.: Discussione: Una Targa? No uno sfregio

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 23 Apr 2010 - 17:07
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Per opportuna informazione e riflessione sulla mancanza di senso dei valori civili da parte della maggioranza di centro destra in zona 8.

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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UNA TARGA? NO UNO SFREGIO
La maggioranza del Consiglio di Zona 8 vuole una targa per Luisa Ferida, l’attrice che assisteva alle torture a “Villa Triste” e seviziava i partigiani

“Hanno già provato a far cambiare nome a Piazza Gramsci, poi volevano anche intitolare una via ad Almirante, ma siamo riusciti a fermarli. Adesso con la proposta della targa a Luisa Ferida stanno superando i limiti. Già due volte siamo riusciti a far cadere il numero legale, e la votazione è stata annullata, ma la Lega Nord continua a presentarla.”
Queste la denuncia del Consigliere di Zona 8, Igor Daldosso (PD) sulla mozione presentata per intitolare una targa a Luisa Ferida, attrice in voga durante il crepuscolo del fascismo e condannata alla fucilazione subito dopo la Liberazione con l’accusa di aver preso parte  alle torture inflitte ai partigiani.
Per comprendere meglio il dibattito in corso in Zona 8 bisogna tornare alla Milano devastata dalla guerra. Dal settembre 1943 fino all’aprile del 1945, passare vicino a piazzale Lotto era caldamente sconsigliato. Perchè li, tra i bei palazzi di via Monte Bianco, scendendo per via Uccello, si trovava villa Fossati che in quegli anni era stata trasformata nella famigerata “Villa Triste”.
Lì in via Uccello, a far funzionare gli interrogatori c’erano Pietro Koch e la sua banda. Un manipolo di irregolari inquadrati tra le milizie della Repubblica Sociale, una sorta di polizia politica a cui era demandato il peggio del “lavoro sporco”. Dei metodi della banda Koch erano arrivati a lamentarsi persino gli ufficiali delle SS.
A gravitare attorno a questa casa degli orrori non c’erano solo gli uomini di Koch e una schiera di informatori che vendevano partigiani e oppositori, ma anche due “stelle” dello star sistem del fascismo morente: Luisa Ferida e di Osvaldo Valenti, attori di cinema che in quei mesi ai set preferivano frequentare le camere di tortura di villa Triste
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Imbottiti di cocaina i due attori assistevano agli interrogatori e più volte parteciparono attivamente alle torture.

Il 30 aprile 1945 Ferida e Valenti furono catturati, processati sommariamente da un tribunale partigiano e fucilati, nonostante l'attrice fosse incinta. Se però per Valenti i capi d'accusa erano molto pesanti (omicidio e tortura) la Ferida fu accusata solo, si fa per dire, di “sevizie minori”, tanto che nel dopoguerra fu in parte riabilitata da un inchiesta dei carabinieri, che autorizzò il percepimento della pensione di guerra ai parenti dell'attrice per “mancanza di prove schiaccianti, anche se più volte presente all'interno della Villa”.

Secondo Ranzini, consigliere della Lega Nord di Zona 8, “Luisa Ferida merita la targa per non dimenticare che fu brutalmente assassinata benché incinta, senza che vi fosse stato un regolare processo”. Ranzini, a capo della commissione che si sta occupando della questione, ci tiene a precisare che il dibattito sulla targa è ancora in corso, ma che si vuole arrivare ad un  accordo con l'opposizione, prima di procedere alla decisione, “per una conoscenza della storia condivisa”.

La targa dovrebbe quindi riportare solo la scritta “A Luisa Ferida, brutalmente assassinata benché incinta”.
Resta solo il dubbio, pur tenendo conto della gravidanza dell’attrice, su quali siano stati i meriti di Luisa Ferida tali da giustificare una targa celebrativa proprio in concomitanza del 25 aprile: testimone entusiasta di torture? Autrice di sevizie? Cacciatrice di partigiani?

Giorgio Corradi