trovano un posto in una struttura privata o accreditata è quindi il risultato di una scelta ragionata e consapevole delle famiglie, a conferma della fiducia che esse nutrono anche nelle strutture accreditate, che garantiscono qualità e professionalità, riconosciute dai genitori al momento della scelta”.

“Quest’anno sono stati 539 i posti in più offerti alle famiglie milanesi – prosegue l’assessore - e sono tre i nuovi nidi che apriranno a settembre. Il sistema pubblico-privato sta dimostrando di poter rispondere alle esigenze delle nostre famiglie, all’interno di un processo di continua crescita e miglioramento dei servizi per la prima infanzia che il Comune ha intrapreso negli ultimi anni, e che proseguirà in futuro. Ad oggi la lista d’attesa per un posto nido conta 582 bambini, ma i posti già disponibili sono 641, 295 nei nidi comunali, 108 in quelli accreditati e 238 nei nidi privati, a seguito di rinunce o iscrizioni multiple. Tutte le richieste presentate saranno quindi soddisfatte in tempi brevi, proprio grazie all’integrazione tra pubblico e privato”.

“La ‘scarsa qualità’ attribuita ai nidi accreditati è una completa falsità  – commenta l’assessore – perché nella delibera regionale del febbraio 2005 sono indicati chiaramente i requisiti stabiliti dalla Regione Lombardia necessari per poter accedere all’accreditamento. Si tratta di requisiti che garantiscono qualità e formazione elevate per tutto il personale della struttura dei nidi privati accreditati e delle cooperative, dal coordinatore agli educatori, che al pari di quelli comunali devono essere in possesso di un diploma o di una laurea, e di competenze di alto profilo. Ogni nido, inoltre, deve garantire il possesso dei requisiti previsti da norme vigenti in materia di urbanistica, edilizia, prevenzione e sicurezza. Con l’accreditamento tutto il sistema dei nidi viene costantemente monitorato attraverso indicatori e standard qualitativi e quantitativi”.

“Il modello pedagogico adottato dal Comune di Milano negli ultimi anni è stato potenziato e rilanciato anche attraverso corsi di formazione, spesso tenuti in loco, dall’Università Cattolica e dall’Università Bicocca, i due atenei che a Milano insegnano e dibattono sui modelli pedagogici e offrono i corsi di laurea per la formazione degli educatori. Sono già in corso momenti di ulteriore formazione e riqualificazione del personale”.

“La Regione Lombardia – aggiunge Moioli - ci sostiene nel processo di accreditamento e di eliminazione delle liste di attesa con un contributo economico di quasi 5 milioni di euro per il triennio 2010-2012, approvato con delibera regionale nel febbraio di quest’anno e inserito nella delibera comunale di approvazione del piano triennale per la prima infanzia (giugno 2010), per acquistare posti nido nelle strutture private che, in possesso degli standard qualitativi richiesti, sono state accreditate, integrando così l’ampia offerta comunale, senza far gravare ulteriori costi sulle famiglie milanesi”.

“Per quanto riguarda invece il progetto Tagesmutter, questa amministrazione nel febbraio 2010 aveva richiesto la disponibilità di posti nido da convenzionare con la Coop. Tuttavia, la cooperativa ha ritenuto, per ora, di non offrire posti convenzionati, in attesa di procedere a una riorganizzazione interna, necessaria per poter acquisire l’accreditamento comunale”.

“Infine – conclude l’assessore – ribadisco che nulla è stato negato o sottratto ai genitori milanesi in termini economici o di qualità dei servizi. Alcune famiglie, infatti, pur avendo ricevuto l’assegnazione di un posto in base alla preferenza indicata, preferiscono attendere gli spostamenti conseguenti ai trasferimenti al fine di ottenere l’assegnazione alla struttura di prima preferenza. Non appena possibile, queste richieste di trasferimento verranno soddisfatte”.

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Inserito da il Inserito da Donatella Cerioli il Mer, 28/07/2010 - 14:51

In risposta ad un articolo di Gianni Ravelli apparso sul Corriere della sera (Milano Lombardia) in data 24 luglio 2010

Ho letto con attenzione quanto da lei scritto nel suo editoriale del Corriere della Sera  e mi chiedo, perdoni l’impertinenza, se lei sappia di che cosa sta parlando: ha mai provato ad avere sotto casa dei locali negli ultimi 10 anni?  Sa che cosa significa non poter riposare a causa di schiamazzi, motori che rombano, urla di ubriachi che stazionano per ore fuori da questi locali su strada?  Sa cosa vuole dire avere in casa anziani, oppure persone momentaneamente o cronicamente malate o, ancor più diffusamente, categorie di lavoratori quali ad esempio: operai, impiegati, professionisti , artigiani……. che non possono fruire delle ore di sonno cui hanno un sacrosanto e biologico diritto e che, il giorno successivo, devono recarsi al loro posto di lavoro per svolgere le mansioni che competono loro: non rappresentano forse anch’essi una risorsa per il tessuto sociale? Ma naturalmente dimenticavo, questi ultimi non “fanno sufficiente cassa” e non alimentano la spirale spesso famigerata del profitto commerciale.  Lei definisce i giovani una ricchezza, e sin qui sono pienamente d’accordo, ma a quale categoria si sta riferendo? A quella che trascorre tutte le nottate fuori sino a notte tarda, “fumando” e bighellonando sulla strada ed in tal caso mi chiedo quale lucidità, possa avere una persona il giorno successivo per svolgere una qualsiasi attività di lavoro o di studio, oppure considera un’altra categoria di giovani, vale a dire quella “regolare” che si gode le sue serate di svago, generalmente durante il fine settimana, poiché durante tutti gli altri giorni che il Signore manda in terra, si presuppone che si impegni in qualche attività magari, guarda un po’, produttiva, oppure che  si formi in una qualsiasi aula scolastica/universitaria! Tra l’altro, la cosiddetta movida non è un fenomeno riconducibile al solo periodo estivo, ma posso affermare con certezza, poiché vivo l’esperienza diretta che, la stessa, si protrae durante tutto l’anno: 7 giorni su 7! Tengo, inoltre, a precisare che non le sta scrivendo una settantenne, ma una persona che, a suo tempo durante il periodo universitario amava divertirsi, ed anche ora lo fa, vivendo a Milano, ma grazie a Dio nel rispetto di qualsiasi altra categoria di cittadini poiché ora, realmente, si sta travalicando qualsiasi limite di rispetto dei diritti del singolo: altro che intolleranza da parte di pochi!  Troppo spesso, inoltre, si dimentica che questi giovani, fra vent’anni, non saranno più tali e dovranno affrontare i nostri stessi problemi di adulti, quindi educhiamoli sin da ora a rispettare anche tutto ciò che, al momento, non li riguarda e non soltanto alimentando, per bassi od “alti” interessi di bottega, il soddisfacimento delle loro istanze giovanili, blandendoli e vezzeggiandoli; vi sono, peraltro, anche altre forme di aggregazione giovanile, magari un po’ più sostanziali ed impegnate, ma tutto ciò attiene al campo della formazione ed è altra questione. Infine lei, molto  timidamente, sostiene che i residenti “hanno diritto a qualcosa in cambio” (bontà sua!) e tutto ciò consisterebbe in un incremento della pulizia dell’Amsa, oppure in un maggiore controllo degli schiamazzi Sic! Ma sa che cosa significa avere sotto casa i mezzi dell’Amsa che svolgono il loro dovere alle 3 o 4 DI NOTTE, e lei propone che transitino anche durante il giorno a traffico pieno?……ed infine, con le dimensioni  ridotte dell’organico del nostro corpo di polizia lei crede che si riesca/si voglia, in qualche modo  controllare efficacemente orde di ragazzi urlanti e vocianti nottetempo?  Tra mercati di ambulanti, movida e servizio di pulizia, ma quando ci è consentito riposare?  Ma per favore, siamo seri e smettiamola con questi “fariseismi giornalistici”! Posso comprendere che la stampa si regga sugli introiti della pubblicità e, come quest’ultima, sia sorretta dal commercio, il quale a sua volta vi consenta di essere ben retribuiti, ma esiste anche un’etica professionale che ritengo, in tal caso, faccia la differenza….!Sperando di averle fornito ulteriori spunti di riflessione e, senza alcun intento polemico, le auguro un buon lavoro.

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