.: Discussione: Progetto pista ciclabile in zona 3

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 28 Maggio 2007 - 15:58
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E' incredibile, inoltre, l'inerzia del Comune nel realizzare piste ciclabili ma la rapidità con cui ha deciso di sanzionare i ciclisti che, per non rischiare la vita sulle strade di Milano, percorrono tratti di marciapiede.
La solita guerra tra i poveri, i pedoni e i ciclisti, come dice giustamente Massimo Mulinacci di zona 5 (v. criflessioni qui sotto riportate); mentre i ricchi, ossia le auto e i loro guidatori, possono e debbono poter circolare e parcheggiare sempre e ovunque. Infatti, intervenuto in questo dibattito, il Sig. Ferraris ritiene che "Non si può pretendere che un automobilista prima di curvare ad un incrocio nel traffico caotico di Milano debba controllare anche le piste ciclabili.... "... ma poverini questi automobilisti !!! perché mai dovrebbero guardarsi intorno prima di fare manovra ... forse perché lo impone comunque il codice della strada?!?! e il traffico caotico non giustifica un comportamento meno civile e rispettoso delle regole di buona convivenza ...ahh,  dimenticavo, con le auto di oggi e soprattutto con i SUV, tanto in voga a milano (anche per accompagnare i bambini a scuola!) non è così semplice guardarsi intorno prima di svoltare!!!!
A parte le battute, il nostro Comune deve smetterla di usare le fanfare per proclamare quello che farà e quello che non va e di non passare mai dalle parole ai fatti; peraltro i fatti non sono solo i divieti e le sanzioni, in maniera indiscriminata e persecutoria, ma sono anche le iniziative propositive di miglioramento della viabilità e della vivibilità in Milano.

Sul tema ecco uno scambio di battute tra Massimo Mulinacci (il problema ovviamente non ha i confini della nostra zona, ma interessa tutta l'area metropolitana) ed Eugenio Galli di Ciclobby, che del problema se ne occupa da anni!

"I ciclisti, nuovi dèmoni del comune, male del mondo civile...
Caro Eugenio,
questa storia dei Pedoni contro i Ciclisti, l'ho vista montare un giorno dopo l'altro sulle pagine di Repubblica; non so gli altri quotidiani perché li leggo raramente.

Ma perché?

Brevemente ti dico il mio perché:

I motorinisti e gli automobilisti fanno un uso selvaggio e criminale del marciapiede, ma nessuno crea questioni, men che meno Repubblica. Non parliamo del Comune, che si sa com'è...

Sarà che i giornali vivono di pubblicità? le bici, si sa, non danno grandi introiti pubblicitari, figurati i pedoni; le auto e le moto invece...

paginoni!.

Io adoro sia camminare e pedalare; dovrei litigare con me stesso?

Perché i nostri giornalisti "milanesi" (Gaber aveva un'opinione molto netta sulla categoria... ), invece di creare guerre tra "poveri", non fanno invece campagne sui problemi veri, ad esempio sul fatto che è impossibile camminare sul marciapiede, senza dover cambiare direzione più volte per evitare veicoli in sosta oppure camminare con il timore di essere stirati dalle moto?

Succede solo nella mia zona?

Grazie per l'ospitalità.

Massimo Mulinacci

Responsabile progetto "Via Verde"

P.S. Ricordo che, per la Zona 5, c'è il progetto della Via Verde, dove la coesistenza tra pedoni e ciclisti è uno dei punti di forza del progetto.
I pedoni ed i ciclisti devono condividere lo spazio del marciapiede; se li sgomberiamo da veicoli vari e li sistemiamo, ci sarà molto più spazio da condividere."


Ovviamente, purtroppo, non succede solo in zona 5.

Eugenio Galli risponde così:
"Io non darei la colpa dell'assurda polemica che sta montando a proposito di circolazione delle bici in città ai giornalisti che ne scrivono, perché  mi sembra fin troppo facile prendersela con loro.

Certo, il sistema mediatico dà spesso fiato a polemiche sterili, urli, irragionevolezza, e ci mette di fronte alla difficoltà di esercitare un pensiero in maniera lucida e coerente.
Ma qui le riflessioni ci porterebbero ai "lettori" che cercano e assecondano un certo tipo di informazione, e il discorso temo che andrebbe a finire molto lontano.
La pretestuosità della discussione di questi giorni mi pare evidente, fino all'ultima "uscita" di targare le biciclette, sostenuta (mi pare senza buoni argomenti, come ho cercato di dimostrare) dal presidente di Assoedilizia e condivisa da qualche assessore.

Qualcuno giunge a sostenere che i ciclisti, qui additati come categoria anziché come persone, pretendono di essere intoccabili: bum!

Se si vuole sanzionare chi oggi circola in bici comportandosi in maniera incivile, mettendo a repentaglio anche la sicurezza altrui, lo si può già fare. E non perché sta scritto in una circolare della Polizia Locale, bensì perché lo prevede il Codice della strada e, prima di esso, il buon senso e il rispetto civico.
Ciò vale per i ciclisti, per i pedoni, per gli automobilisti. Vale per tutti gli attori della circolazione.
Che poi non lo si faccia, così come non si sanzionano i veicoli in sui marciapiedi, le auto in seconda e terza fila, sui passaggi pedonali, sugli scivoli per i disabili, le mancate precedenze ai pedoni sugli attraversamenti pedonali, l'occupazione delle corsie riservate ai mezzi pubblici, gli eccessi di velocità e via seguitando, è un altro paio di
maniche, ma non dipende dalle negligenze addebitate ad alcuni ciclisti.
Una qualche ricerca sui motivi si potrebbe magari fare dalle parti di piazza Beccaria...

E chissà se qualcuno inizierà a chiedersi da quanti decenni Milano è FERMA sulla mobilità ciclistica. Ferma, inchiodata, immobile. Ma non perché... incolonnata nel traffico, bensì proprio perché sta con la sua testa da
tutt'altra parte. Negando ostinatamente spazio e attenzione alla "mobilità dolce", a cui viene sostanzialmente detto: "Arrangiati!", magari anche aggiungendo il gesto dell'ombrello.

Max si chiede: perché accade? Non lo so.

Ma se mi chiedo "a chi giova?", la risposta che mi viene è una sola:
questa polemica ringhiosa è obiettivamente funzionale agli interessi del partito dell'auto-a-tutti-i-costi, che trova comodo distrarre l'attenzione dai gravissimi problemi che attanagliano la città in tema di traffico, inquinamento, sicurezza stradale. Per poter continuare a fare il proprio comodo come sempre è avvenuto in questi anni e decenni. Quelli che utilizzano due, tre, quattro auto per famiglia...
Molti di voi sanno bene quanto questo partito, a Milano e non solo, sia forte e condizionante.

Quanto sia anche mutevole nelle sue espressioni: al punto da far apparire come opere di progresso, per dire, parcheggi a rotazione costruiti sotto i monumenti storici della città o in pieno centro storico.
Spero che non venga meno il senso di ragionevolezza almeno tra noi, e che ciclisti e pedoni si uniscano per manifestare insieme il desiderio di un'altra città possibile.
E per pretendere con forza da chi amministra che venga tolto spazio alle auto per restituirlo alla città e ai cittadini.

Un caro saluto
Eugenio"

Forse nelle parole di Eugenio Galli c'è la risposta anche all'inerzia di Zona 3 ... perché "UBI MAIOR (il Comune) MINOR CESSAT (la nostra Zona 3!!).

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
In risposta al messaggio di Marco Morandi inserito il 27 Maggio 2007 - 12:36
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