.: Discussione: Sanzioni amministrative: punizioni inique.

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Mauro Valentini

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Inserito da Mauro Valentini il 30 Giu 2009 - 10:04
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Mi scuso con il coordinamento delle 9 zone di Milano se questa tematica non è d’interesse o non è compatibile con gli incarichi che gli sono stati attribuiti, ma credo l’argomento sia di interesse generale e sarei felice che qualcuno del coordinamento esprimesse un’opinione in merito.

 

La sanzione amministrativa, così come è concepita, è una ingiustizia di gigantesche proporzioni.

E’ evidente a chiunque che le pene (siamo la culla del Diritto) devono rispondere ad almeno due principi basilari: devono essere uguali per tutti e proporzionate alla gravità del violazione.

In entrambi i casi questi due principi rimangono delusi (almeno per le sanzioni amministrative che riguardano il codice della strada, ma non solo per quelle).

Cercherò di spiegarmi meglio con un esempio: la violazione del limite di velocità non è punita in maniera equa perché per un operaio può rappresentare l’ottanta per cento del suo reddito, per un dirigente il venti per cento e per un capo d’industria lo zero virgola zero, zero uno per cento.

Significa che la stessa violazione può rappresentare (uso un’iperbole, ma nel caso di un disoccupato è la realtà) la rovina per il meno abbiente, una seccatura per il ceto medio, una assoluta nullità per chi dispone di ingenti capitali.

Significa che qualcuno può permettersi di infrangere allegramente le regole e qualcuno non lo può fare neppure per sbaglio. Per usare una metafora sarebbe come se qualcuno fosse punito con cento frustate e qualcuno col solletico prodotto da una piuma di struzzo. E’ un sistema barbaro. Barbaro perché a fronte di una violazione può determinare la rovina di qualcuno (sproporzione della pena), ed è barbaro perché non pone tutti i cittadini sullo stesso piano punendoli in modo diverso rispetto alle proprie capacità economiche.

Potrei conoscere il vostro pensiero?