.: Discussione: il cemento incombe sul Parco delle Cave

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Massimo De Rigo

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Inserito da Massimo De Rigo il 28 Maggio 2007 - 18:00
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Alla domenica, in fondo a via Pompeo Marchesi, numerosi cittadini di ogni eta' chiedono informazioni davanti agli enormi cantieri, rimanendo increduli su quello che si sta costruendo all'ingresso del Parco delle Cave da Quarto Cagnino, un quartiere gia’ provato dalla muraglia delle enormi case Gescal che negli anni ’70 ne ha sconvolto la fisionomia rurale e l'antico carattere storico.
Due sono i comparti:
1. il comparto B (indicato nella piantina in alto - in corrispondenza del bosco distrutto del Marcionino) ha i nuovi cartelli - del Comune di Milano e Provincia di Milano - con l'indicazione rispettivamente:- PERMESSO DI COSTRUIRE 9982 del 11 dicembre 2006 - edificio B1- PERMESSO DI COSTRUIRE 9980 del 11 dicembre 2006 - edificio B2. In questo comparto si sta lavorando attivamente con scavi in profondita'.
 2. Il comparto A (quello a ridosso dell'area naturalistica) riporta ancora la dicitura:- BONIFICA AREA V. POMPEO MARCHESI (termine lavori 23 maggio 2007)
Se siamo ancora liberi di esprimerci contro le cementificazioni - senza essere denunciati dalle cooperative per “rallentamento dei lavori” - non possiamo nasconderci che il PII Marchesi Taggia non e' uno dei tanti Programmi di Intervento standard di Milano.
Qualcuno dovrebbe smentirmi su questi dati ricavati dal progetto planivolumetrico approvato a Palazzo Marino nel febbraio 2006  - in seconda convocazione e con la maggioranza divisa - appena prima delle elezioni comunali:
1. l'incredibile contiguita' con l'oasi naturalistica  del Parco delle Cave: il PII Marchesi Taggia e' a ridosso dell'oasi naturalistica e interamente dentro la fascia di rispetto dei 300 metri dalle cave sorgive Casati e Ongari Cerutti
2. l’enorme volumetria della cementificazione (112.000 mcubi) ha il massimo indice di edificabilita' che poteva essere accettato eventualmente in un'area degradata e isolata da ogni contesto naturalistico
3. la distruzione di aree verdi private che costituiscono la porzione preponderante del PII, ma anche di superficii gia' pubbliche (il 20%, cioe' 12.000mq sono gia' patrimonio  comunale e NON privato, come si evince dal sito del Comune)
4. le sue dimensioni: (palazzoni alti oltre 28 metri, equivalente all’altezza di 9 piani, in due comparti lunghi 125 metri, profondi 65 e con una sezione trasversale di 22, il doppio rispetto alle costruzioni del vicino quartiere
5.  il traffico veicolare previsto di 1.000 auto giornaliere in un  punto strategico per l'ecosistema del Parco delle Cave
6. lo stravolgimento di un percorso "storico" presente sulle mappe  catastali tersiane del 1722: il sentiero alberato che costeggia l'alveo dell'antico fontanile Marcionino. 
Altri quesiti meritano un'attenta valutazione che nessuno, si e' mai degnato di chiarire:
1. questo nuovo quartiere di oltre mille abitanti - ad imbuto sulle cave e senza sfoghi poiche'  a ridosso delle aree lacustri - come sara' strutturato con un adeguato flusso viabilistico?  E' ammissibile lo stravolgimento viabilistico di tutto il traffico veicolare di Quarto Cagnino ma anche il prevedibile sfondamento del Parco nell'area Caldera per avere uno sbocco del traffico sulla direttrice a nord?    
2. la nuova barriera di cemento avra' riflessi sugli stormi migratori  che sorvolano - da sempre - proprio quell'area e sugli habitat del Parco delle Cave?
3. che effetti avranno auto, caldaie e condizionatori nel delicato contesto attiguo e protetto?
Per questi legittimi dubbi, il progetto crea perplessità anche negli uffici della Regione Lombardia e della Soprintendenza della Lombardia, che hanno chiesto al Comune di sottoporre l’intervento ad una “valutazione d’impatto paesistico”- a tutt’oggi senza risultati.
Comunque vada, questa edificazione non nasce con buoni auspici. 
I 112.000 metri cubi di cemento e le mille auto giornaliere del PII Marchesi Taggia a ridosso dell'oasi naturalistica del Parco delle Cave, resteranno una sconfitta collettiva, che ha escluso la globalità della cittadinanza da una scelta motivata come “riqualificazione ambientale" per privilegiare una minoranza. 
L’iter del nuovo quartiere, sin dall'inizio, ha frantumato l’unità delle associazioni del Parco delle Cave dividendo un gruppo prima compatto nella sua difesa. 
Questa divisione e' poi proseguita, con le medesime associazioni favorevoli al PII Marchesi Taggia e la medesima cordata politica, nel distruggere l'unita' di gestione del Parco delle Cave, prima affidata ad ItaliaNostra ed oggi in pieno marasma... 
L’edificazione prosegue il percorso distruggendo un bosco nel silenzio.
Funzionari della Provincia di Milano e del Comune disconoscono la presenza di un antico fontanile, il “Marcionino” legato alle miracolose guarigioni di don Giuseppe Gervasini: "el Pret de Ratanà", venerato dai milanesi ancora oggi a sessantacinque anni dalla sua morte. 
Resto a disposizione, assieme ai cittadini piu' sensibili, per ogni intervento che salvi il salvabile.
Massimo de Rigo

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vista 3D del PII Marchesi Taggia 20
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