.: Discussione: Gli studenti dei civici licei serali chiedono di studiare

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 18 Set 2009 - 10:25
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Da miano.corriere.it:

contro i tagli alla scuola pubblica

Scuola, continua la protesta
Liceo Manzoni, docente in catene


Gli insegnanti presidiano il Pirellone contro i contratti di disponibilità. Gli studenti del liceo Gandhi in piazza

MILANO - Non si ferma la protesta degli insegnanti precari di Milano contro i tagli alla scuola pubblica. Duecento persone, tra studenti e professori precari, hanno manifestato giovedì pomeriggio davanti a Palazzo Marino contro i tagli della riforma Gelmini e contro l'iniziativa del Comune di Milano di chiudere alcune scuole civiche. Alla protesta hanno partecipato i maggiori sindacati. Giovedì mattina gesto clamoroso di un docente di educazione fisica, che si è incatenato al cancello di ingresso della sede di via Lamennais 20 del liceo linguistico «Alessandro Manzoni», lamentando che la nuova graduatoria l’ha escluso dall’insegnamento. E sempre in mattinata una cinquantina di precari delle scuole meneghine si sono ritrovati con fischietti e improvvisati tamburi sotto il Palazzo della Regione in via Fabio Filzi, per un presidio promosso dal Coordinamento 3 ottobre.

IN CATENE - Fin dalle prime ore del mattino di giovedì un insegnante di Educazione fisica, Gennaro Di Roberto, 53 anni, si è incatenato nell'atrio della sede di via Lamennais del liceo linguistico Manzoni di Milano, l'istituto dove insegnava fino all'anno scorso. Il docente, originario di Napoli, ha spiegato agli agenti di polizia che quest'anno è stato «messo a zero ore», cioè di fatto non lavora, dopo le ultime disposizioni sulla scuola. L'esclusione dalla cattedra che ricopriva fino all'anno scorso sarebbe avvenuta senza che ci sia stata una discussione della graduatoria con i sindacati. L'insegnante sta proseguendo nella sua protesta.

I PRECARI IN STRADA - Una cinquantina di precari della scuola del coordinamento 3 ottobre di Milano si è radunata nel frattempo davanti al Palazzo della Regione in via Filzi, minacciando di bloccare il traffico. Urla, fischietti, tamburi, ma anche padelle battute con cucchiai per farsi sentire. Al grido di «vergogna», i precari hanno dichiarato la loro opposizione ai contratti di disponibilità, previsti nel piano scuola siglato da Governo e Regione Lombardia. «Ribadiamo il nostro no ai contratti disponibilità - ha dichiarato Giuseppe Palatrasio, insegnante precario - perché sono una forma di assistenzialismo che non incide sul disegno complessivo dei tagli alla scuola pubblica».

LA PROTESTA DEI LICEI CIVICI - Nel pomeriggio circa 200 persone, tra studenti e insegnanti, si sono radunate in piazza della Scala, davanti alla sede del Comune di Milano. «La cultura, noi vogliamo questo» e «Colpo di mano sulle scuole di Milano» erano alcuni degli striscioni che campeggiavano sulle transenne a difesa di Palazzo Marino. Gli studenti armati di fischietto chiedevano di fermare «il massacro delle scuole civiche» che colpisce diversi istituti del capoluogo lombardo. Ad unirsi alla protesta dei ragazzi anche decine di professori precari che in mattinata avevano protestato davanti alla sede della Regione. Presenti, tra i manifestanti, gli studenti del Liceo Gandhi che nei giorni scorsi avevano occupato il loro istituto per impedirne la chiusura. I maggiori slogan contro l'assessore Moioli «che ha deciso di dare il colpo di grazia alle scuole serali». Proprio la questione del ridimensionamento dei licei serali doveva essere al centro del Consiglio comunale che, però, è stato sospeso dopo la morte di 6 militari italiani a Kabul. «La decisione presa dal Comune è stata presa alla leggera - recitava un volantino dei Giovani Comunisti - questa scuola è in piedi da oltre 50 anni e permette a moltissimi studenti che di giorno lavorano di ottenere un diploma».

ANTI GELMINI - I manifestanti contestavano anche le norme approvate l'anno scorso dal ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, che prevedono un taglio di fondi. «Una scuola lasciata così priva di fondi - affermava un volantino del coordinamento dei collettivi studenti di Milano e Provincia - è una preda facile degli investimenti dei privati. Mancano i fondi pubblici e i privati investono dove conviene al loro business».

IL CASO DEL GANDHI - Gli studenti hanno denunciato «il massacro» delle scuole civiche da parte del Comune, con la chiusura di 8 classi nei corsi di idoneità, di 16 classi (passate da 20 a 4) degli istituti tecnici paritari serali, «la dismissione» del professionale Ipia ( e l'apertura di sole 3 classi al civico Pacle (Perito aziendale e corrispondente in lingue estere) e di 2 nel liceo civico serale Ghandi. Delle 20 classi del Ghandi infatti, organizzate nei quattro indirizzi (Scientifico, Classico, Linguistico e Sociopsicopedagogico), solo la quinta dello scientifico e la quinta del Sociopsicopedagogico sono state attivate all'inizio di quest'anno scolastico.

17 settembre 2009 (ultima modifica: 18 settembre 2009)
In risposta al messaggio di Alessandro Rizzo inserito il 16 Set 2009 - 00:27
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