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La polemica - I negozianti: entrate in calo dell’8 per cento
Via Padova, da oggi scatta il coprifuoco
I giudici del Tribunale del Riesame: «Certi episodi potrebbero ripetersi». Attesa la Moratti
MILANO - Il coprifuoco scatta oggi. In via Padova bar e take away dovranno chiudere a mezzanotte, i phone center alle 22 e i centri massaggi alle 20. Pena una multa da 450 euro. È la risposta del Comune ai disordini etnici scoppiati il 13 febbraio dopo l’omicidio di un giovane egiziano. Una rivolta che rischia di non rimanere isolata, almeno secondo i giudici del Tribunale del Riesame che nei giorni scorsi hanno respinto l'istanza di scarcerazione avanzata dai legali di quattro egiziani fermati poche ore dopo gli scontri: «È ben vero che occasioni di tensione - scrive il collegio presieduto da Paolo Micara - in una città come il capoluogo lombardo, multietnica e con quartieri in cui è difficoltosa la convivenza tra persone di diversa provenienza, si possono riproporre».
Oggi in via Padova arriverà anche Letizia Moratti che nel suo sopralluogo incontrerà Don Piero Cecchi, il parroco di San Giovanni Crisostomo. Il sindaco troverà però anche chi protesta. La milanesissima enoteca della via, il Ligera, ha già annunciato azioni di disobbedienza civile contro il coprifuoco imposto per ordinanza. A fianco dei gestori del locale anche un gruppo di consiglieri comunali del Pd: «Due anni fa i giovani proprietari italiani del Ligera hanno deciso di scommettere su via Padova e il loro locale è diventato punto di riferimento italiano dei tanti giovani della zona. Ora, grazie alle ordinanze della Moratti, rischiano di chiudere».
Tra i commercianti della zona il malumore è palpabile. L’Epam, l’associazione che raccoglie i pubblici esercizi della città, è tornata ieri a criticare le ordinanze anti-degrado. Le prime stime sugli effetti del coprifuoco non inducono all’ottimismo: «La chiusura anticipata a mezzanotte, anziché alle due, avrà come effetto immediato una riduzione media dell’otto per cento degli incassi. «Il Comune ha deciso di colpire chi tiene le insegne accese e chi ha un ruolo nel quartiere —accusa Alfredo Zini, vicepresidente dell’associazione-. Noi paghiamo le tasse tutto l'anno e poi ci arrivano queste limitazioni che ci costano dal 6 all'8% di mancati guadagni». Replica affidata al vicesindaco Riccardo De Corato: «Forse Epam non sa che l’ordinanza sulla limitazione degli orari per gli esercizi pubblici di via Padova è stata condivisa parola per parola con l’Unione del Commercio». Andrea Senesi 25 marzo 2010
In risposta al messaggio di Marco Righetti inserito il 15 Feb 2010 - 15:18