.: Discussione: Disordini in Via Padova
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Da milano,corriere.it:
Il Tar accoglie il ricorso di due locali annullando in parte l’ordinanza Via Padova, dimezzato il coprifuoco Sospeso il provvedimento del Comune: «Eccesso di potere». Le misure restano solo su 2 chilometri di strada MILANO — Coprifuoco dimezzato. Il pacchetto sicurezza firmato dal sindaco Letizia Moratti per «contrastare il degrado urbano» di via Padova viene ridimensionato dal Tar: i giudici hanno bocciato ieri «l’estensione generalizzata» delle limitazioni di orario imposte a phone center, bar, kebab e centri massaggi dopo l’omicidio di un 19enne egiziano e la rivolta etnica del 13 febbraio. La stretta al commercio, avviata il 18 marzo su tutti e sei i chilometri di strada, è viziata da «eccesso di potere per difetto di motivazione». In sostanza: l’allarme sociale c’è, in via Padova, ma non ovunque allo stesso modo. In fondo al quartiere, a quasi tre chilometri dalla «zona rossa» e problematica, ci sono un ristorante e un night club. Hanno fatto ricorso al Tar, l’hanno vinto. E ora costringono il Comune a riscrivere le regole: «Ridurremo l’area di applicazione del provvedimento ». Il coprifuoco, da lunedì, sarà dimezzato: la linea dura finirà al chilometro due. La sentenza, anzitutto, cancella un marchio: via Padova non è un’unica metastasi nel tessuto di Milano, una vena marcia, una periferia incurabile. Non tutta, almeno. I giudici non hanno smantellato l’impianto dell’ordinanza anti degrado (nata per «tutelare la sicurezza e l’incolumità pubblica»), ma insistito sulla necessità di circoscrivere il provvedimento, lì dove si presentano i «fenomeni di maggior allarme sociale», le irregolarità e le risse, le violazioni e l’abusivismo commerciale. In pratica, nel tratto di via Padova in cui si concentrano le attività etniche, il primo, quello che gravita su piazzale Loreto. «Il Tar non ha accolto la parte dei ricorsi motivata dai danni economici e dalla concorrenza sleale» osserva il vicesindaco Riccardo De Corato: «Dunque, le regole restano, anche se su scala ridotta. Allungheremo solo gli orari dei ristoranti». Il sociologo Aldo Bonomi s’interroga invece sulla natura del coprifuoco: «Io sostengo che la sicurezza di un territorio si ottiene aumentando il controllo sociale, e non soltanto mettendo in campo il meccanismo repressivo della sicurezza». Armando Stella 16 aprile 2010 |
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