.: Discussione: Riforma del DECENTRAMENTO: un'opportunità per la città

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 16 Apr 2009 - 14:53
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Da milano.corriere.it:

il caso del giorno

Un decentramento mancato lascia ai margini le periferie


Certi interventi urbanistici ci sono stati, ma i risultati sono stati spesso devastanti, persino peggiorativi

Caro Schiavi, ciò che rende «bella» una città non è tanto il valore artistico dei monumenti, bensì la qualità degli spazi urbani. È sicuramente giusto difendere il nostro passato valorizzando i monumenti, così come è inevitabile realizzare nuovi spazi urbani; ma la vera forza di una amministrazione sta nel concepire soluzioni urbanistiche che sappiano migliorare il vivere quotidiano. Dovrebbe esistere un codice etico di responsabilità, attuato dall'amministrazione pubblica, tale per cui tutti gli spazi urbani, dal centro alle periferie, possano godere di pari dignità progettuale. Milano è una città eccessivamente centripeta, dove le eccellenze intellettuali si arenano troppo spesso in futili dibattiti sul destino di piazza Duomo o di Montenapoleone. Se la nostra amministrazione volesse dare un segnale, dovrebbe avere l'umiltà di partire dalle periferie. Così facendo, conquisterebbero il rispetto dei cittadini, e magari anche un paio di premi Pritzker.

Giovanni Muttoni


Caro Muttoni, pienamente d'accordo sulla Milano centripeta che si guarda l'ombelico, ma oltre ai discorsi facciamo esempi concreti: dove, come, quando. Certi interventi urbanistici nelle periferie ci sono stati, ma i risultati sono stati spesso devastanti, persino peggiorativi. A volte sarebbe meglio non fare, lasciare tutto com'è, per non accentuare l'immagine di Gotham City che assume Milano quando si fa prendere la mano dalla foga delle ristrutturazioni (penso sempre a piazza Schiavone, dove avevano tirato su persino un muro divisorio). Quel che colpisce in tanti discorsi è che noi parliamo di periferie che in realtà sono quasi in centro rispetto ai quartieri marginali delle metropoli europee, e quindi il tipo di intervento da lei suggerito dovrebbe essere più facile, più sentito da parte di chi governa il Comune. Invece non c'è proprio la cultura delle periferie a Milano: per due anni nella giunta Moratti c'è stato un assessore dedicato, ma sfido i lettori a ricordarne il nome. Questa debolezza la paghiamo con l'incapacità di governo del territorio, con la mancanza di una saldatura tra vecchio e nuovo, con l'incompiuta della città metropolitana, una sfida cominciata trent'anni fa e mai arrivata al traguardo. Io non capisco il lato pratico di quello che lei chiama codice etico delle responsabilità: basterebbe sentire quelli della Consulta delle periferie. Se dovessi dare un senso alla sua proposta direi che serve un federalismo comunale, un governo decentrato nei vari quartieri con poteri reali: solo così ci può essere pari dignità nell'attenzione e nella difesa della qualità della vita e del territorio. Quanto ai premi, accontentiamoci dell'onestà: è un buon punto di partenza.


Giangiacomo Schiavi

16 aprile 2009

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 9 Apr 2009 - 14:41
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