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Inserito da il Inserito da Germana Pisa il Ven, 27/03/2009 - 16:47
In un futuro che quantificare non so potrà accadere che un Gruppo di archeologi ricercherà e ritroverà la Milano dei primi decenni del XXI Secolo e che ad un certo punto si imbatterà in qualcosa di voluminoso, che intralcia lo scavo : un megacartellone, anzi due, tre, cinque, ventidue...; qualcuno magari lo ricostruiranno perchè l'usura del tempo lo ha spaccato ma sarà ancora possibile ricostruire i volti giganteschi di una donna e di un uomo, e in un altro di un uomo che calza sullo sguardo assassino degli occhiali da sole, e poi altre donne piu' o meno vestite e in un altro due giovani vicini intimamente, in un altro degli uomini in mutande...; e vicino a tutti la scritta per esempio Arnolfi o g&e, o altre scritte. Gli archeologi sentenzieranno che certamente quei cartelloni, per la loro grandezza, dovevano costituire oggetti di culto e di potere, forse totem, feticci, certamente rappresentavano un culto di qualche genere Qualcuno degli archeologi invece si spingerà a fare un paragone - azzardato certamente, considerato poi improprio - con le statue di un'Isola di cui aveva studiato recentemente ; ma verra' tacitato perchè in realtà quei feticci o cosa diavolo fossero... prima di esprimersi bisognava studiarli bene anche perchè nei successivi strati i cartelli risultano piu' piccoli e via via aumentano di volume e ci sara' un motivo...

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Inserito da il Inserito da Dolfi Diwald il Ven, 27/03/2009 - 16:33

In questo momento a Milano sono aperti oltre cento cantieri per la realizzazione di box privati sotterranei.
I danni derivati dalla  scelta di molte aree non idonee  sono stati e sono tutt'ora ingenti a persone e a cose.
Commercianti costretti a chiudere la loro attività, profonde crepe nelle case, aumento vertiginoso di scippi e rapine, impossibilità di accesso ai mezzi di soccorso e cosa da non sottovalutare l'inquinamento della falda acquifera, dovuta ai lavori fatti in economia pensando esclusivamente al tornaconto dei costruttori e lasciando da parte i danni alla salute di tutti i cittadini della città e della provincia.

A Milano sono nati e hanno combattuto questo degrado molti Comitati, ma purtroppo col passare del tempo quasi tutti hanno visto vanificate le loro azioni di protesta.

Si è quindi pensato ad una nuova forma di lotta, cercando di unire tutti coloro che sono stati e lo sono tutt'ora vittime di questi scempi sotto un'unica bandiera denominata Lista Civica NO BOX, che si presenterà alle prossime consultazioni Provinciali.
Questa Lista Civica ha rifiutato qualunque apparentamento con forze politiche, ed i suoi candidati sono rigorosamente cittadini appartenenti alla società civile.
Secondo me questa è l'ultima strada rimasta per combattere alla pari sia gli imprenditori, sia quei politici che infischiandosene delle aree scelte per la costruzione dei box privati sotterranei hanno permesso di trasformare Milano in un grande campo di battaglia.

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Inserito da il Inserito da Sergio Caramazza il Ven, 20/03/2009 - 11:36
Ho una piccola società di consulenza con sede in zona 5, cap 20141.
Da tempo il servizio postale nella zona, ed in particolare in via Spadolini, è carente.
Ora però siamo allo sbando totale. Corrispondenza contenete avvisi di pagamento ed assolvimenti obbligatori da effettuarsi entro il 31 dicembre 2008, spedite non più tardi dell'inizio di dicembre 2008 è stata recapitata all'inizio di marzo 2009!!!
Per non parlare dei prodotti in abbonamento.
Abito nella zona da 25 anni e devo dire che il servizio postale è stato sempre efficiente, ma da qualche anno a questa parte, ed in particolare nella via sopraccitata, si sono verificati episodi sconcertanti se non addirittura oltraggiosi per la dignità del cittadino. Allora questa Milano mittelereupoea, capitale morale d'Italia, patria del fare, fucina e albergo di imprenditoria dov'è?
Non è che siamo in un PVS, con rispetto parlando, e tutto il resto è becera pubblicità?
Oltre alla giustizia fai da te, dobbiamo anche recapitare e prelevare la posta da soli? E poi dovremo suturarci le ferite come Rambo? E alla fine scavarci la fossa e riempircela sopra la testa da noi stessi? Questo è il mercato? Ho studiato e lavorato abbastanza ed in molti paesi del mondo per poter dire che siamo allo sbando, quello vero.
 

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Inserito da il Inserito da Valeria Contini il Lun, 16/03/2009 - 22:38

In un momento di crisi profonda per il mondo intero e per l'Italia in particolare, nasce IoLavoro Il Salone degli Intraprendenti, manifestazione in cui le imprese incontrano le nuove generazioni, i giovani freschi di laurea.

"intraprendenti" è un parola che, a mio avviso, riflette su quella che ormai sembra essere un attitudine necessaria, indispensabile nella ricerca di lavoro

non si poteva trovare parola migliore per indicare un momento in cui la professionalità va costruita e non cercata

 

L'evento si terrà a Milano questa settimana: 18/19/20 marzo in contemporanea con il Salone dello Studente, manifestazione già ventennale sull'orientamento postdiploma e postlaurea

L'iniziativa mi sembra lodevole, per questo la segnalo qui. Per chi volesse maggiori informazioni, ho trovato questa pagina.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 16/03/2009 - 22:08

Da www.vivere.milano.it

http://www.vivere.milano.it/blog/articolo.asp?articolo=993

Un Futuro da inventare come nel dopoguerra

Di Cesare Fracca ( 16/03/2009 @ 10:37:46, in Generale, letto 146 volte)
I cittadini di VivereMilano, che dal 2005 sono riuniti spontaneamente con l’obiettivo  di aiutare la nostra città a sciogliere i nodi irrisolti del vivere cittadino,  stanno seguendo con interesse il dibattito in corso sulle pagine del Corriere. Nel periodo di peggior crisi della storia americana il presidente Roosvelt -  facendo appello  alla capacità di ripresa dei cittadini e all’alleanza tra mondo intellettuale e mondo economico -  riuscì con il New Deal a ridare spinta  al paese. Oggi ci sta riprovando Obama. E noi italiani, noi milanesi ? L’arrivo della crisi economica sta mettendo a nudo la pelle di Milano, una capitale economica tra le più ricche d’Europa, il cui benessere non riesce da anni a tradursi in beneficio comune. Milano è senza bambini e piena di cemento. Senza fabbriche e piena di automobili. Piena di banche ma senza un destino comune. Le sue risorse più fresche e dinamiche non trovano lo spazio per esprimersi. Per  un intero anno abbiamo sentito parlare del futuro amministratore delegato per l’Expo anziché del nostro futuro. Il nuovo affarismo dei partiti ha sostituito il vecchio clientelismo, e il teatrino della politica  ha collocato i cittadini  nelle curve di un grande stadio, divisi nel tifo per una partita che non ha fatto vincere nessuno. E che, al contrario, ha bloccato la possibilità piena di espressione delle sue risorse migliori, ovunque provengano. Milano è sempre stata la città dell’orgoglio del fare, dove da sempre, chiunque ‘fa’ è milanese di diritto. E’ qui che sta la sua identità. Da questo deve ripartire se non vuole rinnegare se stessa. Dopo anni di invasione da parte di un  esercito piccolo ma unito sotto la comune bandiera del profitto e dell’interesse privato,  è arrivato il momento  per tutti di uscire uniti dalle curve e di riprendere in mano il futuro, così  come hanno fatto, insieme,  i tanti che nel dopoguerra  hanno ridato slancio, fiducia e vitalità alla città. Ritirando la delega dalle mani di chi ha dimostrato in questi anni di non saperla e  non volerla usare per il bene comune. E investendo  sulla città le nostre intelligenze, le nostre idee, le nostre proposte, le tante risorse che circolano oggi e che possono costruire la città del domani. Prima che la moneta del  futuro vada fuori corso. Milano non ha bisogno solo di un manifesto per la cultura, ma avrebbe anche bisogno di un manifesto per il futuro, l’economia, l'etica, l'essere cittadini, la scuola, l'ambiente, la politica, i bambini … Noi crediamo che ci sia bisogno di un manifesto capace di far nascere altri manifesti; perchè in tutti i campi si avverte la crisi, di senso, di prospettive e di contenuti. Un manifesto basato su ciò che ci unisce: non è più tempo di dividere, di frammentarsi, di disperdere le energie, ma di confrontarci, di ascoltarci, e di risalire alle origini, alle cose comuni, per scoprire quello che ci accomuna come donne e uomini, come cittadini. Un manifesto fatto di progettualità condivise e non solo di parole, basato sul fare e sulla quotidianità: non abbiamo bisogno solo di eventi unici e temporanei come l’Expo; non dobbiamo aspettare il 2015 per affermare l’orgoglio di Milano. E’ questo il senso del manifesto cui noi aderiamo, e che chiediamo a tutti i milanesi di buona volontà di scrivere insieme a noi con l’inchiostro di progetti concreti. Un manifesto del fare  che ci piacerebbe iniziasse a essere scritto in Triennale,  con un incontro aperto alla città,  a partire dai capitoli della mobilità e dei consumi, dell’energia e dell’abitare che costituiscono il banco di prova su cui Milano misura la sua capacità di uscire dalla nuova guerra globale che rischia di  sconfiggere tutti.

 

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 12/03/2009 - 18:57

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_marzo_12/effetto_nimby_lombardia_prima_forum_lamentele-1501081711174.shtml

Alessandro Beulche: «E' perché nella regione ci sono tanti progetti»

Effetto Nimby, lombardi primi in Italia

Gli impianti come inceneritori, discariche e autostrade contestati dai cittadini: «Non sotto casa mia»

MILANO - Autostrade, termovalorizzatori, discariche, linee ferroviarie, metropolitane, rigassificatori: tutte ottime cose e necessarie per modernizzare il Paese, certo, basta che non ce li piazzino sotto casa. Così almeno la pensano i lombardi, sui quali l'effetto Nimby («Not in my backyard», «Non nel mio cortile») pare essere più potente che sui cittadini delle altre regioni italiane. E' infatti la Lombardia è la regione con il maggior numero di contenziosi (41), contro i 30 della Campania, i 29 del Veneto, i 27 dell'Emilia Romagna e i 15 del Lazio. La Valle d'Aosta si distingue per non avere alcun contenzioso, mentre l'Umbria ne registra soltanto uno.

INCENERITORI E DISCARICHE - «Il fatto che in Lombardia vi sia il maggior numero di opere contestate - ha spiegato Alessandro Beulche, presidente Aris, che cura il Nimby Forum presentato oggi a Milano - non vuol dire in assoluto che vi sia maggior contenzioso, ma che è la regione con il maggior numero di progetti». Gli impianti maggiormente contestati dall'opinione pubblica sono soprattutto termovalorizzatori e discariche (la Campania si distingue nella protesta) oltre agli impianti per l'energia oltre a quelli storici come la Tav e il ponte sullo Stretto di Messina. I dati della ricerca di Nimby Forum mettono in evidenza che l'Italia è un paese che «cammina con i piedi di cemento» ma anche che, a differenza di ciò che spesso viene affermato dai politici, il popolo del no non è formato solo dagli ambientalisti.

«NON SONO GLI AMBIENTALISTI» - Da un'analisi degli articoli di giornale attraverso i quali è stato realizzato l'ultimo rapporto di Nimby Forum, il 55,2% dei no è formato dalla popolazione difficilmente incasellabile in una sigla, il 17% dagli enti pubblici, il 12,9% da una contestazione generica, l'11,8% da quella politica e il 3,1% da sindacati e associazioni di categoria. Tra le principali argomentazioni addotte contro l'insediamento degli impianti prevalgono i timori connessi alle ripercussioni sull'ambiente (15,6%), sulla salute (10,2%) e sulla qualità della vita (12,1%), anche a fronte di progetti innovativi e compatibili con i principi dello sviluppo sostenibile. «Non è vero - ha spiegato Beulche - che sono gli ambientalisti a frapporsi alla realizzazione delle opere pubbliche. È vero che c'è un ambientalismo un po' d'accatto che è contro tutto, ma le contestazioni sono quelle popolari e quelle di tipo politico, in cui si frappongono i poteri tra governo centrale e quello locale senza la possibilità di trovare una conciliazione».

12 marzo 2009

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Inserito da il Inserito da Maria Lucia Caspani il Sab, 07/03/2009 - 14:39

Banchina M2 verde in Loreto, direzione Gobba: sulla bacheca con le cadenze del transito dei treni, è esposto l'orario invernale in vigore dal 9 giugno 2008.
 
Viene da chiedersi chi governa e controlla questa brillante comunicazione in Atm e secondo quali criteri è stata realizzata la Carta dei Servizi e la Certificazione di qualità.
I fatti sono questi, più che evidenti e sotto gli occhi di tutti, cittadini e turisti.
 
Però una chiave di lettura ce la possiamo fare tutti insieme:
1- è stata dismessa la casella di posta elettronica per le segnalazioni e i reclami;
2- sul sito ATM bisogna spulciare perchè per la voce segnalazioni/reclami è tutto "nascosto" sotto il link informarsi;
3- se si scrive poi sono disponibili massimo 800 caratteri, poche rigoline in pratica. Tant'è che anche questa comunicazione, pur breve, eccede ed è pertanto stata respinta dal sito di ATM.
4- dunque non arrivando più lamentele - o molte meno - è chiaro che la Carta dei Servizi è in perfetto attivo.
 
Si potrebbe suggerire ad Atm un bell'investimento cioè quello di assumere quei cittadini che hanno occhi e testa, vedono i disservizi e li formulano come reclami per il miglioramento della qualità del servizio del trasporto pubblico milanese.
Cordialmente.
 

 
 
Maria Lucia Caspani
Vice Presidente Nazionale Dipas
Delegazione di Milano

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 06/03/2009 - 01:43

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

MILANO. COMUNE, MORATTI: "NUOVO STRUMENTO PER RIDEFINIRE LE PRIORITA', LA SQUADRA LAVORA PER IL BENE COMUNE DELLA CITTA'"

Milano, 5 marzo 2009 - "E' stata una giornata molto positiva, per la quale ringrazio tutti gli Assessori.
Una giornata che ha riaffermato i valori e i principi del nostro programma, a partire dalla responsabilità di lavorare per il bene comune rispondendo ai bisogni della Città, definendo le priorità alla luce dei mutamenti socio-economici che sono intervenuti dall'inizio del mandato".
Così il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, commenta il seminario di Giunta che ha visto oggi riuniti gli Assessori insieme al Sindaco stesso, al Direttore Generale, Giuseppe Sala, e al Capo di Gabinetto, Rita Amabile.
"Una giornata di lavoro - sottolinea il Sindaco - che è servita per condividere anche nuovi strumenti per il monitoraggio delle attività e dei risultati raggiunti. Va in questa direzione il "masterplan", un nuovo strumento di lavoro messo a punto dalla Direzione Generale che nelle prossime settimane sarà oggetto di un confronto con i singoli Assessori, anche allo scopo di accelerare le iniziative in corso e in fase progettuale".
Con lo stesso spirito si procederà anche attraverso incontri periodici su specifiche tematiche, e attraverso verifiche che ogni tre mesi permetteranno di fare il punto sulle attività "in progress".
"Il confronto di questa giornata - osserva ancora Letizia Moratti - è servito anche per verificare quanto realizzato nella prima metà del mandato, grazie alla segnalazione puntuale dei risultati raggiunti da parte di ogni Assessore. E' stata l'occasione anche per confermare la coesione della squadra di Governo che intensificherà la verifica dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi condivisi".

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 25/02/2009 - 11:48

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/09_febbraio_25/comune_austerity_bilancio_assessori_spendere_meno-1501035219345.shtml

Milano reclama 39 milioni a risarcimento dei mancati introiti per l'abolizione dell'Ici

Comune, austerity sul bilancio «Assessori, dovete spendere la metà»


«Colpa dei mancati trasferimenti da Roma». Accuse dal Pd. Il Pdl: no ad allarmismi

MILANO - Anche i conti pubblici rischiano di andare in crisi. «Bisogna spendere non più della metà dei soldi messi a bilancio», è stato l'ultimo diktat impartito ad assessori e funzionari dalla Ragioneria di palazzo Marino. Tante le ragioni. C'è il problema dei fondi che non arrivano da Roma, a cominciare da quei 39 milioni di euro che Milano reclama a risarcimento dei mancati introiti Ici. Ma poi c'è la crisi, che in un modo o nell'altro picchia duro anche sui bilanci. Prendiamo gli oneri di urbanizzazione. Il mercato immobiliare non tira e così il Comune incassa di meno. Ballano dieci milioni di euro, solo sotto questa voce.

Ma non basta. Le multe sono un altro tasto dolente. Anche qui il timore, nelle stanze della ragioneria centrale, è che ci si trovi tra qualche mese con meno soldi del previsto in cassa. Non bastasse la crisi, ci si è messa pure la neve. Con i milioni investiti per ripulire le strade e poi per riasfaltarle dopo la tempesta di buche lasciate dal sale. In totale, raccontano i ben informati, ci sarebbe una «sofferenza» di sedici milioni di euro. «Situazione gravissima», secondo il Pd. Sostengono Pierfrancesco Majorino e Andrea Fanzago che in difficoltà ci sarebbe «tutta la spesa corrente: acquisti, manutenzioni, erogazioni di sussidi, contributi a organizzazioni di volontariato. In alcune zone ci sono state riduzioni dei fondi di dotazione per i sussidi integrativi al reddito e per il diritto allo studio dal 2 al 5%». «Allarmismo ingiustificato», replicano dal fronte opposto tutti i capigruppo di maggioranza. Che però ammettono il momento di difficoltà: «Un Comune deve comportarsi con la logica del buon padre di famiglia, facendo scelte prudenti e responsabili».

«Fin tanto che non si sarà risolto il problema delle risorse che devono arrivare dalla politica nazionale è ragionevole attenersi a un'accorta politica delle spese», conferma l'assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. «Non ci possono essere ulteriori tagli», avverte però un altro assessore, Giampaolo Landi di Chiavenna (Salute): «Altrimenti bisognerà prendere decisioni scomode. E fare magari qualche concerto o qualche festa di meno per tutelare i servizi esenziali: salute, ambiente, politiche sociali». «Bisogna sperare che il nuovo sistema di concessioni pubblicitarie entri a regime. E poi insistere sull'esternalizzazioni delle residenze sanitarie per anziani », dice il presidente della Commissione Bilancio, Giacomo Beretta (Fi). La crisi non guarda in faccia nessuno. È stato congelato, per dire, anche il budget per le borse di studio che di anno in anno il Comune finanzia. Trentamila euro. In tempo d'austerity praticamente un patrimonio.

Andrea Senesi

25 febbraio 2009

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 23/02/2009 - 23:22

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

WELFARE. PALMERI: “AULA PALAZZO MARINO DÀ VIA LIBERA A FONDAZIONE PER MILANO. STATUTO INVARIATO PER ACCELERARE TEMPI”

Milano, 23 febbraio 2009 – “Con 42 voti a favore, l’Aula ha approvato all’unanimità la delibera che istituisce la Fondazione Welfare Ambrosiano, con un patrimonio iniziale di 8 milioni di euro e soci Comune, Provincia, Camera di Commercio, Cgil, Cisl, Uil. Abbiamo voluto accelerare i tempi, ritirando quegli emendamenti che avrebbero modificato lo Statuto e inserendo solo nel dispositivo della delibera le variazioni al testo concordate tra i Gruppi consiliari sull’assetto giuridico e operativo della Fondazione”.
Lo ha reso noto il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, precisando che “il documento, licenziato dalla Giunta il 30 dicembre scorso, era già stato esaminato in fase istruttoria dalle Commissioni Affari istituzionali e Politiche del Lavoro di Palazzo Marino”.

“Si tratta di un provvedimento particolarmente significativo in un periodo di difficoltà economica generale – ha commentato Manfredi Palmeri – che impone di adottare misure sul credito rivolte ai lavoratori temporaneamente in difficoltà. Era stato proprio il nostro Consiglio nel 1975 a decidere di avviare meccanismi di accantonamento di risorse per rispondere a bisogni sociali, in particolare dei propri dipendenti”.

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