.: Discussione: Stop the fever-Fermiamo la febbre del pianeta

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Germana Pisa

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Inserito da Germana Pisa il 22 Apr 2008 - 22:57
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Ciao
oggi è "La giornata della Terra". Ieri ne leggevo l'annuncio su un quotidiano e mi dicevo, sarebbe bello che si festeggiasse con solennità, che a tutti fosse ricordato di quanto sia importante salvare questa nostra Terra...Sta succedendo di tutto nell'ecosistema. C'è una cosa di cui si parla troppo poco e troppo a bassa voce ed è una vera tragedia, non solo per le protagoniste, per tutti noi. Un articolo dal web tra quelli dedicati all'argomento, che via via sto ricercando. Trattasi della morìa di api...Qualche settimana fa ero a un mercatino di quartiere e mentre sceglievo un miele conversavo con la signora dal cui campo proveniva e avevo conferma del dramma che si sta compiendo e del disorientamento e solitudine in cui si tovano gli apicoltori...Ma ecco qui l'articolo:

Surprised


Le api stanno scomparendo ad un tasso costante. In media, il 20, 30% ogni anno. I motivi, le soluzioni. Intervista a uno dei maggiori esperti italiani, Claudio Porrini, ricercatore dell’Università di Bologna.

Stordite ed uccise da pesticidi, attaccate da parassiti e funghi assassini. Questo il destino che attende un terzo delle api italiane ogni anno da circa un decennio. Ultimamente il fenomeno si sta acutizzando a tal punto che Unaapi e Legambiente hanno chiesto un intervento deciso del governo italiano per iniziare ad arginare la moria di api che sembra non avere fine, abolendo in primis i pesticidi neonicotinoidi e neurotossici che causano la morte delle api bottinatrici nella stagione primaverile. Sarebbe un bel passo avanti secondo Claudio Porrini, ricercatore dell’Università di Bologna che alle api ha dedicato la vita ed è uno dei maggiori esperti italiani sull’argomento. Se le api sparissero dalla faccia della terra il panorama sarebbe quantomeno catastrofico, l’80% delle piante coltivate dall’uomo sono impollinate da questi instancabili insetti.
Ma partiamo con ordine cercando di capire con Claudio Porrini quale sia la reale situazione.
-   *Sono due i principali periodi in cui si verifica la moria di api, il primo è in inverno quando gli alveari vengono attaccati da malattie o acari come la Varroa che arrivano a sterminare l’intero alveare. Questo fenomeno è diffuso in tutta Italia a macchia di leopardo. Il secondo è a primavera, in questo periodo muoiono le api bottinatrici (quelle che producono miele impollinando i fiori ndr), il fenomeno è da ricondurre all’utilizzo di agrofarmaci come i neurotossici ed i neonicotinoidi che hanno una elevata tossicità. In questo caso la moria di api si verifica nelle zone maggiormente coltivate come ad esempio la pianura Padana. Ciò succede perché gli agrofarmaci vengono utilizzati male, ovvero gli agricoltori dovrebbero seguire le norme di legge come evitarne l’utilizzo durante la fioritura, verso sera, in assenza di vento ed in dose corrette. È vero anche che non è sempre possibile seguirle, può capitare ad esempio che si alzi vento mentre i sta utilizzando il pesticida, io propongo quindi di fornire agli agricoltori prodotti meno tossici per gli insetti in modo che la perdita sia sopportabile.”
Ma sono già diversi anni che le api stanno scomparendo ad un tasso costante. “In media ogni anno in Italia muore il 20/30% delle api, con punte molto più elevate. Questo perché la mortalità varia di anno in anno e non c’è un’unica causa. Il Ccd (Colony Collapse Disorder, la sparizione delle api dall’alveare) esiste da circa un secolo, la cosa grave è che si è diffuso in tutto il mondo e coinvolge tutti gli insetti pronubi selvatici (come farfalle e bombi). In una ricerca ministeriale che ho effettuato pochi anni fa in tutta la penisola ho rilevato che sulle 944 specie di insetti che avrebbero dovuto essere presenti, ne sono stati trovati solamente 355, il 38%. È un dato estremamente inquietante.”
  Ed inquietante è anche un futuro senza questi insetti. “Lo scenario non è roseo. Le api e gli apoidei impollinano l’80% delle piante coltivate dall’uomo, già un calo della produzione denunciata dagli agricoltori sembra essere legata alla perdita di questi insetti. Se i tassi di mortalità rimangono quelli attuali si ripercuoterebbero facilmente sulla produzione di cibo a livello mondiale. La frase secondo cui ‘Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita’ suona oggi sinistra, il mondo politico dovrebbe capire che questo equilibrio tra api e uomo non è scontato e và protetto. Anche l’essere umano fa parte della selezione naturale.”

Fortunatamente non è una strada a senso unico, l’uomo può ancora fare qualcosa per salvare un ecosistema estremamente fragile. “Prima di tutto andrebbe istituita una rete di monitoraggio delle api, in questo modo sapremmo esattamente qual è l’estensione reale del problema. Gli agricoltori dovrebbero abbandonare, dove possibile, la monocoltura per favorire la biodiversità. Riguardo agli agrofarmaci credo non siano necessari all’agricoltura nella maggior parte dei casi, si possono tranquillamente sostituire quelli più tossici mentre i neonicotinoidi andrebbero subito aboliti. Poi c’è il problema delle case produttrici che abbandonano gli agricoltori, dovrebbero seguirli anche nell’uso del loro prodotto che dovrebbe essere il meno tossico possibile. Un esempio è l’Imidacloprid, un neonicotinoide che viene applicato sui semi di mais da piantare, grazie all’interramento si credeva che il suo effetto non influenzasse la vita delle api, ma la seminatrice facendo sfregare i semi tra loro immette nell’ambiente circostante una piccola quantità di insetticida letale per le api. Se si fosse utilizzata una sostanza meno tossica ciò non sarebbe mai accaduto.”
Il primo passo sembra essere il prossimo incontro tra governo ed Unaapi. “Unaapi ha ottenuto un incontro con il Ministero, spero in una moratoria verso i neonicotinoidi, anche se non è l’unica causa della moria delle api, sono contrario all’utilizzo di sostanze così tossiche e non sono l’unico, la Francia ha già vietato il suo utilizzo. Sarebbe davvero un grande passo avanti.”
Tiziano Mainie

In risposta al messaggio di Alessandro Rizzo inserito il 21 Mar 2008 - 20:09
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