.: Discussione: Deficit di democrazia nelle assemblee elettive

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Paolo Romeo

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Inserito da Paolo Romeo il 22 Gen 2006 - 13:53
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Mi sembre di poter condividere lo spirito delle osservazioni del Presidente, credo però sia giusto aggiungere alcune ulteriori considerazioni che forse aggiungono una qualche motivazione circa il deficit di partecipazione in questi ultimi anni.

Milano è una città in cui molti quartieri hanno sempre coltivato un proprio specifico, derivante dalla relativamente recente annessione di numerosi comuni al resto della città. Vi è dunque, per molti milanesi, un legame particolare con il proprio territorio. Quando a Milano le zone erano venti, per molti aspetti esse erano vissute come una logica continuità con gli antichi comuni di provenienza e la partecipazione alla vita dei Consigli di Zona era motivata non solo dall'epoca particolare che si viveva ma anche dalla volontà di far rivivere le tradizioni e la storia dei piccoli comuni inclusi nelle singole Zone. Non a caso fra le commissioni, le più partecipate erano quelle relative alla cultura.

Oggi la modifica delle venti zone ridotte a nove, mortifica notevolmente questo senso di appartenenza e nessuno si riconosce in Zone che non hanno né una storia né valori tradizionali comuni se non in piccola parte. A ciò vada aggiunto che le Zone sono, sostanzialmente, prive di poteri deliberanti e sono autonomi solo per questioni poco sentite salvo che dagli addetti ai lavori.

Un secondo aspetto, in qualche modo connesso con la modifica delle zone (la cui dimensione di popolazione le rende paragonabili ognuna alla seconda città della Lombardia) è la mancanza di forme di comunicazione utilizzabili dalle associazioni "di zona". Una volta, per esempio, venivano utilizzata le cosiddette "fioriere" che avevano dei cartelli ad uso pubblico sui quali venivano affissi gratuitamente i vari comunicati. Dunque, per questa e molte altre ragioni, la zona viene vissuta come una cosa inutile anche da parte delle associazioni, escluse quelle che fanno finanziare le proprie iniziative. A ciò si aggiunga che i CdZ non possono nemmeno intervenire per facilitare l'utilizzo di stabili pubblici da parte delle associazioni locali.

Mi rendo conto che l'estrema sintesi delle mie argomentazioni potrebbe non rendere il giusto merito all'impegnativo intervento del Presidente, spero tuttavia di aver aggiunto qualche motivo di riflessione ulteriore ad un tema sicuramente interessante.

Cordiali saluti.


http://www.retecivica.milano.it/home/paolo.romeo/
In risposta al messaggio di Vincenzo Giudice inserito il 5 Gen 2006 - 12:55
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