.: Discussione: I FATTI DEL BUONGOVERNO: Niente tagli alle Forze dell'ordine

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Antonio Marino

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Inserito da Antonio Marino il 2 Ago 2008 - 16:43
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Buongiorno Signora Fachin.

Comincerò col dirle che respingo al mittente la lezioncina sull’onestà intellettuale. Dal pulpito della sinistra massimalista e, per volontà degli elettori, extraparlamentare non accetto prediche.

Ed ora, un po’ di verità a vantaggio Suo e dei lettori.

Sostenere che il Governo non si preoccupa della sicurezza degli Italiani è rubricabile come revisionismo.

Le lungaggini processuali alle quali Lei fa riferimento sono da imputare a fatti che puntualmente, anche a questo giro, si ripetono: dal momento in cui il Presidente Silvio Berlusconi è sceso in politica, egli è stato oggetto di una persecuzione giudiziaria che non ha alcun precedente nella storia del nostro Paese: 90 processi, 2500 udienze, 500 magistrati impegnati, 470 perquisizioni, episodi gravissimi come quelli avvenuti nel 1994 con la violazione del segreto istruttorio sul Corriere della Sera e nel 1996 con il lancio del caso Ariosto alla vigilia delle elezioni. Questi episodi e molti altri ancora dimostrano che non si è trattato e non si tratta di una sua “questione privata”, ma di un fatto politico con gravi conseguenze: la manipolazione del quadro politico e dei risultati elettorali. Solo una buona dose di mistificazione, di ipocrisia e di disprezzo dello Stato di diritto può liquidare tutto ciò come un fatto personale. Ancora una volta, in questo avvio di legislatura alcuni magistrati politicizzati hanno cercato di screditare la persona del Premier e di sovvertire il risultato delle elezioni attraverso un’azione “mediatico-giudizaria”. Di fronte a questa aggressione, il Governo ha reagito con misure che non sono a tutela di pochi ma a difesa della libertà e della volontà popolare. Parallelamente a ciò, il Governo non ha trascurato di mettere in cantiere altre misure utili a garantire un miglior funzionamento della giustizia, per dare certezza del diritto e tutela a tutti i cittadini e alle imprese. Il cosiddetto “lodo Alfano” si limita a sospendere, non annullare i processi in corso che riguardano le quattro più alte cariche dello Stato (il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e i Presidenti delle due Camere) per ipotesi di reato risalenti a prima delle loro entrata in carica. I processi riprenderanno regolarmente alla fine del mandato. Inoltre il lodo Alfano non riguarda eventuali reati connessi allo svolgimento delle funzioni istituzionali. Dal 1992 la normalità della vita democratica in Italia è gravemente ostacolata dal contenzioso tra un minoranza di magistrati fortemente politicizzati e la politica. E’ tempo di rimuovere questo impedimento che frena lo sviluppo del Paese, per tornare alla normalità democratica. Il Capo del governo, chiunque sia, deve potersi occupare del Paese secondo il mandato ricevuto dagli elettori, senza doversi preoccupare di iniziative giudiziarie non legate all’attività di governo. Il lodo Alfano serve per impedire la continua strumentalizzazione dei processi per alterare l’ordinato svolgersi della vita politica e ridare finalmente stabilità politica e di governo al nostro Paese.

Il disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche approvato dal Consiglio dei ministri punta a due obiettivi:

  • arginare la diffusione incontrollata dei contenuti delle intercettazioni, per tutelare il diritto alla privacy di ogni cittadino;
  • ridimensionare gli enormi costi delle operazioni di intercettazione, limitando il loro uso come strumento di indagine per i reati più gravi e più pericolosi.
Il sistema in uso in Italia è ormai degenerato: nel 2007 nel nostro Paese sono state compiute oltre 124 mila intercettazioni, fra telefoniche e ambientali, costate un terzo dell’intero bilancio annuale per la giustizia. In Francia esse sono state 20.000, in Gran Bretagna 5.500, negli Stati Uniti, su una popolazione di 300 milioni di abitanti, appena 1.705. Nonostante il record mondiale di intercettazioni, l’Italia è il paese nel quale nove crimini su dieci restano impuniti e tutti i grandi delitti sono rimasti irrisolti.

L’obiettivo di questo disegno di legge è quello di capovolge la prassi seguita finora: partire dallo spionaggio telefonico, spesso indiscriminato o “esplorativo”, per arrivare al reato. Nessun reato viene cancellato, nessuna indagine viene bloccata. Si dovrà però indagare come in ogni altro paese civile: cercando prove, riscontri e moventi, e investigando a fondo. Questo provvedimento risponde al dettato della Costituzione sulla tutela della riservatezza ed è inoltre coerente con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. E’ un testo molto equilibrato e coniuga il diritto del cittadino a vedere assicurata la sua privacy con l'esigenza di contrastare i criminali. I magistrati potranno continuare a usare le intercettazioni per le ipotesi di reato (l’omicidio, la mafia, la criminalità organizzata, il terrorismo ed i fatti di particolare pericolosità sociale) che prevedono pene di almeno dieci anni di carcere e per la corruzione e le molestie reiterate contro le donne e i minori. Questo disegno di legge non abolisce i reati, ma capovolge la prassi seguita finora: partire dallo spionaggio telefonico, magari a pioggia o a casaccio, per arrivare al reato. Nessun reato viene cancellato, nessuna indagine viene bloccata. Si dovrà però indagare come in ogni altro paese civile: trovando prove, riscontri, confessioni e moventi. Insomma andando sul campo e investigando a fondo. E' un disegno di legge equilibrato che garantirà più civiltà giuridica per gli italiani, che eviterà la gogna mediatica di questi anni, che costringerà gli stessi magistrati a compiere un salto di qualità nelle loro indagini, dunque investigando più efficacemente. Non va dimenticato che nonostante il record mondiale di intercettazioni, l’Italia è il paese nel quale nove crimini su dieci restano impuniti e tutti i grandi delitti sono rimasti irrisolti. D’ora in poi si dovrà partire da un’ipotesi, motivata, di reato, e applicare ad esso lo strumento dell’intercettazione. Non si potrà più tirare in ballo chi non c’entra nulla e ha la sola colpa di essere un amico, un’amica, la moglie e l’amante di un sospetto.

In merito alla fobia degli stranieri, questi “poveretti” che scappano dalla terra natia per vivere più sicuri da noi, riporto di seguito un’interessante tabella che racconta cosa vengono a fare qui alcuni di loro; i dati sono riferiti alla sola città di Milano nel periodo settembre/dicembre 2007, fonte dell’Assessorato alla Sicurezza del Comune:

CONTRAFFAZIONE (art. 474)
SENEGAL 73

CINA 13

MAROCCO 9

BANGLADESH 3

EGITTO, PAKISTAN 1 (tot. 2)
Totale Contraffazione = 100


FURTO (artt. 624, 625)
ROMANIA 28

ECUADOR 6

MAROCCO 5

ETIOPIA, EGITTO, GAZA 2 (tot. 6)
CILE, FRANCIA 1 (tot. 2)
Totale Furto = 47


RAPINA (art. 628)
MAROCCO 6

ALGERIA, RUSSIA, POLONIA 1 (tot. 3)
Totale Rapina = 9


RICETTAZIONE (art. 648)
SENEGAL 55

MAROCCO 11

ROMANIA 10

CINA 6

ALBANIA 3

Totale ricettazione = 98


RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE
(art. 337)
MAROCCO 15

EGITTO 15

SENEGAL 9

PERÙ 4

ROMANIA 3

Totale resistenza a pubblico ufficiale = 57


INVASIONE DI TERRENI O EDIFICI (art. 633)
ROMANIA 13

MAROCCO 1

Totale invasione terreni o edifici = 14


DANNEGGIAMENTO (art. 635)
ROMANIA 6

BANGLADESH 4

EGITTO 3

UCRAINA 2

Totale Danneggiamento = 15


USO E REALIZZAZIONE DI ATTO FALSO (art.
482 e altri)
EGITTO 75

PERÙ 60

ECUADOR 44

MAROCCO 26

ALBANIA, SENEGAL 19 (tot. 38)
Totale Uso e realizzazione di atto falso = 324


Non male per dei poveretti!

Quanto ai rom e a tutta la polemica eterea che è stata imbastita, giova ricordare le linee guida del Viminale le quali chiariscono che ai maggiori di 14 anni saranno prese le impronte digitali solo come extrema ratio per assicurarne l'identità; a chi ha una età compresa tra i 6 e i 14 anni "potranno essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno o nei casi necessari" in accordo con il competente Tribunale di Minori. Opzione estesa ai minori dei sei anni ma solo se "versano in stato di abbandono o si sospetta possano essere stati vittime di reato". Dare una identità certa ai minori è il primo modo per poterli tutelare. L'obiettivo prioritario è liberare i bambini nomadi dalla schiavitù. Oggi loro non sono vittime dello Stato ma dei loro parenti e vanno liberati dagli adulti che li costringono a delinquere: per farlo il primo passo è quello di riuscire a identificarli con certezza. Le polemiche sono quindi infondate e strumentali: non tengono conto dei contenuti dell'ordinanza di protezione civile firmata dal Presidente del Consiglio il 30 maggio. Non vi è alcuna violazione delle norme europee, delle carte dei diritti dei minori, non vi è alcuna violazione di alcuna norma: vi è la necessità di procedere all'identificazione di chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi esistenti in Italia, al fine di garantire un'identità, cioè un diritto fondamentale, soprattutto ai minori. Non vi sarà nessuna schedatura su base etnica ma un censimento che consenta l'identificazione di quanti vivono in questi campi, minori compresi. L’ordinanza prevede: il monitoraggio dei campi, l'identificazione, il censimento delle persone che vi abitano, la realizzazione dei primi interventi per garantire i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie. Esiste un’emergenza nomadi che il governo sta affrontando nella salvaguardia di tutte le norme di diritto italiano, europeo e internazionale, senza alcuna preclusione etnica. Era il “Patto per Milano sicura” firmato dal viceministro dell’interno Minniti per conto del governo Prodi che parlava di emergenza rom. L’ordinanza Maroni parla invece di “emergenza campi nomadi”. L'iniziativa del Governo vuole, da una parte, garantire sicurezza ai cittadini italiani, e, dall'altra, porre fine all'indecenza dei campi nomadi abusivi, soprattutto a favore dei minori che vivono in questi campi. La vera discriminazione è quella delle condizioni disumane in cui essi vivono in quei campi. Questo è contrario alla Costituzione e questo è ciò che il governo Berlusconi vuole cambiare.

Circa i monopolisti e gli immobiliaristi, non mi sembra che gente come Ricucci prima e Coppola dopo, insieme ai vari Tanzi e Cragnotti se la siano cavata così a buon mercato: e con mia grande soddisfazione! Il mio senso di giustizia, a differenza d’altri, non è

intermittente. Chi sbaglia DEVE pagare! Chiunque sia: ricco o povero, italiano o straniero.


Sull’operazione in derivati operata dal Comune di Milano, la Corte dei Conti si è espressa anche con valutazioni positive e in un’ottica di attenzione collaborativa: se da una parte, come si legge dalla deliberazione, la Corte ha posto l’attenzione sulla necessità di monitorare costantemente l’andamento del mercato, dall’altra ha giudicato positivamente il fatto che il Comune di Milano abbia proceduto a un prudente accantonamento delle risorse necessarie per far fronte a eventuali variazioni negative con il rischio di debiti fuori bilancio. E il fondo, che il Comune continua a incrementare fin dal momento della sua costituzione, è stato ulteriormente alimentato il 2 gennaio scorso con il versamento di 14 milioni di euro. La Corte ha poi giudicato positivamente l’operazione di credit default swap che ha vincolato in un conto coperto da pegno a favore del Comune di Milano le somme accantonate per il rimborso del debito al rischio “Repubblica italiana” e non più al “rischio banche”. Fatto che ha comportato un aumento delle garanzie per il Comune. Un’operazione, quest’ultima, che era stata esaminata e concordata con lo stesso ministero dell’Economia e Finanza, che l’aveva approvata. La Corte non ha rilevato criticità di natura contabile riversate sul bilancio del Comune di Milano, che è dunque sano e non ha sofferenze in essere per queste operazioni.
In tema di sicurezza, grazie all'intervento di molti parlamentari del PdL sono state introdotte nel decreto significative modifiche che hanno escluso le donne e gli uomini in divisa da gran parte dei provvedimenti varati per il contenimento della finanza pubblica. Sono state inoltre individuate ulteriori risorse economiche sia dai ministeri degli Interni e della Giustizia, sia dal ministero della Difesa, da destinare alle forze dell'ordine. Ecco alcuni esempi: per quanto riguarda i trattamenti economici aggiuntivi per un'infermità dovuta a causa di servizio, mentre per tutto il pubblico impiego la nuova normativa dispone che sia percepito solo l'"equo indennizzo" e non gli altri trattamenti economici aggiuntivi, il maxiemendamento esclude dai tagli il personale del comparto Sicurezza e Difesa. Il maxiemendamento stabilisce poi che la nuova normativa sulla malattia del pubblico dipendente non si applichi al personale del comparto Sicurezza e Difesa per le malattie dovute a lesioni riportate in attività operative e addestrative. Altra novità fondamentale, rispetto al decreto 112, riguarda le nuove limitazioni di spesa per l'assunzione di personale. Per il reclutamento, infatti, le amministrazioni della Polizia (Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Corpo forestale, Carabinieri, Guardia di Finanza) e dei Vigili del fuoco sono autorizzate ad effettuare assunzioni entro un limite di cento milioni di euro annui dal 2009. Viene riconosciuta la specificità del comparto Sicurezza e Difesa. Premesso che il maxiemendamento sancisce di fatto la cosiddetta "specificità", una norma ad hoc potrà e dovrà essere inserita nel disegno di legge collegato alla manovra. Inoltre, considerato che nel disegno di legge per la Finanziaria 2009 dovranno essere stanziate le risorse per i rinnovi contrattuali del biennio 2008-2009, l'impegno dei deputati del Pdl è quello di prevedere risorse aggiuntive proprio per il comparto Sicurezza e Difesa. Le modifiche apportate segnano un passo avanti verso le sacrosante richieste delle organizzazioni sindacali e dei Cocer.

Per concludere, riporto un comunicato UGL che stava in home page del loro sito internet: impaginato esattamente sopra quello che Lei ha riportato. Non lo ha visto?

GOVERNO, UGL: SERVE PIU’ CONDIVISIONE
Polverini: cabina di regia verso direzione giusta. Al centro confronto sostegno a redditi e famiglie
“Apprezziamo l’impegno del governo di istituire una cabina di regia che sembra andare nella giusta direzione. Riteniamo utile che già da settembre si fissi un calendario di incontri per renderla immediatamente operativa”.
Cos’ il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, ha commentato il vertice tra governo parti sociali durante il quale l’esecutivo ha proposto l’avvio di un nuovo metodo di confronto improntato ad un dialogo più costante e meno ritualistico del passato.
“L’Ugl – ha aggiunto Polverini - ha posto da subito la necessità di una maggiore condivisione delle misure che questo governo intende prendere. Alla luce degli “incidenti di percorso”, come ad esempio le norme sugli assegni sociali e sui precari, che hanno richiesto in corso d’opera aggiustamenti e retromarce, sarebbe stato quanto mai opportuno un confronto preventivo su provvedimenti che si sono rivelati allarmanti per il mondo del lavoro”. Norme che il governo si è apprestato a correggere.
L’Ugl chiede di riportare al centro dell’ agenda politica, e dunque della cabina di regia, il necessario sostegno a lavoratori, pensionati e famiglie cui la manovra triennale non dà risposte. Occorre alleggerire la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, e sulle famiglie, anche attraverso il quoziente familiare, per aumentare il potere d’acquisto di salari e pensioni, e adeguare un sistema di welfare lacunoso che non garantisce la permanenza nel mercato del lavoro di giovani e donne.
“Sicurezza, salute e sanità – ha rimarcato il leader dell’Ugl – sono altri tre capitoli su cui per l’Ugl si deve investire di più, assicurando una presenza forte dello Stato, per scongiurare disparità di trattamento a danno delle fasce sociali più svantaggiate e delle aree meno sviluppate. Infine, il Mezzogiorno, senza un rilancio del quale si rischia di compromettere la ripresa di tutto il Paese”.
Su tutte queste problematiche l’Ugl è pronta a dare il proprio contributo in una logica che sia di condivisione.

E personalmente sono certo che questo Governo non li deluderà. Del resto siamo lì solo da tre mesi ed in cinque anni c’è tempo per ascoltare e avviare le soluzioni per tutti.




Antonio Marino
Componente Commissioni Istruttorie
Consiglio di Zona 4

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 30 Lug 2008 - 15:14
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