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dalla parte del cittadino I benemeriti di Milano scelti con il manuale Cancelli
Gentile signora Bossi Fedrigotti, tra gli insigniti dell’Ambrogino d’oro c’è anche il giornalista Maurizio Belpietro; mi chiedo quali meriti abbia che non avesse Enzo Biagi, al quale è stata negata, per un pregiudizio politico?
Mario Pellini
Ho ricevuto varie lettere in tema di «Ambrogino mortificato dalla politica» come ha scritto un lettore che s’interrogava sulla ragione del riconoscimento a Marina Berlusconi, dopo che, l’anno scorso, già l’aveva avuto la casa editrice Mondadori. Alla luce dei fatti, è inutile farsi delle illusioni: meglio rassegnarsi all’evidenza che anche l’Ambrogino d’oro è diventato uno strumento politico, utilizzato con grande attenzione. E la scelta di premiare la figlia del presidente del Consiglio è particolarmente significativa in questo senso, in considerazione del fatto che il sindaco di Milano ha annunciato la sua decisione di ricandidarsi per un secondo mandato, decisione che ha ovviamente bisogno del potente avvallo superiore. Del resto, basta guardare la lunga lista dei premiati di quest’anno come anche quella degli ultimi anni, per comprendere che le scelte sono sostanzialmente influenzate da ragionamenti di carattere politico. Perché altrimenti verrebbero osservate con tanto rigore le regole del codice Cencelli? Per una Medaglia a Maurizio Belpietro, bravo giornalista di destra, ecco, infatti, una Grande Medaglia d’Oro alla Memoria per Camilla Cederna e una per Giovanni Raboni, che entrambi di destra non erano. È vero che sono morti, ma anche scorrendo l’elenco dei vivi saltano agli occhi i raffinati equilibrismi. Da fare scoppiare la testa, immagino, a chi ha il compito di preparare le fatali liste. Quanto a Enzo Biagi, per amore di verità, l’Ambrogino a suo tempo lo ebbe: gli fu, invece, negata la Grande Medaglia alla Memoria. E chissà se il riconoscimento postumo a Camilla Cederna ha valore — per i compilatori — di compensazione. Devo infine riconoscere che abbastanza perplessa — per usare un eufemismo — mi ha lasciata la decisione di premiare — ricordiamolo, con la massima onorificenza milanese — il nucleo dei vigili che dà la caccia ai clandestini (per esempio intrappolandoli nell’autobus). Sarà anche un compito delicato che alla giunta sta molto a cuore, ma era davvero necessario un Ambrogino? Pensandoci bene, tuttavia, anche questa scelta è riconducibile al codice Cencelli. Gli esponenti della Lega avevano infatti votato contro la Medaglia a Mahmoud Asfa, presidente della casa della cultura islamica e il premio ai vigili potrebbe essere stata la necessaria contropartita. Peccato, comunque, per il bel premio milanese.
Isabella Bossi Fedrigotti 11 dicembre 2009
In risposta al messaggio di Alessandro Rizzo inserito il 20 Nov 2009 - 10:31