.: Discussione: Considerazioni sul bilancio preventivo del comune di milano 2009

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Giancarlo Pagliarini

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Inserito da Giancarlo Pagliarini il 19 Dic 2008 - 01:29
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Di seguito una lettera, con 9 allegati, che ho inviato l'altro ieri al sindaco, a tutti gli assessori e a tutti i consiglieri comunali:

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Da                    Giancarlo Pagliarini
A                     Sindaco Moratti, membri della Giunta e consiglieri comunali
Data                16 Dicembre 08
Oggetto           Considerazioni sulla delibera n° 211  (bilancio di previsione)
Cari amici,
ieri pomeriggio il nostro Sindaco ci ha presentato le caratteristiche e i principi della delibera n° 211 : “Bilancio di previsione 2009, bilancio pluriennale per il triennio 2009/11 e relazione previsionale e programmatica”. Dopo la relazione sono immediatamente cominciati i lavori dell’ aula  con il lodevole tentativo di evitare alla nostra città l’esercizio provvisorio.
Per quanto mi riguarda ho già dichiarato in numerose occasioni che (a malincuore!)  il mio voto  dovrà essere negativo. L’anno scorso avevo approvato il bilancio solo alla condizione che il nostro Consiglio si rendesse conto che è suo dovere informare i cittadini milanesi con un documento che sia comprensibile a tutti e che non abbia i vincoli imposti dagli schemi, assolutamente non razionali, richiesti dalle numerose leggi di contabilità pubblica.  Di conseguenza un anno fa avevo chiarito al momento del voto che era necessario elaborare  e rendere pubblico anche un secondo documento contabile chiaro e sintetico: il bilancio di Milano per i milanesi.  Queste considerazioni erano contenute in un ODG che è stato depositato il 21 Dicembre 07 (Allegato 1) .

Successivamente quel testo non è mai stato né discusso né messo all’ordine del giorno dei lavori dell’aula e di conseguenza ho dovuto prendere atto di due cose:  1) che il consiglio comunale non ha  voluto andare “oltre” le pessime leggi in vigore e non ha voluto essere trasparente ed avere più rispetto verso i cittadini di Milano e 2) che nel frattempo né dalla Giunta né dal Sindaco erano giunti segnali in questa direzione.
Ciò premesso, ecco alcuni commenti che spero possano essere utili alla discussione che si sta svolgendo nell’aula di Palazzo Marino sul bilancio della nostra città.
Uno dei numerosi allegati che costituiscono “parte integrante e sostanziale” della delibera n° 211 è il “Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari previsto dall’articolo 58 del DL n 112/2008 convertito nella legge 133/2008” . Questo articolo 58 (il testo , per vostra comodità, lo trovate nell’Allegato 2) prevede che ciascun Comune a) individui i beni immobili di sua proprietà non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali e suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione, 2) rediga il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari)  e 3)  alleghi questo piano al bilancio di previsione.
La legge 112 ha effetti pratici molto importanti. Tra le altre cose  prevede:
-                     che l’inserimento degli immobili nel piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile e ne dispone espressamente la destinazione urbanistica.
-                     che la deliberazione del consiglio comunale di approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni costituisce variante allo strumento urbanistico generale. L’elenco allegato al bilancio include anche beni che si trovano in altri comuni, e per essi non abbiamo proposto nessuna diversa destinazione urbanistica
-                     che tale variante, in quanto relativa a singoli immobili, non necessita di verifiche di conformità agli eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle province e delle regioni
-                     inoltre i proprietari degli immobili inseriti negli elenchi possono conferire i propri beni immobili anche residenziali a fondi comuni di investimento immobiliare ovvero promuoverne la costituzione
ecc ecc

I vantaggi per il nostro Comune sono di tutta evidenza.
Tuttavia vi segnalo queste considerazioni:
  1. Il 24 Febbraio 06 la CDL rendeva pubblico  il suo “programma elettorale” per le elezioni politiche del 9 e 10 Aprile 2006. Al punto n 5 del programma, relativo alla finanza pubblica, si potevano leggere i commenti che vedete nell’Allegato 3: in pratica il progetto era di vendere il patrimonio pubblico alienabile, che per la maggior parte era (ed è tuttora)  di proprietà degli enti locali, e di  usare i proventi per ridurre i debiti  dello Stato centrale. Per quanto riguarda il “piano straordinaria di finanza pubblica” il programma del PDL per le elezioni politiche del 2008 era  identico al programma della CDL per le elezioni del 2006
  2. Il giorno dopo, il 25 Febbraio 06,  Isabella Bufacchi pubblicava sul Sole 24 Ore i numeri del patrimonio pubblico che poteva essere valorizzato e collocato sul mercato. Si trattava di circa 734 miliardi di euro. Il dettaglio  potete vederlo nell’Allegato 4.  Su 421 miliardi di beni immobili alienabili solo 72 miliardi (il 17%) erano (e sono)  dello Stato centrale: tutti gli altri  erano (e sono)  proprietà di Regioni, Comuni ed altri enti locali. Però il progetto era  di alienarli per ridurre il debito dello Stato centrale….che così, in assenza di una vera riforma federale (vi ricordo che il federalismo è sempre duale) ricomincerà a spendere facendo crescere il debito oggi e le tasse domani. Il bonus dell’Euro totalmente disperso nella spesa pubblica corrente anziché nella riduzione del debito è l’ultimo esempio della prevalenza di “cicale” nei palazzi del potere di Roma
  3. Il 3 Ottobre 07 il quotidiana LaPadania aveva pubblicato una intervista esclusiva al futuro Ministro  Tremonti, (Allegato 5) che nella circostanza aveva ragionato così:  “ Dato che la criticità di base della nostra finanza pubblica è il debito, solo un arbitraggio tra Stato ed enti locali, cha hanno la parte più grossa dell’attivo pubblico vendibile ma non hanno potere fiscale proprio, può costituire non un fattore di rischio , ma all’opposto un principio di soluzione del problema. In altri termini, il Federalismo fiscale non è un rischio, ma una soluzione. E’ proprio questo l’arbitraggio:  tra i beni pubblici da immettere sul mercato  - a vantaggio dell’economia dei territori -  ed il Federalismo fiscale, che era parte costitutiva del nostro programma elettorale del 2006 ( nel successivo punto 6 trovate un commento a questa dichiarazione). A questo punto il giornalista Carlo Passera ha chiesto a Tremonti: “Dunque lei propone un patto: gli enti locali alienino parte del proprio grande patrimonio per ridurre il debito pubblico e in cambio ottengono il Federalismo fiscale”. La risposta è stata: “Basterebbe mobilizzare in questo disegno una parte dell’attivo per abbattere una parte consistente del debito pubblico. In cambio, i governi locali avrebbero appunto il federalismo fiscale e proprio attraverso il controllo democratico diretto esercitato dai cittadini la spesa pubblica potrebbe prendere un corso più serio”.
  4.  Quel  “in cambio” mi era sembrato, e mi sembra anche oggi, un pericolosa campanello d’allarme sul quale penso sia giusto attirare la vostra attenzione.
  5. Vi allego un mio articolo su questo argomento (Allegato 6 Vendere il patrimonio pubblico, occhio a chi incassa.  Su LiberoMercato del 4 Luglio 08) che si concludeva così: “Dall’inizio degli anni 90 a oggi invece di fare le riforme abbiamo “tirato avanti” vendendo gran parte dei beni dello Stato. Adesso, invece di fare la riforma federale e trasformare la Repubblica italiana nella Repubblica Federale italiana,  i “detentori del potere” (come li chiamava Gianfranco Miglio) forse proporranno di vendere i beni degli enti locali per ridurre i debiti dello Stato centrale, che così potrà ricominciare ad accumulare altri debiti. Secondo me in questo modo non faremmo altro che prolungare l’agonia del paese e garantire alla Casta altri anni di cinica gestione del potere.  E quando non ci sarà più niente da vendere cosa faremo? “ 
  6. Nota: per la verità  il cosiddetto federalismo fiscale e le sue caratteristiche erano proprio i grandi assenti del programma elettorale 06 della CDL. Nel 08 invece il programma del nuovo PDL faceva un preciso e impegnativo riferimento alla proposta di legge adottata dal Consiglio Regionale della Lombardia il 19 Giugno 07. Ma malgrado la larghissima vittoria questa “promessa elettorale” non è stata minimamente mantenuta e la proposta di legge al Parlamento N. 0040 “Nuove norme per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione” approvata nella seduta del 19 giugno 2007 e depositata in Parlamento dalla Regione Lombardia è stata completamente dimenticata. Si veda l’Allegato 7.


  7. Tutto questo per chiedervi di valutare se è proprio il caso di inserire nel bilancio di previsione pluriennale la cifra veramente significativa di 4,6 miliardi di euro per “alienazioni immobiliari diverse” che vedete a pagina 12 del “Bilancio di previsione pluriennale”:  1,8 miliardi nel 2009, 1,8 miliardi nel 2010 e 1 miliardo nel 2011 . Non vorrei che poi qualcuno ci dicesse: “Bene perbacco. Vedo che avete molti beni che non utilizzate per le vostre attività istituzionali. Con l’articolo 58 del DL n 112/2008 convertito nella legge 133/2008 vi ho dato una bella mano: adesso potete venderli o cartolarizzarli più facilmente. Sono con voi. Vi voglio bene. E sono sicuro che vi renderete conto che  proprio non mi è possibile trasferirvi altri fondi….” A mio giudizio questo sarebbe l’ennesimo furto ai danni dei milanesi. Non denunciandolo e non opponendoci con tutte le forze noi diventeremmo oggettivamente collaboratori degli statalisti di destra e di sinistra che da anni sfruttano il lavoro e i sacrifici dei milanesi.
    Un secondo punto riguarda i totali delle entrate e delle uscite, che nella delibera n° 211 sono indicati in 15,8 miliardi di Euro. Come potete vedere dall’Allegato 8 ben 9,2 Miliardi di Euro (il 54% del totale) in realtà non rappresentano né entrate né uscite ma sono figlie della “logica” (chiamiamola così) della contabilità pubblica. Come sapete quando il comune di Milano paga gli stipendi ai suoi dipendenti contabilizza  le trattenute fiscali e quelle  per i contributi sociali sia tra le entrate che tra le uscite. E lo stesso avviene per le anticipazioni di cassa previste  e per i movimenti che il Comune prevede di fare sui suoi conti correnti. In altre parole, entrate e uscite sono “gonfiati” da partite di giro all’interno dei conti del Comune (fonte: dottoressa Casiraghi in commissione bilancio il 15 Dicembre).  Ma in questo modo chi legge la delibera n° 211 è portato a credere che nel 09 il nostro Comune incasserà  15,7 miliardi di euro e ne spenderà altrettanti (di cui ben 12 miliardi per spese in conto capitale) ,  mentre la stima reale è di 6,5 miliardi: meno della metà. Per questo motivo ho depositato un emendamento che vi allego (Allegato 9).  Il punto significativo è che la stima corretta delle spese in conto capitale è di  3,5 miliardi (se va bene, e su questo non sono l’unico ad avere molti dubbi….) e non 12 miliardi di Euro come risulta dalla delibera n° 211. La delibera su cui stiamo lavorando non deve solo rispettare le leggi ma dovrebbe avere anche un valore segnaletico che in questo momento non ha assolutamente.
    Con la più viva cordialità
    Giancarlo Pagliarini


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Giancarlo Pagliarini
Consigliere comunale
Gruppo Misto
In risposta al messaggio di Maurizio Baruffi inserito il 18 Dic 2008 - 11:30
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