.: Discussione: Gli studenti dei civici licei serali chiedono di studiare
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Inserito da Antonella Fachin il 19 Ott 2009 - 12:28
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Macerie... ecco cosa resta dell'IPIA: complimenti assessore Mariolina Moioli,... come può andarne orgogliosa?
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano ------------------------------------------ ACCORDI “AD SCHOLAM”? Scuole civiche: studenti in diaspora, professori in attesa. “Macerie” è quel che resta dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato (IPIA), smantellato come altre scuole civiche serali dall’Assessorato alla politiche sociali. Sono le macerie di un progetto didattico che funzionava e che a quanto pare non funzionerà più. “Nessuna classe è stata riattivata da noi. Alcuni studenti sono finiti in scuole sparse in giro per la Lombardia, altri non hanno avuto altra scelta che abbandonare gli studi”, spiega Vittorio Colavicchio, docente dell’IPIA. E i professori dell’Istituto, che stanno facendo? “Alcuni fanno qualche supplenza, altri continuano ad andare a scuola ma di fatto non insegnano”. In parole povere, scaldano la cattedra. Colavicchio spiega che in ogni scuola “lasciata a secco” dall’Amministrazione si sta procedendo alla compilazione di elenchi che andranno a costituire le graduatorie centrali per la ricollocazione dei docenti. “Non solo è piuttosto singolare che sia sufficiente un’autocertificazione da parte dei professori; il problema è che ogni sede utilizza dei criteri di punteggio diversi, il che comporta grosse incongruenze. Paradossalmente, per altro, finché le graduatorie finali non sono concluse, alcune scuole non possono assegnare alcuni corsi, come il Liceo Linguistico Manzoni. Insegno da 22 anni alle scuole civiche e non ho mai visto una situazione simile”. L’Ipia non ha usufruito delle tiepide aperture del Comune all’indomani dell’ accordo con le sigle sindacali Cisl, Uil, DICCAP e CSA. Nel comunicato si parla per l’Ipia di una poco chiara “Intesa con le Istituzioni scolastiche Statali”. Tradotto, significa che gli studenti sono stati indirizzati verso gli istituti di cui parlavamo un mese fa, il Giorgi, che non è un professionale ma un istituto tecnico e il Marelli, che non ha abbastanza classi per ospitare tutti. “La mia idea è che l’accordo sia stato raggiunto soltanto per permettere la riapertura della III classe della Gandhi. E non c’entrano le manifestazioni in piazza: c’entra il ricorso al Tar dell’Abruzzo vinto dal genitore di un alunno di quella classe”. Se così fosse, sarebbe un accordo “ad personam”, un procedimento che nulla dovrebbe avere a che fare con la gestione di una risorsa tanto preziosa come il patrimonio delle civiche serali di Milano. Mentre si aspetta ancora di capire che ne sarà della reale applicazione del patto con i sindacati, l’Assessore annuncia senza specificare modalità e tempi la futura apertura del primo centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia). “Si tratta di istituti statali gestiti dalla provincia. Ne parlano da anni, ma ogni volta rimane lettera morta” spiega Colavicchio. Gli studenti dell’Ipia sono meno rumorosi e numerosi di quelli della Gandhi. La maggior parte di loro lavora, non ha modo di occupare l’istituto o scendere in piazza. Ma anche quelli che hanno iniziato l’anno scolastico in altri istituti lombardi sarebbero pronti a tornare in via Rubattino. Per questo prevedono di fare ricorso contro la decisione della Moioli. Visto mai che scappi anche per loro un accordo “ad scholam”… Giulia Cusumano |
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In risposta al messaggio di
Antonella Fachin inserito il 6 Ott 2009 - 13:15
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