.: Discussione: Largo Rio de Janeiro, cantieri eterni - Non resta che sperare nell’Expo

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 24 Set 2010 - 11:14
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

Largo Rio de Janeiro, cantieri eterni
Non resta che sperare nell’Expo

Gentile signora Bossi Fedrigotti, leggendo sempre le Sue risposte in Cronaca di Milano ho notato che del problema che le viene sottoposto, oltre alla parte di chi protesta o si lamenta, lei, quando è possibile, cerca di vedere anche l'altro lato della medaglia: in ciò che è causa di malumore o peggio cerca di vedere, se c'è, qualcosa di positivo. Potrebbe, per favore, per noi che siamo in largo Rio de Janeiro, tanto per risollevarci un po’ il morale, trovare qualcosa di positivo nello sconcio in cui viviamo da vari anni per i lavori interrotti dei parcheggi sotterranei? Suggerirei, se mi permette, di farci balenare la speranza che nell'anno 2015 (o, a sua scelta, nel 2020) si sia almeno fatto un poco di ordine e di pulizia. La ringrazio di cuore e le porgo i migliori saluti. Gabriele Cortella

Gabriele Cortella

Prima di tutto la ringrazio per leggermi con attenzione, gentile signor Cortella: in effetti, quando mi riesce, faccio sempre il possibile per trovare anche un'altra faccia della questione che mi si pone, per non far prevalere la depressione, sia in me come in coloro che scrivono. Quando mi riesce, però, cosa che non sempre si verifica, come per esempio, in questo caso. Mi colpisce il suo, il vostro, immagino, sconsolato sarcasmo, e lo comprendo in pieno. Sono, infatti, passata a vedere più volte, anche a distanza di anni, la situazione del vostro quartiere, e ho visto avanzare non i lavori bensì il degrado. Tre anni fa venni assieme ad alcuni colleghi in largo Rio de Janeiro con il camper del Corriere, e fummo travolti dalle proteste degli abitanti del quartiere contro le devastazioni del cantiere: scrivemmo vari articoli, tornando periodicamente sull'argomento, e davvero non avremmo immaginato che a tanto tempo di distanza la situazione sarebbe stata non molto diversa da allora. Il traguardo, allora, non era, come adesso, che viene tirata in ballo per qualsiasi cosa —anche per i cestini della carta troppo pieni —la mitica Expo, ancora troppo lontana all'orizzonte. Si parlava di due anni al massimo per vedere terminati i lavori. E invece eccoci qua. L'unica cosa che mi azzardo a dirle è, dunque, che, sì, possiamo e dobbiamo confidare che nel 2015, per l'inizio dell'Expo, anche la vostra piazza sarà di nuovo in ordine. Si auspica, infatti, che, in vista di quella data, amministrazione e costruttori trovino la soluzione per risistemare il quartiere da troppo tempo dissestato. Non so se questo potrà davvero consolarla, anche perché, probabilmente lei lo sa bene, il silenzio che avvolge la questione non è mai un buonissimo segno. Ed è soprattutto questa la ragione per la quale pubblico la sua lettera, voce sommessa, però forse in grado di interrompere l'oblio.

Isabella Bossi Fedrigotti
24 settembre 2010