.: Discussione: Appalti Expo, le mani della 'ndrangheta

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 1 Lug 2010 - 12:08
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Da milano.corriere.it:

Maxi operazione coordinata dalla Dda di Milano. sequestri per 8 milioni di euro

Usura e racket, scacco alla 'ndrangheta
Maroni: «Infiltrazioni intorno a Expo»


Arrestati 15 membri del clan Valle. Il pm Boccassini: nessun riferimento all'evento del 2015

MILANO - I boss calabresi avevano messo radici molto profonde in Lombardia. Con la potenza del denaro e del terrore tenevano in pugno centinaia di piccoli imprenditori, strozzati dalla crisi e dai debiti, e negli anni avevano messo in piedi un grosso giro di usura e racket nel campo degli immobili. Un'indagine durata due anni, coordinata dal pm di Milano Ilda Boccassini con il coinvolgimento di 16 questure in tutta Italia, ha portato giovedì mattina all'arresto di 15 persone. Secondo il ministro dell'Interno Roberto Maroni si tratta della prima operazione mirata contro infiltrazioni nell'ambito dell'Expo, ma per il pm Boccassini l'evento in programma a Milano per il 2015 non c'entra nulla. Il nome è uno di quelli che fanno tremare: quello del clan Valle, legato a quello dei De Stefano, un gruppo criminale che ha fatto la storia della 'ndrangheta calabrese, attivo a Milano fin dagli anni Settanta. La guerra di mafia contro il gruppo Imerti negli anni '80 ha provocato centinaia di morti, tra cui i due capi storici della cosca, i fratelli Giorgio e Paolo De Stefano. L'ultimo latitante, Paolo Rosario, figlio di Giorgio, è stato arrestato l'agosto scorso dopo quattro anni di latitanza, mentre era in vacanza a Taormina.

IL TESORO DEGLI USURAI
- Secondo l'autorità giudiziaria il clan Valle, oggetto della maxi operazione, «usurava sistematicamente imprenditori» che si trovavano in difficoltà. Oltre ai 15 arresti l'operazione, che ha visto impegnati oltre 250 agenti, ha portato a oltre 70 perquisizioni e sequestri di immobili, conti correnti e quote di società per un valore di circa 8 milioni di euro. Secondo le accuse questi beni, spesso intestati a prestanome, erano il provento dell'attività di usura che l'organizzazione criminale ha svolto negli ultimi anni. Le accuse contestate dalla Dda di Milano, che ha operato in collaborazione con il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso all'usura e intestazione fittizia di beni.

MARONI: AZIONE CONTRO INFILTRAZIONI IN EXPO
- Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, definisce «un’azione straordinaria» quella effettuata a Milano dalle forze dell’ordine contro la ’ndrangheta. «Oggi è una giornata importante - ha detto il ministro a margine della presentazione dei patti per la sicurezza delle aree del Lago Maggiore e di Lugano - perché si è effettuata stamani una azione straordinaria contro la ’ndrangheta. È la prima azione mirata contro le infiltrazioni attorno all’Expo. Sono stati arrestati 15 membri del clan Valle, sequestrati 100 immobili e 28 società per un valore di diversi milioni di euro».

«COLPA DEL SOGGIORNO OBBLIGATO»
- «Questo è proprio il loro metodo - ha continuato il capo del Viminale - cioè quello dell’usura, per poi prendere a poco intere attività e negozi infiltrandosi nel tessuto economico sano. Tutto è nato negli anni Settanta con il famigerato istituto del Soggiorno obbligato che la Lega per prima denunciò. Vedeva il rischio di infiltrazioni che poi ci sono state». Plaude all'operato dei magistrati e delle forze dell'ordine anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «È un ulteriore e chiaro segnale per le organizzazioni mafiose, perché sappiano che la squadra-Stato è determinata a portare a termine l'opera di sradicamento delle loro attività illecite che tentano di minare la nostra socieà e la sana competitività del nostro Paese».

BOCCASSINI: LOTTA ALLE CONNIVENZE -
Per il pm di Milano Ilda Boccassini, nell'indagine «non c'è nessun riferimento all'Expo né nelle intercettazioni né nelle ambientali». Il pm ha invece sottolineato con forza che «nessuno ha mai fatto una denuncia» in tutti questi anni contro l'organizzazione, che gestiva 34 società: «Parte della cittadinanza milanese si comportava con questa organizzazione al pari di quello che succede a Locri, a Trapani o in Sicilia, nel senso che avevano il rispetto totale». «Imprenditori e artigiani - ha tuonato Boccassini - hanno una sola strada: denunciare. O si sta con lo Stato o si sta contro lo Stato. Nei casi borderline, dove non si capisce bene il ruolo delle vittime, la magistratura sarà molto rigida contro chi non intende avvalersi delle leggi di questo Stato». Nessuno sconto, dunque, per nessuno: «Quando c'è connivenza la linea della Procura sarà durissima. Non si possono avere alibi».

Redazione online
01 luglio 2010

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 25 Giu 2008 - 12:05
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]