.: Discussione: ACQUA BENE COMUNE: il sindaco deve dire NO alla privatizzazione!

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 21 Giu 2010 - 13:39
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Da milano.corriere.it:

L'iniziativa avviata con Slow Food per valorizzare l'agricoltura di prossimità

«L'acqua milanese non sarà privatizzata»

La posizione ufficiale del Comune sul decreto Ronchi resa nota al «mercato della Terra»

MILANO - Ha trovato un modo abbastanza inusuale per dare un’annuncio importante per Milano. Non ci sarà nessuna privatizzazione dell’acqua. Il sindaco Letizia Moratti sceglie il mercato della Terra (un’iniziativa avviata con Slow Food per valorizzare l’agricoltura di prossimità) in largo Marinai d’Italia, per spiegare qual è la posizione ufficiale del Comune su un decreto molto contestato, come il decreto legge Ronchi che prevede una serie di liberalizzazioni nel settore dei servizi pubblici, tra cui l'erogazione dell’acqua. Il sindaco gironzola tra le bancarelle insieme a Red Ronnie che, telecamera in mano, riprende tutto e mette il filmato su YouTube, viene avvicinata da una signora che le chiede se vuole firmare una petizione contro la privatizzazione dell’acqua.

Il primo cittadino ha un sobbalzo. «Non c’è nessuna privatizzazione dell’acqua, non dite delle cose che non esistono». E a fronte della signora che le vuole lasciare un volantino, ribadisce abbastanza seccata: «Mi permetta di darle una risposta ufficiale perché non è neanche corretto che si faccia disinformazione tra i cittadini. Non esiste la privatizzazione dell’acqua a Milano. Non c’è».

Capitolo chiuso. La parola fine arriva dopo che il Consiglio comunale ha votato a maggio un ordine del giorno bipartisan — promosso dal Verde Enrico Fedrighini e controfirmato, tra gli altri, da Giulio Gallera (Pdl), Pierfrancesco Majorino (Pd), Pasquale Salvatore (Udc) e Franco De Angelis (Pri) — che impegna sindaco e giunta a conservare il modello «in house», cioè il controllo diretto del servizio idrico. Motivazione: «È un’importante e positiva risorsa dell'amministrazione, gestita in maniera efficace, efficiente e sicura».

Così Fedrighini: «Il modello "in house" tutela un principio e le tasche dei cittadini: l'acqua resta un bene pubblico e i milanesi non dovranno pagare i maggiori costi della privatizzazione. È un segnale politico per tutto il Paese». Adesso il segnale politico è più forte perché stato fatto proprio dal primo cittadino. Un’iniziativa che va di pari passo con la raccolta di firme da parte del comitato referendario contro la privatizzazione delle acque. Le firme raccolte in tutt’Italia sono oltre 250 mila. La metà di quel che serve per depositare i quesiti e attendere il responso di Cassazione e Corte costituzionale.

Redazione Cronaca di Milano
21 giugno 2010

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 17 Nov 2009 - 16:36
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