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Inserito da il Inserito da Cittadino Anonimizzato a posteriori il Dom, 04/10/2009 - 21:45

Nessuno è d  'accordo nel pretendere che chi riceve denaro per provare piacere nel mondo del porno , abbia un prelievo fiscale maggiore di quello attuale ?

Questo discorso non dovrebbe riguardare solo Milano , ma tutto il mondo , secondo me .
 
Non è nelle mie intenzioni chiudere i sexi shops , impedire manifestazioni come il mi - sex , vietare alle edicole di predisporre apposite aree per vendere film riviste e forse altro a carattere pornografico , e forse neanche di impedire " l ' affitto " del proprio corpo in cambio di denaro .

Però ritengo doveroso , forse sacrosanto , che tutti coloro che si arricchiscono in questo business che si alimenta delle paure delle incertezze delle timidezze dei complessi psicologici e delle solitudini di molti , come magari anche dell ' incapacità a godere tranquillamente di altri , senza l ' ausilio di clubs privati per scambisti , frustini e sexy toys vari , magari webcams nascoste e chissà cos  'altro , ritengo insomma doveroso che chi vive e specula su queste situazioni alimentandole debba pagare molto di più in tasse al fisco , che sia centrale o federale , locale ( meglio la seconda ipotesi , direi ) .

Quindi , tassazione aumentata , anche di molto in chissà quanti casi , su produttori registi attori attrici cameramen fotografi teleoperatori venditori finali del pornomondo ( e se ho dimenticato qualcuno , per favore si nominino anche le categorie che eventualmente non ho citato ) , da destinare a spese utili per la collettività , come per esempio corsi di educazione sessuale e contraccettiva sana nelle scuole ,  programmi di assitenza alle ragazze madri e alle donne vittime di violenze  .

Chissà anche  dentro il pornomondo quanti evasori - già al regime fiscale attuale -  ci saranno , per cui non mi resta che risegnalare www.evasori.info , e invitare tutte e tutti a ricordarsi che esiste ancora il 117 per attivare la guardia di finanza ( anche se comunque , per risparmiare carta e dunque anche piante , vorrei che si trovasse un sistema diverso da scontrini ricevute e fatture ) .

Mi piacerebbe che il sesso possa divenire davvero libero , e non incastrato tra esigenze riproduttive e comandi "pseudoreligiosi" da una parte , mercificazione volgarità e a volte anche violenza sopruso delitti e malattie dall ' altra .

E se i pornoaffaristi aumentassero i prezzi dei loro prodotti ai clienti - consumatori , per fronteggiare un prelievo fiscale più alto , tanto di guadagnato per le casse di chi dovrebbe anzi deve provvedere al bene comune e all ' utilità pubblica , se costoro ( sindaci assessori eccetera )  sapranno riscuotere le aliquote , come hanno il dovere di fare nei confronti di tutti gli onesti e le oneste ( sennò , ne devono rispondere ! ) .

E comunque , aumenterei il prelievo fiscale ( non  tasse in maggior  numero , ma su una sola aliquota concentrare l ' aumento , così come per il pornomondo ) anche su tabacco e prodotti da fumo , e sugli alcolici in modo esponenziale al crescere della loro gradazione , vietandone la vendita ( non il consumo ! ) a tutti i minori di anni 18 ( e non di 16 ) .

Così come su scommesse , lotterie , videopokers , giochi e giochini stupidi e violenti ( che siano informatici elettronici meccanici cartacei o altro ) :

Tutto è lecito ( o quasi ) , se si pagano le giuste e dovute tasse per far fronte alle necessità dei cittadini e di chi è in difficoltà !

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 02/10/2009 - 15:08

Dal forum "Tavolo di coordinamento delle 9 Zone di Milano", segnalo/riporto:

Zone: un camper del Comune per ascoltare e informare i cittadini

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

ZONE. UN CAMPER DEL COMUNE PER ASCOLTARE E INFORMARE I CITTADINI

Milano, 2 ottobre 2009 – Prenderà il via domani una nuova iniziativa dell’Assessorato alle Aree cittadine e Consigli di zona per facilitare il rapporto con i cittadini, dare informazioni sui servizi offerti dalle zone e raccogliere idee e suggerimenti per migliorare la città. Un camper itinerante sarà presente da domani, sabato 3 ottobre, fino al 6 novembre nei principali mercati rionali, tutti i giorni dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e tutte le domeniche pomeriggio, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, alle feste di via o di quartiere.

L’iniziativa si chiama InfoMilano ed è stata presentata oggi a Palazzo Marino dall’assessore alle Aree cittadine e Consigli di zona Andrea Mascaretti, alla presenza dei Presidenti delle nove zone.

“Il camper è uno strumento per facilitare il rapporto con la città e azzerare le distanze tra l’Amministrazione e il cittadino – spiega l’assessore Mascaretti -. Spesso, infatti, gli abitanti non sono a conoscenza dei servizi presenti all’interno della propria zona; attraverso InfoMilano sarà possibile scoprirli e sapere come usufruirne. Ma non solo, il camper darà a tutti la possibilità di proporre idee e suggerimenti per rendere Milano più bella e più vivibile. Nell’iniziativa saranno coinvolti anche i consigli di zona”.

A bordo del camper ci saranno operatori che ascolteranno i cittadini e li informeranno sui servizi dell’Amministrazione, in particolare quelli decentrati. Sarà inoltre possibile conoscere gli eventi e le iniziative culturali e del tempo libero organizzati nelle singole zone.

Il camper di InfoMilano effettuerà 34 tappe: 30 nei principali mercati all’aperto e 4 nelle feste di via o di quartiere. (vedi calendario)

Prima tappa, domani, al mercato di viale Papiniano (all’altezza del civico 58) in zona 1; la prima festa di quartiere sarà invece quella della Bovisa (via Massara de Capitani 14), in calendario domenica 4 ottobre.

“Il nostro viaggio prenderà il via sabato 3 ottobre – conclude Mascaretti - e prevede, nella sua prima fase, 34 tappe, fino al 6 novembre. Ma è nostra intenzione prorogarlo fino a dicembre”.

L’iniziativa InfoMilano è stata realizzata con il contributo dell’Associazione Produttori Camper (APC)-ANFIA che ha messo a disposizione l’automezzo.

Scarica/vedi il pieghevole dell'iniziativa.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 28/09/2009 - 12:06

Da milano.corriere.it:

Assistenza gratuita Nel negozio civico in Largo Corsia dei servi

Stalking, mobbing, eredità, bollette: Chiama Milano ti risponde

Inaugurato un nuovo sportello per le vittime di molestie, che si affianca ai servizi di informazione e orientamento

MILANO - Servizi di informazione e orientamento per cittadini in difficoltà. Li offrono gli sportelli di Chiamamilano, negozio civico inaugurato in largo Corsia dei Servi 11, nel 2005, dall’omonima fondazione di Milly e Massimo Moratti. L’ultimo nato, attivo il sabato dalle 12 alle 15, è gestito dall’Osservatorio Nazionale dello Stalking ed è stato presentato sabato scorso. Obiettivo, fornire consulenza psicologica e legale alle presunte vittime di episodi di molestia, nonché – in un’ottica di prevenzione che non vede il carcere come unica soluzione – ai presunti autori. «Dare un supporto ai cittadini di qualunque estrazione sociale, italiani e stranieri, è da sempre la nostra missione», spiega Francesca Salone di Chiamamilano. «Agli sportelli lavorano come volontari una decina di professionisti: avvocati, mediatori culturali, psicologi, promotori finanziari... Con i loro consigli vanno incontro a persone che magari non possono permettersi una consulenza a pagamento».

DALLA PARTE DEI CONSUMATORI - L’accesso agli sportelli, infatti, è gratuito: basta prenotarsi al telefono o via e-mail, seguendo le indicazioni sul sito Internet www.chiamamilano.it. Il lunedì dalle 16 alle 18 è il turno dei consumatori: «Tra le altre cose, li aiutiamo ad affrontare problematiche relative ai servizi di pubblica utilità, dai trasporti alle poste, passando per la fornitura di acqua, luce e gas», racconta la Salone. «In tanti, per esempio, sono arrivati da noi per denunciare trattamenti ingiusti da parte di compagnie telefoniche: addebiti sbagliati sulle bollette, oneri per il passaggio a società concorrenti… In alcuni casi si può dare il via a delle battaglie comuni. Del resto, creare rete tra i cittadini è la nostra priorità».

TRA FAMIGLIA E LAVORO - Riscuote successo anche lo sportello dedicato al diritto di famiglia: «Il più frequentato – dice la Salone –, soprattutto per questioni legate a successioni, eredità e divorzi». Per districarsi tra denunce e atti di tribunale si può, invece, chiedere un parere disinteressato allo sportello di orientamento legale, il sabato dalle 12 alle 13.30. E se gli extracomunitari hanno a loro disposizione un’esperta di immigrazione il giovedì dalle 16 alle 18.30, è di fondamentale importanza lo sportello mobbing: aperto il martedì dalle 18 alle 20, ogni due settimane, è affiancato da un gruppo di Auto Mutuo Aiuto, che organizza incontri mirati tra soggetti che subiscono umiliazioni e comportamenti scorretti nell’ambiente di lavoro. Pare che il numero degli utenti sia aumentato rispetto all’anno passato: cattivo segno.

Raffaella Oliva

28 settembre 2009

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Sab, 26/09/2009 - 20:34

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

MUSEO STORIA NATURALE. IL COMUNE: NESSUN DISINTERESSE

Milano, 26 settembre 2009 - In risposta agli articoli pubblicati su alcuni quotidiani di oggi, relativi all’appello per il Museo di Storia Naturale, si forniscono le seguenti precisazioni.

Non è vero che ci sia disinteresse per il Museo di Storia Naturale. Lo dimostra il successo di manifestazioni come:
- la mostra“Darwin 1809-2009”, allestita dal Comune – D.C.Cultura presso la Rotonda della Besana, e realizzata anche con la collaborazione del Museo, in programma fino al 5 ottobre 2009;
- l’iniziativa “Milano/Scienza, Milano/Mondo”promossa dall’Assessorato alla Cultura dello scorso mese di giugno che ha visto la presenza di circa 10.000 utenze agli oltre 50 eventi proposti dai numerosi esperti e organizzati in luoghi diversi della città per avvicinare i cittadini di ogni età al sapere scientifico
- Anche nel 2009 le attività didattiche del Museo, curate dall’ADM, Associazione Didattica Museale, sono state numerosissime e qualificate, coinvolgendo una vasta utenza in attività formative dedicate ai temi della scienza e alle collezioni museali.

Non è corretto nemmeno parlare di tagli di bilancio: con la Riorganizzazione del Comune del 2006 vi sono stati trasferimenti di risorse ad altri Settori dell’Amministrazione che si sono assunti funzioni e relativi oneri prima attribuiti al D.C. Cultura. E soprattutto, in una logica di analisi industriale, non è venuto meno il sostegno del Museo in termini di risorse globali: basti pensare che nel 2008 il Comune di Milano ha impegnato per il Polo dei Musei Scientifici una spesa di € 6.400.573.

Si precisa infine che il Museo dispone di 10 conservatori in pianta organica. Per quanto concerne i collaboratori scientifici a tempo determinato, non è stato possibile attribuire loro un ulteriore incarico nell’anno in corso, non per volontà del Museo, che anzi lo auspicava, ma a causa dell’introduzione di nuovi vincoli normativi che hanno reso illegittima tale procedura. La Legge Finanziaria per il 2008 e, da ultimo, il DDL 112/2008 convertito in legge 133/2008, infatti, hanno introdotto alcune modifiche alla disciplina delle collaborazioni esterne nella Pubblica Amministrazione limitando la possibilità di farvi ricorso.

Entro novembre 2009, tuttavia, il Comune sta predisponendo le stabilizzazioni delle figure ex co.co.co., attraverso procedure concorsuali che porteranno all’assunzione di ulteriori figure scientifiche. Si prevede, quindi, un nuovo investimento di risorse per il Museo. I costi per contratti a termine per 10 figure ex co.co.co nel 2008 è stata di € 172.732. Per la stabilizzazione di 8 figure ex co.co.co il Comune prevede una spesa € 310.000.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 25/09/2009 - 23:24

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SCUOLA. APPROVATO IN GIUNTA UN FINANZIAMENTO PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Milano, 25 settembre 2009 - Approvato questa mattina in Giunta il finanziamento per l’assistenza agli alunni diversamente abili che frequentano 148 scuole statali e 37 scuole paritarie non comunali della città.
Si tratta di una spesa di oltre 3.500.000 euro per l’assistenza di 1.472 alunni disabili gravi che hanno bisogno di “assistenza alla persona” nell'anno scolastico 2009/2010. Questo servizio integra il sostegno educativo e didattico di competenza dello Stato.

"Il Comune di Milano investe altri 5 milioni di euro l’anno per il sostegno e l’assistenza dei bambini disabili che frequentano le Scuole dell’Infanzia e i nidi comunali - ha spiegato Mariolina Moioli, assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali - Nell’anno educativo 2008-2009 i bambini disabili iscritti alle Scuole dell’Infanzia sono stati 303, mentre i bambini disabili iscritti ai Nidi d’Infanzia sono stati 43. Il personale impiegato per il sostegno nelle Scuole dell'infanzia sono stati 204, mentre nei nidi hanno lavorato 38 educatori".

Inoltre, sempre nell'ambito del diritto allo studio, il Comune di Milano prevede anche finanziamenti per il trasporto scolastico di circa 1.770 alunni grazie ad un investimento, per l’anno scolastico 2009/2010, di 4.750.500 € e i Buoni libro per l’acquisto dei testi scolastici per la Scuola secondaria di Primo grado.

"Per l’anno scolastico appena iniziato sono stati distribuiti 82.536 buoni - ha ricordato la Moioli - 55.386 delle scuole primarie e 26.970 delle secondarie, per una spesa di 3.800.000 euro".

"Queste azioni rientrano in un progetto ben definito dell'amministrazione comunale - ha spiegato Mariolina Moioli - che prevede il potenziamento dei servizi socio-educativi per dare risposte sempre più efficaci ai nuovi e primari bisogni delle famiglie milanesi".

Nel dopo Giunta l'assessore Moioli, ha anche precisato che "Quest'anno sono state potenziate la Scuola Primaria “S. Giusto”, la Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Manzoni”, la Scuola Secondaria di Primo grado della Scala, il Liceo Linguistico “A. Manzoni” e il Liceo Linguistico della Scala con una migliore offerta formativa e creati i presupposti per la continuità didattica. Gli alunni che invece frequentavano le classi non attivate perchè non sono stati raggiunti i parametri ministeriali potranno frequentare i corsi di idoneita' organizzati dal Comune presso il polo scolastico di via Rubattino".
"Come ho sempre detto - ha concluso l'assessore - a tutti abbiamo offerto un'alternativa".

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Ven, 25/09/2009 - 22:04

Ormai molti economistici sostengono (a ragione) che il Prodotto Interno Lordo è un indice poco significativo della qualità della vita e del benessere di una nazione.
Da anni è stato proposto un nuovo indice. il BIL, il BENESSERE INTERNO LORDO.

In proposito, pubblico un articolo pubblicato oggi su ChiamaMilano: Milano è sul fondo della classifica del benessere!!!

E' ora che anche questa amministrazione comunale se ne renda conto. del resto l'indagine è stata effettuata dal Sole 24 ore, il giornale degli industriali, e quindi i giornalisti non sono certamente dei "farabutti catto-comunisti" di berlusconiana definizione.

Cari saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo uniti con Dario fo per Milano
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QUANDO IL PIL NON VUOL DIRE BENESSERE
Uno studio de Il Sole 24 ore dimostra che il PIL non è sufficiente a determinare la qualità della vita e Milano è sul fondo della classifica del benessere

Non tutto si può misurare e il benessere di un individuo, come di una comunità non può essere classificato in base al PIL.
è questa, grosso modo, la sintesi di un’analisi condotta dal quotidiano Il Sole 24 Ore.
Partendo dal principio che non sia il denaro l’unico fattore a determinare il livello di vita delle persone, sono stati pensati altri 8 possibili indicatori: le condizioni di vita materiali, la salute, l'istruzione, le attività personali, la partecipazione alla vita politica, i rapporti sociali, l'ambiente, l'insicurezza economica e fisica.
Il modello di analisi ricalca ormai la sempre più diffusa critica alla cosiddetta “dittatura del PIL”, ovvero la pretesa di misurare il benessere di un paese in base al prodotto interno lordo; metodo per il quale anche le somme spese per curare le malattie dovute alla scarsa qualità della vita o per le degenze dovute agli incidenti sul lavoro vanno a comporre il PIL.  
Gli autori di questa nuova ricerca hanno invece incrociato i dati relativi agli otto indicatori citati e hanno individuato per ogni provincia italiana un ipotetico indice “Bil”, “Benessere interno lordo”.
La classifica ottenuta risulta ben diversa da quella ufficiale del Pil delle nostre città.
Milano, sul podio per il prodotto interno lordo pro capite con 36.763 euro l’anno (dati Prometeia, 2008), precipita al 37esimo posto nella classifica del Bil.
Questo per effetto della bassa posizione in classifica degli altri indicatori.
Al capitolo “istruzione” Milano arriva appena al 66esimo posto, con dati Miur/Istat che segnalano, per l’anno 2007/2008, solo 37,3 giovani su 100 tra i 19 e i 25 anni iscritti all’Università.
Poco più positivo il dato sulla partecipazione alla vita politica, dove con un’ affluenza alle urne alle ultime elezioni europee del 69,7% ci piazziamo al 53esimo posto.
Nuovo scivolone alla voce “rapporti sociali”: Milano arriva 77esima, con 0,52 organizzazioni di volontariato ogni 1000 abitanti (dati Feo-Fivol 2006)
Positivi i bilanci sulla  “Spesa pro capite per spettacoli” (dati Siae/Istat 2008) e  “Speranza di vita alla nascita” (Dati istat 2008), con un sesto posto per la prima e un 28esimo posto per la seconda.
Se al capitolo “ambiente” precipitiamo al 43esimo posto con 188,2 tonnellate di Co2  sul valore aggiunto reale (Ispra 2005), è sull’insicurezza che registriamo il valore più basso, arriviando terzultimi con 5.494 tra furti e rapine ogni 100mila abitanti (Istat 2007).
A passarsela meglio di tutti sarebbero gli abitanti della provincia di Forlì e Cesena, seguiti dai ravennati e dai fiorentini.
La maglia nera va al sud: i meno “benestanti” sarebbero siracusani, nisseni e napoletani.

Il denaro, insomma, da solo non basta.
Se produci tanto PIL ma poi passi notti insonni temendo che un ladro entri in casa o ti avveleni le giornate respirando lo smog della città, il livello di benessere si può abbassare anche di molto. Perché, si sa, conta più la qualità della quantità.

Giulia Cusumano

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 25/09/2009 - 17:20

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

PIANO CASA. LA GIUNTA TUTELA UNDICI AREE DELLA CITTA’

Milano, 25 settembre 2009 – Undici aree cittadine saranno escluse dagli effetti del piano casa nazionale, cioè dalle legge speciale emanata dal Governo per rilanciare il settore dell’edilizia, ed escluse, quindi, dalla legge regionale attuativa approvata in luglio.

Lo ha stabilito oggi la Giunta su proposta dell’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli, con una delibera nella quale vengono indicate le zone dove non sarà possibile applicare le agevolazioni previste dal piano casa. Le aree sono il quartiere Cimiano, il Villaggio dei giornalisti, l’area Porpora, il quartiere Pisacane, il quartiere Aspari, la zona Del Sarto, il quartiere Lincoln, il Borgo Pirelli e i quartieri Postelegrafonica, QT8 e Washington. In queste undici aree saranno ammesse solo opere di recupero edilizio.

“Con la decisione che abbiamo preso oggi – ha detto Masseroli – tuteliamo aree omogenee da proteggere. Al loro interno saranno impedite demolizioni e ampliamenti, per evitare che gli ambiti storici e paesaggistici più importanti di Milano possano essere snaturati. Queste undici aree si aggiungono a quelle comprese nella cerchia dei Bastioni già vincolate. Una decisione importante che si aggiunge alla ‘tutela’ – ha concluso Masseroli – dei quartieri di edilizia popolare dove sarà possibile aumentare le cubature solo in caso di demolizione e ricostruzione perché si tratta di aree che già soffrono dal punto di vista sociale e urbanistico”.

La delibera ora passerà all’esame del Consiglio comunale che dovrà approvarla entro il 15 ottobre.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 25/09/2009 - 10:35

Da milano.corriere.it:

Per gestire i rapporti con i partiti richiama l’ex city manager Borghini

Il rilancio di Letizia Moratti: pronta
alla candidatura bis come sindaco

Il sindaco di Milano punta tutto sullo «sviluppo della città nella trasparenza, nelle regole e nell’armonia»

MILANO — Prove tecniche di (ri)candidatura. Letizia Moratti è sempre più vicina all’annuncio ufficiale e sta mettendo a punto i dettagli della strategia che la porterà a tentare il bis a Palazzo Mari­no. Già prima delle vacanze si era confrontata su questa prospettiva con i collaborato­ri più stretti e con alcuni as­sessori, insieme ai quali ave­va anche cercato di definire i temi amministrativi più strin­genti in vista di un rilancio dell’attività comunale. Pochi giorni fa, poi, alla Fe­sta milanese della Lega si era lasciata andare: «Credo di es­sere sostenuta da una mag­gioranza che sento come la mia maggioranza, e quindi non vedo perché il percorso per il 2011 debba essere di­verso». Un mattone dopo l’al­tro, insomma, la candidatura prende forma.

Forse anche per questo la Moratti ha deciso di richia­mare nel suo staff l’ex sinda­co Piero Borghini, che aveva guidato la sua Lista civica, era stato nominato City Ma­nager e si era dimesso a lu­glio del 2008 («Gli fanno pa­gare la vicenda derivati», ave­va accusato il centrosinistra alludendo all’inchiesta che nel frattempo aveva coinvol­to l’amministrazione comu­nale): a Borghini, che vanta una lunghissima militanza nei partiti e nelle amministra­zioni, verrà affidato il compi­to di gestire i rapporti politi­ci. Tema, questo, su cui forse la Moratti si sente più scoper­ta soprattutto da quando non può più contare su rela­zioni ed esperienza del suo ex braccio destro, Paolo Gli­senti.

La spinta alla ricandidatu­ra segue, non a caso, la pre­sentazione del masterplan di Expo: come spiegano i colla­boratori del sindaco, chiuso un capitolo che ha tormenta­to la Moratti per un anno con­dito di polemiche, si sono a questo punto meglio definiti i due ruoli di commissario dell’Esposizione e di vertice amministrativo. E, chiuso ap­punto un capitolo, la Moratti ha deciso di tornare a mette­re la testa principalmente sui problemi della città, anche per dare un segnale a chi le sollecita maggiore presenza e maggiore incisività. La cosa non è sempre stata scontata. C’era stata una fase in cui, in realtà, l’ex ministro all’Istruzione sembrava più propensa a costruirsi un ruo­lo a livello internazionale, for­te anche dei rapporti intrec­ciati organizzando la candida­tura di Expo nei cinque conti­nenti.

Ma il vento è cambiato, i rapporti con i partiti si sareb­bero rasserenati e anche la Moratti si sarebbe convinta a tentare la sfida sulla città pro­prio per dimostrare che Mila­no che nel 2015 ospiterà Expo può essere una metro­poli moderna e al passo con i tempi. La testa su Milano, insom­ma. In quest’ottica andrebbe letta anche la durissima pre­sa di posizione sulla vicenda dell’urbanistica, che pure le ha creato qualche proble­ma nei confronti di alcuni costruttori, a cominciare da Salvatore Ligresti. Il costrut­tore nelle scorse settimane è addirittura andato in Provin­cia a chiedere il commissaria­mento del Comune per otte­nere l’applicazione dei propri diritti edificatori.

In questa delicata partita, seguita a di­stanza dalle forze di maggio­ranza, la Moratti ha segnato la linea della «trasparenza, delle regole e dell’armonia nello sviluppo della città», che dovrebbe diventare an­che la bussola per le prossi­me scelte. Certo, le perplessità intor­no al suo operato continuano a circolare e anche all’interno della maggioranza di Gover­no non tutti la vedono di buo­n’occhio. Ma è altrettanto chiaro che a decidere su una eventuale candidatura, alla fi­ne non sarà questo o quel ministro. La parola andrà a Berlusconi: che in realtà agli Stati Generali organizzati dal presidente Ro­berto Formigoni, ul­tima uscita pubblica milanese del premier, si era rivolto al sindaco solo per sol­lecitarla a tenere la città più pulita. Berlusconi torna a Mi­lano domenica, per conclude­re al festa nazionale del Pdl. Ad ascoltarlo ci sarà anche Le­tizia Moratti. E in molti si chiedono se ci saranno paro­le buone per lei.

Elisabetta Soglio
25 settembre 2009

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 21/09/2009 - 11:09

Segnalo/riporto l'ultima news di partecipaMi:

http://www.partecipami.it/?q=node/7684

Al via www.sanincitta.partecipaMi.it (paesaggio urbano e salute)!

Dopo www.sicurezzastradale.partecipaMi.it, su partecipaMi, al via anche www.sanincitta.partecipaMi.it, di seguito la descrizione che appare sulla home page dell'iniziativa:
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Tra l’organizzazione dello spazio e delle funzioni della città (il paesaggio urbano) e la salute dei cittadini c’è una relazione importante. Sull’incidenza di numerose tipologie di malattie e disturbi che si presentano più frequenti o più gravi in quartieri mal progettati, degradati o congestionati  indagano scienziati, medici ed urbanisti, ma, altrettanto importante, è l’esperienza diretta dei cittadini.
In questo sito è possibile segnalare situazioni ed esperienze che riguardano l’ambiente cittadino e il proprio benessere (o malessere); nella mappa comparirà la segnalazioni del luogo di Milano a cui si riferisce la vostra segnalazione. Questo sito offre anche l’opportunità di porre domande agli esperti, ai medici, agli urbanisti e agli amministratori milanesi a questi di intervenire nel dibattito rispondendo e fornendo informazioni.

A queste domande verrà data una prima risposta nell’incontro ”Paesaggio urbano e salute dell'uomo” organizzato dalla Società italiana di Ecologia del Paesaggio che si svolgerà a Milano a Palazzo Affari di via Mercanti lunedi 28 settembre (Scarica il programma).

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Come per www.sicurezzastradale.partecipaMi.it, a www.sanincitta.partecipaMi.it possono partecipare tutti i registrati a partecipaMi con il proprio account "partecipaMino".

Buona partecipazione! Smile

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Dom, 20/09/2009 - 17:08

Chiusura dei Corsi del Civico Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato IPIA (paritario serale), di via Rubattino.

Con determina del 3 agosto 2009, tutte le classi, dal primo al quinto anno, dell'IPIA sono state chiuse. Si tratta di una storica istituzione del Comune di Milano in zona 3: la sede originaria è sempre stata in via Deledda (piazzale Loreto), fin dalle sue origini negli anni ’60; il trasferimento in via Rubattino, avvenuto 4 anni fa, doveva essere solo temporaneo, in attesa del completo adeguamento dell’edificio comunale in Via Deledda.
La scuola serale per studenti-lavoratori di via Rubattino rappresenta l’unica realtà in zona che offra l’opportunità di un miglioramento della condizione sociale e lavorativa; spesso è il luogo del reinserimento in un percorso di studi di sicuro sbocco professionale; per altri versi, negli ultimi anni, rappresenta anche un luogo privilegiato di incontro, conoscenza e confronto fra studenti italiani e stranieri, i quali ultimi trovano così il miglior viatico di inserimento nel tessuto culturale e lavorativo cittadino.
L'istituto forma impiantisti elettrici e tecnici elettronici
, e ha sempre un elevato numero di iscritti, da 18 a 25 studenti per classe. Gli studenti-lavoratori iscritti all'IPIA hanno ricevuto a fine agosto una lettera dal Comune con la quale sono stati invitati a iscriversi all'IPSIA Marelli oppure all'ITIS Giorgi.
Ora, il Marelli è un istituto professionale statale che si trova però in via Livigno, zona Nord Ovest - Maciachini, davvero fuori zona per un’utenza che gravita - per la residenza o per il lavoro - sulla zona est di Milano: per molti di loro la sede proposta sarebbe difficilmente raggiungibile considerando l’orario di inizio delle lezioni serali, intorno alle 17.30, quando il traffico è più intenso e per essi ciò significherebbe impossibilità di frequenza.
Il Giorgi, che presenta problematiche logistiche simili (è ubicato in viale Liguria), non è neanche un istituto professionale, è un istituto tecnico e come tale rilascia un diploma alla fine del quinquennio con l’esame di Stato, ha una struttura didattica completamente diversa e per accedervi gli studenti devono superare un esame di idoneità/integrativo al quale nessuno li ha preparati. L'indicazione del Giorgi non tiene peraltro conto del fatto che chi ha scelto il professionale lo ha fatto innanzitutto perché al termine dei primi tre anni si ottiene, con esame interno, un diploma di qualifica di impiantista elettrico/elettronico che permette di svolgere subito un lavoro specializzato nel settore, con mansioni e competenze secondo le norme di legge.

Si fa un gran parlare di “presidio del territorio”. Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Locale possono fare molto ma non certo creare e gestire luoghi di aggregazione, di istruzione e formazione al lavoro. Nelle civiche scuole serali si formano cittadini, e famiglie: grazie agli studi svolti, i diplomati riescono a trovare più facilmente il lavoro corrispondente alla loro preparazione, così integrandosi pienamente nel tessuto sociale.
Il Comune di Milano possiede un patrimonio importante di personale esperto e di competenze, sedi diffuse sul territorio, anche periferico della città, e attrezzature di laboratorio di alto valore formativo: le scuole civiche serali sono in grado di avvicinare la scuola alle esigenze del mercato del lavoro.
Incredibilmente, ora il Comune sta operando per lo smantellamento e/o drastico ridimensionamento di un efficace strumento di presidio del territorio e di crescita non solo professionale ma anche civica dei suoi cittadini! Il Comune risparmierebbe di sicuro con la chiusura della scuola IPIA e di tutti gli altri corsi o classi (licei, istruzione tecnica, idoneità), ma il costo lo pagherà tutta la città in termini di una potenziale popolazione studentesca senza possibilità di istruzione e formazione perchè la gran maggioranza dei frequentanti i civici corsi non potrebbe sostenere i costi proibitivi delle scuole private.

In sostanza, il Comune di Milano sta smantellando il suo patrimonio di cultura e formazione professionale e sempre più reale sta diventando l'ipotesi, direi la profezia (agghiacciante) che Piero Calamandrei fece sulla scuola pubblica.
Calamandrei fu giornalista, giurista, politico e docente universitario durante il fascismo, uno dei pochi a non avere né chiedere mai la tessera del partito.
Nel febbraio del 1950 al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, Calamandrei fece un discorso sulla scuola, parole che sono purtroppo attualissime. Pubblico il suo discorso per chi non l'avesse mai letto e per i ragazzi, le giovani generazioni di Milano e dell'Italia: leggetelo ne vale la pena per aprire gli occhi e il cervello... ne va del vostro futuro!

Non consentiamo all'assessore Moioli di smantellare e impoverire le civiche scuole serali di Milano, da sempre esempio di eccellenza e fiore all'occhiello della nostra città!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
CapogruppoUniti con Dario Fo per Milano
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“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia.
Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo. La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: - che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. - che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro.
La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.
Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. »
la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […]. Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […].
E venuta così fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico. Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private.
Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […]. Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […].
Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“. Piero Calamandrei, 1950

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