.: Discussione: Recinzione del quartiere Forze Armate (GESCAL)

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Andrea Giorcelli

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Andrea Giorcelli il 20 Ott 2008 - 01:32
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Rispondo anche al signor Fado.

Certi assunti gratuiti su quelle che sarebbero le motivazioni del mio operato proprio non mi vanno giù!
Non capisco in base a quali elementi si possa affermare che la mia iniziativa sia partita per difendere la possibilità degli abitanti degli isolati verso via delle Forze Armate d’attraversare il quartiere per raggiungere i vari mezzi pubblici in via Lucca, compresa la M1. Non ho nessuna convenienza, anche perché probabilmente nessuno di loro sa della mia iniziativa, che invece mi ha attirato, del tutto ingiustificatamente, gli strali degli abitanti di via Lucca e via Viterbo. Oltre a questa risposta mi sono arrivati anche dei messaggi anonimi con insulti e non troppo velate minacce (per questi mi riservo la presentazione di querele contro ignoti alle Autorità di P.S.).

L’elenco di problemi che affliggono il quartiere a causa della maleducazione di molti e della delinquenza di pochi è grave e, se è vero che la Polizia locale non ha competenza sulla viabilità privata, non è vero che in caso di reato su area privata (dal danneggiamento in su) la Polizia non può intervenire; inoltre i parcheggi condominiali in cui verrebbero abbandonate autovetture possono essere chiusi con sbarre apribili solo dai residenti, com’è stato già fatto nella maggior parte dei casi.
Capisco la preoccupazione degli abitanti riguardo alla mancanza di sicurezza, all’irrispettoso vandalismo che purtroppo ho verificato affliggere gli spazi porticati e le autorimesse, ma il punto è proprio un altro.
Sulla possibilità  o meno di recintare il grande isolato formato da via Lucca e via Viterbo non si tratta di un’opinabile scelta politica ma prima di tutto di una pura questione di diritto. Il signor Zonin vi accenna come se fosse un particolare di contorno, del tutto secondario, invece questo è il nodo fondamentale di tutta la vicenda, la ragione del mio tanto criticato operato.
Sono costretto a ripetermi, perché evidentemente non si vuole capire o non si è nemmeno letto il mio intervento iniziale sull’argomento: i terreni in questione, posti all’interno dell’isolato (oltre a quelli dove sorgono le scuole), non sono mai stati di proprietà del supercondominio, anche se non delimitati rispetto alle aree di sua pertinenza. Erano aree esclusivamente di proprietà dell’ALER che, senza forse, fin dall’inizio aveva l’obbligo di cederle al Comune di Milano come destinate a standard, cioè sostanzialmente servizi o verde pubblici, secondo una precisa convenzione del 22/12/’72, già da me citata. Tutto ciò è avvenuto, come per altri dieci quartieri ALER di Milano, solo a distanza di decenni, nel gennaio di quest’anno, per disinteresse del Comune. Ora, è ovvio che nessuno può recintare un terreno che non sia suo, pertanto, nell’interesse di tutti, ho segnalato tale irregolarità del progetto di recinzione presentato nel 2006 dal supercondominio, per evitare ci si appropriasse illegalmente di aree destinate alla collettività; questa sí, che si vorrebbe pervicacemente difendere nonostante le evidenze, sarebbe una comprovata sopraffazione, una vera azione predatoria, la prepotente pretesa di sottrarre aree altrui! E io dovrei vergognarmi, io?!
Se sia “verde” opporsi a questo lasciatelo decidere ai Verdi stessi, ma di sicuro è legittimo!
Anche se non l’avessi segnalato, prima o poi il Comune, dovendole prendere in consegna da parte dell’ALER, se ne sarebbe accorto. Allora, se la recinzione in quel momento fosse stata già completata o iniziata, si sarebbe dovuta demolire a spese dei condòmini oppure, in caso d’opposizione, ne sarebbe nato in ogni modo un lungo contenzioso. Ecco quindi che, oltre al primario interesse pubblico, ho tutelato l’interesse degli abitanti del quartiere, che mi dovrebbero solo ringraziare. Avrei potuto lasciar correre aspettando che scoppiasse il caso, invece ho preferito prevenire, evitando loro grossi problemi col Comune.

Chiunque vi racconti le cose diversamente è un gran bugiardo (ci sono le carte a dimostrare tutte le mie affermazioni) e vuole coprire i suoi errori e leggerezze, addossandomi la responsabilità del blocco del progetto, che aveva quel problema insito, non creato da me che ho avuto solo il merito, o la sfortuna, d’accorgermene.
In secondo luogo, invito a riflettere sul fatto che un conto è recintare un isolato di dimensioni contenute, tradizionali (100-200 m), mantenendo la permeabilità del tessuto urbano, senza effetti sulle percorrenze pedonali, un conto è recintare un isolato di cosí grandi dimensioni, lungo quasi un chilometro, che diverrebbe una barriera urbanistica inattraversabile. Ben si capiscono le gravi conseguenze sulla mobilità pedonale della zona, non previste da chi aveva progettato il quartiere, proprio perché l’aveva pensato come “aperto”.
Invece il quartiere Valsesia non l’ho progettato io né ho deciso io che dovesse essere recintato, in ogni caso le recinzioni non includono aree pubbliche o soggette a servitú pubblica, solo aree private, e vi sono penetrazioni dalla strada esterna all’area centrale, ove insistono il parco pubblico e alcuni servizi.


In via Viterbo, presso il numero 9, ci sono dei locali vuoti che in origine erano la sede del centro informativo e di sorveglianza (il custode) dell’intero quartiere. Non sarebbe piuttosto opportuno, è solo un mio suggerimento, ripristinare tale servizio, soppresso molti anni fa, che sarebbe veramente un presidio, una presenza umana? Di notte potrebbe essere incaricata una vigilanza privata. Tutto questo ha un costo, ma siamo sicuri che una recinzione, che pure ha un costo non indifferente e può anche essere facilmente scavalcata, sia l’unica soluzione? Poi certe cose possono succedere anche all’esterno della recinzione, invece se c’è una vigilanza che faccia rispettare con punizioni severe anche le regole condominiali, che ci sono, tutto, interno ed esterno, è piú controllato e sicuro, senza dover creare chiusure.

Ritengo che per gli obiettivi di vivibilità e piacevolezza della città (e questo sicuramente è un tema “verde”) sia preferibile e positiva, anche dal punto di vista estetico, l’assenza di recinzioni, che sono una mania italiana.
All’estero, nel nord-Europa, la maggior parte dei quartieri, anche quelli privati, sono “aperti”, senza recinzioni, chiunque vi può transitare ma deve rispettare le regole civili, è quello che dovremmo pretendere e ottenere anche noi, da parte di tutti e dappertutto.
Anche perché una volta escluso il degrado dalla mia proprietà, lo ritroverei immediatamente fuori, nello spazio pubblico, che invece dovrebbe essere considerato come un bene di tutti e non di nessuno.




Andrea Giorcelli
Consigliere della zona 7 (capogruppo Verdi)

In risposta al messaggio di Pietro Zonin inserito il 25 Set 2008 - 18:31
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]