Le sue parole, signor Jonghi, sono alquanto infondate e fortemente contraddittorie. Credo che lei si vuole ergere da non custode della verità non possa dire di rappresentare il 50% dei milanesi, in quanto non riesco a comprendere dove questa presuntuosa cifra sia stata rilevata, nel momento in cui esiste una Milano che resiste ad atti di vilipendio della memoria e della storia, che non è "partigiana", ma è di noi tutte e di noi tutti, non strumentalizzabile, come lei mi sembra fare, che è scienza, che è documentata, che è fondata, che è testimoniabile, che è provabile, contro ogni negazionismo revisionista. La storia è una scienza fondata su atti probatori: chi distorce questi atti è sconfessabile in modo diretto e assoluto.
Nessuna verità ideologica ma, bensì, il rispetto della verità storica. Non ci sono lezioni penose di storia ma ci sono i testi, le narrazioni, che hanno fondamenti incontrovertibili.
In secondo luogo lei confonde l'antifascismo con comunismo: le ricordo che diversi esponenti di destra, quella storica, quella giolittiana, quella einaudiana, quella monarchica, nella fase finale, quella conservatrice, ha abbracciato l'antifascismo e la resistenza, costituendo proprie brigate per la liberazione dell'Italia. La destra è liberale e come liberale accoglie il fascismo come negazione delle libertà individuali, in tutte le sue componenti, da quella economica a quella civile, ciò che il fascismo è stato, ossia repressione delle lotte per l'emancipazione operaia, ma anche negazione dei fondamenti illuministici, che hanno dato vita allo stato liberale.
Vede questa non solo è storia ma è anche filosofia politica. Forse occorrerebbe riflettere prima di fare alcune considerazioni.

Alessandro Rizzo