.: Discussione: Acqua potabile "L'oro di oggi e del domani"

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Germana Pisa

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Inserito da Germana Pisa il 1 Apr 2007 - 11:25
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Spot (radio 24) del novembre 2006 : "Il futuro non è il petrolio, è l’acqua…Banca Fideuram ti puo’ dire di piu’ sui tuoi investimenti".

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Ho ripescato un libro dei primi anni 2000: "Fuori i mercanti dall'acqua" - leggi e trattati - come si privatizza una risorsa pubblica. Mi aveva molto colpito leggere quanto poco (eufemismo) costi alle imprese di imbottigliamento la concessione e quanto invece tanto costi a noi. Un brano (ci sono cifre espresse in lire, il testofu scritto dal magistrato Marco Manuzio sul finire del secolo, ma il sospetto è che da quella data le cose non siano un granche cambiate)

"....Le acque minerali, da qualche decennio costituiscono un grande affare, soprattutto in Italia, ove si registra il più alto consumo mondiale pro capite: nel 2000 si sono bevuti 9 miliardi di litri di acque minerali, per un valore complessivo pari a 5.500 miliardi di lire.
Tale ragguardevole cifra è stata quasi totalmente appannaggio di poche imprese di imbottigliamento (Nestlè, Danone, San Benedetto, Uliveto e Rocchetta) , sia pure dissimulate sotto una pluralità di etichette.
Interessi tanto rilevanti non potevano essere turbati e sconvolti; non si potevano certo far dipendere i profitti di quelle imprese da limiti di compatibilità ambientale, o, peggio, da criteri ditributivi di solidarietà.
Però, nonostante i nobili principi sanciti dal legislatore per l’uso dele acque (legge Galli - n. 36) gli abitanti di Riardo continueranno ad avere un approvvigionamento idrico insufficiente. (qui si accenna al caso del comune italiano dove la Ferrarelle ha acquistato la fonte..) …per consentire l’indisturbata attività d’impresa di imbottigliamento.
Ma l’aspetto più scandaloso della vicenda va individuato nelle modalità di concessione dello sfruttamento delle fonti ai privati.
La materia è, infatti, tuttora regolata dal regio decreto n. 1443 del 1927, che non ha subito sostanziali modifiche.
Le uniche innovazioni intervenute riguardano:
a – il limite di durata delle concessioni, fissato in dieci anni dal decreto del Presidente della Repubblica n. 620 del 1955, ma con possibilità di rinnovo;
b – il passaggio dallo stato alle regioni della competenza delle acque minerali stesse, disposto dall’art. 61 del D.P.R. n. 616del 1977) ;
c – l’aggiornamento del canone annuo di concessione, originariamente fissato in lire 5 (cinque) per ogni ettaro di superficie compreso nei limiti della concessione medesima;
..In ordine a quest’ultimo punto basti ricordare che a tutt’oggi in Campania, la Ferrarelle (gruppo Danone) paga un canone annuo di lire 981.000; in Abruzzo la S.Benedetto paga lire 1.075.000 (unmilioneesettantacinquemila( ; ancora in Campania, la Lete versa alla regione lire 111.000 (centoundicimila) .

E’ stato calcolato che in Lombardia i produttori privati di acque minerali pagano l’acqua minerale alla regione, attraverso i canoni di concessione, in media lire 0,02 al litro (non è un errore di stampa, si tratta proprio di due centesimi di lire ogni litro), mentre nella regione stessa i costi di smaltimento (come rifiuti solidi) dei contenitori di plastica (prevalentemente bottiglie di acqua minerale ) ammonta a circa 50 miliardi di lire l’anno.
Le imprese dispongono, in pratica, della materia prima (acqua di pregio) a costo zero e, per giunta, scaricano sulla collettività i costi di smaltimento delle bottiglie. …"

(brano tratto dal libro: "Fuori i mercanti dall'acqua" - di Marco Manunta - MC editrice Sas, Milano)

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In risposta al messaggio di Marco Dotro inserito il 13 Mar 2007 - 12:50
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