.: Discussione: APPELLO:CAMILLO IL PAZIENTE PSICHIATRICO CHE NESSUNO VUOLE

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Anna Di Scipio

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Inserito da Anna Di Scipio il 7 Ago 2010 - 11:03
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Nessuna comunità protetta accoglie l'uomo, affetto da schizofrenia paranoide grave e insufficienza venosa, al momento ricoverato all'ospedale San Carlo di Milano.

 Nessuno vuole Camillo. E ora la magistratura vuole capire perché. Camillo è un senza dimora affetto da schizofrenia paranoide grave: è ricoverato all'ospedale San Carlo che lo sta ospitando in attesa che il Centro psicosociale (Cps) di zona 18 e la Regione Lombardia, riescano a trovare una comunità protetta in grado di assisterlo e curarlo.

Una struttura, la Villa San Benedetto di Albese con Cassano (Co), sembrava disposta ad accoglierlo per un breve periodo (fino al 10 ottobre), ma poi il 2 agosto ha detto di no. Nei giorni scorsi il giudice Laura Tragni, del Tribunale di Milano, ha inviato una richiesta di chiarimenti al Cps di via Soderini perché vuole capire "i motivi del sopraggiunto rifiuto al ricovero".

 Per trent'anni ha vissuto in piazzale Baracca, solo con le "voci" che sente e che sono all'origine della sua vita in strada. Perché Camillo ha avuto anche una vita "normale": faceva il metronotte, fino a quando, è finito sui giornali perché si era messo a sparare ai passanti. La sua unica fortuna è quella di aver incontrato i volontari della Croce Rossa e della suore di Madre Teresa di Calcutta. In particolare Laura Ferrario, che da volontaria ora è diventata, per disposizione dell'autorità giudiziaria, amministratore di sostegno di Camillo. Sta facendo decine di telefonate in tutte le strutture sanitarie della Lombardia, ha smosso gli uffici dell'assessorato alla sanità della Regione e anche il sottosegretario alla salute, Eugenia Roccella, che ora si stanno occupando della vicenda.

"Camillo non può tornare in strada -racconta Laura Ferrario -. Oltre ai disturbi psichiatrici, soffre di un'insufficienza venosa che gli procura piaghe che hanno bisogno di medicazioni costanti. Rischia di morire se viene lasciato a se stesso".

 FINORA PERO' UN POSTO PER CAMILLO NON E' SALTATO FUORI.

"Ho l'impressione che nessuno lo voglia perché è un caso complicato e nessuno vuole farsene carico - commenta amaramente Laura Ferrario -. Sto incontrando molti psichiatri che si nascondono dietro il fatto che Camillo non è sempre consenziente a farsi curare. Il punto è che non è capace di intendere e volere e di prestare validamante il proprio consenso alle cure. In questi casi è fatto obbligo giuridico e morale ai curanti presumere il suo consenso alla vita, se solo non fosse presente la patologia psichiatrica grave di cui soffre. Camillo lasciato a se stesso rischia di morire".

AIUTIAMOLOSmile

E CI RIVOLGIAMO SOPRATUTTO ALLA COMMISSIONE SERVIZI SOCIALI PERCHE' PRENDA ATTO DEL FATTO CHE PURTROPPO DA SVARIATO TEMPO I PAZIENTI SEGUITI DAL CENTRO PSICOSOCIALE DI ZONA 6 SONO TROPPI E LASCIATI MOLTO SPESSO A SE STESSI .

 CHIEDIAMO DI INTERVENIRE PRESSO IL COMUNE DI MILANO PER DARE UN SUSSIDIO ED UNA ASSISTENZA ADEGUATA SENZA RIMPALLO DI RESPONSABILITA'  A QUESTE PERSONE SFORTUNATE LA CUI UNICA COLPA E' DI ESSERE AMMALATI E SOLI.

RIFLESSIONE: NON SAREMMO NOI GLI AMMALATI?

 

Associazione Consiglieri di strada

 

La Presidente Di Scipio Anna