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Inserito da Roberto Previtera il 19 Maggio 2010 - 18:39
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Penso che Facebook sia uno strumento molto interessante e potentissimo specie quando si tratta di propagare dei "meme" (http://it.wikipedia.org/wiki/Meme) in una comunità di persone. Questo si traduce nella capacità di "raggruppare" in poco tempo grandi numeri di individui attorno a una causa e a farla quindi emergere all'attenzione generale. In realtà questa strategia ha dei limiti ben precisi: il gruppo è quasi sempre associato a una "idea" ben definita all'origine, chi accetta di farne parte lo fa in modo tendenzialmente acritico, clicca sul pulsante "mi piace" e la cosa in genere finisce li, all'interno del gruppo non c'è un vero dibattito atto a definire o ridefinire l'idea iniziale (anche per le intrinseche limitazioni di FB così come si presenta addesso). Una e-democracy dovrebbe avere dei meccanismi differenti, per certi versi complementari: si tratta di definire un "processo" in cui, a partire da un problema noto, si cerca una soluzione speculando tra le molte possibili. Per certi versi questo processo è più vicino al Knowledge Management che si possono vedere applicati, di fatto, in molti forum tematici: una vasta comunità di individui con un interesse comune interagisce con un ristretto gruppo di "esperti" (selezionati per meriti conquistati "sul campo") in grado di analizzare e risolvere i problemi più complessi tramite discussioni (anche particolarmente accese) che convergono quasi sempre a una soluzione condivisa.
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In risposta al messaggio di
Gabriella Zonno inserito il 19 Maggio 2010 - 06:35
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