.: Discussione: Corso Buenos Aires, passeggiata indecente

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 10 Dic 2007 - 10:24
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da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/12_Dicembre/10/corso_buenos_aires.shtml



Shopping: marciapiedi stretti, auto in doppia fila, traffico in tilt

Corso Buenos Aires: «Troppa incuria»

I negozianti: serve un piano antidegrado. Settanta commercianti escono dall'associazione della quarta arteria d'Europa


Nell'altalena degli affari prenatalizi («sabato il pienone, oggi vendite dimezzate», si lamentava nella domenica uggiosa più d'un commerciante), corso Buenos Aires si divide. A un anno dalla rivolta contro gli ambulanti abusivi, nella quarta arteria commerciale d'Europa riesplode il malcontento. Perché «i marciapiedi sono stretti, pieni di buche e rattoppi», perché «non c'è un filo di verde», perché se non ci fossero le luminarie e le luci delle vetrine anche di notte «sarebbe buio pesto, con impianti di illuminazione che risalgono al tempo del fascismo ». E dal malessere germoglia una seconda associazione di via: una settantina di commercianti - ma la campagna acquisti è appena cominciata - abbandona Ascobaires, la storica associazione, per fondare Buenos Aires Futura. Non a caso sotto Natale, quando il traffico e la ressa da shopping manda in fibrillazione la città dal centro alla periferia. «Non basta pensare alle feste di via e alle luminarie di Natale. Serve un progetto di riqualificazione e rilancio. Siamo secondi come centro d'attrazione per lo shopping solo al Quadrilatero ma dimenticati dal Comune», spiega Marco Luti, da 47 anni in Buenos Aires con un negozio di biancheria.

Pochi abusivi nei giorni di Sant'Ambrogio. «Sono tutti agli Oh bej Oh bej», chiariscono in una caffetteria. Si percorre quel chilometro e mezzo di via, da piazza Loreto a piazza Oberdan, lasciandosi trascinare dalla ressa. Un miglio di strada che è la spina dorsale della città e ha oltre un secolo di vita, dove si concentrano 400 negozi e dove c'è tutto, dal ferramenta Collini (1864) alla cappelleria Mutinelli (1888) alle grandi firme. Chiuso in un cassetto il progetto firmato da Italo Rota: marciapiedi ampi e alberati, panchine. «Da almeno 10 anni», conferma uno degli ex presidenti Ascobaires, Paolo Uguccioni, che è tra i dissidenti ed è anche a capo del comitato di quartiere Venezia-Baires. Ma l'attuale presidente di Ascobaires, Gabriel Meghnagi, che gestisce le vetrine di Furla sul corso, toglie ossigeno ai rivoltosi: «Riqualificazione? Cosa c'è che non va? Tra le associazioni di via la nostra è la più attiva».

Si pensa già alla festa del 30 marzo, «una fiera del gusto formato quartiere. In contemporanea con la decisione sull'Expo», dice Giorgio Montingelli, dell'Unione del Commercio. Ma la nuova associazione dichiara fin d'ora guerra al Comune, se continuerà «ad ignorarci», e all'Unione stessa che «pensa solo al centro storico». La nuova rivolta lascia perplesso il presidente del consiglio di zona, Viola: «Certo è la via delle contraddizioni - commenta - . E' un asse viabilistico irrinunciabile, non lo puoi chiudere alle auto. E' una via commerciale che richiederebbe marciapiedi di dieci metri, gli alberi non ci possono stare, perché sotto c'è il metrò. Non è facile trovare una soluzione».

Paola D'Amico
10 dicembre 2007
In risposta al messaggio di Enrico Vigo inserito il 12 Nov 2006 - 16:37
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