.: Discussione: Piazza Fontana, 12 dicembre 2009

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Eugenio Galli

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Inserito da Eugenio Galli il 15 Dic 2009 - 15:50
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Ero in piazza Fontana, sabato pomeriggio. Ho rinunciato ad impegni personali perché sentivo il bisogno di partecipare a un momento condiviso di ricordo collettivo: anche se avevo solo tre anni quando avvenne quella strage, sento che fa parte della mia storia.
Arrivo davanti alla Banca quando ancora non sono iniziati i discorsi ufficiali.
E’ bastato poco per capire che qualcosa non andava. A partire dalle transenne che delimitavano gli accessi alla piazza.
Poco dopo sono cominciati i fischi e le contestazioni. Ero a meno di venti metri dal palco eppure non riuscivo più a capire nulla.
I familiari a chiedere rispetto per il dolore. La piazza che prima si calma, poi riprende a fischiare i rappresentanti istituzionali ancor prima che riescano a proferire parola.
Mi sento sempre più agitato, triste. Mi sale un nodo alla gola. Sono tentato di abbandonare la manifestazione.
Che senso ha lamentare per anni l’assenza e la lontananza delle istituzioni e poi, una volta che queste sono presenti, chiedere che vengano mandate via. Ostili a prescindere. Potranno anche non piacere coloro che le incarnano, ma sono pur sempre nostri rappresentanti. E se siamo mal rappresentati, a volte, dipende certamente anche da noi. Nel primo intervento è stato detto: “se dobbiamo contestare, fischiamo anche noi stessi, la nostra disattenzione, il nostro scarso senso civico”.
Dalla piazza sento salire slogan che nulla c’entrano con il tema della manifestazione.
Mi chiedo: non sarebbe meglio, in questa situazione, esprimere il proprio dissenso con il silenzio? Un silenzio che sarebbe certamente molto più assordante di quelle urla scomposte?
Come possiamo trovare un nuovo slancio civile e una nuova concordia se non sappiamo rispettare neppure la nostra memoria?
Qualcuno scende dal palco con l’aria compiaciuta del pugile vittorioso. In realtà abbiamo perso tutti.
La manifestazione si scioglie improvvisamente, io me ne vado desolato.

Eugenio Galli