.: Democrazia e cittadinanza
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 09/04/2009 - 14:41

Cari partecipaMini, cari tutti,
ieri si è svolto a Palazzo Marino il seminario "Riforma del DECENTRAMENTO: un'opportunità per la città" (vedi locandina), è stato un bel momento di riflessione sul DECENTRAMENTO della nostra Milano e sulle opportune modifiche che si renderebbero necessarie per renderlo sempre più efficace e funzionale ad una gestione più partecipata della città. Qui su partecipaMi si è discusso a lungo di DECENTRAMENTO (vedi discussione "DECENTRAMENTO Una risorsa da valorizzare"), ma adesso sembra che ci siano le condizioni per procedere verso una vera e propria riforma.

Questa discussione vuole essere lo strumento per continuare on line il percorso iniziato ieri sera alla presenza di molti amministratori locali.

In allegato la documentazione distribuita ieri agli intervenuti.

Buona partecipazione e in bocca al lupo al DECENTRAMENTO di Milano!

Smile

Oliverio
P.S.
Tra gli amministratori intervenuti ieri sera c'era il nuovo Assessore Aree Cittadine e Consigli di zona Andrea Mascaretti che ha dimostrato una grande disponibilità a lavorare per valorizzare il DECENTRAMENTO: da questa disponibilità nasce il forum "Tavolo di coordinamento delle 9 Zone di Milano" avviato come strumento on line di supporto al tavolo di coordinamento delle 9 Zone di Milano (voluto dall'Assessore) che prevede incontri periodici con i Consigli di Zona e gli altri Assessori interessati.

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Inserito da il Inserito da Silvia Brexan il Mer, 04/02/2009 - 14:54

Foto di gruppo in nero (Saverio Ferrari  -  Left  -  30/01/2009)

Dalla nuova Skinhouse di Bollate a Cuore nero, da Forza nuova a Patria e libertà l'estrema destra milanese e i suoi rapporti con Alleanza nazionale

Pubblichiamo il testo completo dell'articolo uscito sul il settimanale LEFT il 30 gennaio 2009

Il capannone è basso e grigio, delimitato da un muro, tra due palazzine. Fino a qualche tempo fa ospitava una carrozzeria. La via è senza uscita. Poco oltre i prati. Siamo alla periferia di Bollate, a Madonna in Campagna, in via Alfieri 4. È qui che il 18 ottobre scorso è stata inaugurata la nuova Skinhouse. La precedente esperienza, in via Cannero a Milano, nel quartiere Bovisa, si era conclusa dopo dodici anni a metà ottobre del 2006, causa i lavori per l’apertura della stazione di Dergano della linea tre della metropolitana. Anche in quel caso lo spazio era stato messo a disposizione da un privato, una costruzione inserita nell’area di un'ex officina, e a nulla erano valse le proteste dei cittadini che si erano costituiti in comitato per chiederne la chiusura a seguito dei concerti fino a tarda notte, con naziskin provenienti da diverse città, anche dalla Svizzera, con il contorno di inni fascisti cantati a squarciagola e montagne di lattine di birra ovunque. Eppure proprio da via Cannero il 7 agosto 2004 era partita una spedizione di teste rasate, con magliette nere con svastiche e aquile naziste, diretta ai Navigli dove aveva accoltellato sei giovani dei centri sociali, uno dei quali rimasto per giorni tra la vita e la morte. Lo stesso pubblico ministero Luisa Zanetti nella sua richiesta di custodia cautelare nei confronti dei partecipanti al raid squadristico aveva sottolineato come la “Skinhouse di Milano” fosse una “base per ritrovarsi, per organizzarsi, per riunirsi, per pianificare e decidere gli atti aggressivi e intimidatori (quali risse, lesioni, danneggiamenti, furti, devastazioni, incendi)”, un “luogo di partenza per le spedizioni punitive e per rifugiarsi al termine delle stesse”. Il 13 dicembre dello stesso anno, nel corso di una perquisizione erano anche stati sequestrati coltelli, bastoni, mazze da baseball e catene.

THE HAMMERSKIN NATION

Ad animare la nuova realtà di Bollate, come la precedente, la setta degli Hammer, una sorta di circuito internazionale neonazista, con sedi anche in Europa in Inghilterra, Spagna, Francia, Olanda, Svizzera e Italia, originata da una costola del Ku Klux Klan nella seconda metà degli anni Ottanta a Dallas nel Texas. Gli Hammerskins sono da sempre uno dei più pericolosi e violenti gruppi dediti al perseguimento della “supremazia della razza bianca”, i cui militanti negli Stati Uniti sono stati più volte accusati e condannati non solo per aver assaltato sinagoghe ebraiche o per aver compiuto brutali pestaggi, ma anche per l’assassinio di alcuni ragazzi di colore. Così è stato nel giugno 1991 ad Arlington nel Texas, dove tre aderenti alla Hammerskin nation (Hsn) uccisero a fucilate un ragazzino che aveva avuto il solo torto di incrociarli, e a Natale dello stesso anno, a Birmingham in Alabama, quando un senzatetto nero fu finito a colpi di mazza da baseball e di stivali ferrati. Dopo l’ennesimo accoltellamento di un giovane afroamericano nel 1999 in California un tribunale penale li definì “una gang di strada”. Ma l’elenco dei delitti da citare sarebbe molto più lungo.

IL DOPPIO MARTELLO

In Italia la “fazione madre” degli Hammerskin è da sempre quella milanese. Ora ha anche riaperto la sede. Una cinquantina i militanti, compresi gli aderenti ad Ambrosiana skinheads e a Brianza skin, due gruppi locali ora federati agli Hammer. Agli Ambrosiana skinheads fa ancora riferimento quel Riccardo Colato, detto “Riki”, già condannato per un raid a Bari, il 3 gennaio 2006, dove si trovava in vacanza, contro un pub frequentato da gay. Denunciato per discriminazione razziale e danneggiamenti, assieme ad altri cinque, ebbe il foglio di via con l’ordine di non tornare più nel capoluogo pugliese per tre anni. Ogni “fazione” deve essere composta da almeno sei membri, ma per diventare Hammerskin, e cioè entrare in quella che i suoi promotori considerano “l’élite dell’élite” del movimento naziskin, è necessario seguire una lunga trafila: essere presentato da un altro membro e prestarsi a un periodo di prova che dura almeno quattro anni. Successivamente si è sottoposti a riti iniziatici. Si parla di pestaggi ai danni di immigrati e di lotte con il coltello contro cani da combattimento. Solo alla fine si potrà ricevere la toppa e tatuarsi su una parte visibile del corpo, collo o avambraccio, il simbolo con i due martelli in marcia mutuato dal film, di cui si rovesciano il senso e le intenzioni, di Alan Parker, The Wall, del 1982, basato sulle musiche dell'omonimo album dei Pink Floyd. Il doppio martello nell'immaginario degli Hammerskin rappresenterebbe l'arma per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose. Surreali, in questo contesto, le dichiarazioni di alcuni esponenti della Skinhouse rilasciate a un giornale locale: “Noi non siamo assolutamente nazisti e nessuno di noi ha mai avuto denunce per aggressioni”. Ma è sufficiente entrare nella sezione eventi del loro sito per imbattersi subito nell’effige di un manifesto del 1944 utilizzato per il reclutamento nelle Ss italiane, seguito da una locandina dedicata agli “Eroi della Rsi” che invita a un pellegrinaggio al Campo X del Cimitero Maggiore a Milano, dove sono stati sepolti alcuni dei più importanti gerarchi del fascismo, tra gli altri Alessandro Pavolini e Francesco Maria Barracu. È possibile poi visionare un poster a firma “Italia Hammer Skinheads” con tanto di saluti romani, ma anche una foto scattata in occasione dell’Hammerfest del 2007, il più importante raduno internazionale del gruppo, con la bandiera di guerra del Terzo Reich con il doppio martello al posto della svastica. Fino a qualche tempo fa compariva anche l’istantanea di uno striscione esposto allo stadio di San Siro in favore della liberazione di “Norberto”, cioè Norberto Scordo. La storia è questa: la scorsa estate, essendo rimasta ancora vacante la carica di capo degli Hammer, dopo la scelta del vecchio leader Alessandro Todisco, detto “Todo”, di impegnarsi a tempo pieno in Cuore nero, si era deciso di affidare temporaneamente le redini del gruppo a un triumvirato. Tra loro anche Norberto Scordo, già condannato insieme ai due fratelli Todisco, Alessandro e Franco, per aver aggredito a martellate nel 1992 due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, usciti dal Centro sociale Leoncavallo. Neanche il tempo di insediarsi che Scordo, a seguito di un’altra aggressione ai danni di alcuni punkabbestia, il 19 luglio, alle colonne di San Lorenzo, è finito dietro le sbarre, processato e condannato a sei mesi per direttissima. È uscito solo qualche settimana fa.

CUORE NERO BREWERY

L’apertura della nuova Skinhouse a Bollate non è la sola novità nel panorama neofascista milanese. Il 6 settembre scorso era stata anche inaugurata la nuova sede di Cuore nero a Milano, in via Pareto angolo via San Brunone, a pochi passi da viale Certosa. In realtà si era trattato solo dell’allargamento dell’ex negozio Il sogno di Rohan, passato da una a due vetrine, con relativo cambio di insegna. Una delle società dell’ex Nar Lino Guaglianone, da sempre uno dei finanziatori di Cuore nero, aveva infatti acquistato e messo a disposizione di Nicoletta Cainero, moglie di Alessandro Todisco, i locali attigui. I muri divisori erano stati abbattuti e si era provveduto a montare vetri antisfondamento. Nella palazzina di fronte, al primo e al secondo piano, erano state anche installate alcune telecamere di sicurezza. L’idea di costituire una casa comune per tutte le sigle del neofascismo milanese è comunque da tempo tramontata. Prima l’incendio doloso, l’11 aprile 2007, dello spazio ben più capiente affittato in viale Certosa, quasi sul piazzale antistante il Cimitero Maggiore, poi una serie di contrasti interni, hanno ridimensionato il progetto. Particolare peso hanno avuto in questo senso le spaccature intervenute nella Fiamma tricolore con l’uscita a livello nazionale di Gianluca “Boccia” Iannone, di Casa Pound e del Blocco studentesco, ma anche, sul fronte opposto, di una corrente, capitanata dall’ex commissario della federazione romana Giuliano Castellino, vogliosa di far subito parte, senza anticamere, del cosiddetto Popolo delle libertà. A Milano ciò ha significato, da un lato, l’entrata di Cuore nero nel circuito di Casa Pound, ma anche, dall’altro, la fuoriuscita di Matteo “Stizza” Pisoni, il vice di Alessandro Todisco, e del suo gruppo, rientrati nell’orbita di Alleanza nazionale attraverso la formazione di Area identitaria Lombardia, vicina a Carlo Fidanza, il capogruppo di An in Consiglio comunale. Gli Hammer, dal canto loro, anche in polemica con Alessandro Todisco, si erano già precedentemente resi autonomi. Forse troppa politica per loro. A seguito di questi avvenimenti sono state anche in parte ridisegnate le gerarchie. Alessandro Todisco e sua moglie ora si occupano quasi solo della gestione del bar-negozio di via Pareto e della vendita delle magliette e dei gadget, mentre si è fatta largo una nuova figura emergente. Si tratta di Francesco Cappuccio, detto “Doppio malto”, ex addetto stampa de La Destra. Prima curava una rubrica sul sito del partito di Francesco Storace, adesso la fanzine di Cuore nero, appunto Doppio malto, una pubblicazione che nel giugno scorso ha messo in prima pagina uno skin con tanto di boccale di birra in mano, nell’atto di brindare all’entrata del campo di sterminio di Auschwitz, dove, grazie a un fotomontaggio, al posto della famigerata scritta “Il lavoro rende liberi”, compariva “Cuore nero brewery”, letteralmente “Birrificio Cuore nero”. A oggi Cuore nero non raccoglie più di cinquanta militanti, tra skin, ultras delle curve e balordi di periferia, soprattutto provenienti da Quarto Oggiaro. Tra loro anche Franco Todisco, il fratello di Alessandro, detto “Lothar”, sempre presente allo stadio, sponda Inter, ma anche gran bevitore, rintracciabile, dopo una certa ora, con il suo giro di amici in alcuni bar di Brera. Il 20 gennaio scorso le abitazioni di ambedue i fratelli, insieme a quelle di altri sette ultras dell'Inter, sono state perquisite. Così il magazzino di proprietà di Franco Caravita, leader dei Boys. Sequestrati qua e là coltelli, tirapugni, noccoliere, palle chiodate, manganelli con l'effige del Duce, bandiere con la croce celtica e la svastica. Nella casa di Michael Maron, un'appartenente agli Irriducibili, la faccia da stadio di Cuore nero, anche cocaina e un bilancino di precisione. “Todo” e “Lothar” sono ora sottoposti all'obbligo di firma giornaliero. Al centro delle indagini i disordini dell'11 novembre 2007 a Milano, seguiti all'uccisione nei pressi di Arezzo del tifoso laziale Gabriele Sandri. Nell'occasione si tentò di assaltare il commissariato di San Siro, la caserma dei carabinieri di via Vincenzo Monti e la sede Rai di corso Sempione.

DIASPORE

Il piccolo arcipelago dell’estrema destra milanese vive comunque una fase di stallo. Forza nuova vivacchia con le solite iniziative che si tengono al cosiddetto Presidio di piazza Aspromonte 31, a metà tra una sede e un pub. Pochi gli appuntamenti culturali: uno dei più pubblicizzati qualche mese fa, in marzo, riguardava una “serata in onore” di Leon Degrelle, l’ex generale belga comandante di una Divisione delle Waffen Ss. È qui, comunque, che il 17 maggio scorso gli Hammer hanno potuto tenere un loro concerto di nazirock dopo il divieto, giunto a seguito delle numerose proteste, di suonare alla palazzina Liberty. Forza nuova a Milano ha fatto ultimamente parlare di sé solo per alcuni volantini e striscioni minacciosi nei confronti degli extracomunitari, distribuiti a fine settembre al liceo linguistico Manzoni di via Rubattino, in zona Ortica, confinante con un dormitorio di proprietà dei “Martinitt”, ospitante una ventina di ragazzi magrebini e kossovari fra i 14 e i 18 anni. Ma il gruppo, ormai composto solo da una trentina di fedelissimi guidati da Duilio Canu, continua a perdere pezzi. L’ultimo ad andarsene, per far ritorno, sembrerebbe, alla Lega nord, è stato Remo Casagrande, uno dei più famosi squadristi di Milano negli anni Settanta. La Fiamma tricolore e La Destra, nella quale sta confluendo a livello nazionale il Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher, a Milano città praticamente non esistono più, anche se ufficialmente sono ancora rappresentate rispettivamente da Attilio Carelli e Roberto Perticone. In particolare La Destra, nel giro di pochi mesi, ha subito un vero tracollo. A sbattere la porta per prima è stata, agli inizi di marzo, Carla De Albertis, ex assessore comunale alla Salute, in quota ad An, silurata nel novembre 2007 dal sindaco Moratti per la sua opposizione all’Ecopass, poi Barbara Ciabò, consigliera comunale passata in novembre a Forza Italia. In ottobre ad abbandonare il partito, con un durissimo comunicato, era stata invece l’intera organizzazione giovanile de La Destra, Gioventù italiana, con l’ex responsabile Vincenzo Sofo in testa. Presenze solo virtuali sono al momento anche quelle formatesi a seguito di questa diaspora, dal Movimento per l’Italia di Daniela Santanchè, che aveva lasciato il partito di Francesco Storace ancor prima del congresso di novembre, a La vera destra del Nord di Carla De Albertis, per arrivare a Destra federale, animata da Carmelo Lupo, consigliere circoscrizionale di zona 4. Così dicasi per Destra libertaria di Luciano Buonocore, uno dei leader della cosiddetta Maggioranza silenziosa nei primi anni Settanta, che nelle ultime elezioni politiche, pur essendo tra i dirigenti nazionale de La Destra, improvvisamente dopo un incontro con Ignazio La Russa lanciò un appello di voto in favore del Pdl al Senato. Qualcuno, come Roberto Jonghi Lavarini, mai smentito, parlò in un blog d’area di una somma di 35 mila euro finita nelle tasche di Buonocore e di un appalto di MilanoSport a uno dei figli. Comunità in movimento, la sigla dietro la quale si sono aggregati Lino Guaglianone e il suo gruppo, dal canto suo, risulta inattiva dal 28 maggio, giorno della sua presentazione.

PATRIA E LIBERTÀ

Maggiore attivismo mostra, invece, Destra per Milano di Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero”, che dopo il fallimento delle liste de La Destra con la Fiamma tricolore, ha ufficialmente aderito al Pdl. Lo stesso Jonghi ha presenziato nell’ottobre scorso al Lido di Milano alla festa del Popolo delle libertà, partecipando alla cena di gala con Silvio Berlusconi, al quale ha anche regalato un libro apologetico sulla storia della Rsi. Mille euro a testa per esserci, cifra non indifferente per chi come lui solo nel 2005 dichiarava al fisco un reddito pari allo zero assoluto. Roberto Jonghi Lavarini, tra l’altro, è stato nominato vice presidente di uno pseudo centro studi denominato Patria e libertà (esattamente come l'organizzazione paramilitare di estrema destra cilena che, al soldo della Cia, nel settembre 1973 sostenne il colpo di Stato del generale Pinochet), a sua volta presieduto da tale conte Ferdinando Crociani Baglioni, storico patrizio romano di fede fascista, segretario personale di Guido Mussolini, figlio di Vittorio e nipote di Benito. Non solo, Jonghi si è pure incontrato in via riservata sia con Ignazio La Russa sia con Piergianni Prosperini. Una delle ragioni: le tensioni interne a Destra sociale, di Paola Frassinetti e Carlo Fidanza, e ad Azione giovani, che continuano a perdere consensi proprio in favore del “Barone nero”, vissuto ormai come pericoloso concorrente interno, tanto più dopo le ripetute dichiarazione “antifasciste” sia di Gianfranco Fini che del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

SENZA CONFINI

L’estrema destra milanese, in conclusione, continua ad essere assai frastagliata e divisa, ma soprattutto utilizzata, in alcuni casi, come ben esemplificato dalla vicenda Buonocore, letteralmente comperata a suon di euro, dalla destra di governo, in primis Alleanza nazionale. Molti i fili che legano ancora questi due mondi. Legami incentrati a volte su interessi di modesto cabotaggio come i voti di preferenza per entrare in consiglio comunale, forniti ad alcuni candidati di An da quei piccoli serbatoi elettorali che spaziano dagli ultras agli ambienti di Cuore nero. Carlo Fidanza docet. Ma non solo. Nonostante le impegnative dichiarazioni di Gianfranco Fini per cui “chi è democratico è antifascista”, nell’arco degli ultimi mesi, tra settembre e ottobre, i rappresentanti di An a Milano sono riusciti a proporre di intestare una via a Giorgio Almirante, storico leader missino, già firmatario nel 1944 di bandi per fucilare alla schiena i renitenti alla leva dell’esercito repubblichino, nonché ex segretario di redazione de La Difesa della razza, ad avanzare la richiesta di traslare al famedio le spoglie di Carlo Borsani, uno dei gerarchi milanesi che non esitava a mettere la propria firma sul giornalino delle Ss italiane Avanguardia, a presentare come gruppo consiliare nella sede della provincia un libro dedicato alla Legione Muti, provocando, causa proteste, la sospensione del consiglio in corso. Proprio a Bollate, invece, dove ha aperto la nuova Skinhouse, due consiglieri comunali, sempre di An, si sono presentati a una seduta con le magliette dell’Italia campione del mondo 1938, nere, con stemma sabaudo e fascio littorio. A superare tutti, comunque, il sindaco di Forza Italia di Buccinasco, Loris Cereda, che aveva organizzato per fine novembre, con il patrocinio del Comune, un convegno su Julius Evola, il massimo riferimento teorico per il neonazismo italiano. Solo le pressioni del prefetto Gian Valerio Lombardi avevano alla fine fatto saltare l'iniziativa. I confini tra tutte le destre a Milano sono spesso invisibili.
Saverio Ferrari -
http://www.osservatoriodemocratico.org/
 

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Ven, 16/01/2009 - 18:02
Una commissione Attali per la cultura di 30 saggi, tra artisti, filosofi, sociologi, uomini dell'imprenditoria, registi, scrittrici e scrittori e figure varie del mondo della cultura milanese. Finazzer Flory ha varato il primo atto del suo assessorato, dopo avere sostituito Sgarbi alla guida, nonostante il suo predecessore si considerasse ancora assessore al momento della nomina di Finazzer. Per il nuovo assessore occorre "liberare la cultura" milanese. E' vero: anche io ho considerato a Milano più volte la cultura essere assente, a cui occorresse inviare un messaggio fantomatico per essere ricontattati al suo ritorno. Ma mi domano: è questa la ricetta giusta? Ossia mi sovviene un quesito: ma è possibile che per fare rinascere le storti di qualsiasi tematica a Milano si debba dare avvio a gruppi di studio finalizzati a partorire libri bianchi di riforme non ben definite? Ma chi avrebbe l'autorità di professarsi come detentore delle scelte?
Non mi pronuncio in merito alle nomine, dato che molte di queste sono chiaramente rispettabili per importanza e per conformazione intellettuale. Direi che ci siano nomi di tutto rispetto. Ma non è un problema personalistico ma, bensì, un problema di metodo. Si pensa davvero, assessore, che basti una commissione di saggi per rilanciare la cultura a Milano. Gli Stati Generali sono interessanti: ma chi partecipa? Quanti partecipano? E chi partecipa a questi lavori, che si terranno nell'incantevole scenario di Chiaravalle, possono definirsi rappresentativi di un ampio mondo vivace e plurale che nutre la città di appuntamenti e di iniziative di un certo calibro, spesso non riconosciute dall'amministrazione?
Milano ha bisogno di rilanciare la cultura ripartendo da chi la cultura la vive e la promuove, con senso di dedizione e di sperimentazione, basandosi sull'esigenza di congiungere espressività dei pensieri e delle creatività, nonchè opportunità per le nuove generazioni, sono molte, diverse, che si affacciano in questa città e che richiedono attenzione. Non parlo di sostegno, utile e necessario per qualsiasi attività: parlo di attenzione, riconoscimento, conoscenza e conoscibilità.
Questo a Milano non avviene. Qualche mese fa definii assurdo il fatto che a Milano i teatri importanti, sono diversi e vari, che sorgono in città vengano affidati sempre alle solite compagnie, sempre alle solite gestioni, valide, chiaramente autorevoli, ma comunque appartenenti a un "ancien régime", rispettabile, ma avulso dalle esigenze della contemporaneità. Nel resto di Europa vediamo compagnie giovanili teatrali avere la gestione di importanti teatri cittadini. Mi viene in mente Berlino, Parigi, Londra, ma anche New York. A Milano questo non è possibile a causa di una gerontocrazia permanente che non libera, signore assessore Finazzer Flory, le vere e libere energie culturali.
La cultura fa parte, ormai, di un contesto interno allo stato sociale: diventa una sorta di esigenza politica di sviluppo collettivo tanto quanto lo è il servizio sanitario, scolastico, medico assistenziale, previdenziale.
Per soddisfare questa vasta esigenza e domanda occorre una pluralità delle offerte e una capillarità delle medesime al fine di garantire uno spettro complesso e completo funzionale a garantire una domanda sempre più duttile e variegata.
Esterni ha lanciato il Comitato dei "30 piscinella", 30 piccoletti, che, insieme a 20 giovanissimi, i "bei fioeu" e di bambini, "i piscinitt", costruirà una proposta di diversi punti utile ad affiancare e corroborare il Comitato dei saggi, in uno spirito di dialogo costruttivo, di confronto con l'assessorato, ma certamente di stimolo per lavori che rischierebbero di diventare autoreferenziali e poco rispondenti alle esigenze sociologiche e culturali della Milano contemporanea, post moderna, ma per questo non decadente nella dedizione e nella capacità di innovazione sperimentale.
Vediamo se oltre al libro bianco si costruirà un progetto partecipato e coinvolgente le nuove energie.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mar, 25/11/2008 - 14:49

Oggi è un'importante giornata. E' una giornata che non può, né deve essere considerata solamente rito cerimoniale annuale, episodica scadenza temporale. Mi riferisco alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

A TG3 Linea Notte, ieri sera, si è tenuto un importante servizio sul tema, alla presenza della Presidentessa Oria Gargano di "Be free", cooperativa che da tempo agisce con iniziative contro questo fenomeno barbaro e ignobile, che corrode il nostro Paese, la nostra società, in silenzio, è drammatico dirlo. Non si conoscono le vittime di azioni crudeli e soprusi che vengono perpetrati dagli uomini, che spesso sono gli stessi partner, ex mariti, familiari, molto frequentemente padri e nonni, cugini, all'interno delle mura domestiche. Le vittime di questa nefandezza corrosiva sono donne spesso lasciate da sole nell'affrontare la questione, spesso intimidite e annientate nella propria autonomia e libertà, indipendenza, lacerate psicologicamente e annichilite nel procedere giudiziariamente contro i criminali autori delle violenze. Secondo i dati dell’”Osservatorio criminologico e multidisciplinare sulla violenza di genere” del Consiglio d’Europa, le violenze subite dal partner, marito, fidanzato o padre è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in occidente e nel mondo. Questo è un atto che determina una prova di quanto sia esteso un fenomeno soprattutto in Occidente, che si autodefinisce come "patria della civiltà", non si capisce quale.
L'Italia non è esente da questa piaga che uccide quanto uccide la guerra, che uccide quanto uccide una malattia infettiva, che uccide quanto uccide qualsiasi atto perpetrato contro i diritti umani. In occasione del 10 dicembre Amnesty International ha voluto dedicare la campagna tradizionale, "Write for Right", per il 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, a un tema di preoccupante portata e di gravità assoluta, quale la violenza di genere, promuovendo petizioni a favore di donne vittime dell'abuso e della sopraffazione del potere, in Cina, in Iran, in Eritrea, in molte parti del mondo. Si tratta di donne detenute perché facenti parte di organizzazioni di opposizione politica ai regimi, ricordiamo Mao Hengfeng in Cina, oppure si tratta di donne violentate e stuprate consecutivamente da funzionari della Polizia, come è il caso di Bárbara Italia Méndez in Messico, fermata perché partecipante ad azioni di protesta nella città di San Salvador. E' anche il caso di Aster Fissehatsion, eritrea, incarcerata con altri dissidenti politici senza mandato di cattura, senza processo, senza diritto di difesa.
Ma casi di violenza contro le donne si verificano anche in Italia. Nel 2007 nei soli primi sei mesi sono state uccise 62 donne, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1805 sono state abusate, 10.383 sono state vittime di pugni, botte, bruciature, ossa rotte. Ricordiamo gli unici fatti passati dai rotocalchi mediatici e dalla stampa, elevatamente inferiori al numero complessivo di fatti criminosi della stessa portata, di Hina, accoltellata a Brescia dal padre, di Vjosa, uccisa dal marito a Reggio Emilia, di Paola, violentata a Torre del Lago, di Sara, colpita a morte da un amico a Torino e di una ventenne originaria del Ghana, costretta ad un rapporto sessuale in pieno centro a Pordenone.
Ma è ancora più drammatico leggere che in Italia, da Bolzano a Catania, sette donne al giorno vengono maltrattate, subiscono violenze di ogni genere, sono vittime di abusi, sessuali, fisici e psicologici. Il dato complessivo e finale ci conduce a registrare, così, un milione di donne che hanno subito violenza, fisica o sessuale, dimostrando, così, in modo tragico e devastante che da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni, maggiormente rispetto al cancro e degli incidenti stradali.
Questi dati secondo l'ISTAT non sono soggetti a una diminuzione ma, anzi, sono destinati ad aumentare progressivamente ogni anno: dal 2006 al 2007 i casi di violenza contro le donne sono aumentati del 22%, confermando che nel 2006 il 62 per cento delle donne è stata maltrattata dal partner o da persona conosciuta, il 68,3 per cento ha subito violenza sessuale, mentre il 69,7 per cento è stata vittima di stupro.
Ma le tipologie di violenza non sono terminate. Esiste anche un'altra violenza che viene commessa ai danni di un numero nutrito e cospicuo di donne. Mi riferisco ai dati dell'ISTAT che hanno stimato 2 milioni e 77mila casi di comportamenti persecutori, quali lo stalking come viene chiamato dal termine inglese, ossia uno sfinimento quotidiano che finisce per corrodere resistenza, difesa, voglia di vivere. "Nella nostra esperienza si comincia con lo stalking e si finisce con un omicidio", accusa Marisa Guarnieri, Presidente della casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano. Lo scorso 14 novembre 2007 la Commissione Giustizia della scorsa legislatura ha esaminato il testo base sui reati di stalking e omofobia. Il testo si è fermato in Commissione e non ha visto una conseguente discussione in aula parlamentare, anche a causa della fine della legislatura e il cambio di governo. E' opportuno, però, sottolineare che in Consiglio Comunale a Milano l'opposizione aveva presentato, come ha ricordato lunedì 24 in consiglio la consigliera Francesca Zajczyk del Gruppo del Partito Democratico, lo scorso 25 novembre 2007 un testo di proposta di delibera che invita l'amministrazione ad assumere tutte le iniziative consone e opportune per una perseguibilità sociale e civile dei crimini di violenza contro le donne. Questo testo non ha avuto ancora conseguenze in termini di disposizioni attuative da parte degli assessorati e dei settori competenti in materia. Il testo prevede nella parte dispositiva la richiesta alla Giunta di istituire un Ufficio Antiviolenza con la finalità di prevenire con azioni congiunte i comportamenti criminali, nonché attivare una rete consona a dare incisività maggiore alle azioni di perseguibilità dei fatti delittuosi, nonché un sistema strutturale destinato a coordinare le attività delle organizzazioni preposte e i servizi territoriali per un obiettivo di progettualità e non di mera emergenza.
Un dato rende più difficile il percorso indirizzato a sostenere azioni volte a prevenire e perseguire gli atti di violenza contro le donne. Molti centri donna e centri antiviolenza rischiano di avere anni di difficile amministrazione, dato il taglio che il Governo ha effettuato del Fondo di 20 milioni di Euro per il sostegno alle vittime della violenza di genere e la prevenzione contro i reati sulle donne, istituito con la Finanziaria 2008. E', questa, una misura economica assolutamente inaccettabile ed è ancora più grave che sia stata presa a compimento della disposizione che abolisce indistintamente l'ICI, determinando una diminuzione sostanziale e cospicua di un fondo utile e funzionale ad attivare un sostegno a una rete di servizi finalizzata a fronteggiare una piaga sociale dalle enormi dimensioni.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Ven, 12/09/2008 - 17:48

"La scuola dei diritti": conoscere la dichiarazione universale

Iniziativa promossa dalla Sezione Italiana di Amnesty International, "La scuola dei diritti", rivolta agli istituti di ogni ordine e grado e funzionale alla conoscenza della Dichiarazione dei Diritti Umani
La sezione italiana di Amnesty International promuove sul territorio nazionale un'iniziativa, dal titolo “La scuola dei diritti”, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, secondo un modulo formativo e un catalogo extradidattico utile e funzionale a progettare e a realizzare interventi di Educazione ai diritti umani da includere nei piani dell'offerta formativa e nei piani di studio personalizzati.
Quest'anno si celebra il 60° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, stipulata il 10 dicembre 1948, e in questa occasione è sembrato opportuno dare rilievo e promuovere la conoscenza del Testo, riferimento ancora oggi utile e necessario per garantire lo sviluppo della persona umana, la giustizia civile, l'eguaglianza e l'universalità dei diritti, a prescindere dall'appartenenza etnica, religiosa, sessuale e politica, nonché l'autodeterminazione dei popoli.
L'articolo 26, comma 2 della Dichiarazione recita:
"L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace."
In riferimento a questo disposto, che ha applicazione primaria nel nostro ordinamento in virtù dell'articolo 2 della nostra Costituzione Repubblicana, Amnesty International propone percorsi indirizzati allo sviluppo da parte di bambini/e e di ragazzi/e di una maggiore e consapevole conoscenza della
Dichiarazione universale dei diritti umani (DUDU), approfondendone in classe le singole tematiche.

Ho chiesto in Consiglio di Zona all'assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano se è stato predisposto un programma e una disposizione funzionali a condividere e recepire il progetto di Amnesty International, coinvolgendo in prima istanza le varie Direzioni Territoriali Scolastiche dei plessi di grado e ordine di competenza comunale, al fine di sviluppare in modo adeguato e pertinente i percorsi di conoscenza consapevole della DUDU, rendendo la celebrazione del 60° Anniversario occasione proficua e fondamentale per l'avvicinamento delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi alla cultura civica del rispetto dei diritti, della persona umana e delle differenze.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Ven, 13/06/2008 - 11:42
Accade in ogni famiglia, è l'elemento fondamentale della conduzione economica di un nucleo, di tagliare le spese qualora ci sia una diminuzione delle entrate. E' tanto elementare che può destare stupore ribadirlo, come concetto. Avviene, così, anche se gestire un paese è ben diverso e complesso di una famiglia semplice, con le casse del nostro stato e con l'inizio della seconda era tremontiana. Il decreto pubblicato su Gazzetta Ufficiale il 29 maggio scorso, quindi a tutti gli effetti normativa dell'ordinamento, coercitiva e vincolante, prevede il taglio drastico di un fondo costituitosi con la Finanziaria 2008, che prevede, scusate prevedeva, lo stanziamento in capitolo di bilancio di 20 milioni di euro: parlo del Fondo per la lotta alla violenza sulle donne. La motivazione èdovuta al fatto che è stata fortemente ridotta una cospicua entrata derivante dall'Imposta Comunale sugli Immobili, che garantiva fondi utili e funzionali a espletare una serie di servizi sociali e socio assistenziali, tra cui il finanziamento dei Centri Donna, dei Centri contro la violenza sulle donne e dei provvedimenti e delle misure utili a fare fronte alla prevenzione dei crimini commessi contro le donne, i vari reati che aumentano progressivamente negli ultimi anni. Il taglio poderoso rischia di mettere in crisi questa rete e di rendere le donne più vulnerabili e indifese difronte alle prepotenze e alle violenze commesse non solo dai migranti, come invece la comunicazione mediatica tende a sottolineare, enfatizzare e denunciare in modo persistente, ma, soprattutto, da parte degli stessi familiari, conviventi e consorti, all'interno delle mura domestiche. La percentuale di questi ultimi casi è nettamente maggiore alla percentuale dei primi. Ultimamente abbiamo assistito attoniti all'impossibilità, anche per assenza di una legge che estenda gli stssi diritti e gli stessi doveri alle coppie di fatto, more uxorio, delle coppie di diritto, di una donna di denunciare il prioprio compagno di vita, se così si può definire, in quanto autore di violenze e di atti efferati contro la propria persona. Ma abbiamo visto, tanto per capovolgere l'assioma omologante dei media amanti della cronaca nera a effetto, anche un uomo italiano perpetrare una violenza sessuale e una molestia contro una studentessa di poringine magrebina di ben 13 anni: un fatto, è questo, ignobile e barbaro, che deve sapere trovare una condanna severa e indefessa.
Il taglio che si perpetra con questa decreto finanziario del governo avrò ripercussioni gravi sulle azioni per la lotta contro le violenze sulle donne. Saranno ridimensionati i servizi di ascolto e di denuncia degli atti criminali, in quanto non ci saranno sufficienti fondi che possano permettere ai centri donna di poter fare fronte alle spese del personale, che deve essere altamente professionale, vista la delicatezza del tema; ma sarà anche fortemente ridotta la possibilità di assistere la donna vittima di un reato di tale tipo, venendo meno il sostegno alle strutture, anche sanitarie e di assisitenza psicosociale, utili a reintegrare la persona fortemente devastata da un crimine ignobile.
Il numero delle donne soggette ad atti criminali di violenza e di molestia è aumentato: si contano ben 14 milioni nell'ultimo anno i casi. L'aumento è dovuto anche al fatto che molte donne avevano il coraggio e la volontà di denunciare i reati commessi a proprio danno contro la propria persona da parte di terzi.
I centri preposti al servizio di tutelare la donna e di prevenire tali reati, perseguirli, anche giuridicamente, e garantire l'assistenza medico sanitaria e sociale alla persona, sono gestiti da parte dei singoli comuni e, pertanto, l'eliminazione di una fonte cospicua di entrata, dettata dall'unica imposta che l'Ente locale può emettere, poteva emettere, determina un ridimensionamento forte e intollerabile delle spese per i servizi sociali: partire dal taglio al fondo per la lotta contro la violenza sulle donne significa non comprendere l'importanza di un'attività volta a denunciare e a penalizzare comportamenti altamente criminali di prevaricazione. E' maggiormente intollerabile che tale taglio avvenga nella consapevolezza dell'importanza del servizio, sacrificando in nome di una misura, alquanto criticabile, e fortemente demagogica, il taglio dell'ICI, un'azione utile per la collettività e la società, anche dal punto di vista educativo e pedagogico del rispetto della persona e della eguaglianza.

Spero e invito l'amministrazione comunale a divenire interprete di questa denuncia, prendendo una posizione verso il governo e il Parlamento, richiedendo il ripristino dei fondi previsti dalla legge Finanziaria 2008, e ad assicurare una continuità nell'erogazione dei servizi dei centri donna e dei centri antiviolenza presenti a Milano.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Francesca Zajczyk il Ven, 06/06/2008 - 21:40
Ma è un sogno – un brutto sogno - quello che sta succedendo oggi sotto i nostri occhi? E’ possibile che in Italia, a Roma, a Milano succedano cose impensabili fino a pochissimo tempo fa senza che nessuno alzi una voce, quantomeno esprima “forte preoccupazione”? Qualche lamento gira sulla rete; ma sono lamenti che non riescono a trasformarsi in “voce pubblica”.
 
I fatti: Intervento differenziale per cittadini Italiani (censimento fotografico e schedatura di Polizia) questa mattina, 6 giugno all’alba delle 5.00 presso il campo comunale di via Impastato a Milano.
Si tratta di un campo regolare, i cui abitanti – in Italia e a Milano dal 1943 provenienti dalla Slovenia – risultano all’anagrafe del Comune in quanto residenti a Milano.  Quindi, si tratta di CITTADINI ITALIANI; non solo: tra i cittadini italiani del campo c’è anche chi ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazione e chi ha meritato la medaglia d'oro al valore civile.
 
Tralasciando di commentare il metodo: alle 500 del mattino, cogliendo nel sonno bambini, anziani, come pericolosi criminali di cui si deve impedire la fuga, ciò che più inquieta è che queste persone (e sottolineo il termine) vengono schedati in quanto appartenenti ad un gruppo etnico.
 
Qualche sera fa Massimo Cacciari – a proposito della vicenda per certi versi analoga che si sta verificando a Venezia nei confronti di un gruppo di cittadini italiani sinti residenti nel nostro paese da più di dieci anni – richiamava l’attenzione con grande preoccupazione su quanto possa essere pericolosa questa strada che richiama (e nessuno-nessuno può negare fatti di storia) accaduti purtroppo non molti decenni orsono.
 
"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" scrive Giorgio Bezzecchi
Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza"di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani"in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41)
 
Per non dimenticare, ma anche per sapere che, legittimando queste procedure diventa difficile prevederne il processo:
Tutto in nome della sicurezza. Il tema della sicurezza oggi “impone” la paura di schierarsi e quindi il silenzio. Ma in nome della sicurezza non si possono ledere i diritti dei cittadini, di cittadini italiani regolarmente iscritti all’anagrafe della nostra città, che lavorano e mandano i bambini a scuola, come altri cittadini italiani (anche se non tutti….ricordate la questione della dispersione scolastica?), ma con il grave peccato originale di essere etnicamente diversi.
 
Brividi….Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare questo opportunismo del discorso pubblico, dobbiamo contribuire a far conoscere una realtà assolutamente sconosciuta relativa ad una popolazione di 130-150000 mila persone, di cui circa il 50% ha la cittadianza italiana con una quota ampiamente sotto il 10% che pratica ancora qualche forma di nomadismo.
 
Come si fa a parlare di bullismo, di educazione dei piccoli e dei giovani alla convivenza, alla solidarietà? Apriamo gli occhi e la bocca
 
Francesca Zajczyk
(sociologa Università-Bicocca e consigliera comunale PD)

Milano, 6 giugno 2008

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Sab, 31/05/2008 - 12:32

Giovedì sera è stato respinto il testo di mozione proposta da alcuni consiglieri, tra cui Patrizia Quartieri, per riconoscere l'istituzione del registro delle coppie di fatto in città. Sono dieci mila le coppie esistenti, tra eterosessuali e omosessuali, tra cui il 10% formate da componenti dello stesso sesso, ma ancora non hanno avuto da parte di una città che si definisce europea la possibilità di porsi come nuclei e soggettività di diritto. A Firenze, a Torino e a Roma da anni esistono i registri, come sussistono in diverse città europee, tra cui capitali di stati dell'Unione. La stessa Unione Europea, in questi giorni, in commissione, ha varato una delibera per cui il Trattato di Lisbona è vincolante nei paesi componenti: questo significa che gli articolati che prevedono misure che eliminino discriminazioni di diritto e di fatto per motivi sessuali e di oritentamento siano direttamente vigenti nel nostro ordinamento, come anche l'articolo che prevede il pari trattamento giuridico tra nuclei familiari e coppie per cui esiste una stabilità affettiva e di rapporto consolidato tra i componenti. Non solo ma ricordiamo che la Corte di Cassazione ha espresso un parere per cui con il termine famiglia si deve intendere qualsiasi entità unita da legami affettivi, sentimentali, amicali tra persone di diverso o dello stesso sesso, di diversa appartenenza generazionale. Questo significa che si può considerare famiglia giuridica anche un rapporto tra una badante e una signora anziana, purchè ci sia stabilità e continuità nel tempo sedimentata e solidifcante il rapporto, e purchè ci sia un reciproco consenso alla realizzazione di un rapporto dei rispettivi rapporti.
E' sconcertante e un po' deprimente notare come un provvedimento di civiltà e di giustizia civica sia stato affossato da posizioni fortemente confessionali, di chiusura e di non comprensione di un diritto che si evolve accogliendo un concetto di tolleranza e di eguaglianza in movimento e in trasformazione continua. Nuove esigenze, nuove realtà, nuove soggettività, nuovi bisogni configurano la necessità di dare riconoscimento a nuovi diritti, nuove personalità giuridiche. Ma è anche incomprensibile il diniego a una simile disposizione, che avrebbe inciso a livello nazionale affinchè vengano riconosciuti diritti e pari opportunità tra soggetti, a prescindere da orientamenti sessuali, da appartenenze di generi. La disposizione avrebbe beneficiato coppie di fatto eterosessuali e omosessuali che si configurano negli ultimi anni come nuclei sempre più in estensione e sempre più solidi, duraturi, continuativi.
Il riconoscimento di una simile realtà in aumento non è prclusivo di una libertà di scelta di configurazione giuridica e di regolamentazione dei rapporti che si vanno a determinare: non mette in pericolo il concetto tradizionale, possiamo dire conservatore, di famiglia fondata sul matrimonio, ma definisce un provvedimento che beneficia il concetto e il principio di famiglia intesa come entità sociale nel rispetto dei diritti delle persone. Ricordiamo la giusta denuncia dell'assenza di una normativa che riconosca le coppie di fatto nel momento in cui in una convivenza la compagna non può vedere perseguibile il proprio convivente autore di violenze nei suoi confronti? E' successo in Campania un simile episodio, all'interno di una coppia di fatto con prole, ma succede in diversi contesti domiciliari, dove la violenza si verifica in modo efferato. Non possiamo negare che la prima causa di morti per omicidio avvenga all'interno delle mura domestiche.
Io credo che la battaglia di civiltà debba proseguire e debba rendere effettivo e conseguente un provvedimento di giustizia sociale e di rispetto e riconoscimento di diritti umani. La laicità conferma uno stato di libertà e di tutela della persona. Il confessionalismo e la cultura del pregiudizio crea discriminazioni ed emarginazioni senza ritorno, spesso drammatiche nelle loro conseguenze.
Credo che nei consigli di zona si debba agire affinchè si pongano in essere delibere che chiedano all'autorità consiliare comunale il riconoscimento di un istituto che possa, come dice la consigliera Carola Colombo, di Forza Italia, pertanto a testimonianza della trasversalità della disposizione e del suo accoglimento e condivisione politica, riconoscere il diritto di assistenza reciproca e di informazione sulla malattia nel momento in cui è necessario "un conforto giuridico".
Proprio in nome della trasversalità, dato che al momento del voto, dopo diversi mesi di rinvio della discussione sul testo, le due coalizioni si sono letteralmente spaccate tra favorevoli, contrari e astenuti, si deve riuscire a condurre, nonostante la battuta di arresto, una battaglia di laicità e di giustizia sociale che sappia portare Milano nell'alveo delle città europee, dove i diritti civili siano universalmente riconosciuti come baluardi contro ogni forma di discriminazione. E' stato piacevole, nonostante la sconfitta amaramente accolta da parte mia, notare come su questi temi ci sia una sensibilità che progredisce oltre agli steccati sterili e ideologici, e ringrazio coloro che hanno creduto in consiglio comunale alla necessità di dare avvio all'istituzione di un registro, prima pietra miliare di una lunga strada verso il riconoscimento giuridico a livello di normazione nazionale delle coppie di fatto come soggetti paritetici per diritti e garanzie alle coppie di diritto.
Ed è proprio per questo che si deve procedere a rendere positivo un provvedimento che non può essere strumentalizzato da pretesti di natura pregiudiziale e ideologica.

Si tratta della vita quotidiana di molte persone e cittadine e cittadini che richiedono di essere riconosciute e riconosciuti tali.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Roberto Jonghi Lavarini il Gio, 08/05/2008 - 08:34

Censura comunista! 

Dei cittadini mi avevano segnalato un'articolo comparso sul blog di Luca Robilosso (Segretario giovanile milanese dei Comunisti Italiani) nel quale, comparivano diversi errori ed evidenti omissioni. Nella speranza che si trattasse solo di un caso di pura "ignoranza" dell'autore, mi sono, subito premurato di rispondere e precisare alcuni passaggi ma, per ben due volte, il mio intervento è stato eliminato dal blog.

Questo il passaggio che contestavo:

"Un'ampia agibilità politica queste destre, purtroppo, l'hanno raggiunta anche a Milano, grazie al deleterio operato del Sindaco Letizia Moratti, che ha voluto equiparare, nei mesi scorsi, il sacrario dei militi repubblichini a quello dei partigiani, e che non ha fatto nulla per arginare il fenomeno del radicamento sociale di Forza Nuova e di centri aggregativi dell'estrema destra quali "Cuore Nero", quest'ultimo spazio non ancora "inaugurato" grazie alla mobilitazione della cittadinanza, delle forze democratiche e del centro sociale Torchiera."

precisando, semplicemente, che non la "mobilitazione delle cittadinanza e delle forze democratiche" ma, al contrario, l'odio e la violenza antifascista ed un vile attentato terroristico di "chiara matrice comunista" (parole degli inquirenti!) ha impedito, o meglio rinviato, l'inaugurazione della sede della nostra Associazione Culturale Cuore Nero, incendiando e distruggendo copletamente una palazzina di Viale Certosa, facendo crollare, addirittura, il tetto ed il pavimento dell'edificio, per il quale, ricordiamo e precisiamo, a differenza degli occupanti abusivi del Torchiera, avevamo un regolare contratto d'affitto e pagavamo puntualmente un canone di mercato!

Questa censura conferma, purtroppo, la correttezza della mia analisi: i comunisti sono ancora abituati, addestrati in maniera scientifica e sovietica, a demonizzare l'avversario, a stravolgere e distorcere la realtà, a loro piacimento e convenienza politica!

Roberto Jonghi Lavarini
www.robertojonghi.it

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Inserito da il Inserito da Alessandra Mariotti il Sab, 22/03/2008 - 18:01
Il mio intervento è un po' fuori dal coro: non riguarda Milano. Ma riguarda chi, come voi che discutete sui forum di partecipaMi, ha a cuore la promozione della cultura della cittadinanza democratica e si dà dar fare nel suo piccolo, in una qualsiasi zona d'Italia, per diffondere la consapevolezza del bene pubblico. E' giunto il momento di fare rete, di convididere le esperienze, di conoscerci, di fare COMUNITA', di dare visibilità a quell’Italia fatta da chi crede nell’importanza di darsi da fare con progetti, iniziative, ricerche, articoli perché si affermi la cultura della cittadinanza, perchè i cittadini si riconoscano come anello importante della democrazia e possano svolgere un ruolo efficiente all’interno della società a livello locale, nazionale o internazionale.

Per questo la mia associazione www.micromacchina.it, in collaborazione con l'Istituzione Casalecchio delle culture del Comune di Casalecchio di Reno (Bo), ha lanciato il PREMIO NAZIONALE "LA CITTA' DEI CITTADINI" e UN BLOG TEMATICO COLLETTIVO SULLA CITTADINANZA DEMOCRATICA due iniziative alle quali vi invito a partecipare.

Mi preme sottolineare che non sono nate dal nulla. Ma si tratta di due iniziative che si inseriscono all’interno del nostro laboratorio culturale al quale sono stati assegnati nelle varie edizioni riconoscimenti a livello sia nazionale (ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e il patrocinio del Ministero dell’Istruzione) che internazionale (scelto dalla Municipalità di Barcellona quale esempio di best practice europea di cittadinanza attiva). 

Dopo aver attivato sia nel 2006 che nel 2007 seminari e sperimentazioni sul campo a cui hanno partecipato accademici di varie università italiane e giornalisti delle principali testate nazionali (TUTTO IL MATERIALE DELLE VARIE EDIZIONI SI PUò SCARICARE DELL'ARCHIVIO DEL SITO www.lacittadeicittadini.org), il laboratorio ha lanciato a metà febbraio 2008 il premio “LA CITTA’ DEI CITTADINI” e il BLOG

IL PREMIO
Fino al 30 maggio 2008 è possibile inviare al sito segnalazioni di buone prassi che abbiano contribuito a diffondere il sapere civico e la consapevolezza del bene pubblico in diversi campi: accademico, pubblica amministrazione, associazionismo, media. in autunno, periodo in cui cade la “Settimana europea della democrazia locale” promossa dal Consiglio d’Europa per celebrare la firma della Carta europea dell’autonomia locale, avvenuta il 15 ottobre 1985.
Vi invitiamo a segnalarci, attraverso l’apposito form sul sito www.lacittadeicittadini.org, iniziative/progetti di cittadinanza attiva portati avanti da associazioni, da comitati, da pubbliche amministrazioni o articoli, reportage, inchieste “dalla parte del cittadino” trasmesse da media tradizionali o digitali o ancora tesi di laurea sulla tematica della cittadinanza. E’ possibile sia auto-candidarsi che segnalare buone prassi altrui. Le segnalazioni si inviano online attraverso l’apposito modulo dal sito www.lacittadeicittadini.org

IL BLOG
Il sito www.lacittadeicittadini.org si  trasforma in un BLOG COLLETTIVO TEMATICO SULLA CITTADINANZA DEMOCRATICA, una sorta di BLOCK NOTES CONDIVISO dove appuntare spunti di riflessione, segnalare iniziative, raccontare la propria testimonianza di “cittadini attivi”, inserire resoconti di eventi, linkare contributi audio o video, commentare news, scambiarsi punti di vista, dar vita a dibattiti, e perché no ideare in maniera collaborativa anche iniziative o analisi in un circolo virtuoso tra studi teorici ed esperienze sul campo.
 

Per informazioni potete contattarmi via mail info@micromacchina.it

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