.: Discussione: Milano: vogliamo le ciclabili

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Giovanni Gronda

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Giovanni Gronda il 6 Lug 2010 - 21:53
accedi per inviare commenti
Eugenio Galli dice:
"Gigi citava spesso anche le parole di un famoso economista: “I tempi lunghi sono quelli in cui saremo tutti morti”."
Questa discussione inizia con la mia forse più speranzosa frase "la vita non è infinita". E' lo stesso concetto a cui si rifaceva Luigi Riccardi.
Le parole di Eugenio Galli sono piene di buon senso e di civiltà. Non finirò mai di ammirare con sincerità il suo lavoro perchè questa Milano esca dal medioevo di una mobilità basata sulla truffa della velocità.
La velocità (e in questo caso la finta velocità visto che raramente un auto in città tiene una velocità media superiore a quella di una bici o di un asino) come fonte di ingiustizia tra i pochi che di strade sempre più intasate si arricchiscono e i tanti che ci spendono sopra il proprio tempo libero, convinti che una nuova tangenziale, una nuova bretella porterà anche a lui un po' di quella velocità riservata ad altri.

Il traffico non è, al contrario di come quasi tutti lo percepiscono, uno stato di cose o un problema da risolvere.
Il traffico di centinaia di migliaia di persone che spendono il proprio tempo (sottraendolo agli affetti o all'impegno politico) e spendono il proprio denaro (auto, assicurazione, gomme, carburante, freni, ecc ecc) è una sola cosa per chi continua da decine di anni a fare nuove strade: un mercato. Un mercato che fa girare tanti soldi (si pensi solo il valore dei terreni a cui le strade collegheranno migliaia di auto (le "oasi di verde a soli 20 minuti dalla città" di cui si pubblicizza in metrò).
Guai se la gente scoprisse anche qui, come già avviene nelle città civili di mezza Europa, che la bicicletta, se agevolata quel minimo che le serve per circolare (basterebbe che la Polizia Locale iniziasse davvero a sanzionare le violazioni sistematiche del codice della strada), è uno dei mezzi migliori per spostarsi in città.

Caro Eugenio: per me nulla cambierà mai a meno che la gente si accorga di non essere un "utente della strada" ma semplicemente un cliente, un consumatore di un mercato artificiale, falsato che si basa sull'illegalità viabilistica e il disprezzo della salute dei cittadini e del loro diritto al movimento e al silenzio. Consumatori, non siamo esseri umani.

Consiglio vivamente a tutti la lettura dell'illuminante libro "Elogio della bicicletta " di Ivan Illich
In risposta al messaggio di Eugenio Galli inserito il 6 Lug 2010 - 11:08
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]