.: Discussione: Expo 2015: il Sindaco Moratti presenta il masterplan del sito espositivo
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Dal notiziario chiamaMilano di ieri 30 aprile 2010.
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin ----------------------------------------- L’ORTO DELL’EXPO E L’ORTICELLO DELLA POLITICA Presentato il master plan dell’Esposizione universale, ma è di nuovo scontro sui poteri e sulle competenze ![]() Due anni due per produrre qualcosa si avvicinasse ad un progetto. Ma cosa contiene il sogno che diventa realtà? Sarà un’isola circondata da un canale d’acqua, un grande orto di 110 ettari distribuita lungo due assi, il Cardo e il Decumano della città romana. Lungo il primo si snoderanno le aree espositive di tutti i paesi partecipanti, lungo il secondo i lotti assegnati all’Italia. L’idea è quella di ricreare articifialmente le condizioni climatiche dei diversi paesi del mondo e osservare le coltivazioni che nascono e si sviluppano in presenza di esse. Tanto verde, tanta acqua; e poi un’arena per ospitare giochi d’acqua e installazioni artistiche, un anfiteatro per i concerti e il Performance Centre, con diverse sale pronte ad ospitare dibattiti, proiezioni ed esposizioni. Quasi tutti i materiali con cui verranno costruiti i padiglioni saranno riciclabili e sostenibili. Una volta finito l’evento molte strutture verranno demolite e sull’area, secondo i progetti, sorgerà la nuova Saxa Rubra, un quartier generale della Rai di Roma versione meneghina. Così, almeno, ha auspicato il vice Ministro Paolo Romani. Il Sindaco assicura che Expo lascerà in eredità alla città il parco più grande d’Europa, uno spazio verde di 800 ettari che andrà dalla Darsena a Rho Pero. E poi ci sarà il potenziamento delle infrastrutture: “la realizzazione delle nuove linee M4 da Lorenteggio a Linate, e di M5 da Bignami a San Siro, il prolungamento delle metropolitane M1 fino a Monza Bettola, della M2 fino ad Assago e della M3 fino a Comasina”. Ma tanto entusiasmo sembra destinato a infrangersi ancora una volta contro il muro eretto da Tremonti a difesa dei conti pubblici. Il libro dei sogni che diventano dunque realtà. Peccato che molti di quei sogni siano nel cassetto da molto prima della vittoria di Parigi. La realizzazione di M4 e M5, ad esempio, è stata decisa e in buona parte finanziata quando al governo c’era ancora Romano Prodi e al Ministero delle infrastrutture Antonio Di Pietro. L’unica novità è che molto probabilmente la M4 verrà ridimensionata. I tecnici del Comune sostengono che il tempo è poco per costruire una linea ex novo che colleghi Forlanini e Lorenteggio. Più probabilmente si realizzerà una versione extra small del progetto iniziale, con sole 6 fermate invece di 22, da Linate a Piazzale Dateo. Il prolungamento della M3 fino a Comasina invece, deciso nel lontano 1996, sarà pronto il prossimo febbraio, in ritardo di 5 anni sulla tabella di marcia. Anche la Bre-Be-Mi , la Pedemontana e la Tangenziale Est sono grandi opere decise in precedenza che costeranno 7,7 miliardi. Ma anche se il Sindaco continua ad elencarle tra i lasciti del grande evento, non si gioveranno dei finanziamenti collegati direttamente all’Expo. E a proposito di metropolitane: è su questo campo che il Primo Cittadino e il Vice Ministro ai Trasporti Roberto Castelli sembrano destinati a scontrarsi nuovamente. L’ha detto apertamente l’alfiere di Bossi nel corso della presentazione del Master Plan: quando si insediò il nuovo Governo erano in pochi a gioire per l’ereditata vittoria di Milano. Più volte, insieme al Ministro dell’Economia Tremonti, Castelli si è messo di traverso vietando lo sforamento del patto di stabilità per l’organizzazione dell’evento e negando l’urgenza di far arrivare soldi a Milano per le metropolitane. Ora che i finanziamenti del Cipe (Comitato interministeriale per la politica economica) hanno ricevuto l’approvazione della Corte dei Conti, Castelli è pronto a salire sul carro del vincitore, autocandidandosi a commissario speciale per la realizzazione di M4 e M5. “I tempi sono strettissimi –ha detto il vice Ministro– Non c’è un minuto da perdere”. Pronta a difendere con le armi e con i denti i suoi poteri il Sindaco, che ha fatto presente come le due opere rientrino nel pacchetto di competenze affidatole con il titolo di Commissario speciale per l’Expo. L’ha fatto con un gesto emblematico: ha inviato a Castelli il plico con il decreto del governo relativo all’evento. Un promemoria, diciamo così, da ricordare qualora al vice ministro venisse in mente di manifestare altri sogni di gloria. Che la Lega sgomiti per avere più poteri in Lombardia non è mistero, che il Primo cittadino non sia intenzionato a far retromarcia su quello che probabilmente sarà ricordato come l’unico obiettivo centrato del suo mandato nemmeno. C’è poi il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, che ha messo le risorse della finanziaria del Pirellone sulle aree dove verrà realizzata l’Esposizione universale. Al di là delle apparenze, della retorica del sogno e del decantato “lavoro di squadra”, sembra evidente che il vero campo su cui si continuerà a giocare la partita non sia quello ortofrutticolo dell’esposizione universale quanto, ancora una volta, quello politico. Giulia Cusumano -------------------------------- I DUELLANTI Sul palco del Teatro Strehler va in scena il masterplan dell’Expo, dietro le quinte è ancora scontro ![]() In sette mesi di lavoro la squadra guidata dall’ex Ministro Lucio Stanca ha prodotto (in oltre 26.000 ore di lavoro come ha vantato lo stesso Amministratore delegato di Expo 2015) ben 24 pagine di elaborazione che hanno dato un volto un po’ meno confuso al milione di metri quadri che tra meno di cinque anni dovrebbero accogliere –secondo le sempre meno rosee previsioni– circa 20 milioni di visitatori (le stime di due anni fa erano di 29 milioni). Anfiteatro, planetario, parco, laghetto sui quali aleggiano appetiti cementizio-speculativi e che non sciolgono i nodi più intricati e importanti. Anzitutto chi eserciterà davvero il potere sull’evento che bene o male metterà Milano sulla ribalta mondiale nel 2015, in secondo luogo la reale consistenza delle risorse da destinare alle infrastrutture. Il sindaco di Milano, il Governatore Formigoni, il Sottosegretario Castelli e sullo sfondo il Ministro Tremonti e il Premier sono i protagonisti dell’ennesimo round di un match che si interseca con gli equilibri interni ad una maggioranza in fibrillazione sia per le crepe apertesi nel PdL che per le pretese crescenti della Lega. Il primo Cittadino di Milano, sempre in attesa della riconferma tutt’altro che scontata per il 2011, è sotto assedio: da una parte Formigoni e gli interessi della galassia ciellina, dall’altra Castelli a rappresentare la Lega. Sullo sfondo, come detto, il Premier, che per il momento adotta la strategia del divide et impera per arginare gli uomini di Bossi e al contempo continuare a tenere nel recinto lombardo Formigoni, e soprattutto il ministro Temonti che proprio ieri ha fatto sapere al Parlamento, per bocca del suo vice Giuseppe Vegas, che gli investimenti per l’Expo non potranno essere sottratti al patto di stabilità. Tanto per far capire sia al Sindaco che al Governatore che i cordoni della borsa sono saldamente nelle mani del “superministro” dell’economia e che le continue richieste di deroghe che provengono da Palazzo Marino cadranno ancora nel vuoto. B.P. |
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