.: Discussione: Expo 2015 senza orgoglio tra megastipendi e appalti

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 24 Feb 2009 - 12:52
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Nebbia fitta in pianura padana, anzi a Milano!

COMUNQUE VADA…NON SARÀ UN SUCCESSO, secondo ChiamaMilano.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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COMUNQUE VADA…NON SARÀ UN SUCCESSO

A dieci mesi dall’assegnazione dell’Expo la macchina è ancora ferma, ma c’è chi chiede un tagliando

L’Expo procede, o meglio non procede, tra proposte sensate, ma difficilmente applicabili e boutade che danno la misura dell’improvvisazione con la quale la classe politica locale e nazionale ha affrontato una sfida che da opportunità rischia di trasformarsi in una dèbacle di dimensioni spaventose, e non solo sul piano dell’immagine.
Non si sa come sia stata accolta negli uffici parigini del Bureau International des Expositions l’affermazione del Governatore Formigoni che ha proposto un “tagliando per la macchina Expo”. Richiesta bizzarra per un veicolo che in dieci mesi non ha fatto nemmeno un chilometro e che ha appena costituito il Consiglio di amministrazione che non ha ancora deciso nulla ma è già riuscito a dividersi sull’unica vera infrastruttura di trasporto inserita nel dossier di candidatura e promessa al BIE: la fantomatica linea 6 della metropolitana della quale non esiste nemmeno il progetto. Alla prima riunione, infatti, Provincia e Regione hanno detto chiaro e tondo di non voler finanziare la nuova linea metropolitana poiché interessa solo il territorio milanese.
Intanto il ministro Tremonti continua a sgambettare il Sindaco: è di pochi giorni fa la pubblicazione di una circolare ministeriale che impedirebbe ai Comuni di investire in opere pubbliche i proventi della dismissione del patrimonio immobiliare. Proprio su quel cespite Palazzo Marino puntava per recuperare quei fondi che da Roma continuano a non arrivare e che servono più dell’ossigeno.
Il tempo stringe infatti e da più parti, come ha fatto oggi Vittorio Gregotti, arrivano inviti a ripensare l’evento, se non a rinunciarvi.
Proposta sensata, quella del ripensamento, estrema, ma non da escludere allo stato dei fatti quella della rinuncia. Ma non si tratta di una strada facile: al di là del costo d’immagine e politico –anzitutto per il Sindaco che dell’Expo ha fatto il perno del proprio mandato– esitono ostacoli concreti e difficilmente sormontabili.
La candidatura e poi l’assegnazione di un evento come l’Expo non sono l’invito ad una festa che si può declinare con una scusa all’ultimo momento.
Si tratta invece di un vero e proprio contratto tra gli organizzatori dell’evento (l’Italia e Milano attraverso la società che organizza l’Eposizione universale) e l’ente accreditatore (il BIE) che percepisce delle royalties dagli organizzatori. Le entrate del BIE sono garantite dallo Stato della città assegnataria: ovvero, se Milano non dovesse mantenere gli impegni finanziari assunti con il BIE, il Governo italiano se ne dovrà far carico.
Compreso il caso della rinuncia. Come quando nel 2002 il Governo francese decise di rinunciare all’Esposizione internazionale prevista a Dugny per il 2004 e fu costretto a sborsare diverse centinaia di milioni di euro in indennizzi, tra cui 94 milioni all’amministrazione locale promotrice del progetto, il Dipartimento di Seine-Saint-Denis.


B.P.
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 23 Feb 2009 - 23:54
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