.: Discussione: Milano Expo 2015 e gli accordi

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 31 Mar 2009 - 11:00
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Da milano.corriere.it:

sull'area dell'esposizione anche un grande progetto pubblico

«Expo, rifaremo gli accordi con i privati»


La svolta del Comune: «Con la precedente intesa troppo favoriti i proprietari dei terreni»

MILANO - È l'Expo delle sorprese. A un anno dalla vittoria di Milano su Smirne, cambia tutto. Almeno per quanto riguarda l'area del sito dove sorgeranno i padiglioni del 2015. Palazzo Marino è intenzionato a rimodulare l'accordo sottoscritto a luglio del 2007 con la Fondazione Fiera e la Belgioiosa Srl controllata dal gruppo Raggio di Luna appartenente alla famiglia Cabassi, proprietari di gran parte dei terreni agricoli dove si svolgerà l'evento del 2015 (circa 900 mila metri quadrati su un totale di 1 milione e 700 mila, guarda la mappa). Un accordo, secondo il Comune, che avrebbe favorito troppo il privato e la Fiera ma soprattutto non avrebbe lasciato nulla in mano al pubblico dopo la conclusione dell'Expo. Lo dice, senza mezzi termini, l'assessore all'Urbanistica, Carlo Masseroli: «L'area Expo sta per essere fortemente infrastrutturata con investimenti e finanziamenti pubblici. Tutto questo valore deve restare patrimonio della città. Per cui stiamo lavorando a una grande funzione pubblica che resti a Milano e ai suoi cittadini».

Conclusione: «La ricchezza generata da Expo deve essere una ricchezza che resta alla città». Non sarebbe così se l'accordo restasse immodificato. L'intesa, infatti, prevede che entro 18 mesi dalla conclusione dell'Expo, i privati e la Fiera riavranno indietro una fetta consistente dei metri quadrati «prestati» a Expo e dopo la demolizione dei padiglioni potranno costruire con un indice di edificabilità dello 0,6 per cento. Con una decuplicazione del valore dei terreni. Al «pubblico» resterebbero in mano solo le infrastrutture e gli svincoli. Un costo, non un'entrata. Da qui la decisione di rivedere l'accordo. Con due strade possibili. O andare allo scontro rivedendo e trattando sugli indici volumetrici. O trovare la collaborazione dei privati, individuando nell'area Expo una grande funzione pubblica. Palazzo Marino ha optato per la seconda ipotesi, con la collaborazione dei privati.

«Non verremo meno all'accordo sottoscritto — continua Masseroli — ma con grande flessibilità e trasparenza genereremo le condizioni perché possa essere rispettato coinvolgendo anche altri luoghi della città». Detto in parole semplici, significa che i privati non perderanno i loro diritti volumetrici ma potranno costruire residenziale in altre zone della città. Ma non nel sito Expo. Tecnicamente si chiama «perequazione». Resta da capire quale sarà la «grande funzione pubblica» che sorgerà per il dopo-Expo. Masseroli non si sbilancia, rivela solo che sul tavolo ci sono già tre-quattro ipotesi. Al lavoro c'è anche la Consulta architettonica dell'Expo voluta dalla Moratti. Stanno lavorando al nuovo masterplan che dovrà indicare le linee guida sia per l'evento vero e proprio sia per il dopo-Expo. «Ma è molto importante — conclude Masseroli — che si decida insieme alla città, perché, lo ripeto, l'Expo appartiene a Milano ». Il presidente della Provincia Filippo Penati una sua idea ce l'ha: perché non pensare a un grande «Museo dei musei», da dove con un clic poter visitare virtualmente tutte le grandi collezioni d'arte del mondo?

Maurizio Giannattasio

31 marzo 2009

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 4 Set 2008 - 09:27
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