da Milano 2.0:
Strisce blu, proteste e petizioni: scoppia la polemica parcheggi Pubblicato da Matteo, Blogosfere staff alle 17:14 in Milano accade (cronaca)di Simona Mapelli
Una mattina i residenti di via Washington, via Bacone e zona Loreto si sono svegliati, sono scesi per starda e hanno notato, come dire, delle anomalie. Nel loro quartiere le strisce dei parcheggi si erano magicamente colorate di giallo e blu. Come una sorta di muro di Berlino, dalla sera alla mattina, tutto è cambiato.
La maggior parte non solo non ne sapeva nulla, ma ancora non ha ricevuto a casa il pass riservato ai residenti. Inutile dire che il centralino dei vigili ha iniziato a suonare all'impazzata. E dall'altra parte della cornetta? Confusione totale.
Notizie date per sentito dire, poi smentite, ognuno con una sua interpretazione del caso. Ci sono i sostenitori del "dove vedete strisce e cartelli chi non è regolare prende la multa", ma c'era anche chi proprio non aveva idea di cosa si stesse parlando.
Forse perché anche al Comune, da dove tutto parte, non avevano le idee molto chiare.
Il sito ufficiale riporta il 15 ottobre come data di avvio del parcheggio a pagamento, data ratificata al 5 novembre, non per motivi logistici, bensì per le innumerevoli proteste piovute dai milanesi incattiviti. Dato che dalle istituzioni c'è sempre poco da aspettarsi si è formata un'associazione per l'abolizione dei parcheggi a pagamento fuori dalla Cerchia dei Bastioni. Su www.loscudo.org circola una petizione per fermare il malcontento generale: già 1500 sottoscrizioni sono pervenute sul web.
L'iniziativa promossa dall'associazione è volta a promuovere la viabilità e la vivibilità delle strade a Milano. Quattro sono i punti fondamentali su cui si insiste:
- la revoca dell'allargamento del gratta e sosta fino alla cerchia della 90/91
- la sostituzione della strisce gialle/blu con sistemi più flessibili e razionali
- l'abolizione del parcheggio a pagamento serale
- la promozione di metodi per il lavaggio strade evitando il divieto di sosta.
Tornando ai cittadini, ciò che lamentano è la difficoltà di usufruire dei parcheggi riservati, perchè anche dove indicato sostano auto non autorizzate, o comuque il continuo girare a vuoto per mancanza di spazi. Accusa ben più grave quella che mette in dubbio la buona fede dell'amministarzione comunale nel considerare un'area troppo estesa a particolare rilevanza urbana, requisito necessario e sufficiente per applicare tariffe alla sosta. E forse non hanno tutti i torti.
Strisce bianche non se ne trovano praticamente più, eppure dovrebbe essere obbligatoria una zona gratuita in prossimità di quelle soggette a pagamento. Allora il dubbio che sorge è legittimo: queste macchine dove le mettiamo?
La rete metropolitana deve essere resa più razionale, raggiungere Monza e Linate e dotarsi di una linea circolare, come si chiedeva in una discussione di questo forum. bisogna aumentare le isole pedonali, ma , contemporaneamente, favorire lo scorrere del traffico da una zona all'altra e non puntare a disincentivarlo solo rendendolo più caotico. mettere limitazioni a certe categorie di veicoli (candido i Suv per essere esclusi dalle zone più critiche), separare le sedi del trasporto pubblico da quelle del trasporto privato,
per l'edilizia concepire un piano di sviluppo demografico in coordinamento con l'hinterland per favorire il concentramento della popolazione, in modo da razionalizzare la gestione dei servizi e ridurre l'allargamento delle aree edificate,
fare poi molte altre cose che, come queste del resto, in parte condividerete e in parte no, il punto principale però è che la città, e anzi l'area metropolitana, deve esistere prima ancora che come ente amministrativo nella mente della politica come un corpo unico che deve, nel suo insieme, funzionare, invece mi sembra che i progetti pubblici siano idee isolate, come nei nuovi quartieri dove sono in progetto non so quanti cinema multisala, diversi musei del design e altri doppioni, come per il passante, che voi, ma non io, saprete per quale motivo passi da repubblica e non da centrale, come per la nuova fiera, il biglietto per arrivare alla quale col metrò costa doppio e io non capisco perchè, ma non era un bene pubblico?...
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/09_Settembre/27/caso.shtml
Un giornale dei lettori per raccontare Milano
Da lunedì il Corriere della Sera entra nei quartieri per raccontare la città dalla parte dei cittadini con un mezzo simbolico: un camper
Caro Schiavi, accetti questo sfogo da un lettore che della sua città ha ancora un orgoglio d’appartenenza e del suo giornale ha un grande rispetto. Il mio rapporto con il «Corriere» nell’arco di una lunga vita ha sempre rappresentato il primo gesto del mattino. Non le scrivo per fare un bilancio né per raccontare com’è difficile leggere un giornale moderno, ma per evidenziare, più modestamente, quanto a volte sia difficile entrare in contatto con la redazione: non sopporto la voce della segreteria che invita a lasciare messaggi che quasi mai trovano un seguito, e le email per la mia generazione sono materia misteriosa. Non resta che la vecchia lettera a mano: ma anche qui l’impresa è difficile come una scalata. Conosce la procedura: si accede all’ingresso, bisogna consegnare un documento per ricevere un pass e arrivare all’ufficio posta. Sabato e domenica l’ufficio è chiuso e anche questa strada è bloccata. Una volta c’erano gli addetti al ricevimento e tutti i giorni un fattorino faceva arrivare la missiva. I cittadini segnalano spesso situazioni che diventano temi di cronaca, la mia istanza è per un giornale più accessibile. Quando Buzzati progettò il suo «Giornale segreto» non si occupò di questo, non ce n’era la necessità. Diceva il mio amico Guido Vergani che i cronisti devono stare sul marciapiede. Sbaglio?
Vito Soavi
Caro Soavi, nel Corriere di oggi ci sono tanti «cronisti da marciapiede» in cerca di storie che diventino notizie, e quella definizione di Vergani me la ricordo bene perché era una bussola alla quale aggrapparci per non andare fuori rotta: per non uscire, cioè, dal binario di un’informazione che sta dalla parte del lettore, ne interpreta i gusti, ne comprende i disagi e ne condivide le speranze. Noi, per natura, dobbiamo stare tra la gente: informare non è un’arte, una scienza o una missione, è un mestiere che impone di essere nei luoghi giusti nei momenti giusti: i giornalisti debbono vedere e raccontare. Lei però ci ricorda un altro precetto base: quello di ascoltare. Se qualche volta il contatto con la redazione è stato difficile ce ne scusiamo, perché nonostante gli sforzi vuol dire che non siamo ancora riusciti a costruire una rete capace di rispondere ai bisogni dei lettori, quelli come lei, che ci chiamano, interrogano il loro giornale, segnalano fatti che meritano ascolto e non si affidano alla scorciatoia della posta elettronica. Le anticipo una notizia: da lunedì proveremo noi ad accorciare le distanze tra il Corriere e i cittadini. Proprio perché il suo disagio è condiviso dai tanti che alle cronache del Palazzo preferiscono quelle della vita quotidiana, cercheremo di uscire dalla redazione anche con un mezzo visibile e simbolico: un camper. Una redazione mobile in giro per Milano, nei quartieri dove il contatto con il giornale è più difficile e in quelli dove nascono comitati proprio per farsi sentire. È un modo concreto per avvicinare il giornale ancora di più al suo territorio, per far sentire una presenza amica, ma anche per denunciare situazioni che non vanno, per dare voce a chi non ha i mezzi o il potere per farsi sentire. Apriremo di più le porte del Corriere, caro Soavi. Metteremo a disposizione telefoni e computer. E ci metteremo in gioco anche noi, con l’umiltà di chi dal buon cittadino ha sempre da imparare. Ha ricordato Buzzati: un mito. Cercheremo di ricordare la sua lezione: nuda essenzialità dei fatti. Raccontare la città vuol dire conoscerla e Milano, oggi, fuori dai luoghi comuni, dall’identificazione forte che i decenni passati le hanno dato, forse la conosciamo troppo poco. Non so se è questa la risposta che si aspettava, ma su un punto cercheremo di non deluderla: nei quartieri, dove da lunedì inizieremo un viaggio, il giornale lo faranno i lettori.
Giangiacomo Schiavi
27 settembre 2007
L’osservatorio Del Diritto Italiano e Internazionale O.D.D.I.I. assieme al magazine Lisistrata sotto la guida di Adriana Bolchini Gaigher, organizza una manifestazione presso il Parlamento europeo - Rappresentanza regionale di Milano della Commissione europea - Palazzo ex Stelline - Corso Magenta, 59 - Milano l’11 settembre martedì dalle ore 15 alle 17
Il ritrovo avverrà precisamente in Corso Magenta all’angolo di Via Caradosso, proprio di fronte al Palazzo ex Stelline nello spiazzo antistante la chiesa delle Grazie. Tale iniziativa appoggia quella che avverrà nello stesso giorno a Bruxelles, davanti al Parlamento Europeo, che vede la partecipazione dei due gruppi che l’hanno organizzata: SIOE (come rappresentanza inglese) e SIAD (danese), a cui hanno aderito molti cittadini comuni e gruppi provenienti da tutti i Paesi d’Europa, fra cui l’Italia. per dedicare un pensiero alle vittime delle stragi dell’11 settembre 2001 negli USA e per dire: STOP ALL’ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA, anche se il sindaco socialista Freddy Thielemans, ha negato il permesso di manifestare pacificamente.
Sito Internet di riferimento:
http://lisistratablog.wordpress.com/2007/09/06/venite-con-noi-davanti-al-parlamento-europeo-di-milano-l11-settembre/
Dopo le parole, la grafica che rende più comprensibile le linee guida di questo progetto (vedi discussione in atto nella " Linea Diretta Con il Consiglio di Zona 6").
I documenti, i render, le planimetrie che ci sono stati consegnati dallo Sportello Unico per l'Edilizia del Comune di Milano, saranno a disposizione per chi li vorrà visionare, giovedì 13 settembre dalle ore 21.00 alle ore 22.30 circa - presso il Circolo Gobetti - Via della Capinera 6 (traversa di Via Zurigo).
Cordiali saluti
Daria Cattolica
Segue comunicato stampa congiunto Comune di Milano - Italia Nostra:
Palazzo Reale
I milanesi diventano "urbanisti"
Dopo 25 anni il vecchio Piano regolatore generale verrà sostituito. Cittadini e istituzioni lavoreranno insieme per ridisegnare la città e costruire il nuovo Piano di Governo del Territorio
Il Sindaco Letizia Moratti ha dato il via a un nuova stagione urbanistica per la città che coinvolgerà tutti i cittadini. Una nuova politica del territorio che ha come punto di partenza la condivisione delle strategie e una convergenza tra progettazione urbanistica, rete dei servizi e le esigenze dei cittadini e delle famiglie. La Milano del futuro e i nuovi grandi progetti sapranno coniugare qualità architettonica, coesione sociale, solidarietà e sociale.
“Per la prima volta il Piano di Governo del Territorio svilupperà un collegamento strategico fra i milanesi e tutte le componenti civili e istituzionali in nome dello sviluppo sostenibile della città”. Lo ha detto il Sindaco Moratti, in apertura dei lavori della prima Conferenza pubblica sullo sviluppo del territorio milanese, a Palazzo Reale. Presenti l'assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli, il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, l’assessore all’urbanistica della Provincia di Milano, Pietro Mezzi, e il Presidente della Conferenza dei Comuni, Adriano Alessandrini.
“La novità è il nuovo percorso condiviso attraverso una prima fase, fondamentale, di ascolto dei milanesi e di approfondimento delle cinque tematiche urbanistiche utili per disegnare - insieme - il futuro del territorio milanese” ha spiegato il Sindaco Moratti. Le "reti della conoscenza", gli "spazi del benessere", la "qualità dell'abitare", la "dignità del vivere civile" e i "poli dello sviluppo": sono i cinque approfondimenti presentati oggi nel corso della Conferenza che verranno ripresi e approfonditi in una seconda serie di incontri nei mesi di settembre e ottobre.
"Diamo avvio a un percorso che porterà a un progetto definitivo. - ha proseguito la Moratti - Negli ultimi 25 anni ci sono stati piani frammentari che non giovavano alla città. Il Comune lavorava su varianti del vecchio Piano Regolatore senza consultare i milanesi, senza un ruolo strategico di regia da parte dell'Amministrazione".
"Oggi abbiamo 13 milioni di metri quadrati bloccati da un piano regolatore vincolistico e dirigistico" ha commentato
l'assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli. "Il vecchio Prg verrà sostituito con uno strumento che garantirà lo sviluppo sostenibile della città. Il nostro compito - ha aggiunto Carlo Masseroli - sarà costruire un dialogo con la cittadinanza per individuare i servizi pubblici e territorializzarli nella città e insieme ai milanesi".
Per dare seguito al dialogo con i cittadini sui temi urbanistici, l’Assessorato allo Sviluppo del Territorio attiverà presto due nuovi strumenti: una finestra dedicata nel sito internet del Comune e un help desk presso l’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele.
neanche un messaggio di sostegno!!!
Forza !!!!
Mio figlio che ora ha 20 mesi non è stato accettato al nido cui il computer del Comune di Milano lo aveva destinato, siamo 14 (quattordicesimi) in lista d'attesa, come lo siamo in altri nidi sempre del comune, ma con posizioni anche peggiori.
Ho dovuto attrezzarmi e l'anno prossimo lo aspetta un nido privato, costo: 600 € mensili, e il mese di luglio si paga uguale (anche se non si fruisce). Sembra buono, mi garantiscono che faranno musica e inglese, a me sarebbe bastato il comunale, che è vicino a casa, ma non c'è niente da fare.
Lavoro per lo stato per 1300 € al mese. Ho presentato l'ISEE senza barare: ho altri redditi evidentemente. La metà del mio stipendio serve a pagare il nido.
Perché mandare un figlio al nido costa più che mandarlo all'università?
In questo stesso forum ho visto degli interventi che vantano che il Comune di Milano sarebbe in attivo e noi milanesi dovremmo esserne fieri. Qualcuno riuscirà a spiegare alla Signora Moratti cosa penso di fare del suo bilancio in attivo? Credo di pagare abbastanza soldi in tasse al Comune di Milano per aver diritto a un servizio migliore.
Il NIDO è un diritto, non voglio dover dimostrare che io ho più diritto di un'altra in lista d'attesa. Le liste d'attesa devono sparire. Questo se le cose funzionassero, ma sappiamo che non è così.
Sono così stanca e delusa che ho faticato perfino a scrivere questo messaggio. Da anni si ripete che i nidi a Milano non bastano e chi gestisce il servizio lo sa benissimo.
La Signora Moratti ha sbandierato con grande ipocrisia tutta la sua ideologia familista, che le brave famiglie milanesi sono state felici di bersi. Tutta fuffa, in realtà i nidi continuano ad essere più che mai insufficienti e il bilancio in attivo aggiunge soltanto al danno le beffe.
Elena Urgnani