.: Discussione: Il punto su Quarto Oggiaro

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 8 Ott 2009 - 11:40
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

Quarto Oggiaro, assedio a boss e abusivi Cittadini-detective. Sì al piano di rilancio

In nove mesi 156 arresti. Baby-spacciatori e bulli. «Troppi ragazzi a rischio»

MILANO - C’è un pitbull che fa da guar­dia al commissariato. L’aveva­no abbandonato per strada, al­la nascita. È femmina, e le fem­minucce sono meno cattive. Se la sono presa gli agenti, l’han­no posizionata dietro una can­cellata vicino all’ingresso. Un po’ sbadiglia e un po’ abbaia, senza far paura. Il pitbull, dico­no, è figlio di un cane noto in quartiere per l’aggressività pa­ri, garantiscono, a quella della sua padrona. Ieri quattro mamme hanno regalato al commissariato una torta, con dedica: «... per addol­cire tutte le amarezze procura­te dal nostro quartiere». Tra le ultime amarezze c’è l’arresto, pochi giorni fa, di un 16enne, per droga.

In totale, da genna­io, compresi i maggiorenni, ci sono stati 156 arresti. Sempre ieri ci hanno rag­giunto sei cittadini: «Se vedia­mo spacciatori, risse, pestaggi, se nelle cantine troviamo moto­rini rubati, chiamiamo la poli­zia » hanno tenuto a dire e invi­tato noi a dirlo. In fondo è qui, è questa la rivoluzione di Quar­to Oggiaro: la gente si fa senti­re, e che si sappia in giro. Fino a due anni fa le rare denunce erano anonime. Se qualcuno te­lefonava aveva sbagliato nume­ro oppure voleva minacciare. Nella Milano che dà la caccia ai clandestini, a Quarto Oggia­ro l’80% dei residenti e la stra­grande maggioranza dei delin­quenti sono italiani. L’antolo­gia criminale, i boss, i ghetti... Qualcosa è migliorato. Qual­che fortino abbattuto, qualche piazza recuperata, qualche ban­da azzoppata.

Ma può la riquali­ficazione di una periferia esse­re unicamente una questione di sicurezza? L’azione della Que­stura a Quarto Oggiaro è stata incisiva, e insistita. A chi avan­za obiezioni vengono mostrati i numeri ed elencate le opera­zioni. Ma gli altri attori istitu­zionali? Gli abitanti domanda­no per quale motivo mai non si vedano i benedetti vigili e qua­le sia l’ostacolo, lo si spieghi una volta per tutte, che impedi­sce di recuperare e riassegnare un appartamento finalmente li­berato dagli abusivi. Vorrebbe­ro sapere, gli abitanti, perché non ci si dedica a riconvertire, utilizzandoli per attività sociali o di svago, gli eterni sfitti nego­zi di piazzetta Capuana. Non ci sono prostitute, in quartiere. Nel senso che nessu­no le chiama così. Sono note per nomi e nomignoli, al massi­mo per gli appellativi legati a particolari tipi di prestazione. In realtà fanno altri lavori, poi arrotondano più che arricchir­si.

Il parrucchiere per donne di via Renato Simoni è un ometto con i baffetti ingialliti. Quasi chiede scusa per il disturbo. Vi­cino ai 65 anni, si è presentato per raccontare che per 45 anni ha lavorato e pagato ogni santa tassa eppure «mi ritrovo con una pensione di 500 euro. È giusto? » . Ci sono alcune donne, abusi­ve, e alcune lo sono da decen­ni; eppure hanno organizzato un presidio contro la politica degli sgomberi, in palazzoni già di proprietà del Comune. Chi paga con regolarità l’affitto dice: «Ci mancherebbe altro. Cacciateli». Parole alle quali se­guono i fatti: cioè segnalazioni in tempo reale di occupazioni abusive che hanno portato le forze dell’ordine a sventare 97 tentativi. Ieri l’Aler (che ha ap­pena ereditato dalla Gefi la ge­stione dei palazzi del quartie­re) ha attivato una disinfesta­zione di cantine piene di topi e zecche.

In certi palazzi popolari l’Aler vorrebbe metterci ad abi­tare poliziotti e universitari. Forze fresche e nuove, per mi­schiare e spostare gli equilibri in un quartiere stanco dei luo­ghi comuni tali anche per col­pa di certi soliti luoghi abbrutti­ti di generazione in generazio­ne. L’elenco è infinito. Il caser­mone di via Cittadini dalla mo­struosa architettura popolato da briganti vecchi e nuovi; la parte del parco di Villa Schei­bler, sul lato di via Otranto, usa­ta per lo spaccio; esterni di bar tremendamente affollati a ogni ora, di solito dagli stessi clien­ti. Fuori da uno di questi bar, verso largo Boccioni, un giova­ne lungagnone viene chiamato da una pattuglia della polizia. L’ispettore abbassa il finestri­no: «Buongiorno. Come andia­mo?». Il lungagnone: «Buon­giorno. Ho fatto i miei lunghi mesi dentro... Droga? Sì, se lo ricorda? Ah, mi ha arrestato lei... Adesso sono pulito. Non ci casco più». L’ispettore: «Te lo auguro».

campercorriere@corriere.it

Andrea Galli
08 ottobre 2009

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In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 6 Ott 2009 - 22:11
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